L’idea di riportare alla luce e rendere accessibile ad un pubblico più ampio la complessa opera artistica di Francesco Dindelli nasce da varie istanze che, per una fortunata congiunzione celeste –e questo sarebbe molto piaciuto a Francesco, grande appassionato di astrologia– si sono concretizzate nel progetto espositivo allestito a Palazzo Alberti a Sansepolcro. che giunge dopo ben trentacinque anni dalla prima mostra a lui dedicata nel 1987 e nel libro a lui dedicato. Le quasi 90 opere in mostra –disegni, dipinti, ceramiche, fotografie, oggetti– molte delle quali assolutamente inedite, sono state recuperate per gentile concessione degli eredi ma anche grazie ad una capillare ricerca sul territorio operata da chi questa mostra l’ha fortemente voluta –ovvero dai membri del comitato organizzativo, in primo luogo il Comune di Sansepolcro e l’associazione biturgense L’Accademia– e si è operato in mille modi per toglier dall’oblio una personalità artistica e umana così complessa.
La mostra ha voluto infatti avvolgere in un unico sguardo tutta la produzione di Francesco, non solo per onorare l’uomo attraverso le dolorose esperienze della sua vita, ma anche e soprattutto per evidenziare la straordinaria qualità artistica di Francesco Dindelli, il suo profondo interesse per il colore che non lo abbandonerà mai fino alla fine dei suoi giorni. Un colore che è anche luce, vita, amore per la famiglia, per la natura, e per l’armonia cosmica alla quale Francesco anelava Forte è la vicinanza di Francesco Dindelli alla cultura artistica del Ventennio, in particolare di Rosai, Casorati, ma anche all’avanguardia italiana di Morandi e Guttuso ai quali si allinea per lo sguardo commosso sui volti e le pose degli umili che sono spesso i soggetti dei suoi ritratti; ma anche per il valore plastico ed espressivo delle forme cromatiche nei suoi dipinti di nature morte, uccelli e vasi. Una visione fortemente tridimensionale caratterizza anche il vastissimo corpus dei disegni di Francesco da lui realizzati soprattutto tra il 1941 il 1965, negli anni della prigionia e della degenza presso l’ospedale psichiatrico di Arezzo (1959-1972), contrassegnati da una limitata disponibilità di mezzi tecnici che vedono però il consolidarsi di uno stile grafico assolutamente originale ed efficace nella sua forza espressiva.
Le quattro sezioni della mostra creano un percorso irregolare e circolare tra le opere che Francesco ha realizzato nei diversi momenti della sua vita: lontano dall’Italia e negli anni della lunga prigionia di guerra tra i 1941e il 1946: i disegni compiuti durante i primi anni della sua lunga degenza presso l’Ospedale psichiatrico di Arezzo 1959-1965 e infine le opere grafiche e
pittoriche che hanno per soggetto i suoi legami famigliari risalenti soprattutto agli anni compresi tra il ritorno dalla prigionia e il ricovero (1946-1959 ca.) nei quali Francesco ritrova per un attimo la serenità e la pienezza delle sue capacità espressive declinate in un cromatismo brillante.
INGRESSO LIBERO e GRATUITO
ORARIO DI APERTURA:
TUTTI I GIORNI
dalle 10,30 alle 13,00 e dalle 16,30 alle 19,30
CHIUSO IL:
24 dicembre pomeriggio – 25 dicembre mattino
31 dicembre pomeriggio – 1 gennaio mattino