La cooperativa la Rondine è il progetto “Re-Cor”: fra arte ex Alzheimer un progetto molto speciale

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“RE-COR: richiamare dal cuore” : l’etimologia latina della parola “ricordo” ha ispirato il nome del progetto, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello, che ha mosso i primi passi nel novembre 2017 e che – a breve – raggiungerà l’apice della sua realizzazione, coinvolgendo organizzazioni ed istituzioni  della nostra città. La derivazione dal termine “recŏrdari”, col prefisso re-, unito a “cor cordis” «cuore», suggerisce un’interpretazione del verbo ricordare piuttosto interessante: il cuore, anticamente, era ritenuto la sede della memoria, pertanto ricordare significa letteralmente “richiamare dal cuore”.

 

Il team professionale di “RE-COR: richiamare dal cuore” è così composto: Dott.ssa Silvia Fancelli  educatrice museale, ideatrice del progetto e membro dell’Associazione Culturale Politheater; Dott. Damiano Augusto Zigrino, presidente dell’Associazione CulturalePolitheater, da molto tempo operante con successo nell’ambito dell’educazione teatrale; Cooperativa “La Rondine”, nota per l’eccellente e consolidata attività nel campo dello sviluppo sociale, nelle persone del suo Presidente Luciano Veschi, da sempre impegnato nell’innovazione in ambito sociale e della Dott.ssa Laura Spadoni, psicologa-psicoterapeuta, Responsabile dell’Area Demenzee Disturbi Cognitivi della Cooperativa. Il team professionale si è avvalso della collaborazione a titolo gratuito del Prof. Rosario Salvato docente di Progettazione e organizzazione di servizi socio-educativi all’Università degli Studi di Perugia.

 

Le competenze dei singoli soggetti coinvolti sono messe al servizio, in maniera complementare, dei molteplici obiettivi condivisi nel progetto che, nello specifico, riguarda l’accessibilità museale da parte di una categoria di utenti molto speciali: i soggetti affetti da Alzheimer. L’idea che sta alla base del progetto è quella di un patrimonio culturale inteso come memoria collettiva, che ogni persona ha il diritto di sentire propria, di conoscere, e nella quale potersi identificare in quanto essa rappresenta le radici della nostra identità.

La missione condivisa delle istituzioni museali, si caratterizza per una forte vocazione sociale ed educativa; il museo, nell’ambito del dibattito internazionale sugli standard attuali dell’educazione museale, viene spesso definito “la nuova agorà”, una piazza ove le interazioni sociali fra le persone sono arricchite dal contesto in cui si svolgono, nel quale esse possono attuare esperienze di apprendimento continuativo: il cosiddetto lifelong learning.

 

In “RE-COR” tutto questo si fonde con l’educazione teatrale, altro grande strumento comunicativo e di inclusione sociale, ed anche con i principi del metodo americano “Time slips”, noto a livello internazionale, ideato dalla Prof.ssa Anne Basting e basato su tecniche di narrazione creativa, specifico per soggetti affetti da Alzheimer. L’arte, in tutte le sue forme, si configura così come una chiave capace di mantenere aperto un canale di comunicazione non necessariamente verbale, che permetta al soggetto malato di Alzheimer di avere interazioni significative con il proprio Io e con la propria comunità di appartenenza, sia privata che pubblica, anche in uno stadio avanzato della malattia. 

 

L’esperienza che ha preso corpo in questi mesi, si propone come l’avvio di una sperimentazione continuativa e duratura; doveroso il ringraziamento alla disponibilità della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, i cui organi amministrativi si sono contraddistinti per una lucida e precoce capacità di valutazione delle importanti istanze suggerite dal progetto “RE-COR”, facendo proprie le best practices internazionali, denotando una spiccata lungimiranza ed una generosa accoglienza nell’ospitare, per prima, la formazione che ha preceduto l’avvio del progetto (a cura dell’Associazione fiorentina “Immaginario”, nelle persone di Luca Carli Ballola, operatore geriatrico, e Cristina Bucci, educatrice museale presso il museo Marino Marini di Firenze) e poi la sua fase operativa. 

 

La dimensione assistenziale d’eccellenza, nel cui panorama la Cooperativa La Rondine è protagonista da anni in collaborazione con la ASL Umbria 1 e i Servizi Sociali del Comune di Città di Castello,abbraccia un cammino di sviluppo culturale che intende generare benessere sistemico per gli utenti,  possibilità di arricchimento per il territorio e le sue istituzioni culturali, occasione di riflessione su un nuovo approccio nei confronti di speciali tipologie di pubblico fruitore. 

La Cooperativa La Rondine condivide ormai da anni con ASL Umbria 1 e Servizi Sociali del Comune di Città di Castello l’idea che le fascepiù deboli abbiano bisogno di protagonismo e partecipazione e che quindi debbano godere e usufruire di tutte le attività cultura lied artistiche in essere sul nostro territorio.

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