PEBA (piano eliminazione Barriere Architettoniche) all’esame della commissione servizi

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Nuova riunione della Commissione Servizi del comune di Città di Castello in vista della definizione del PEBA (piano eliminazione Barriere Architettoniche) presso la sala conferenze della Biblioteca Carducci, alla presenza di tre assessorati, Urbanistica, Servizi Sociali e Lavori Pubblici, dei rappresentanti delle scuole superiori Franchetti-Salviani, le medie Pascoli-Dante, oltre che delle associazioni Cuor di Leone e il Mosaico.
Nelle linee guida scaturite dal dibattito in commissione, è stata condivisa la necessità di evitare azioni episodiche, ma comportamenti permanenti ed interventi costanti, perché ogni nuova realizzazione sia pubblica che privata, dia risposte evitando barriere, spesso anche a costo zero.
Inoltre, è fondamentale investire nel capitale umano, partendo dalle scuole e dagli studenti delle medie e superiori, capaci nonostante la giovane età, di sviluppare progetti importanti e innovativi, sotto la supervisione dei loro insegnanti e dirigenti scolastici.
La necessità di una cabina di regia o gruppo di lavoro, più snello, permetterà nei prossimi giorni di iniziare una mappatura tesa a rilevare e classificare tutte le barriere architettoniche presenti nella nostra città, in edifici pubblici o porzioni di spazi pubblici urbani (strade, piazze, parchi, giardini, marciapiedi e negli elementi di arredo urbano), ma anche in edifici ed esercizi privati aperti al pubblico. 
L’obbiettivo è quello che progressivamente e in forma modulare si adottino tutti quegli strumenti in grado di monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici per tutti i cittadini.
Saranno necessarie anche competenze specifiche, come quelle informatiche che saranno utilizzate sia per la mappatura, che per offrire e coadiuvare fasi progettuali, dove spesso ancora oggi si pensa che per realizzare un edificio senza barriere basti applicare semplici regole matematiche sulla percentuale di pendenza di uno scivolo o dimensione di un bagno, perdendo di vista “le condizioni al contorno” che spesso rendono inutile anche il migliore degli interventi puntuali.
L’idea alla base del progetto parte quindi dalla consapevolezza che in tema di eliminazione delle barriere architettoniche esista un grosso deficit a partire dalle fasi di pianificazione urbanistica e di progettazione degli edifici, evidenziata nelle difficoltà che le persone con disabilità affrontano quotidianamente nei confronti della mobilità e nell’utilizzo degli spazi pubblici, a larga o piccola scala.
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