Filippo Schiattelli (Unione Civica Tiferno) “Bassini scelta giusta, serve esperienza in un momento così difficile. La nostra coalizione al di fuori delle logiche partitocratiche”

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“Candidatura, quella dell’ex Assessore Luciana Bassini, che va oltre gli schieramenti politici, che ha l’ambizione di parlare ai cittadini, alle imprese, al terzo settore, in grado di cogliere le opportunità e le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea. Che ha tra le principali priorità, quella di ascoltare e risolvere le difficoltà dei più fragili e bisognosi, in grado di liberare e favorire le migliori energie, fuori dai tatticismi, dalle schermaglie interne di alcuni partiti che continuano unicamente a manovrare pedine senza avere un’idea per la città.” Sono frasi estrapolate dalle varie dichiarazioni, che i candidati nelle varie liste di appoggio, a Bassini hanno rilasciato nei vari incontri pubblici. Filippo Schiattelli, già consigliere comunale nella precedente Consiliatura, è uno dei promotori di questo nuovo progetto politico. La nostra redazione lo ha intervistato, a pochi giorni dalle elezioni amministrative.

Al di là delle prese di posizione, più o meno condivise, e che lasciano il tempo che trovano, pare che la rottura nel centro sinistra, abbia origini profonde e datate nel tempo. Mai come in questa in questa consiliatura, il centro sinistra ha subito defezioni, in tanti hanno preferito lasciare la maggioranza per continuare l’attività di consigliere comunale dagli scranni del gruppo misto, ci può spiegare le motivazioni?

Quale  è il senso di fare parte di una maggioranza che non si adopera per realizzare gli obiettivi promessi ai cittadini?  Lascito Mariani, Piazza Burri e non solo, purtroppo. Con oltre tre milioni e quattrocentomila euro a disposizione delle casse comunali, da oltre sette anni, si poteva e si doveva fare tanto per curare e prevenire le malattie dei tifernati. Nemmeno un euro della generosa donazione Mariani è stato impiegato per potenziare i servizi sanitari erogati dal nostro Ospedale cittadino, il vertice dell’amministrazione uscente ha preferito custodire gelosamente, per oltre sette anni, tale considerevole importo. Ma almeno in tutto questo tempo di non utilizzo, avrà fruttato interessi finanziari?…..  Sarebbe stato molto più facile chiudere un occhio ed alzare la mano in consiglio comunale  a comando di chi fa della politica locale una professione e principale o addirittura unica fonte di reddito, magari ricevendo da questi soggetti gratificazioni e lusinghe. Nella vita come nel lavoro ed anche nella politica locale può succedere di non raggiungere un obiettivo, tante possono esserne le cause, se però non c’è la volontà ne la pianificazione per  farle le cose; ecco che allora il risultato è scontato. A mio umile avviso chi ha l’onere e l’onore di difendere i bisogni di una comunità come la nostra  non può subordinare il bene comune agli interessi personalistici del singolo. Dopo aver cercato e sollecitato il confronto e l’azione per oltre tre anni all’interno di una maggioranza troppo distratta rispetto agli impegni presi con i tifernati, è doveroso fare scelte di dignità coraggiose  sempre nell’interesse di chi ha riposto in noi la propria fiducia. Oggi più che mai c’è bisogno di amministrare Città di Castello con la “Normalità del Buon Senso”, basta con le troppe promesse disattese dai politici locali di professione.

Mai come ora, imprese e cittadini, chiedono risposte chiare. Serve pragmatismo, concretezza, lungimiranza, ma soprattutto velocità di azione e di pensiero, la politica sarà in grado di  rinnovare e rendere più competitiva la macchina comunale, e se si, in quale modo?

L’Amministrazione uscente, salvo alcuni virtuosi esempi, in questi 5 anni si è contraddistinta per immobilismo, per mancanza di scelte importanti che avrebbero dovuto cambiarne il volto. Nulla si è mosso nel campo infrastrutturale dove il nostro territorio è rimasto tagliato fuori da tutti i collegamenti, niente E78, niente ferrovia, urgente  è  il collegamento a nord, almeno con Arezzo, una E45 impraticabile, la fuga di imprese importanti con conseguente deindustrializzazione del nostro territorio, una lenta ma inesorabile caduta dei servizi erogati dall’ Ente locale, una visione di Città rimasta quella di 10 anni fa.

 La macchina del comune va ripensata, c’è stata e c’è tuttora la pandemia che ha comportato gravi difficoltà sanitarie che tutti conosciamo, per  non dire la crisi economica che ha colpito interi settori come il commercio, turismo, artigianato e partite iva. Una macchina, quella dell’ Ente che va resa molto più efficiente avendo l’ obbiettivo finale della trasparenza sicuramente ma ancora più importante ora che arriveranno i fondi stanziati dall’ Europa, molto più veloce nelle risposte.

Anche qui urge una razionale riorganizzazione del lavoro attraverso la quale tutti gli operatori comunali sappiano bene cosa fare e con dotazioni adeguate, per lavorare con serenità in maniera produttiva, laddove necessario non è da escludersi l’apporto di competenze e professionalità esterne all’organico attualmente in forza.  Lasciatemi fare un accenno alla sicurezza urbana, alla tutela del decoro urbano e al ruolo della polizia locale totalmente non presa in considerazione da questa amministrazione, una città di 40 mila abitanti con un servizio di polizia locale ridotto nel numero e nella sua organizzazione ai minimi termini! Con l’importanza della sicurezza, priorità in ogni città, da noi ce ne siamo dimenticati.




Le ultime elezioni ci danno un quadro chiaro, circa le intenzioni di voto degli elettori. Non esistono più “rendite di posizione” ma una presa di coscienza da parte dei cittadini, si decide in base a quanto viene proposto dai singoli candidati, sempre meno di pancia, ma con più razionalità, questo è un chiaro segno di maturità. La politica sarà in grado di allinearsi a questi nuovi standard di comunicazione?

La politica nel nostro Paese è molto indietro, credo che l’ esperienza Draghi contribuisca a fargli fare quel salto di qualità che tutti noi auspichiamo. No a rendite di posizione che presupporrebbero non un sindaco e una nuova amministrazione ma un monarca che indichi il suo successore. Per evitare questo noi siamo usciti dalla maggioranza da tempo perché non condividevamo metodi, contenuti e l’unico vero fine, perpetuare se stessi, lo abbiamo fatto subendo anatemi, convinti però che ciò che stavamo facendo era nell’interesse di un nuovo progetto di città dove al centro ci fossero i suoi cittadini e non una dinastia. La scelta della Bassini, una donna, è una scelta che esce dagli schemi imposti dall’alto e permette ai cittadini di riappropriarsi del proprio futuro

Siamo di fronte ad un cambio generazionale, come giusto che sia, i partiti, le coalizioni, saranno in grado di proporre effettive e rilevanti novità, magari con persone nuove, motivate, in grado di portare energia e idee, nel panorama politico tifernate? Perché il rischio è quello che sia la solita campagna elettorale, fatta di vecchi argomenti, che non appassionano più l’opinione pubblica.

La divisione così marcata tra centrodestra e centrosinistra non ha il valore assoluto del passato.

Basta vedere quanto accade con il Presidente Mario Draghi dove tutti, tranne Fratelli d’Italia, anche se con reciproche difficoltà, stanno condividendo un percorso di Governo con risultati concreti.

Da ciò possiamo  comprendere che l’approccio ideologico non ha il significato di un tempo, soprattutto a livello locale. Abbiamo scelto la via civica perché molto più inclusiva, parte dai cittadini e si esprime in contenuti programmatici condivisibili, non con le elitarie segreterie di partito o con i ras di turno ma con la gente, i suoi bisogni e necessità, da tempo lasciate ai margini dalla politica. Una fase politica si chiude definitivamente e una nuova si dovrà aprire, ecco il perché del nostro invito alla Bassini di scendere in campo, sia  per le sue competenze dimostrate con i fatti ma anche perché indipendente, non iscritta a nessun partito, e non espressione di logiche di potere spesso trasversali che tanto hanno fatto male alla Città.

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