Monastero di Santa Cecilia le Clarisse urbaniste hanno deciso di lasciare il luogo dove hanno abitato per oltre sei secoli

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IL VESCOVO: “SIAMO DISPIACIUTI PER LA DECISIONE MA RISPETTIAMO L’AUTONOMIA DELLE RELIGIOSE”

“Ci dispiace molto per la decisione presa dalle Clarisse urbaniste del monastero di Santa Cecilia di lasciare il luogo dove hanno abitato per oltre sei secoli. Si tratta di una realtà preziosa, cara e amata da tutti i tifernati. Del resto, comprendiamo anche che in questo momento le comunità monastiche e le famiglie religiose abbiano la necessità di riorganizzarsi a causa delle difficoltà, legate a molteplici fattori, che stanno vivendo a livello generale. E quindi rispettiamo la decisione presa dal monastero e dall’ordine, in totale autonomia”.
Così il vescovo Luciano Paolucci Bedini commenta la notizia circolata in queste ultime ore relativa alle religiose che dal 1954 abbracciano la regola di Santa Chiara d’Assisi approvata da Papa Urbano IV e che dal 1958 fanno parte della Federazione Santa Chiara delle Clarisse urbaniste nata il 4 ottobre del 1958. Il Monastero di Santa Cecilia – fondato nel 1422 da alcune pie donne che si erano riunite insieme per seguire la regola del Terz’Ordine – aveva celebrato proprio nel 2022 il sesto centenario dalla fondazione.
Il vescovo Paolucci Bedini e il vicario generale don Andrea Czortek avevano avuto solo da alcuni giorni informazioni sulla situazione dalla madre abbadessa del monastero, optando per il rispetto della riservatezza e dell’autonomia delle consacrate.

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