In Provincia – I Borghi più Belli d’Italia presentano “Umbria Smart Land!”: 50 strumenti, 50 proposte in un Decalogo per la rinascita del territorio regionale. Molti suggerimenti e qualche stoccata

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Con “Umbria Smart Land! – Decalogo per la rinascita del nostro territorio regionale”, l’Associazione I Borghi più Belli d’Italia in Umbria, sottopone all’attenzione all’opinione pubblica regionale e alle forze socio-politiche 50 strumenti e 50 proposte progettuali, su dieci temi strategici, per uscire dalla crisi economica in cui versa tuttora l’Umbria. Il documento è stato recentemente  presentato da Antonio Luna  Presidente Associazione I Borghi più belli d’Italia in Umbria, Fiorello Primi  Presidente Nazionale Club I Borghi più belli d’Italia e Gabriele Lena  Capo progetto Gruppo di Lavoro Pro.Borg.Um. Coordinatrice dell’incontro Laura Zazzerini  Direttrice editoriale rivista About Umbria. 

Umbria Smart Land – ha spiegato Antonio Luna – è un modello di miglioramento sistemico basato sulla valorizzazione della comunità territoriale e sulle piattaforme tecnologiche di progettazione per riprendere la concertazione pubblico-privato. Proponiamo un paradigma di sviluppo che lavora su cinque matrici fondanti: Interconnessione (tra Governance e Cittadinanza), competenza digitale (nel rapporto tra Sviluppo e Saperi), accessibilità (ad Energia e Mobilità), bellezza(dell’Ambiente e del Paesaggio), cultura (come valorizzazione identitaria e turismo motivazionale)”.

Veniamo ai contenuti dei 10 temi strategici esposti: sulla Governance si auspica una “ritrovata etica pubblica e un recuperato spirito civico privato, volto a promuovere un nuovo patto sociale tra politica e comunità, nella selezione di nuova classe dirigente del territorio; che uscendo dall’eccessiva centralizzazione degli ultimi anni, restituisca spazio e attenzione ai corpi intermedi, “applicando principi di Democrazia partecipativa e sussidiaria. In questa logica si inserisce anche un necessario “riequilibrio strategico nel rapporto politica/burocrazia, ripensando la democrazia di sistema attraverso misure “anti-incrostazioni” (es. rotazione temporizzata dei dirigenti pubblici apicali), fondamentale anche per “rilanciare il welfare: come nuovo progetto di comunità pubblico-privato sui mutati fabbisogni sociali (chiamando in causa anche la“Responsabilità sociale d’Impresa”). In relazione al tema della Cittadinanza si rivendica il concetto di “Umbria policentrica”, quale base della piena cittadinanza, contro quella che viene definita “una servitù della gleba di 3° millennio, per i cittadini “periferici”. La mobilità, in tal senso, è considerata una delle questioni più scottanti, lesiva, per le condizioni regionali del TPL di tale diritto, sfavorendo i piccoli comuni umbri. Si individua pertanto tra i fondamenti di una nuova programmazione regionale una  “massiva cultura di rilancio nella rete di trasporti pubblici, verdi e condivisi, ripristinando il valore del servizio contro la logica economicistica”. Ciò è possibile attraverso “reti tecnologiche di progettazione, struttura di mobility management, campagne di educazione e comunicazione a favore di azioni di car sharing e car pooling, piano di potenziamento paline di ricarico auto elettriche. Sul merito dello Sviluppo si ritengono non più rinviabili consorzi produttivi di filiera e distretti culturali evoluti” per produrre competitiva massa critica in grado di soppiantare la subforniture manifatturiere e far ripartire l’occupazione. In merito ad Ambiente e Paesaggio si propone l’effettivo “azzeramento del consumo di suolo,  orientando gli interventi edilizi al recupero dell’esistente e alla rivitalizzazione-rifunzionalizzazione dei centri storici”; al contempo si suggerisce il ripristino con vere competenze manageriali degli Enti Parco, rinnovati motori di soft economy, in quello che viene definito un articolato “processo di monumentalizzazione eco-sostenible del paesaggio umbro”. Sul Turismo si ritiene inoltre determinante “qualificare lavoro, salari, carriere defiscalizzando le aziende per: aperture annuali, regolarizzazioni lavorative, premi qualità”; modificando inoltre la strategia comunicativa“dalla brandizzazione dell’Umbria alla rete sistemica di prodotto – dal turismo di destinazione al “turismo per motivazione” avviando una nuova stagione di prodotti motivazionali” a pacchetto completo“.

Questo progetto – ha affermato Primi – è una sfida che vogliamo lanciare all’assemblea regionale. Il sistema dovrà valutare questi smart land, perché parlano di futuro e di idee che non possono essere disattese.  Spesso l’Umbria è stata leader nel lavoro di progettualità collettivo che, come in questo caso, scaturisce dal confronto reale sulle problematiche da affrontare per il futuro. Mi aspetto una presa in carico, da parte dell’assemblea regionale, di questo progetto innovativo che può contribuire alla soluzione di molti problemi dell’Italia e delle regioni che la compongono”.

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