Di fronte ai dati allarmanti relativi al progressivo e continuo calo demografico, manca a livello nazionale un insieme di interventi concreti, al di là degli slogan più o meno propagandistici a difesa della famiglia: anzi il governo ha riportato l’IVA sui prodotti per l’infanzia dal 5 al 10% .
Gli ultimi dati sulla natalità pubblicati dall’ISTAT segnalano un calo a 379mila nati nel 2023, undicesimo consecutivo dal 2013 ed un saldo naturale ancora fortemente negativo (-281mila).
“La crisi demografica ovviamente colpisce tutto il territorio nazionale, compreso il nostro Comune che passa da un numero di nascite di 359 nel 2010 a 231 nel 2022, 215 nel 2023 e 201 nel 2024, in evidente continuo e progressivo calo; il numero medio di figli per donna scende: si attesta a 1,20, in flessione sul 2022 (1,24)”, afferma Arcaleni.
La scelta di avere figli è resa più difficile dai contesti socio-economici attuali, che non favoriscono i giovani e le giovani coppie, che vivono spesso per decenni, loro malgrado, in situazioni di precariato lavorativo , di mancanza di alloggio definitivo, non debitamente supportato da salari congrui e da un complesso di servizi che rendano agevole la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle madri e dei padri. Le stime di Federconsumatori rilevano che ogni bimbo costa in pannolini usa e getta alla propria famiglia circa 50/60 euro al mese nei primi due anni di vita; solo per il primo anno di vita, tra latte, pappe e biscotti, i genitori italiani si trovano costretti a spendere da un minimo di 1.800 euro ad un massimo di 5000 euro circa.
Ovviamente, il problema è complesso e necessita di risposte altrettanto articolate e non dipendenti da un singolo provvedimento. “Vero è- aggiunge la consigliera Arcaleni- che a livello comunale sarebbe possibile dare alcuni segnali, come l’aumento dei posti di asilo nido e misure di aiuto alle giovani coppie per la prima casa. Esistono risorse che anche a livello comunale possono essere messe in campo , per dare un segnale di supporto concreto alle giovani coppie: con una mozione ho proposto che l’amministrazione chieda a Farmacie Tifernati, partecipata comunale al 100%, di verificare la riduzione progressiva dell’IVA, fino al suo azzeramento, sui prodotti per l’infanzia, in particolare i pannolini e i prodotti alimentari essenziali per neonati, passando almeno dal 10% al 4%, intervenendo con una somma stanziata preventivamente per coprire tali versamenti, sgravandone il consumatore finale.
Farmacie Tifernati riesce ogni anno, grazie ad una corretta gestione, a produrre utili significativi (311.232€ nel 2023) che, se versati nelle casse comunali, sarebbero comunque sottoposti alla fiscalità generale: perchè il Comune non rinuncia ad incamerare questi utili, per destinarli ad una finalità sociale capace di portare benefici diretti alle famiglie tifernati?”