Insieme Possiamo, Antonelli sulle telecamere in scuole e case di cura: la prevenzione non è un crimine, anzi tutela i più deboli prima che i maltrattamenti siano già avvenuti.


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La proposta di installare le telecamere nelle scuole dell’infanzia e nei luoghi di cura, impropriamente denominato Sblocca cantieri sulle opere pubbliche, ci vede preoccupati e fermamente contrari.

La necessità di prevenire episodi di maltrattamenti come quelli di cui spesso è stata data notizia negli ultimi tempi è una priorità e un dovere della comunità degli adulti e del legislatore. Il benessere, la cura e l’accoglienza dei bambini e degli anziani, devono essere garantiti a maggior ragione quando si parla dei luoghi della formazione e dell’educazione o dell’assistenza, dove risulta inammissibile e ingiustificabile qualsiasi forma di prevaricazione, fisica o psicologica. Purtroppo il provvedimento dà una risposta sbagliata a un problema mal posto, anzi aumenta gli stati di ansia, e questo si può solo ed esclusivamente risolvere con una accurata prevenzione ed educazione dell’educatore e dell’assistente.

La tutela dell’infanzia o di un anziano, è un patrimonio dell’intera comunità. Si può concretizzare solo  attraverso un’alleanza educativa fondata sulla fiducia e sulla condivisione tra genitori e educatori e/o assistenti e familiari. 

A nostro avviso la scuola merita fiducia non la logica del sospetto e del controllo inquisitorio. Da questo punto di vista, la politica ha il compito di offrire strumenti e risorse per valorizzare le professionalità e restituire centralità alla comunità educante, non di alimentare un clima di ansia e odio; ha il compito di mettere gli operatori nelle condizioni di operare attraverso le migliori strategie pedagogiche, certo più efficaci di qualsiasi dispositivo elettronico, la realtà, invece ci presenta spesso un quadro nettamente critico: una popolazione di lavoratrici e lavoratori che invecchia a fronte di rapporti numerici educatori/bambini che nella scuola dell’infanzia arrivano anche a 1:29! Una formazione del personale non omogenea e ambienti di lavoro non idonei a sviluppare adeguati percorsi formativi nei bambini; non ci sembra che le telecamere siano la priorità di questo Paese in fatto di educazione e formazione. 

La mozione presentata dal consigliere della lega, continua Antonelli, mi sento in dovere di far presente che il nostro impegno a intervenire positivamente sulle problematiche di nostra competenza, non può e non deve cavalcare l’onda della sfera emotiva dei cittadini italiani come di consueto e di prassi i nostri colleghi della lega sono soliti fare. È molto semplice fare questo tipo di politica. E riscuote altresì un successone. Non è il caso di fare propaganda perchè i problemi, secondo me sono altri; ovvero la carenza di edilizia scolastica antisismica, biodinamica e a efficienza energetica (cosa invece prevista nel nuovo stralcio della scuola Collodi che andremo a realizzare a breve) investire sulle strutture di assistenza perseguendo l’ampliamento e la messa in sicurezza di luoghi di cura, incrementando l’assistenza domiciliare e sussidi a chi non se la può permettere…. e cosi via.

La nostra posizione è molto distante da queste politiche ed entrare prepotentemente in istituzioni come gli asili, le case di cura etc… significa principalmente due cose; Il fallimento di un’amministrazione che non sa più selezionare il proprio personale, accanto al fallimento della gestione della stessa amministrazione che non impone come previsto da regolamenti vari un coordinamento interno che garantisca un corretto operato del personale basato sul confronto e sulla relazione. Perché in questi luoghi, si deve parlare non di sorveglianza o di ispezioni ma di relazioni. Devono essere luoghi di vita dove gli utenti e le loro famiglie instaurano rapporti di fiducia con gli operatori. Al momento in cui entrano le telecamere questi rapporti vengono a cadere.


Allora la proposta nostra razionale e non d’istinto o di pancia è quella che per prevenire fatti o casi che noi tutti aborriamo, occorre investire di più sia sulla selezione, sulla formazione che sull’istituzione di figure professionali peraltro previste, che supportino il lavoro (tra l’altro classificato come usurante. Vorrei che questo non fosse dimenticato) di tutti gli operatori chiamati a questo lavoro, anche e sopratutto implementare le visite mediche del lavoro, annuali, con opportune sedute psicologiche. Non vanno sorvegliati, semplicemente non vanno lasciati soli. La macchina amministrava è dotata di una forte organizzazione che dagli amministratori ai dipendenti possono collaborare per la creazione di obiettivi comuni per il bene degli utenti. La sorveglianza lasciamola a chi ha paura di avere fatto scelte sbagliate per cui non si fida più.Conclude Antonelli: “con la proposta che le telecamere, come già hanno dimostrato nel centro storico, hanno la funzione di sorvegliare, pertanto perché non utilizzarle al dì fuori degli spazi interni delle istituzioni per scongiurare eventuali infrazioni o irruzioni dei non addetti ai lavori.”    

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