Dopo oltre due anni di intensi e studiati lavori di risistemazione, riqualificazione e di restauro degli Ex Seccatoi del Tabacco, il restyling è completato e si parla della prossima apertura. Sarà ancora una volta il 12 marzo, giorno di nascita del maestro Alberto Burri, a diventare la data da segnare sul calendario: in questa occasione la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri celebrerà il Maestro riaprendo le porte della seconda sede espositiva a lui dedicata.
L’appuntamento, organizzato nel pieno rispetto delle normative Covid, e quindi ristretto ad un numero limitato di persone, soprattutto tecnici, esperti e amministratori pubblici porrà l’attenzione sulla struttura e sui lavori anche i lavori di ammodernamento da considerarsi un unicum nel panorama architettonico museale.
Edificata nella metà degli anni ’50 del 1900, la struttura fu usata per essiccare il tabacco tropicale, noto per la sua lavorazione in Alto Tevere, fino al 1966. Dieci anni più tardi la Fattoria Autonoma Tabacchi di Città di Castello concesse al maestro Burri l’utilizzo di uno degli undici grandi edifici: qui Burri realizzerà, nel 1979, uno dei suoi cicli più noti, Il Viaggio. Quando, nel 1989, la monumentale struttura fu messa in vendita, la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri decise di acquistarli: lo stesso Burri lavorerà a fianco di architetti di sua fiducia, convertendola da seccatoio a grande sede espositiva, conservando volutamente la sua essenzialità strutturale. Nasce così il secondo Museo Burri denominato Ex Seccatoi del Tabacco, inaugurato nel 1990: qui sono conservati Grandi Cicli (128) opere realizzate dal maestro tra il 1970 e il 1993. Tre sculture monumentali, il Grande Ferro Sestante (1982), il Grande Ferro K (1982) e il Grande Ferro U (1990), sono esposte nell’area verde antistante la struttura museale.
In questi anni “la Fondazione Burri ha elaborato un vasto progetto di bonifica, riqualificazione, ripristino, restauro e implementamento degli spazi espositivi degli edifici degli Ex Seccatoi. – spiegano il presidente Bruno Corà e l’architetto Tiziano Sarteanesi – Mediante due specifiche fasi di elaborazione di un’unica idea progettuale, gli undici Seccatoi sono stati sottoposti ad una profonda opera di bonifica, prima rivolta al loro piano seminterrato e successivamente al piano rialzato…E’ stato adottato un sistema di drenaggi diffusi e canalizzazioni di allontanamento per caduta, in modo da stabilire il livello della falda acquifera formatasi sotto il pavimento e renderlo costante rispetto ad ogni evento atmosferico. – spiegano Corà e Sarteanesi – Si è poi proceduto alla realizzazione di un nuovo solaio con intercapedine aerata”. Sono stati compiuti anche interventi di carattere statico nelle fondazioni e sull’imposta dei pilastri aumentando la stabilità generale del complesso.
Sul piano rialzato, all’interno degli ambienti, lo stesso Burri aveva progettato delle pareti perimetrali in cartongesso imbiancate: su di esse sviluppò il percorso espositivo a noi tutti noto. Si tratta dei grandi cicli pittorici, Il Viaggio (1979), Orsanmichele (1980), Sestante (1982), Rosso e nero (1983-1984), T Cellotex (1975 – 1984), Annottarsi (1985 – 1987), Non ama il Nero (1988), Grandi Neri (1988 – 1990), Metamorfotex (1991) e Nero e Oro (1992 – 1993). “Il nuovo progetto di musealizzazione dei Seccatoi – precisano Corà e Sarteanesi – ha mantenuto le medesime pareti decise da Burri e la medesima disposizione e successione di opere”. Una particolare attenzione è stata riservata agli impianti di climatizzazione e di illuminazione mediante l’uso di tecnologia a led che restituiscono le giuste cromie delle opere pur conservando le apparecchiature originali volute da Burri.
L’attenzione verso l’arte di Burri è molto cresciuta negli ultimi anni. Prima della pandemia il numero annuo di visitatori era notevolmente aumentato e le numerose limitazioni imposte negli ultimi due anni dalle normative antiCovid,non hanno interrotto il trend positivo con un flusso di visitatori nell’unica sede aperta, quella di Palazzo Albizzini, che non è mai diminuito. L’intero museo degli Ex Seccatoi è stato cablato con rete wi-fi e fibra ottica, telecamere e impianti audio, adeguati alle ultime tecnologie per ogni tipo di necessità comunicativa, culturale e di sicurezza.
Tutti gli importanti lavori effettuati saranno al centro della riflessione nell’incontro promosso dalla Fondazione in occasione della nuova apertura della sede espositiva. La mattina di sabato 12 marzo sarà dedicata alla visita di giornalisti e addetti ai lavori, nel pomeriggio sono attese le autorità. Domenica 13 marzo, invece, le porte degli Ex Seccatoi del Tabacco si apriranno al pubblico dei visitatori. In tale occasione sarà necessaria la prenotazione, contattando telefonicamente la biglietteria del Museo, al numero 0758554649 (dalle 10 alle 13 e dalla 14.30 alle 18, escluso il lunedì) o al museo@fondazioneburri.org si potrà concordare la fascia oraria disponibile per la visita agli Ex Seccatoi del Tabacco. Tutti i visitatori per i quali è previsto l’ingresso gratuito, saranno divisi in gruppi ed accompagnati lungo il percorso espositivo.