La mostra di Francesco Dindelli supera quota 1500 visitatori in venti giorni

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Dal 10 al 30 dicembre sono state più di 1500 le persone che hanno visitato la mostra curata dalla storica dell’arte Dott. Alessandra Baroni e presentata con ingresso gratuito a Palazzo Alberti a Sansepolcro fino all’8 gennaio prossimo dall’Associazione L’Accademia aps in collaborazione con il Comune, la Usl Toscana Sud Est – Servizi di Psichiatria e il Liceo Artistico “G. Giovagnoli” di Sansepolcro, grazie anche al contributo di vari sponsor. Gli abitanti della città di Piero della Francesca si riconoscono in un frammento della loro storia recente, si emozionano nel ritrovare un uomo che molti hanno spesso incontrato senza sapere nulla o quasi di lui.

Sì, perché Francesco Dindelli è un sopravvissuto. Ecco quindi traiettoria e senso di un’esistenza fra il secondo conflitto bellico mondiale e 14 anni di segregazione nell’Ospedale Psichiatrico di Arezzo: corpo a corpo dello scontro armato, massacri, quindi prigionia e deportazione in Africa, India e Australia, malaria e lavori forzati (sarà rilasciato solo nel 1946, a guerra finita), poi la follia, che allontana ed esilia dalla comunità. Francesco si è confrontato con le forme più radicali dell’alienazione.

Uno dei compiti di ogni intervento di cura è non rinunciare mai alla comprensione tra vita, affettività, desiderio e malessere psichico. Ma nonostante le tante opere realizzate in un impegno artistico senza soluzione di continuità, in manicomio non ci fu nessun vero tentativo di valorizzare le capacità espressive di Dindelli. Tornato nella sua Sansepolcro, l’autore si chiuse in sé stesso e lavorò sempre ma senza alcun riconoscimento pubblico, anzi con la diffidenza, il dileggio o, peggio, l’indifferenza dei suoi concittadini. Una grande mostra a Palazzo Alberti, nella stessa città dell’artista, oggi rende giustizia a un grande, sorprendente artista che si iscrive pienamente nella corrente pittorica che espresse Sironi, Casorati, De Chirico e tanti altri. Soprattutto esplode in città (con molte eco fuori) un’esperienza creativa tormentata, dolorosa ma incantevole e, soprattutto, geniale.

E la gratificazione data dal gran numero di visitatori (davvero tanti, viste le dimensioni di Sansepolcro) testimonia l’entusiasmo per la scoperta di un artista autentico e l’emozione per la sua tragica esperienza di vita. Da non perdere. Fino all’8 gennaio 2023 a Sansepolcro, Palazzo Alberti, via XX Settembre 46, Sansepolcro, h. 10.30/13 e 16.30/19.30

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