“La vita in gioco”, processo pubblico sul gioco d’azzardo patologico. Questo è il titolo di una originale iniziativa che si svolgerà 13 aprile, dalle 9 alle 13, presso la sala consiliare

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“La vita in gioco”, processo pubblico sul gioco d’azzardo patologico. Questo è il titolo di una originale iniziativa che si svolgerà 13 aprile, dalle 9 alle 13, presso la sala consiliare. Il fenomeno dell’azzardo sarà l’oggetto di un momento di riflessione pubblica. Non una conferenza, e neanche un convegno; questa volta a discutere ed emettere una sentenza sul fenomeno del GAP, (gioco d’azzardo patologico), saranno i cittadini e le cittadine umbre residenti nei comuni dell’Alto Tevere, a cominciare da Città di Castello e Umbertide.

“La vita in gioco”, processo pubblico sul gioco d’azzardo patologico. Questo è il titolo di una originale iniziativa che si svolgerà Sabato 13 aprile, dalle 9 alle 13, presso la sala consiliare. Il fenomeno dell’azzardo sarà l’oggetto di un momento di riflessione pubblica. Non una conferenza, e neanche un convegno; questa volta a discutere ed emettere una sentenza sul fenomeno del GAP, (gioco d’azzardo patologico), saranno i cittadini e le cittadine umbre residenti nei comuni dell’Alto Tevere, a cominciare da Città di Castello e Umbertide. Tutto questo avverrà partecipando ad un “processo all’americana”, con tanto di giuria, testimoni, avvocati della difesa e dell’accusa. I protagonisti. La pubblica accusa sarà rappresentata da Claudio Renzetti, la difesa da Claudio Cippitelli, presidente della giuria, l’avvocato Simona Ardesi. Sui banchi della giuria, in realtà gli scranni del consiglio comunale trasformato per l’occasione in un Tribunale, siederanno, Benedetta Calagreti, assessore alle Politiche Sociali, Michela Botteghi, assessore alla Cultura, Claudio Serafini, consigliere comunale, Daniele Benedetti, Feder Sanità – Anci Umbria, Cristina Crisci, giornalista, Giovanni Granci, Presidente del Cda, Scuola di Arti e Mestieri “G.O. Bufalini”, Cristina Donati Sarti, responsabile Zona Sociale

1. Convocati anche numerosi autorevoli testimoni. Tutto questo avverrà dunque partecipando ad un “processo all’americana”, con tanto di giuria, testimoni, avvocati della difesa e dell’accusa. L’iniziativa, resa possibile dall’attenzione al tema dei comuni della zona Sociale1, capofila Città di Castello e dal finanziamento Regione Umbria, propone un approccio innovativo al tema dell’azzardo, mettendo al centro della scena le testimonianze e le riflessioni dei cittadini, degli amministratori, degli operatori sociosanitari, dell’associazionismo, degli operatori della polizia locale. Alla fine del dibattimento, la giuria emetterà una sentenza, mentre anche i partecipanti e gli spettatori potranno esprimere il loro giudizio sul fenomeno. I dati che riguardano la spesa investita nelle diverse tipologie di giocate dai cittadini dei Comuni dell’Alto Tevere sono allarmanti: secondo i numeri diffusi dall’indagine “La geografia del gioco d’azzardo in Umbria” del 2020, a cura del S.S.D. Sorveglianza e promozione della Salute AUSL Umbria 2, la spesa pro capite è di 1.587 euro a San Giustino, 1.554 a Città di Castello, 1.257 a Umbertide, solo per indicare le prime in classifica. A fare la parte del leone sono le “slot machine” (AWP e VLT con 957 euro spesi pro capite, con punte di 1.203 euro a San Giustino e 1.162 euro a Città di Castello), seguite dalle lotterie istantanee e il lotto (332 euro p.c.). Il fenomeno non riguarda solo gli adulti: un giovane umbro su due (15-19 anni) ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e circa il 51% lo ha fatto nel corso dell’ultimo anno. Al crescere dell’età aumenta la percentuale di studenti che giocano d’azzardo, raggiungendo quasi il 55% tra i 18enni; inoltre, il 9,3% degli studenti giocatori presenta un profilo di gioco “a rischio” (10,1% in Italia) mentre il 5,4% “problematico” (5,2% in Italia). A complicare il quadro, si segnala che l’8% degli umbri 18-84enni hanno giocato d’azzardo online almeno una volta nella vita, in particolare gli uomini e i più giovani. I profili di rischio rivelano percentuali particolarmente elevate di gioco problematico nelle zone-distretto dell’Alta Valle Tevere. “Dallo scorso anno abbiamo definito come comuni della Zona Sociale1 un programma ad ampio raggio – ha precisato l’assessore alle Politiche Sociali, Benedetta Calagreti – ben coordinato con Usl Umbria1, che gestisce il Servizio per il trattamento del Disturbo da Gioco d’Azzardo con sede a Città di Castello, e con il terzo settore, che attraverso l’Unitre tifernate e Arcat Umbria è stato protagonista di appuntamenti destinati agli over65, in assoluto una delle fasce più fragili e più colpite dal fenomeno del gioco d’azzardo, finalizzati alla sensibilizzazione e alla prevenzione del fenomeno in questa fascia della popolazione”. Il “processo” di Sabato 13 Aprile rientra in questo ambito e servirà ad affrontare ancora la situazione in maniera originale e coinvolgente”.


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