Covid-19 a Città di Castello: Bacchetta “negli ultimi 3 giorni 12 nuovi positivi e 25 guariti. Segnale di speranza in vista del 2021. Vaccino unico strumento per tornare alla normalità”

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“Oggi i dati che ci ha comunicato l’Usl Umbria 1 sono buoni, perché nei tre giorni dal 24 al 26 dicembre abbiamo avuto 25 persone guarite e 12 nuovi positivi”. E’ l’aggiornamento della situazione dell’emergenza da Covid-19 a Città di Castello fornito stamattina dal sindaco Luciano Bacchetta, che, nel precisare come “i riscontri numerici risentano inevitabilmente di giorni di festività dove è stato effettuato un numero inferiore di tamponi”, ha sottolineato comunque come “si sia invertita la tendenza per la prima volta dopo una settimana abbondante nella quale i nuovi positivi superavano, anche in modo consistente, i guariti”. “Prendiamolo come un segnale per l’anno nuovo di speranza nella sconfitta del Covid”, ha detto il sindaco, che ha svolto l’abituale comunicazione sulla pandemia dall’ospedale di Città di Castello, in occasione del V-Day, che segna l’avvio della campagna di vaccinazione contro il Covid-19. “In questa prima fase saranno coinvolti gli operatori sanitari e gli anziani ospiti della residenze sanitarie assistite, poi seguirà la vaccinazione di massa, rispetto alla quale sarà necessaria una presa di coscienza collettiva”, ha dichiarato Bacchetta, che ha lanciato un messaggio ai tifernati: “è umano avere perplessità, ma bisogna essere razionali e capire che il vaccino è l’unico strumento che abbiamo, scientificamente efficace, per poter contrastare validamente il Covid e per riconsegnare ai nostri figli una società nella quale i rapporti e i valori umani, le relazioni tra le persone, tornino a essere preminenti”. “E’ doveroso, quindi, l’invito a vaccinarsi, anche sei poi ognuno risponde alla propria coscienza – ha chiarito Bacchetta – pensando non solo al grande danno, anche pedagogico, dei mesi di assenza dalle scuole dei nostri giovani che il vaccino aiuterà a tornare in serenità all’interno delle loro classi, ma pure che se dovessimo perdurare in questa situazione di limitazioni, controlli e imposizioni, peraltro necessari, la nostra vita sociale ed economica alla lunga verrebbe meno e già sono preoccupanti i segnali di scollamento che ci arrivano”. “E’ assolutamente necessario, pertanto, vaccinarsi per superare questa fase difficile, che altrimenti rischia di protrarsi per molto tempo, un lusso, questo, che nessuno di noi si può permettere”, ha spiegato il sindaco, che ha condiviso l’appello con il direttore dell’ospedale di Città di Castello Silvio Pasqui. “Oggi Inizia tutta l’Umbria, con 85 dosi simboliche che saranno inoculate presso l’ospedale San Matteo degli Infermi di Spoleto”, ha affermato Pasqui, che ha reso noto come “saranno coinvolti anche tre operatori della nostra struttura ospedaliera, una dottoressa e due infermieri che lavorano nelle aree più esposte, ovvero il reparto Covid, il pronto soccorso e la rianimazione”. Il direttore dell’ospedale ha ricordato che il nosocomio tifernate “sarà anche struttura per lo stoccaggio dei vaccini, che saranno custoditi nella farmacia non appena saranno disponibili e saranno pronte le procedure”. “Per la vaccinazione degli operatori sanitari abbiamo già individuato luoghi ed equipe vaccinali nell’ospedale, dove le operazioni si svolgeranno con modalità consone alla necessaria prudenza che permettano di inoculare le fiale in sicurezza e di monitorare gli eventuali effetti collaterali, anche se da quanto apprendiamo dalla letteratura scientifica ce ne sono pochi”. “Vaccinarsi è un dono che facciamo a noi stessi e a tutta la popolazione, perché creando la cosiddetta immunità di gregge si impedisce la circolazione del virus e si aiuta anche chi non si può vaccinare o in alcuni casi non risponde all’inoculazione delle fiale”, ha sostenuto Pasqui, ricordando come il vaccino sia “uno strumento prioritario di sanità pubblica, che ha sconfitto malattie terribili come la poliomelite, un’epidemia molto consistente fino all’individuazione del vaccino, di cui forse si è persa memoria, che era stagionale e paralizzava dalla sera alla mattina i bambini”.

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