Guardia alta contro la violenza sulle donne in Altotevere: 280 chiamate in un anno al centro “Medusa” di Città di Castello

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“La violenza contro le donne riguarda tutti e tutte, è un fenomeno stabile nel tempo, trasversale, pervasivo, che ha radici profonde nella nostra cultura e anche nel nostro territorio, a Città di Castello e in Alta Valle del Tevere, dove la rete tra gli otto comuni del comprensorio, le forze dell’ordine, l’Usl Umbria 1, il Centro Pari Opportunità della Regione Umbria e l’associazione Liberamente Donna, che gestisce nella nostra città il centro antiviolenza ‘Medusa’, ha dimostrato in un anno di attività di funzionare bene, di dare l’aiuto e la protezione necessaria alle tante utenti che purtroppo si sono rivolte ai nostri servizi”. E’ quanto hanno dichiarato stamattina il sindaco Luciano Bacchetta e l’assessore alle Politiche Sociali Luciana Bassini nell’incontro nella residenza municipale tifernate con i firmatari del protocollo per la costituzione della “Rete Territoriale interistituzionale anti-violenza”, sottoscritto circa un anno fa. L’occasione ha permesso di tracciare un bilancio dell’attività del centro antiviolenza “Medusa”, grazie al quale è venuta a galla una realtà dell’Altotevere che invoca attenzione per la drammaticità dei numeri. “Sono state 280 le chiamate al numero telefonico 353.4164699, che ha svolto attività di accoglienza telefonica 24 ore su 24 per sette giorni alla settimana, dietro alle quali sono stati effettuati 76 colloqui, che per 26 donne hanno aperto anche le porte dell’accesso ai servizi gratuiti del centro ‘Medusa’ per assistenza, consulenze psicologiche e legali, affiancamento nella fruizione dei servizi, nelle procedure amministrative-burocratiche, nel percorso giudiziario successivo alla denuncia della violenza”, hanno spiegato la presidente dell’associazione Libera…mente Donna Ets Elena Bistocchi, la referente del centro antiviolenza “Medusa” Maria Luisa Favitta e la consigliera Barbara Signorini. “L’attività del centro ‘Medusa’ ci ha rivelato che anche la zona di Città di Castello e dell’Alta Valle del Tevere ha necessità di un presidio a tutela delle donne”, ha chiarito Favitta, sottolineando come “i numeri nel contesto della pandemia siano stati molto alti, perché il lockdown, le restrizioni negli spostamenti, ma anche le difficoltà occupazionali ed economiche, hanno acuito le manifestazioni della violenza, facendo completamente saltare tutte quelle strategie di sopravvivenza che permettono alle donne la gestione dell’uomo violento e portando a una estremizzazione dell’aggressione fisica, che è la più riconoscibile”. A rinnovare il proprio impegno a supporto della rete antiviolenza comprensoriale insieme alla dirigente dei Servizi Sociali di Città di Castello Giuliana Zerbato, alla responsabile di settore Lorenza Scateni e alle referenti comunali, sono stati il segretario dell’Ufficio di Presidenza del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria Elda Rossi; i rappresentanti dei Comuni di Umbertide, con l’assessore Annalisa Mierla, e San Giustino, con l’assessore Andrea Guerrieri; della Polizia di Stato, con il sostituto commissario Maurizio Alessandrini; dei Carabinieri, con il luogotenente Massimo Belardi e il brigadiere Davide Pettinari; l’Usl Umbria 1, con Anna Maria Cerboni e Margherita Petri del Pronto Soccorso dell’ospedale tifernate, Stefania Vitaloni del Distretto Alto Tevere. Grazie alla donazione dell’opera dal titolo “Autoritratto” da parte dell’artista tifernate Giovanna Rossi la sede del centro “Medusa” in via Luca Signorelli 12 a Città di Castello sottolineerà d’ora in poi anche visivamente il messaggio che le donne non debbano mai abbassare la testa di fronte alla violenza. “Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità, per questo siamo determinati a portare avanti l’attività della rete comprensoriale nell’ambito della programmazione dei servizi della Zona Sociale 1”, ha rimarcato l’assessore Bassini, ringraziando tutti i rappresentanti istituzionali, delle forze dell’ordine e dell’associazionismo presenti per l’impegno nell’accoglienza e nell’aiuto delle donne.

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