Montedoro a convegno, si son ritrovati in 100, nel segno di un antico rione che ha conservato nel tempo un forte senso di appartenenza fra i suoi abitanti, presenti e passati.

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Nei lontani anni 50 nasceva a Città di Castello, fuori dalle mura in direzione est, un nuovo quartiere: nucleo iniziale le case popolari, poi man mano la chiesa, la Scuola elementare e così via… Le origini erano dunque umili riguardo la popolazione, ma solide nei valori, e via via nell’appartenenza a tale realtà : Montedoro si chiamò quell’agglomerato originario, cui in seguito si aggiunse s. Pio sorto attorno alla chiesa stessa (“un’altra cosa!” proclama fieramente, e con orgoglio, chi colà abita tuttora) … Quello spirito ormai antico è arrivato sino ai nostri giorni: fra coloro che lì son nati, e vi sono rimasti. Tanto che alcuni anni or sono un ristretto gruppo fra costoro, capitanato da una ‘memoria’ storica del luogo quale Claudio Carletti (per tutti Cica: là è difficile che ciascuno non sia associato ad un nomignolo…) ebbe la bella idea di chiamare a raccolta tutti i…montedorini passati e presenti, per una allegra riunione conviviale. Aveva preso piede la cosa, poi arrivo’ il malaugurato Covid ad interrompere il processo: che ora è felicemente ricominciato. Già, dal momento che un centinaio – numero più che ragguardevole – di abitanti del rione, attuali o meno che siano, si sono ritrovati in un noto locale tifernate mercé il tam tam assiduo ed instancabile dei tempi presenti: quello dei Social. Ed è stata festa, festa grande: fra aneddoti, ricordi, e riconoscimenti vari. Al…meno giovane per esempio, il mitico Aniceto Martinelli (90 anni!), a lungo presenza familiare allo stadio e non solo col suo classico richiamo “semi, noccioline…” : o Anna Maria Zangarelli, con qualche anno di meno l’autentica ed incontestabile ‘Lady Montedoro’… Una medaglia ricordo pure per Loris Omelli, figura di lungo corso del posto: mentre con estremo piacere, ed affetto, da tutti è stato salutato don Achille Rossi (all’epoca giovane parroco in quella che era una realtà praticamente ‘di frontiera’). Ma Montedoro-s. Pio é sempre stata all’avanguardia nello sport cittadino, anche perché lì fra le case campeggiava lo stadio omonimo (poi sciaguratamente, é il caso di dirlo, rimosso per far posto ad un parco): e gente come Marco Bani e Bruno Volpe, brillantissimi calciatori che avrebbero meritato sorte migliore, o Silvio Penni per tutti Herrera (mago autentico dei muscoli) son stati omaggiati come si doveva. Al pari di Arveno Joan, tifernate d’adozione che nell’atletica e nel volley nazionale è stato a lungo una figura di riferimento: idem Fabio Perugini, il quale su calcio basket e bocce ha estrinsecato brillantemente la propria eccellente poliedricità. E come dimenticare la squadra di calcio femminile del rione? La prima in Umbria probabilmente, quando le ragazze nei confronti del pallone avevano solo il ruolo di spettatrici. E Marcella Casacci, pioniera assoluta, ha ricevuto il giusto tributo nella splendida serata: allietata pure dall’omaggio floreale a tutte le signore da parte di Gianluca Gentiletti (per Mariottini Garden), mentre ad Umbro Calagreti di Eta Beta è spettato il gradito compito di disvelare il logo da lui realizzato, a suggellare idealmente l’evento. Che ormai non si fermerà più, lo hanno promesso solennemente capitan Cica ed i suoi…

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