Lignani Marchesani “Massimo rispetto per le Associazioni ma la Diocesi non è un parametro secondario per la nostra integrazione protagonistica in Umbria: guardare con attenzione e animo bendisposto a Gubbio”

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Ho il massimo rispetto per le Associazioni laicali di ispirazione cattolica e comprendo la loro proposta: mi permetto però di dire che è frutto di una visione più vasta che tende a guardare alla Valtiberina toscana come a un terreno fertile e di sviluppo spirituale, valoriale e temporale che non ha mai dato frutti . Non si può infatti darvi corso perché i confini amministrativi pesano come macigni e la somma di due periferie non produce un numero armonico ma un numero immaginario. Come ho detto in altri ambiti Città di Castello deve rientrare in Umbria dalla porta principale e lì giocarsi le partite strategiche in corso, temporali, perché è in ambito regionale che si suddividono fondi e si fanno progetti , e spirituale perché nella Terra dei Santi il ruolo di Pastore va oltre quello meramente religioso ed è per questo che mi permetto umilmente di intervenire. Da ultimo, ma non trascurabile, Sansepolcro vedrebbe con insofferenza e come un’annessione un’improbabile riunione delle due diocesi e le levate di scudi di questi giorni non solo lo testimoniano ma preannunciano come l’ipotetico accorpamento umbro toscano possa diventare un malaugurato terreno di scontro invece che di sviluppo relazionale.

E’ vero, la passata esperienza con Gubbio non è stata positiva. Ma oggi l’Alta Umbria può essere un ambito di sistema per più servizi e non dimentichiamo che la naturale vocazione marchigiana eugubina può rendere sacro strumento di positivo collante le nostre due Sante Veronica e Margherita che in quella regione , ai nostri confini, sono nate. Facciamo nostro l’orgoglio di essere parte integrante e protagonista della Terra dei Santi, pensiamo che è l’occasione di porre fine alla insensata divisione pastorale della Comunità di Umbertide, oggi divisa in tre Diocesi per un confine che risale al periodo longobardo e bizantino ed evitiamo, quella si veramente da scongiurare, di venire marginalizzati all’interno dalla Diocesi di Perugia. Meglio, molto meglio, un confronto tra pari, con San Florido e Sant’Ubaldo che aiuteranno a trovare una sintesi.

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