“Liste di attesa infinite per visite ed esami diagnostici e chiusura servizi: Arcaleni (Castello Cambia) “urge azione politica per affrontare queste mancanze” 

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I servizi sanitari in Altotevere hanno subito e subiscono ancora progressivi ridimensionamenti e tagli, che stanno depauperando l’offerta di salute, e questo è ancora più grave se pensiamo ai milioni del Lascito Mariani, versati dal Comune di Città di Castello nelle casse di ASL1.

In particolare, le richieste di servizi diagnostici e visite specialistiche prescritte dai medici di medicina generale risultano di difficile evasione e i cittadini non riescono a prenotare nei termini prescritti: le liste si allungano, i tempi di attesa sono di mesi, vengono proposte visite a molti chilometri di distanza, addirittura alcune tipologie non vengono neppure prese in carico.

Questa gravissima situazione, che si protrae da mesi e mesi, mette a rischio la salute dei cittadini, specie di quelli meno abbienti e rende sempre più spinto il ricorso alla sanità privata, che infatti sta occupando gli spazi diagnostici più redditizi, aprendo nuovi centri sempre più grandi e numerosi.

A ciò, in Altotevere si aggiunge la decurtazione di altri servizi come quello relativo all’ufficio economale e alla Farmacia Ospedaliera presso il presidio di Città di Castello, la cui chiusura è prevista a partire dal 1° luglio 2022. Vogliamo sapere quali saranno le ripercussioni in ordine alla fornitura dei farmaci nei reparti dell’Ospedale e verso i cittadini che ne hanno diritto, visto che il servizio assicura la continuità terapeutica a pazienti affetti da gravi patologie che richiedono il controllo del centro ospedaliero per tutta la durata della cura. Se l’ottica è quella del risparmio, non va mai perso il senso della spesa sanitaria: intendiamo sapere qual è il rapporto costi/ benefici di tale scelta e come verrà sostituito. 

E’ evidente che la crisi sanitaria pandemica ha evidenziato enormi criticità nel sistema sanitario, in ordine all’accesso alle cure, alla diagnosi e ai servizi territoriali e che il Piano sanitario regionale e la relativa riorganizzazione non sembra riuscire ad affrontare in maniera adeguata una serie di fondamentali richieste di salute dei cittadini. Chiediamo che la politica locale si occupi del primario diritto dei cittadini, quello alla salute, che non può sopportare ulteriori tagli e questa gestione priva di risposte adeguate e tempestive.

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