Concorso nazionale ‘’Quando i ragazzi ci insegnano”: primo posto per gli alunni della classe 5° A, indirizzo Meccanica-Meccatronica, dell’Istituto tecnico Franchetti Salviani di Città di Castello

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E se ‘’la leggerezza’’ vi prendesse sulle sue ali e vi facesse planare in mondi solitamente inesplorabili, oppure vi offrisse il filo per uscire dal labirinto del reale, vi abbandonereste?
Gli alunni della classe 5° A, indirizzo Meccanica-Meccatronica, dell’Istituto tecnico Franchetti Salviani di Città di Castello, hanno seguito la lezione di Italo Calvino… e sono volati direttamente al Salone del libro di Torino!
Come? attraverso il Concorso ‘’Quando i ragazzi ci insegnano’’ indetto dal Centro per il libro e la lettura, Cepell, in cui sono risultati PRIMI CLASSIFICATI.


Il loro lavoro dal titolo ‘’Lezioni italiane’’, liberamente tratto da ‘’Lezioni americane’’ di Italo Calvino, è stato l’atto conclusivo di un progetto coordinato dalle docenti Emilia Mangioni e Antonella Pignatelli, che hanno proposto una riflessione su linguaggi solo apparentemente ‘’lontani’’: la letteratura e la matematica.
Ne è nata una lezione che, partendo dall’idea di Calvino del mondo come labirinto, offre soluzioni per un districarsi leggero nel labirinto del reale, per spogliarsi di ogni materialità e pesantezza e scendere sulle cose.


Si è appreso quanto anche la matematica sia leggera e quanto la scrittura sia piana quando in fondo si spoglia di strutture superflue.
Calvino ci ha insegnato la sottrazione di peso; ha cercato di togliere peso alle figure umane, come ne “Il cavaliere inesistente” , poi di togliere peso ai corpi celesti perfino alle città, da cui “Le città invisibili” .

Con il mito di Perseo e della Medusa, Calvino spiega come superare la “gravità” del reale, come allontanarsi dal labirinto e raggiungere altri mondi che diano risposte che non troveremmo rimanendo all’interno del labirinto.


La leggerezza è qualcosa che si crea nella scrittura, con i mezzi linguistici che sono quelli del poeta. Così Leopardi, dice Calvino, nel suo ininterrotto ragionamento sull’ insostenibile peso del vivere, dà alla felicità irraggiungibile, immagini di leggerezza: gli uccelli, una voce femminile che canta da una finestra, la trasparenza dell’aria, e soprattutto la luna.
La leggerezza, per gli scienziati, e quella che si crea con la matematica.


La letteratura e la matematica (come scrive Chiara Valerio) educano all’invisibile così possiamo procedere, attraverso esse, dal reale all’invisibile quindi verso la fiaba, il mito e la formula.
Questo è il volo che potremmo accostare al linguaggio della matematica basato, come tutto in natura, sul principio di minimo. Tutto ciò ci permette di trasformare la pesantezza materiale in leggerezza penso sa, diversa dalla superficialità.
Tentate la sfida, non guardate in faccia la Medusa!!

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