Luciano Domenichini, consigliere comunale del PD a Città di Castello, ha annunciato in una conferenza stanza che si è svolta oggi, giovedì 20 febbraio 2020, il suo passaggio al Gruppo Misto “pur rimanendo dentro il perimetro della maggioranza di governo. Non ho problemi a dire fin da ora che voterò il bilancio”.
La decisione nasce in seno alle vicende che hanno preceduto l’indicazione da parte del PD del nuovo assessore, dopo l’elezione dell’ex vicesindaco Michele Bettarelli nell’Assemblea legislativa della Regione Umbria, e che hanno seguito l’ingresso del presidente del consiglio comunale PD Vincenzo Tofanelli nella Giunta del sindaco Luciano Bacchetta e l’elezione del nuovo presidente del consiglio, che, a parità di voti, ha visto prevalere Francesca Mencagli del PD sull’ autocandidato Filippo Schiattelli, consigliere del PSI, per il solo criterio dell’anzianità.
Domenichini ha ricostruito così le circostanze che lo hanno portato a confluire nel Gruppo Misto, con Gaetano Zucchini (ex PD), capogruppo, e Marcello Rigucci (ex Lega) consigliere: “Con la candidatura e poi con l’elezione di Bettarelli in consiglio regionale, gli esponenti del PD mi avevano anticipato ufficiosamente che l’indicazione per l’assessorato sarebbe ricaduta su di me e molti iscritti di Trestina hanno perorato questa scelta, che andava a rappresentare un territorio da tempo senza un interlocutore nell’esecutivo. Per sicurezza ho anche compiuto alcuni passaggi politici con il sindaco ed il segretario comunale del PD per verificare che non ci fossero veti. Allora neppure si ventilava un cambio alla presidenza del consiglio, maturato senza che nessuno abbia avuto il coraggio di informarmi sul nuovo scenario. In politica ci sta tutto: dall’oggi al domani ci sono cambi di rotta. Mi sono sentito tradito non per me ma per i cittadini che rappresento nei quali avevano creato delle aspettative importanti. C’era euforia, perché finalmente Trestina avrebbe avuto un assessore, dopo 15 anni in consiglio. Ora c’è delusione”. Sulla presidenza del consiglio comunale, ha precisato: “Con tutta la mia amarezza, a prescindere dalla persona, non avrei potuto votare un candidato del PD. Nessuno può puntare il dito contro di me perché l’avevo dichiarato. Sono stato coerente. Il primo impulso anzi è stato dimettermi dal PD, tradito negli ideali e nella persona. Mi è stato proposto una sorta di premio alla carriera per ricompensarmi ma ho rifiutato. Le pressioni a restare dei cittadini di Trestina mi hanno convinto a ripensarci, continuerò a rappresentarli. Stamattina però ho protocollato le dimissioni dal gruppo PD. Nella mia nuova collocazione del Gruppo Misto sosterrò la politica amministrativa del sindaco Bacchetta e della sua Giunta, un sostegno che non ho mai messo in discussione. Non ne faccio io una questione personale: se qualcuno mi avesse messo al corrente, avrei potuto anche condividere scelte diverse”.