Cinquecentesimo di Raffaello, la mostra slitta al 2021

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In che modo l’Emergenza Coronavirus cambierà il programma del Cinquecentenario di Raffaello a Città di Castello? Se ne è parlato nella Commissione Servizi alla presenza delle Marica Mercalli e Laura Teza, curatrici della mostra di “Raffello Giovane e il suo sguardo”, che avrebbe dovuto svolgersi in autunno nella Pinacoteca di Città di Castello. Il presidente dell’organismo Giovanni Procelli ha dato la parola al sindaco Luciano Bacchetta che ha sottolineato come

Marica Mercalli, neodirettore generale della Direzione per la sicurezza del Patrimonio nazionale del Ministero ed ex Soprintendente dell’Umbria, ha ricordato “l’interesse suscitato per il progetto della mostra, che permane nell’ambito del Comitato umbro perchè si presenta come l’iniziativa più interessante, riconosciuta e finanziata anche dal Comitato nazionale. Importanti musei stranieri hanno già acconsentito ai prestiti ma il Coronavirus ha bloccato tutto fino all’anno prossimo, sia le opere che le persone che le accompagnano. Questo ha consigliato di spostare la mostra nella primavera del prossimo anno, in primavera, nel marzo 2021, quando gli spostamenti ed i trasferimenti saranno gestibili. Non potevano rinunciare ai pezzi che sarebbero dovuti venire dal Luovre e dal British Museum. Ci sembra una decisione prudente, soprattutto dopo la vicenda della mostra alle Scuderie del Quirinale, allestita e mai realmente aperta ai visitatori, spostare in avanti l’iniziativa di Città di Castello anche nell’ambito di una rivisitazione dell’offerta turistica dell’Umbria, regione a basso tasso di contagio e vicina alle grandi città. La carta da giocare è quella della meta d’arte con eventi di altissimo livello. Anche dal mio nuovo incarico continuerò a seguire il lavoro scientifico della mostra e garantisco l’apprto del gruppo scientifico della Soprintendenza per la mostra e per l’ipotesi di restauro dello Stendardo, che non ha problemi di salute ma di presentazione, attraverso un intervento sulle lacune”.

Laura Teza, docente di Storia moderna, taglio internazionale e buon livello di rapporti della mostra, inoltre molto valore per la città e coinvolgimento e lasciare un’importnat stabile positiva anche nelle strutture museali permanenti, palazzo vitelli alla cannoniera, che aveva bisogno di modernizzare, impianti che rimarranno alla città climatizzazione. Da due mesi e mezzo siamo fermi, soprattutto gli inglesi la grande mostra National Gallery Tom Henry comitato ha deciso di rimandare la mostra alla primvera del 2022, stato di emergenza. Venendo meno i prestiti verrebbe meno il respiro internazionale primaverile, pasqua, 25 aprile fino ad arrivare a luglio anche perché si potrebbe dando un po di respiro sperare che questa situazione che coinvolge abbia un minimo di respiro da poter costituire un attrattore in più in cui Città di Castello giocare un ruolo privilegiato. Cittadina di grande spessore e in un luogo appartato, isolamento storico gioca a nostro favore. Gruppo di lavoro dedicato al turismo in cui dovrei proporre un focus il territorio di Città di Castello Università per il Covid,

Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, è intervenuta per dire che “se la data di primavera sia una proposta o abbia già certezze. Qual è l’itinerario artistico previsto per costruire della mostra, erano stati pensati percorsi didattici? Che rapporti ci sono con i Musei Capitolini a cui abbiamo prestato il San Sebastiano. Abbiamo bisogno di una proposta per il rilancio dell’aspetto turistico, quindi ben venga proposta di Unipg. La mostra sarà una grande occasione”. Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha detto “di aver proposto lo slittamento in avanti di un anno fin dall’inizio dell’Emergenza. Ma se il prossimo anno fossimo ancora in crisi, siamo pronti a spostare di nuovo o il piano B potrebbe essere un progetto in tono minore?”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, si è detto d’accordo con lo spostamento: “Che fine fanno gli altri eventi umbri del Cinquecentenario? Il Festival Nazioni che sarebbe stato parallelo alla mostra si farà nelle date previste?”. “La fisionomia della mostra” ha risposto la docente Teza “poteva contare su i frammenti del Museo di Capodimonte della Pala di San Nicola di Tolentino e sui disegni del Louvre.
CDCNOT/20/05/13/CONSINLINEA/168/SSC

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