I Nomadi a Citta’ di Castello, una delle tappe nazionali per celebrare gli oltre sessanta anni di attività che hanno consacrato la band emiliana, seconda al mondo solo ai Rolling Stones per longevità artistica. Quello, trionfale di ieri sera al ristorante Il Boschetto, su iniziativa della società rionale “Quelli de là del ponte”, è stato un ritorno dei Nomadi in altotevere dopo il memorabile concerto dell’estate 2017 al parco di Palazzo Vitelli a San Egidio.
Prima di salire sul palco e dare il via ai brani scritti nella storia della musica che li hanno resi famosi in tutto il mondo, da “Io vagabondo (che non sono altro)” a Dio è morto, Ti voglio, Ho difeso il mio amore, Un pugno di sabbia, ad Un giorno insieme, a Crescerai, e tanti altri, l’amministrazione comunale ha voluto tributare al leader e fondatore dei Nomadi, Beppe Carletti (assieme al compianto Augusto Daolio) un affettuoso saluto di benvenuto attraverso l’assessore Rodolfo Braccalenti (tra l’altro fan da sempre dei Nomadi). Subito dopo la tradizionale foto di rito assieme al Presidente della Società Rionale, Marsilio Sinatti ed alcuni consiglieri, e la consegna di un volume sulla storia della città e dei sommi maestri, da Raffaello a Signorelli, quasi a voler creare un ponte di amicizia fra il territorio altotiberino e l’Emilia Romagna, grande terra di arte e cultura e non solo. “Siamo tornati con piacere a Città di Castello, bellissima città, bella gente che abbiamo avuto occasione di conoscere in altri incontri come quello di questa sera con tanta gente che ci vuole bene e ci fa commuovere sempre”, ha detto Beppe Carletti con il sorriso e la simpatia straordinaria che lo ha reso popolare e amato da tutti.
I Nomadi, protagonisti nel 2017 a Città di Castello nell’ambito di un concerto a parco Vitelli a San Egidio, sono fra i più longevi complessi al mondo con sessantuno anni di attività. Avendo venduto complessivamente 15 milioni di dischi, sono il terzo complesso italiano per vendite, preceduto dai Pooh e dai Ricchi e Poveri, un vero e proprio record che è stato celebrato in forma ufficiale anche al Quirinale lo scorso anno nell’ambito di una udienza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Sono stati anni belli, ma anche fortunati – ha raccontato Carletti – e’ stato veramente bellissimo. Abbiamo avuto la possibilità di vivere della nostra passione, nonostante le disavventure, nonostante i problemi: appena cadevamo, ci rialzavamo e siamo sempre andati avanti con coerenza, mai preda di facili entusiasmi. Ecco, la coerenza è stata la nostra bandiera, il nostro tratto distintivo.
Non ci siamo mai fatti imporre niente e le decisioni, giuste o sbagliate, le abbiamo sempre prese da soli. A testa alta. Sono stati oltre 60 anni spesi bene”, ha concluso Beppe Carletti poco prima di prendere fra le mani l’immancabile fisarmonica ed iniziare una nuova tappa di un percorso che li ha già consegnati alla storia della musica.