Modifiche al regolamento delle case popolari: controlli sul 10% delle assegnazioni random e per segnalazione

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Potenziati i controlli sulle case popolari: approvate a maggioranza (Pd, Psi, la Sinistra e Gruppo misto) nel consiglio comunale di lunedì 22 luglio 2019 alcune modifiche al regolamento del comune di Città di Castello per l’assegnazione degli alloggi di edilizia pubblica, oggetto di un profondo restyling nel marzo scorso. Astenuti Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Tiferno Insieme e Castello Cambia.

 
Il nuovo regolamento recepisce la legge regionale e si differenzia per alcuni importi originali: ad esempio l’articolo 3, relativo ai criteri per la determinazione dei punteggi, che sono stati collegati a particolari disagi aggiuntivi di quello economico, l’articolo 7 e 14 relativi alla formazione della graduatoria. Nei punteggi aggiuntivi sono stati previsti massimo 4 punti che il comune può assegnare in caso di figli fiscalmente a carico fino a 26 anni,  perdita del reddito da lavoro, tempo di residenza del nucleo familiare: chi ha 15 anni continuativi può ottenere il massimo del punteggio. L’articolo 14 distribuisce in uno stesso condominio il 50% degli alloggi a nuclei con cittadinanza italiana, 50% non italiana e 20% per disabilità. Per il resto l’attribuzione dei punteggi è fatta da un programma della Regione Umbria. La commissione comunale interviene nei ricorsi e comunque dalla formazione della graduatoria definitiva in poi. Gli elementi che modificano la graduatoria sono soprattutto il reddito, la tipologia di alloggio e la numerosità. Il comune ha anche un’altra norma autonoma che disciplina la mobilità all’interno degli alloggi Ater.
 
 
Luciana Bassini, assessore alle Politiche sociali, ha illustrato le modifiche dicendo che “Pienamente consapevole dell’importanza e dell’impatto sociale del Regolamento sono assolutamente disponibile a fornire qualsiasi chiarimento a chiunque ne faccia richiesta, precisando fin da ora che esso rispetta tutte le leggi vigenti in materia. Invito tuttavia anche a prendere visione degli analoghi regolamenti recentemente approvati dai Comuni limitrofi per verificare le differenze sostanziali presenti. Ciò premesso, anche se approvato di recente si sono resi necessari alcuni interventi per allinearlo alla legislazione vigente. Con l’occasione abbiamo anche precisato ulteriormente alcuni passaggi tra cui funzioni e componenti della Commissione comunale, che si attiva in caso di ricorsi. Inoltre, in sede di commissione servizi è stata rilevata dai commissari la necessità, pienamente condivisibile, di controlli sul corretto utilizzo degli alloggi. A tale scopo è stato fatto un incontro con l’ATER, deputato ai controlli e proprietario degli immobili, ed è stata concordata l’aggiunta all’articolo 27 di una prescrizione specifica per cui Ogni anno saranno effettuati controlli su un numero di assegnatari pari ad almeno il 10% del totale, individuati per estrazione casuale dall’elenco generale e/o su segnalazione presentata formalmente al Servizio Politiche Abitative”.
 
Dibattito. Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha chiesto “un maggiore controllo sugli atti prima che arrivino in consiglio per evitare di tornare sopra i regolamenti a pochi mesi dal voto”. Sulle sanzioni per le irregolarità Vincenti ha chiesto una particolare sottolineatura. Per Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, “non per colpa del comune ma le case popolari sono colonie di persone di altra nazionalità. Una delle modifiche è dovuta al fallimento della riforma endoregionale della Regione: abbiamo dovuto cancellare i rappresentanti dell’Unione dei comuni, che non si è mai costituita. Sui compensi dei commissari, deve essere equiparato a quello dei consiglieri con al massimo un 50% in più per il presidente”. Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, ha chiesto quando verrà nominata la commissione. “Non bisogna fare confronti con comuni di nuova maggioranza. Nella case popolari c’è chi non paga e l’Amministrazione contribuisce al pagamento degli affitti. Bisogna fare controlli a tappeto. Non sono accettabili 150mila euro di affitti non pagati”. Vittorio Morani, capogruppo del PSI, ha detto che “il regolamento è aggiornato e improntato all’equità grazie anche al contributo della commissione. Abbiamo corretto alcuni parametri sull’assegnazione degli alloggi e incrementato la sezione dei controlli”. Emanuela Arcaleni, consigliera di Castello Cambia, ha ricordato il dato emerso in commissione sulle 172 persone che non pagano. Ma non mi risulta e non approvo la polemica strumentale su questi temi. Concordo sul potenziamento dei controlli e chiedo una corsia per permettere di cambiare l’assegnazione in caso di modificazione della composizione familiare. Non vorrei che fossero penalizzate i nuclei numerosi. Concordo sul gettone di presenza con Lignani, perché in altri casi simili la richiesta di contenere o azzerare gli emolumenti è stata molto pressante. Non vorrei fossero usati due pesi e due misure”. Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha sottolineato che “l’amministrazione sotto molti aspetti ha le mani legate. Apprezzo le restrizioni sulle modalità con cui si assegnano gli alloggi. Vorrei controlli random perché continuano a segnalarmi situazioni irregolari. I criteri per i punteggi non premiano chi aspetta da tempo. Però il sistema è migliorato, mi asterrò”. Mirco Pescari, capogruppo del Pd, ha ringraziato l’opposizione per “averci dato atto dell’attenzione verso il tema dell’edilizia pubblica. Su gettone e rimborso: condivido Lignani e Arcaleni. Capisco poco il rimborso e il gettone deve avere un limite. La commissione non è per la valutazione della razza. I commissari devono avere competenze amministrative. Chi eroga i contributi lo fa in maniera regolamentata e non arbitraria”. Rigucci ha chiesto la parola per fatto personale, rigettando l’accusa di essere “razzista”. Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra e presidente della Commissione Servizi, che ha discusso il regolamento, ha condiviso l’enfasi sui controlli “ma non sulla razza. C’è bisogno di risorse economiche per fare i controlli ma il governo taglia sulle forze armate ma non sugli armamenti. Chi deve fare i controlli? i vigili urbani di Città di Castello?”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Gruppo Misto, ha precisato che “siamo molto avanti nel regolamento, abbiamo introdotto elementi di grande equità. C’è equilibro tra garantismo e legalità. Dobbiamo assicurare che il diritto dei cittadini sia esercitato. Eccepisco anch’io sul gettone di presenza”. Massimo Minciotti, consigliere del PD, ha proposto di definire i compensi in commissione Economica, da lui presieduta. “Nominiamo la Commissione prima possibile”.
 
Nella replica l’assessore ha detto che “avremmo potuto lasciare tutto come è ma così abbiamo migliorato anche altri aspetti. Il compenso è presidente 90 euro e componenti e segretario 67. Quando verrà rinominata, recepiremo le richieste di allinearli al gettone dei consiglieri o delle altre commissioni normate. A settembre esce il nuovo bando, dobbiamo velocizzare. Le morosità vengono riscosse e i contributi del comune non sono per l’affitto ma per le persone con Isee congruo. Con il reddito di cittadinanza stanno diminuendo. Facciamo controlli una volta all’anno sul 10% e accettiamo segnalazioni perché vogliamo che delle case usufruisca chi ne ha diritto veramente”. Nella dichiarazione di voto Rigucci ha detto “anche quando ho denunciato la questione degli affidi mi è stato dato dell’orco. Ora con le case popolari succederà la stessa cosa. Dobbiamo verificare anche le proprietà all’estero dei richiedenti. Comunque mi asterrò”. Anche Lignani ha annunciato astensione, chiedendo che “nella commissione il segretario, essendo anche dipendente comunale, prenda il gettone solo fuori dall’orario di lavoro o di regime di straordinario”. Vincenti: “Evitiamo di fare polemiche. Non diamo del razzista alla leggera. Ci asterremmo per una motivazione politica, come invito a fare meglio per le prossime volte”. Pescari ha annunciato voto favorevole e chiesto che “nell’assise non vengano pronunciate parole che ci pongano fuori dall’umanesimo”, contestando l’accostamento implicito del PD con i fatti di Bibbiano”.
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