La musica chiude il Giubileo: Mendelssohn risuona in cattedrale a Città di Castello 

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Un grande appuntamento di musica sacra e vita ecclesiale accompagnerà la conclusione dell’anno giubilare nella diocesi di Città di Castello. Venerdì 26 dicembre 2025, alle ore 17, nella basilica cattedrale sarà eseguita la Sinfonia-Cantata n. 2 “Lobgesang” di Mendelssohn-Bartholdy: una pagina monumentale per soli, coro, organo e pianoforte, scelta come segno sonoro di lode e speranza nel tempo della chiusura giubilare.

Un evento diocesano tra arte e fede

Il concerto, promosso dalla Chiesa tifernate in collaborazione con l’associazione Corale “Marietta Alboni” e nel solco del Giubileo “Pellegrini di Speranza”, vuole essere un momento di elevazione artistica e spirituale. Il tradizionale appuntamento natalizio del 26 dicembre, che per anni ha accompagnato il pomeriggio festivo della città, quest’anno assume una valenza particolare proprio per la coincidenza con il calendario di chiusura del Giubileo diocesano.

Lo ricorda il vicario diocesano e parroco della Madonna delle Grazie, don Andrea Czortek, inserendo l’iniziativa dentro una storia concreta di comunità: la Corale “Marietta Alboni” nasce nel 1983 in parrocchia e, nel tempo, diventa “appartenente alla città intera”, con un radicamento che resta vivo nel santuario delle Grazie, descritto come “la casa di famiglia” a cui si torna sempre. E sul concerto del 26 dicembre sottolinea che quest’anno sarà “caratterizzato da un elemento che si richiama al Giubileo”, diventando un “inno di gloria” offerto “attraverso la bellezza della musica” come occasione di riflessione a conclusione dell’anno santo.

Il “Lobgesang”, un itinerario dalla notte alla luce

Il titolo dice già molto: Lobgesang significa “Canto di lode”. La partitura mendelssohniana coniuga tre movimenti strumentali e un grande finale in forma di cantata, costruito su testi biblici, fino all’inno conclusivo: “Ogni essere che respira dia lode al Signore”. È un cammino musicale che attraversa domanda, attesa e liberazione, fino all’esplosione luminosa della lode.

Nella presentazione critica dell’opera – curata da Francesco Banconi – emerge uno dei passaggi più intensi: l’interrogativo ripetuto con crescente pathos – “Sentinella, a che punto è la notte?” – a cui segue l’annuncio gioioso “La notte è passata”, amplificato dal coro in una progressione che conduce verso la luce. Un simbolismo che dialoga con il cuore del Giubileo, inteso come tempo di conversione e di speranza.

“Fraternità, pace e una grande lode a Dio”

A guidare l’esecuzione sarà Marcello Marini, direttore della Corale “Marietta Alboni”, che definisce il Lobgesang una “grande opera sinfonico-corale” accostabile ai grandi modelli che integrano voci e orchestra, come la Nona di Beethoven. Ma l’accento più forte, per l’occasione, è sul significato ecclesiale: “Abbiamo pensato dunque di offrire alla nostra gente, alla diocesi, questa esecuzione come canto di fraternità, di pace e una grande lode a Dio”.

Il maestro spiega anche una scelta che caratterizzerà l’appuntamento tifernate: non l’orchestra, ma una versione “abbastanza anomala” con pianoforte e organo. Una soluzione dettata da motivi organizzativi, ma che, nelle parole di Marini, “funziona, funziona molto bene”, valorizzando i temi essenziali della sinfonia-cantata e rendendo il linguaggio musicale particolarmente adatto allo spazio della cattedrale.

I cori “Alboni” e “Nuove Note”

Il concerto vedrà protagonisti i solisti Veronica Marinelli e Cristina Tirigalli (soprani) e Federico Savini (tenore), insieme al Coro “Nuove Note” e alla Corale “Marietta Alboni”, con il contributo strumentale di Simone Nocchi (pianoforte) e Angelo Silvio Rosati (organo), sotto la direzione di Marcello Marini, con la collaborazione del maestro del coro Anna Marini.

Dalla vita interna della corale emerge l’immagine di una comunità composita, che proprio nella diversità trova la sua forza. Il corista Stefano Bravi racconta la “Marietta Alboni” come “un gruppo di persone di diversa età, di diversa estrazione”, dove convivono esperienze decennali e nuovi ingressi, competenze musicali consolidate e passioni che diventano formazione nel tempo. E offre un’immagine che sa di pastorale oltre che di musica: “Il coro in fondo è questo, mettere insieme voci diverse per creare insieme un’armonia”.

Uno studio “accurato e meticoloso”

Il Lobgesang non è una partitura qualsiasi: richiede grande compattezza corale, resistenza, precisione e profondità espressiva. Patrizia Calabresi, corista della “Marietta Alboni”, lo definisce senza esitazioni “un’opera impegnativa, imponente”, che ha chiesto “uno studio accurato e meticoloso, dettagliato, che è durato anche molto tempo”.

Nelle sue parole compare anche un dettaglio dal forte valore simbolico per la città: l’opera fu presentata nel 1840 in occasione delle celebrazioni legate all’invenzione della stampa e dei caratteri mobili, e portarla oggi a Città di Castello – che ha nella tradizione tipografica uno dei suoi tratti distintivi – viene vissuta come una “coincidenza” capace di rendere “particolarmente orgogliosi”. Calabresi sottolinea inoltre la “maestosità corale” unita alla “maestosità del messaggio di speranza” contenuto nell’inno di lode.

Una chiusura giubilare che parla al presente

Tra la dimensione liturgica della cattedrale, la forza biblica dei testi e l’architettura musicale che conduce dalla notte alla luce, il concerto del 26 dicembre si presenta come un evento capace di parlare insieme alla città e alla comunità diocesana. La musica corale diventa linguaggio di comunione, la musica sacra torna a essere annuncio e preghiera, e la chiusura dell’anno giubilare trova un segno pubblico che unisce bellezza e fede.

Nella sintesi più efficace, resta l’intenzione dichiarata dal direttore Marcello Marini: offrire alla diocesi non solo un’esecuzione, ma un gesto corale di gratitudine, “una grande lode a Dio”, nel solco della speranza che il Giubileo ha posto al centro del cammino ecclesiale.

PREMONTATO DI IMMAGINI VIDEO DELLE PROVE DEL CONCERTO E INTERVISTE, SCARICA QUI:

https://mega.nz/file/6BowTIIY#BXiRHR440Io_2qock-HUC7IBydke8MUjRsohwsDembY

INTERVISTE:

– 00:30 MARCELLO MARINI, direttore della corale “Marietta Alboni”

– 03:24 STEFANO BRAVI, corista corale “Marietta Alboni”

– 06:08 PATRIZIA CALABRESI, corista corale “Marietta Alboni”

– 08:11 DON ANDREA CZORTEK, vicario diocesano e parroco della Madonna delle Grazie

Ufficio per le comunicazioni sociali – Diocesi di Città di Castello

INFORMAZIONI: 3356789939 – comunicazione@diocesidicastello.it

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