Accorpamenti, reggenze e mancate nomine minacciano l’offerta scolastica valtiberina. Insieme Possiamo contesta i tagli e denuncia il silenzio omertoso degli amministratori locali

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Si dice che non ci sia mai fine al peggio e in effetti, osservando quanto sta accadendo all’offerta scolastica valtiberina, non si può che concordare con questa frase. Neanche un anno fa, infatti, un intero territorio ha dovuto assistere alla fusione del Giovagnoli-Buitoni di Sansepolcro con il Liceo Città di Piero, mettendo formalmente la parola fine all’autonomia di un istituto che aveva alle spalle quasi 190 anni di storia.

Dopo questo passaggio in cui, a causa della rigida miopia di chi governa, i numeri sono sempre più importanti dell’effettiva utilità dei servizi che continuano a mantenere vive le aree più svantaggiate del Paese, ci eravamo illusi che il peggio fosse passato… e invece no! Prima dell’inizio del corrente anno scolastico il Ministero, a causa di una serie di ricorsi, non ha potuto procedere a nominare, assieme ad altri, un nuovo dirigente per l’Istituto Comprensivo di Sansepolcro e di conseguenza, per consentire il normale avvio delle lezioni, lo stesso è stato dato in reggenza alla preside di quelle che fino a poco tempo erano, di per sé, quattro scuole: in pratica tutte quelle del capoluogo valtiberino!

Una soluzione, che pur essendo temporanea, era già apparsa alquanto ardita e complessa. Ma non è finita qui, perché, per proseguire con un’altra triste frase fatta, in un Paese dove la priorità nazionale non è certo quella di investire sulla scuola, non c’è più nulla di più definitivo del provvisorio. E così è accaduto che una volta superata l’impasse dei ricorsi, a livello regionale sono stati nominati meno della metà dei dirigenti che mancavano all’appello, lasciando dunque nella maggior parte degli istituti le reggenze definite prima dell’inizio dell’anno scolastico. 

In questa consueta situazione dove la coperta, ci dicono, essere corta, è quindi emerso che per la Valtiberina non sono stati nominarti i due dirigenti che dovrebbero essere assegnati al Comprensivo di Sansepolcro e al Voluseno di Badia Tedalda e Sestino. 

In entrambi questi casi si dovrà pertanto attendere il prossimo anno scolastico per capire se, prima o poi, arriverà qualcuno a dirigere tali scuole oppure no. Di certo, sopratutto a Sansepolcro, la situazione è decisamente critica se si considera che un’unica figura dirigenziale deve al momento gestire praticamente tutte le scuole cittadine dall’infanzia alle superiori! Indubbiamente, in merito a ciò, c’è da dire che ad anno scolastico già avviato la possibilità di non alterare l’equilibrio che al momento è stato trovato è sicuramente un aspetto positivo. Ma un’analisi attenta e seria non può certo limitarsi a questo, dato che per il 2025 il Ministro dell’Istruzione ha previsto, a livello nazionale, un taglio di 650 dirigenze. Di fronte a questa violenta logica di spending review è ancora possibile sperare che il prossimo anno, quando il numero degli istituti si ridurrà ulteriormente, questo territorio possa recuperare una o due dirigenze? Noi crediamo che la servile politica di “appeasement”, o peggio ancora, quella di subire supinamente ogni sacrificio imposto dall’alto non potrà che aggravare la situazione. Il fatto è che un territorio, per il tramite dei suoi amministratori, dovrebbe saper alzare la voce ogni qualvolta questo venga chiamato incondizionatamente a rinunciare alla qualità dei suoi servizi. Con i tempi che corrono se ciò non accade (e questo non riguarda soltanto la scuola) i risultati di certe strategie, improntate sul silenzio e sull’obbedienza, portano soltanto a danni peggiori. Non prendere una posizione in casi come questi significa infatti esporre quanto di funzionale ci è rimasto, in questo caso le nostre scuole, ad un’ulteriore, inesorabile opera di diffuso smantellamento.

È, in altre parole, giunto il momento di alzare la voce, denunciare quanto sta accadendo e difendere un territorio che per quanto riguarda la sua offerta scolastica ha già, evidentemente, dato troppo!

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