Richiesta di intitolazione dell’Ospedale di Città di Castello a S. MARIA DI BELVEDERE

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Avevano illuminato il Santuario di S. Maria di Belvedere con i colori della bandiera italiana. E l’effetto è stato senza dubbio suggestivo. Il monumentale edificio, dalla seconda metà del ’600, domina, di lassù, la nostra Città di Castello. Anzi, di notte, pare vegliare i nostri sonni, i sogni carezzevoli o insolenti, i nostri desideri, anche quelli più arditi e intimi. Solitario e austero e padrone del silenzio, persino un po’ tenebroso ‒ complice il bel portico dalle solide geometrie ‒ come si conviene a un gagliardo protettore investito del compito di “vedere” bello il mondo ai suoi piedi.

Accettiamo anche, però, l’esito d’una constatazione: finora, tale preziosità ‒ tanto cara ai veri castellani ‒, è stata quasi dimenticata e per niente valorizzata. Troppo abituati alla sua vigile presenza per farci caso…

In tempi relativamente remoti, si tornava da gite ed escursioni al “selvaggio” mare Adriatico quando ormai era già buio. E, nell’oscurità, a ridosso di Belvedere, appariva magnificamente dolce la città, illuminata da luci tenui, non esplosive come quelle di oggi; si sentiva veramente il senso di appartenenza al luogo della nascita, degli affetti… ecco, era nostalgia di casa.

Antichi uomini di fede narrano che la Madonnina di Belvedere abbia fatto prodigi in gran copia. E questo è il motivo per cui un lontano vescovo tifernate deliberò la costruzione del Santuario in cima al colle. La casualità a volte offre spunti inspiegabili e felici. Il nostro ospedale è stato costruito proprio alle pendici del colle di Belvedere, sicché il Santuario pare guardarlo dall’alto. E se la Madonna di Belvedere avesse (come asserito in passato) virtù taumaturgiche, il devoto credente, il cristiano genuino, non potrebbe escludere che, talvolta, Ella volesse stendere la sua indulgente mano sui malati, sugli sfortunati, su chi si prende cura dei sofferenti donando in modo diuturno il meglio di se stesso…

Al nostro ospedale non è stato ancora assegnato un nome; sono state proposte, da più parti, denominazioni non dico strampalate, ma, quanto meno, non propriamente consone. Pensate come pare SPONTANEO, LOGICO, QUASI NATURALE ‒ E POETICO! ‒ dedicare l’ospedale dei castellani e degli alto tiberini alla Madonna di Belvedere il cui tempio incombe sulla vallata.

OSPEDALE DI S. MARIA DI BELVEDERE. Dove lo trovate un nome più adatto e più bello? Allora quelle luci avranno un senso.

Mi dicono che qualcuno abbia pensato a intitolarlo a San Florido. San Florido è il patrono della Città e non possiamo restringerlo all’ospedale. Qualcun altro ha pensato a Santa Veronica Giuliani, una santa mistica che ha rilevante importanza nell’universo cattolico per la conoscenza e contemplazione del divino. Cose troppo lontane per un ospedale.

Per tutto quanto premesso, io sottoscritto Farncesco Grilli, inoltro formale richiesta di intitolazione dell’Ospedale di Città di Castello a S. MARIA DI BELVEDERE., consapevole di interpretare il desiderio di tantissimi concittadini. Non per caso, sui social la mia proposta è stata un successo.

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