“Insieme Possiamo” esprime massimo appoggio e vicinanza ai docenti, agli educatori e ai membri del personale ATA che prenderanno parte allo sciopero del 30 maggio 2022. Senza nessun confronto con le parti sociali, il recente DL 36/2022 ha di fatto introdotto misure che andranno a deteriorare ulteriormente il sistema scolastico nazionale.
In perfetta continuità con gli assunti retorici del peggior “marketing renziano”, ancora una volta la strategia è la stessa: si crea una narrazione superficiale scandita da tanti bei termini e concetti, per nascondere l’ulteriore “salasso” che sarà inferto all’istruzione pubblica. Ad esempio, l’introduzione di una Scuola di Alta Formazione per i docenti sarà finanziata dai tagli del personale: tale ente che in maniera centralizzata andrà a formare i docenti, non potrà dunque che aggravare il problema degli organici e delle relative “classi pollaio”. Il successo dei processi formativi passa inevitabilmente anche attraverso i numeri e, nonostante la pandemia abbia contribuito a fare emergere il problema delle classi affollate, il Governo decide, in maniera unilaterale, di abbassare ulteriormente la qualità di quei fattori che determinano l’efficacia dell’apprendimento. Perché gli insegnanti, dopo i necessari percorsi abilitanti, le rigide selezioni e le competenze acquisite negli ultimi anni di emergenza sanitaria, sono ancora considerati come una classe lavoratrice carente di formazione? Manifestare questo tipo di considerazione nei loro confronti solo per legittimare l’introduzione dell’ennesimo “carrozzone” burocratizzato da far gestire, con tutta probabilità, agli amici degli amici, è inaccettabile! Senza parlare dei nuovi canali di reclutamento, ancor più farraginosi di quelli attuali.
Oltre a ciò il decreto contiene anche altre misure che andranno a ledere l’autonomia degli istituti, non soltanto per ciò che riguarda la formazione, ma anche nella relativa programmazione delle attività e nella predisposizione di altre azioni che possano tenere conto delle peculiarità dei vari territori, nonché concorrere alla risoluzione di un problema in aumento di cui però il Governo al momento si è totalmente dimenticato: quello della dispersione scolastica.