L’ultimo saluto a Giuseppe Pasquetti: una vita consacrata alla famiglia e al servizio alla Polizia Stradale

Data:

L’ultimo saluto a Giuseppe Pasquetti, storico comandante della Polizia Stradale di Città di Castello, è stato un abbraccio d’amore sentito e commovente, che ha unito tantissime persone alla moglie Leonella e ai figli Lucia e Michele.
È stato l’abbraccio all’uomo buono che chiunque l’abbia conosciuto ricorderà sempre per il sorriso sincero, al marito e al padre presente e affettuoso che lascia un vuoto incolmabile nella sua famiglia, alla guida salda e affidabile, stimata e amata, che resterà un esempio per tutti i suoi adorati poliziotti della Stradale e per coloro che svolgono un servizio alla collettività indossando una divisa.


Nella chiesa di Sant’Andrea di Selci, dove don Antonio Ferrini ha celebrato il funerale nei giorni scorsi, “Beppe” come amavano chiamarlo familiari, amici e colleghi, è arrivato accompagnato da due agenti in moto della Polizia Stradale, l’omaggio doveroso a chi ha passato oltre vent’anni della sua vita nella squadra acrobatica del corpo, assegnato al Battaglione Motociclisti di Settebagni. Prima di giungere in chiesa, le moto che precedevano il carro funebre partito dall’ospedale di Città di Castello lo hanno guidato in un ultimo simbolico saluto alla caserma che ospita la sede distaccata della Polizia Stradale tifernate in via Piero della Francesca. Una sfilata silenziosa ed emozionante, carica di significati e ricordi per chiunque faceva parte del corteo.


Durante la messa sono state toccanti e significative le testimonianze che hanno dipinto la figura di Pasquetti, dandole ancora vitalità tra chi gli stava vicino per l’ultima volta: parenti, amici, conoscenti, insieme ai rappresentanti della Polizia di Stato, con la specialità della Polizia Stradale, della Guardia di Finanza, agli altri operatori delle forze dell’ordine, a ex poliziotti e amministratori locali.
Non poteva che iniziare don Paolino Trani, con una lettera inviata per l’impossibilità di partecipare alle esequie. Amico d’infanzia e compagno di scuola, il parroco di Selci ha ricordato gli anni trascorsi insieme, condividendo un legame da bambini che tra una “birichinata” e l’altra è rimasto per la vita, intenso e sincero come all’inizio, anche quando si sono ritrovati dopo decenni trascorsi lontani. “Ti porterò sempre nel mio cuore, grato dell’amicizia che ci ha unito, e non ti dimenticherò mai”, ha detto dono Paolino, ricordando anche gli ultimi anni resi difficili da un malaugurato infortunio, “vissuti con il sostegno incrollabile della moglie ‘Lella’ e dei figli, lottando con grande forza d’animo e coraggio, perché amava la vita”.


A chiudere un ideale cerchio tracciato condividendo il matrimonio e la gioia della nascita dei figli, è stato don Ferrini, che ha ricordato l’uomo “integerrimo, lucido e sereno in servizio, ma al tempo stesso simpatico e ironico, anche nei momenti duri”. “Un uomo che ha fatto del bene a tante persone, anche in momenti difficili – ha ricordato il sacerdote – e che ha saputo sempre essere presente per la sua famiglia, i suoi compagni, i suoi amici”.
A nome della famiglia, il cognato Luigi Barbafina ha testimoniato l’ammirazione per la vita esemplare di Giuseppe, costruita sui valori saldi che ha interpretato e ha saputo trasmettere a tutta la famiglia, ricordando la straordinaria dedizione con cui la moglie “Lella”, insieme ai figli, lo ha accompagnato e si è presa cura di lui fino agli ultimi istanti.
E’ stata poi la volta dell’ispettore Lucio Stazi, che oggi comanda la Polizia Stradale di Città di Castello e che ha fatto l’impossibile per far accompagnare l’amico di una vita dalle moto del corpo nell’ultimo viaggio. “Siamo a salutare oggi un amico leale, un padre devoto, un grande poliziotto, Giuseppe, che ha lasciato un segno indelebile nelle nostre vite”, ha detto Stazi, ripercorrendo la carriera di Pasquetti, costellata da onorificenze straordinarie: Cavaliere al merito della Repubblica, Medaglia d’oro al merito di servizio e Croce d’oro per l’anzianità di servizio. Un percorso ricco di soddisfazioni, dall’arruolamento nel 1963 nell’allora Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza agli anni nel Battaglione Motociclisti di Settebagni, con il quale si è esibito in Italia e all’estero nelle celebri acrobazie che danno lustro ancora oggi alla Polizia Stradale. Indimenticabile l’arrivo da vice brigadiere nel 1977 al distaccamento di Città di Castello, di cui è stato comandante dal 1992 fino al pensionamento nel 1999 da ispettore capo.

Innumerevoli gli aneddoti e i ricordi, legati a figure storiche come il generale Pasetti, citato spesso durante i lunghissimi servizi. “Un legame affettuoso, un afflato unico, si instaurò subito tra noi – ha raccontato Stazi – era preziosa ogni tua espressione, non solo verbale. Ti sono grato per avermi trasmesso quell’amore per il servizio dove la genesi della parola andrebbe ancora oggi spiegata. Sei stato una pietra miliare della grande famiglia della Polizia di Stato, ma soprattutto della specialità della Polizia Stradale. Grazie per tutti i valori che ci ha insegnato ad amare e per tutto ciò che ci hai donato. Grazie per averci trasmesso un qualcosa di non scritto, che ci rende orgogliosi e che custodiamo gelosamente. Bisogna celebrare la tua vita straordinaria, contraddistinta da umanità, umiltà e dedizione assoluta ai propri compiti. Chiunque ti ricorda come un vero signore ed un ottimo comandante, un grande uomo tutto d’un pezzo, un uomo buono e un buon padre di famiglia: un vero esempio per tutti noi”.
A nome dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato di Città di Castello, il vice presidente Paolo Ferri ha ricordato “il collega, il grande comandante, dal quale c’era tanto da imparare, ma soprattutto il grande amico, un uomo dalla schiena dritta, sia sul lavoro che nella vita, uno di quelli che non si piegano a nessun compromesso e sono così rari oggi”. “Ho avuto la fortuna di averlo come comandante: era sempre presente, mai al di sopra degli altri, pronto al dialogo in qualsiasi momento. Dopo il pensionamento non ha mai smesso di frequentare i suoi ex colleghi, anche dopo l’infortunio che gli ha rivoluzionato la vita, pur di stare in quella seconda famiglia che con il solo sguardo faceva capire quanto amasse. Lo voglio ricordare come un amico che con l’affetto di un padre insegna ai propri figli l’amore per il grande dono della vita, il rispetto per gli altri, il dedicarsi al prossimo senza aspettarsi un ritorno, ma con la voglia il desiderio di farlo”.


Anche i sindaci di Città di Castello e San Giustino, Luca Secondi e Stefano Veschi, tengono a esprimere il cordoglio delle rispettive amministrazioni e la vicinanza alla famiglia. “Giuseppe – dichiarano Secondi e Veschi – ci ha lasciato la forte testimonianza di come si serve una comunità, con senso del dovere e responsabilità, ma anche di come si veste una divisa, con senso di appartenenza e identità: accompagnava le doti di lealtà, serietà e professionalità con un sorriso benevolo che offriva l’immagine migliore del tutore della legge, ligio al dovere e integerrimo, ma anche dotato di grande umanità. Una persona speciale che ci mancherà e che ci lascia l’eredità di valori profondi e veri, a cui portare rispetto ogni giorno”.

Commenti

Share post:

spot_imgspot_img

Popular

More like this
Related

In Valtiberina le celebrazioni dell’8 maggio, Giornata mondiale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa

L’8 maggio ricorre la Giornata mondiale della Croce Rossa...

Le alunne della IVP di Pierantonio ricevute in comune dopo la vittoria al torneo regionale di scacchi

Un pomeriggio all’insegna dell’orgoglio, dell’impegno e del talento quello...