«Lacrime d’oro» a Venezia l’arte di Moira Lena Tassi contro la guerra

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Sabato 20 gennaio alle ore 17.00, in occasione del giorno della memoria, nella rinomata galleria VISIONI ALTRE, in Campo del Ghetto Novo a VENEZIA, viene inaugurato il progetto “WAR/GUERRA – impotenza dei popoli”,  una collettiva di opere di cento artisti provenienti da ogni parte d’ Italia e del mondo, che saranno esposte fino al  18 febbraio 2024. Il progetto ideato e curato da Adolfina De Stefani con testo  e presentazione critica  a cura di Gaetano Salerno.
Durante il vernissage verrà presentata la performance “NARRAZIONE E CONTRO – NARRAZIONE” ideata da Adolfina De Stefani con la partecipazione di Moira Lena Tassi e Antonello Mantovani.
Tra i partecipanti della mostra internazionale d’arte contemporanea anche la tifernate Moira Lena Tassi con la sua opera pittorica intitolata “Lacrime d’ oro”.

Riguardo a questa creazione l’artista sottolinea: “Le lacrime, gioielli dell’anima femminile, non dovrebbero mai scivolare lungo il viso di una donna a causa della brutalità umana, le lacrime di una donna devono essere lacrime di gioia. Affrontare  il tema del tragico contesto delle guerre in cui anche lo stupro diventa un’arma e il corpo delle donne diventa bottino e campo di battaglia è stato uno spunto che mi ha guidato nel voler riproporre un’opera già realizzata in precedenza, ma questa volta in formato più contenuto: la raffigurazione di una giovane donna che esprime sofferenza e simultaneamente, forza, rappresenta un invito a non cedere mai e a pensare sempre ad una ricostruzione nonostante tutte le avversità e le tragicità della vita.”


La Tassi indaga soprattutto l’animo femminile quasi come volesse essere certa di quello che dipinge; un universo che conosce bene che indaga con varie potenzialità raccontando, dipingendo, presentando, creando performance che riguardano tematiche di straordinaria attualità e che hanno a che vedere con la contemporaneità. Questa Opera è particolarmente evocativa: c’è una parte evanescente della figura femminile che si confonde col buio e una parte che si capisce essere vittima di una sofferenza; le bende tentano di impedirle di vedere. In questo senso l’opera è molto significativa perché il fatto che la protagonista bendata non veda non le impedisce di sentire le emozioni che drammaticamente la portano al pianto. Testimonianza di una figura femminile che è super donna, che è quasi un supereroe che soffre in silenzio tentando di far funzionare le cose o attendendo che queste migliorino ma è, se la si trasla nell’operato della Tassi, anche una donna che è pronta a combattere e a lavorare perché le cose migliorino. Questa immagine insomma diventa un simbolo e potrebbe essere il logo di un’ associazione. A noi basta sapere il messaggio che essa nasconde e perpetrarlo divulgandone la verità. Ci piace inoltre pensare che il buio che circonda la figura femminile non è una trappola né una condizione a cui deve essere legata la figura umana e tantomeno la figura femminile ma casomai una situazione in cui riflettere, in cui prendersi il tempo per fortificarsi in attesa di una nuova alba. In questo senso il colpo di luce che lambisce la figura femminile è, a nostro giudizio, il primo raggio di un’ epoca di luce. Nelle lacrime dorate ci sembra poi di intravedere un richiamo della famosa tecnica Kintsugi che prevede l’utilizzo della foglia oro per ricomporre i frammenti di un oggetto di ceramica rotto. I cocci vengono ricongiunti dando all’oggetto una veste del tutto nuova, lucente e preziosa. Ancora una prova che questa immagine che ci viene consegnata da questa sensibile artista, è la figura femminile fortificata che esce dal buio in cui qualcuno sembrerebbe volerla relegata. (M. Foni)


Moira Lena Tassi racconta così la sua nuova e rilevante esperienza: “Essere stata scelta e poter collaborare con straordinari artisti e performer come Adolfina De Stefani e Antonello Mantovani su un tema così importante e purtroppo ancora molto attuale come la guerra rappresenta un notevole arricchimento, sia dal punto di vista umano che artistico. Ringrazio entrambi per l’opportunità di poter esporre le mie opere, «Lacrime d’Oro» e «Vittime di guerra»; quest’ultima destinata a diventare corale, coinvolgerà  i visitatori per tutta la durata della mostra, permettendo loro di lasciare un segno tangibile sulla tela. Inoltre essere la protagonista della performance «Narrazione e Contro narrazione», diretta da Adolfina De Stefani e con la partecipazione di Antonello Mantovani, aggiunge un valore unico e molto  significativo alla mia esperienza artistica. Unire la mia voce ad altri 99 artisti per denunciare le tragedie della guerra rappresenta un potente atto contro ogni manifestazione di violenza, contribuendo a dare visibilità e forza a un messaggio cruciale. L’attenzione del mondo ora è giustamente focalizzata sulla catastrofe umanitaria a Gaza e sul conflitto in Ucraina, situazioni più vicine a noi geograficamente. Tuttavia, a livello globale numerosi altri conflitti stanno esplodendo, o si stanno intensificando, distruggendo vite innocenti e sconvolgendo intere comunità. Si contano ben 59 conflitti in corso nel mondo tra cui Nigeria, Birmania, Etiopia, Siria, Yemen solo per citarne alcuni. La conclusione più amara è che finché la comunità internazionale non sarà in grado di risolvere le guerre in corso e prevenire l’insorgere di altre, sfollamenti, miseria e distruzione continueranno a diffondersi. È pertanto cruciale che l’arte assuma un ruolo attivo nel denunciare gli orrori della guerra, poiché «tutto ciò che l’uomo ha imparato dalla storia è che dalla storia l’uomo non ha imparato niente»: tale osservazione espressa da Hegel è ancora più rilevante oggi, poiché molte guerre persistono, portando solo morte e distruzione senza che questa lezione fondamentale sia stata completamente compresa, anche se le circostanze e gli eventi sono unici in ogni contesto. E ancora ma «perché  la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità? A che serve la memoria?» si chiedeva Primo Levi: una domanda anche provocatoria che ci spinge a considerare il vero potenziale della memoria nel plasmare il nostro comportamento e a riconoscere la necessità di agire con consapevolezza e impegno per evitare che gli errori del passato si ripetano. Io penso che il mondo dell’ arte abbia il compito di agire urgentemente in questa direzione.


La mostra sarà visitabile con ingresso libero dal 20 gennaio al 18 febbraio dal mercoledì alla domenica dalle 11.00 alle 18.00.

Galleria VISIONI ALTRE / Campo del Ghetto Novo 2918- 30121 VENEZIA
www.visionialtre.com

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