Buona cucina, amicizia e tanta solidarietà: una bella pagina di vita quotidiana per celebrare i 35 anni di attività del Ceis

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Buona cucina, amicizia e tanta solidarietà: una bella pagina di vita quotidiana per celebrare l’attività del Ceis (C.S.A. onlus Centro di Solidarietà di Arezzo) a Città di Castello e 35 anni di lotta alle dipendenze e di aiuto alle persone. Una cena di beneficenza il cui ricavato andrà per acquistare un forno per la pizza ed alcuni arredi per potenziare la struttura di via Pomerio San Girolamo.
Buona cucina, amicizia e tanta solidarietà: una bella pagina di vita quotidiana per celebrare l’attività del Ceis (C.S.A. onlus Centro di Solidarietà di Arezzo) a Città di Castello e 35 anni di lotta alle dipendenze e di aiuto alle persone e ribadire in maniera concreta la vicinanza a chi ogni giorno lavora per una nobile causa. Una cena di beneficenza il cui ricavato andrà per acquistare un forno per la pizza ed alcuni arredi per potenziare la struttura di via Pomerio San Girolamo. Un momento conviviale organizzato in maniera spontanea dai ragazzi del Ceis per testimoniare il loro percorso ed il ritorno ad una vita più responsabile reso possibile grazie alla disponibilità e buon cuore di Giacomo Brunetti, noto chef tifernate titolare di un ristorante nel centro storico, da sempre in prima linea quando si tratta di organizzare iniziative di solidarietà e vicinanza alle persone più fragili.

In tanti hanno risposto all’appello di sedersi attorno allo stesso tavolo e condividere una cena gustosa a base di prelibatezze della gastronomia locale e far sentire il proprio sostegno ad una storica comunità, il Ceis, che nel 2019 ha celebrato 30 anni di attività, contraddistinti da continui percorsi di recupero per chi ha avuto dipendenze da alcool o droga. Durante la serata, introdotta dal fondatore del Ceis, Don Paolino Trani, dalla responsabile, Clara Giuntini, dal promotore dell’iniziativa conviviale, Matteo Tavanti, ha portato il proprio contributo l’assessore, Letizia Guerri, sottolineandone l’importanza e garantendo il sostegno delle istituzioni ad associazioni come il Ceis che da decenni sono in prima linea ogni giorno accanto ai ragazzi e alle loro famiglie.

“Grazie agli operatori e volontari che sotto la guida di Don Paolino e dei responsabile del centro, svolgono un lavoro ammirevole e credono nella loro missione e danno fiducia e speranza a chi nel tempo ha rischiato di perdere. Grazie infine a Giacomo Brunetti perché è sempre disponibile ad iniziative di carattere sociale e a tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta fondi in favore del Ceis”, ha concluso l’assessore Guerri. All’incontro ha partecipato anche don Alberto Gildoni, parroco della cattedrale. “In oltre 30 anni – ha detto  Don Paolino Trani, ricordando la bella serata del trentennale dell’associazione al teatro comunale nel 2019 con il Cardinale Gualtiero Bassetti – sono passate per il Ceis tante persone con un’età media tra i 25 ed i 50 anni, uomini in prevalenza. Non posso non ricordare la figura del sacerdote Enrico Trebalzini, che negli anni ’80 ebbe l’intuizione del Centro Solidarietà e Accoglienza di Arezzo, in seno al quale è nato e si muove il Ceis di Città di Castello.”

Davvero commovente la testimonianza di gratitudine dei ragazzi nei confronti dei partecipanti alla serata e di Giacomo Brunetti che l’ha ospitata con un menù davvero irresistibile. “Nessuna notte è tanto lunga da impedire al sole di risorgere”, hanno scritto in una maxi lettera che gli hanno consegnato. Giacomo Brunetti, 51 anni, chef di fama internazionale, a 18 anni ha iniziato la brillante carriera in cucina fra pentole e fornelli, con il “mitico” Primetto Barelli, a Città di Castello nel locale scavato accanto alle mura urbiche al Giardino del Cassero e poi una esperienza di qualche anno a York in Inghilterra ed il ritorno in Italia in Toscana ad Anghiari, ancora con la famiglia Barelli al Castello di Sorci dove spesso, a Natale,

Capodanno e Pasqua, Giacomo, ha cucinato i piatti della tradizione, tagliatelle e cappelletti su tutti per la “divina” Monica Bellucci, di casa da quelle parti. Dal 2016 infine ha deciso di gestire un ristorante tutto suo in centro storico a Città di Castello all’ombra del campanile cilindrico meta di turisti ed cultori della cucina locale rivisitata sempre con prodotti a chilometro zero, eccellenze del territorio.  

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