Cittá di Castello il caso Emilia-Romagna come esperienza di studio sull’attuazione delle unioni di comuni

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Oggi abbiamo avviato un percorso di riflessione su scala locale con l’obiettivo di mettere insieme un architrave istituzionale e organizzativo della macchina pubblica che consenta di offrire ai cittadini le migliori risposte possibili attraverso un’azione di governo condivisa da parte dei comuni del comprensorio”. E’ il bilancio che l’assessore Luca Secondi stila del convegno pubblico sul tema “Unione di Comuni: prospettive ed opportunità”, che si è tenuto stamattina nella sala del consiglio comunale di Città di Castello con la partecipazione, tra gli altri, di assessori e consiglieri comunali tifernati, del sindaco di San Giustino Paolo Fratini e del primo cittadino di Citerna Enea Paladino. Attraverso i contributi del segretario generale del Comune di Città di Castello Bruno Decenti e di Luca Conti, dirigente del Servizio Politiche Regionali e Rapporti con i Livelli di Governo della Regione Umbria, è stato fatto il punto sulla situazione attuale e sulle prospettive delle Unioni dei Comuni nel territorio regionale, portando a confronto la realtà dell’Emilia Romagna, dove questa esperienza istituzionale ha avuto uno sviluppo importante e indicativo. A inquadrare la realtà pilota di questa regione sono stati Elettra Malossi, dirigente del Servizio Riordino Sviluppo Istituzionale e Territoriale Partecipazione della Regione Emilia Romagna, Alberto Scheda, dirigente di Studi e Ricerca su Finanza Locale e spesa nella Pubblica Amministrazione del Gabinetto del Presidente della Giunta della Regione Emilia Romagna, e Nara Berti, dirigente Affari Generali e Gestione del Territorio dell’Unione Reno Galliera, che ha descritto il caso dell’Unione di Comuni costituita da otto amministrazioni della provincia di Bologna. “L’esempio delle Unioni di Comuni dell’Emilia Romagna, dove questa forma di collaborazione istituzionale ha portato risultati positivi, è stato molto interessante nell’ottica di focalizzare criticità e opportunità che possano guidare in Alta Valle del Tevere un percorso di valutazione tra le amministrazioni locali che – puntualizza Secondi – consideri la reciproca utilità di agire insieme, in maniera condivisa, per il perseguimento di obiettivi comuni nell’interesse della collettività”.

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