Pasqua 2020. Messaggio augurale del Vescovo mons. Domenico Cancian

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Quest’anno l’augurio della buona Pasqua fa i conti con la sofferenza che coinvolge il mondo intero, la pandemia!

Triste? Certo, se pensiamo ai lutti, ai malati, alla scuola, alle imprese, ai servizi che comportano rischi, alla solitudine soprattutto degli anziani…

E tuttavia proprio il Cristo che risorge il terzo giorno quando tutto sembrava finito, ci sollecita ad una Speranza piena.

Ci spinge verso la Speranza anche il tempo seguente alle grandi crisi del passato che ha visto risorgere più floridi tanti Paesi compresi il nostro. (Diciamoci pure che noi italiani siamo capaci di essere creativi e coraggiosi, geniali nel promuovere cultura e arte, come documenta la storia).

Possiamo dunque convintamente augurarci una Pasqua di resurrezione che ci rinnovi profondamente, a livello personale e comunitario, che faccia rifiorire un nuovo mondo con stili di vita più umani e cristiani. Insomma una nuova primavera che non ci farà rimpiangere il vecchio mondo.

Mi piace collegare questo augurio ai quattro simboli di questi giorni.

Uno. L’ulivo segno della pace: nel nostro cuore, tra di noi e nel mondo, mettendo a parte contese, rancori e indifferenza.

Due. La comunione fraterna che Gesù ha espresso nel Suo comandamento (amatevi come io vi ho amato)e nell’Eucaristia.

Tre. L’inevitabile croce abbracciata con l’amore capace di trasformarla nel dono di se, come ci testimoniano tante persone.

Quattro. La gioia della Pasqua che mai ci deve mancare perché il Risorto è con noi, pronto ad accompagnarci e sostenerci con una Forza straordinaria. Ravvivando la certezza che siamo diretti alla Festa della Pasqua eterna.

Concludo con l’invito a imprimere nella nostra mente il luminoso affresco della cupola della nostra Cattedrale. Gesù risorto con decisione si rivolge al Padre pregandolo di guardare il suo volto e la sua croce, ricordandosi di essere misericordioso come sempre nei confronti dei figli suoi peccatori. La preghiera di Gesù, sostenuta da quella di Maria e dei nostri santi, ci fa sentire protetti e ci dà fiducia. I nostri padri l’avevano dipinta all’indomani del grande terremoto del 1789.

Precedentemente, nel secolo sesto i santi patroni Florido, Amanzio e Donnino ricostruirono ancora più belle la Chiesa e la Città ancora più belle, distrutte da Totila.

Anche noi possiamo e vogliamo lasciare segni di questo genere, senza cedere allo scoraggiamento e alla tristezza.

Una Santa Pasqua 2020 con la certezza che il Signore è dalla nostra parte e con l’impegno a tirar fuori il meglio di noi!

Con affetto benedico e incoraggio tutti a vivere nella gioia del Signore risorto + Domenico vescovo

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