Verso un patto educativo cittadino: prosegue il Città di Castello primo curriculum verticale dal nido alle superiori di educazione civica

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Prosegue il percorso che porterà Città di Castello, insieme con la Rete nazionale Scuole di pace, a costruire un percorso di educazione alla cittadinanza che accompagnerà i giovani dal nido all’Università. Nei giorni scorsi nella Sala Conferenze della Biblioteca si è svolto un incontro alla presenza dell’Assessore ai Servizi educativi Rossella Cestini nel quale è stata analizzata una prima bozza del programma di educazione alla cittadinanza, nel quale si recepisce lo spirito della legge da poco varata per il ritorno dell’educazione civica a scuola come materia curriculare, declinandola su scala locale. Non a caso il primo passo di questa costruzione sarà completare i progetti già in atto. “Non partiamo da zero ma da un patrimonio di competenze che la scuola locale ha continuato ad alimentare, anche in assenza di una previsione normativa nazionale” di-ce l’assessore “il lavoro sarà concentrato nell’armonizzare le esperienze e decidere delle priorità che saranno la bussola dei nuovi programmi, alla luce dell’innovazione didattica, del protagonismo degli studenti e del servizio alla comunità. È un investimento sui cittadini di domani, affinché abbiano senso di appartenenza rinforzato e proietta-bile come risorsa nella società e nella scuola”. Anche Flavio Lotti, coordinatore della Rete Nazionale delle Scuole di Pace, era pre-sente all’incontro per approfondire i contenuti del programma nazionale “Costruire co-munità” all’interno del quale si pone il percorso tifernate ed in particolare il Service Learning, “unire cioè le competenze scolastiche alla sensibilizzazione e l’impegno concreto su campo, in modo da far incontrare la dimensione del servizio con quella dell’apprendimento. Così lo studente rende un servizio alla comunità e a se stesso, sperimenta in una situazione reale quanto sta studiando a scuola e assumendo una personale responsabilità si sente valorizzato. L’attualità educativa infine si presta a col-legare questo servizio in una prospettiva glocal, dove la curvatura mondiale di temi ambiente, pace, solidarietà, sviluppo sostenibile, accoglienza trova risposte in esperienze locali”. L’agenda prevede tre percorsi iniziali: nelle classi, con gli insegnanti e con la città, aprendosi alle famiglie, alle associazioni e ai soggetti attivi in questo settore. Le indicazioni nazionali inoltre pongono l’educazione alla cittadinanza come uno sfondo integra-tore, una sorta di cerniera del curricolo, composto da tutte le attività educative e le discipline. “Diventare cittadini consapevoli, responsabili e membri di una comunità non è un processo che si compie in un anno per questo è necessario attivare tutte le risorse. In linea con Agenda 2030 lo faremo con due tematiche conduttrici: Abbattiamo i muri, nel 30° anniversario della Caduta del Muro di Berlino, che si celebrerà il prossimo 9 novembre, e Io ho cura, per sviluppare il rapporto con la comunità, l’ambiente e il mondo” spiega la Cestini, parlando della collaborazione con la Rete nazionale scuole di Pace e con Flavio Lotti, che ne è l’animatore, oltre che coordinatore delle iniziative col-legate al 9 novembre in Italia. “Operativamente andremo alla costituzione di un comitato promotore e alla confluenza dei progetti di istituto o plesso nel Piano dell’Offerta formativa; contestualmente individueremo i referenti delle scuole e un corso per docenti sul Service Learning. Una parte fondamentale di questo percorso è la costruzione del curriculum verticale, dal nido alle scuole superiori, di educazione alla cittadinanza. Uno dei primi in Italia, il primo in Umbria. La tappa finale sarà la scrittura collettiva di un pat-to educativo cittadino da condividere con tutti i soggetti chiamati a svolgere educativi nei vari ambienti in cui il bambino e poi il giovane interagisce. Praticamente nessuno potrà sentirsi escluso o chiamato fuori da questo progetto che per noi significa ricostruire il capitale sociale”.

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