Da London Town a piazza Gabriotti: la bella storia di Jacopo Brasanti, alla movida, ai pub e locali di tendenza inglesi ha preferito tornare nella propria città

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Da London Town a piazza Gabriotti: la bella storia di Jacopo Brasanti che assieme ad alcuni giovani compagni di viaggio, alla movida, ai pub e locali di tendenza inglesi ha preferito la propria città ed ha scommesso sul proprio futuro rilevando una attività ricettiva nella piazza che racchiude palazzi simbolo e scorci mozzafiato della storia e tradizione di Città di Castello. Oggi si fa un gran parlare, dati alla mano, di giovani “cervelli” in fuga all’estero alla ricerca di un lavoro che in Italia non c’è, di uno stipendio dignitoso, di un sogno da realizzare.

La storia di Jacopo Brasanti, e di un gruppo di amici e giovanissimi collaboratori, dallo chef a camerieri ed assistenti di sala (la cui età media non supera i 27 anni) Riccardo, Luca, Dea, Lucia, Giulia e Daniel, è senza dubbio una storia originale che dimostra il contrario e forse rappresenta in maniera concreta un segnale di speranza per i giovani stessi di poter rimanere nella propria città, magari nel centro storico ed iniziare una vita lavorativa foriera di successi e soddisfazioni. “Fino a qualche giorno fa ho rivestito il ruolo di barista in luoghi diversi, in Italia e all’estero, ma oggi sono arrivato alla decisione di aprire un’attività in proprio: “Il mio sogno, il mio locale” – ha precisato con orgoglio Jacopo Brasanti, 25 anni, tifernate “doc”, da oltre dieci appassionato dal colorato e affascinante mondo dei cocktail.

“A 15 anni ho iniziato la mia prima esperienza di lavoro in un bar del centro storico, scoprendo una realtà diversa da quella proposta dai media che mi ci avevano portato, ma , al di là di ciò, mi piaceva e lavoravo con entusiasmo. A 19 anni mi sono trasferito a Londra. Beh, sicuramente un’esperienza di vita che mi ha arricchito molto, e tanto, anche professionalmente. Il mondo del bar nella London Town aveva tutto un altro aspetto, una realtà diversa dal concetto di “bar” della mia città. Per qualche mese ho trovato lavoro in un ristorante, e questa esperienza mi è servita per imparare la lingua inglese. Poi ho seguito un corso in un’accademia per bar tender da cui ho conseguito l’attestato.

Successivamente, ho trovato lavoro in un private club l’“Home House” che si riassume in quello che, oggi, è il mio locale: un connubio tra ristorazione e cocktail bar. Qui ho imparato, e messo in pratica, data la mia esperienza, quelli che sono i punti cardine che dovrebbero raffigurare chiunque voglia stare dietro un bancone: la relazione con il cliente, la professionalità del mestiere e la presenza scenica di “showman”. Dopo gli anni trascorsi a Londra sono tornato nella mia città, riconoscendo quanto l’esperienza londinese mi avesse cambiato: ero cresciuto, migliorato e potevo cominciare a pensare di mettere in pratica “il mio sogno”, “il mio locale”, consapevole di tutto quello che avevo imparato”, ha concluso il giovane titolare del nuovo locale made in Citta’ di Castello al cui taglio del nastro sono intervenuti anche il sindaco, Luca Secondi ed alcuni consiglieri comunali, che non ha mancato di sottolineare, la determinazione, la passione e il coraggio di Jacopo e del suo staff nell’affrontare una nuova esperienza nella sua città e nel suo bellissimo centro storico: “segnali di speranza che non possono lasciarci indifferenti, bravi ragazzi”.

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