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Guardia alta contro la violenza sulle donne in Altotevere: 280 chiamate in un anno al centro “Medusa” di Città di Castello

“La violenza contro le donne riguarda tutti e tutte, è un fenomeno stabile nel tempo, trasversale, pervasivo, che ha radici profonde nella nostra cultura e anche nel nostro territorio, a Città di Castello e in Alta Valle del Tevere, dove la rete tra gli otto comuni del comprensorio, le forze dell’ordine, l’Usl Umbria 1, il Centro Pari Opportunità della Regione Umbria e l’associazione Liberamente Donna, che gestisce nella nostra città il centro antiviolenza ‘Medusa’, ha dimostrato in un anno di attività di funzionare bene, di dare l’aiuto e la protezione necessaria alle tante utenti che purtroppo si sono rivolte ai nostri servizi”. E’ quanto hanno dichiarato stamattina il sindaco Luciano Bacchetta e l’assessore alle Politiche Sociali Luciana Bassini nell’incontro nella residenza municipale tifernate con i firmatari del protocollo per la costituzione della “Rete Territoriale interistituzionale anti-violenza”, sottoscritto circa un anno fa. L’occasione ha permesso di tracciare un bilancio dell’attività del centro antiviolenza “Medusa”, grazie al quale è venuta a galla una realtà dell’Altotevere che invoca attenzione per la drammaticità dei numeri. “Sono state 280 le chiamate al numero telefonico 353.4164699, che ha svolto attività di accoglienza telefonica 24 ore su 24 per sette giorni alla settimana, dietro alle quali sono stati effettuati 76 colloqui, che per 26 donne hanno aperto anche le porte dell’accesso ai servizi gratuiti del centro ‘Medusa’ per assistenza, consulenze psicologiche e legali, affiancamento nella fruizione dei servizi, nelle procedure amministrative-burocratiche, nel percorso giudiziario successivo alla denuncia della violenza”, hanno spiegato la presidente dell’associazione Libera…mente Donna Ets Elena Bistocchi, la referente del centro antiviolenza “Medusa” Maria Luisa Favitta e la consigliera Barbara Signorini. “L’attività del centro ‘Medusa’ ci ha rivelato che anche la zona di Città di Castello e dell’Alta Valle del Tevere ha necessità di un presidio a tutela delle donne”, ha chiarito Favitta, sottolineando come “i numeri nel contesto della pandemia siano stati molto alti, perché il lockdown, le restrizioni negli spostamenti, ma anche le difficoltà occupazionali ed economiche, hanno acuito le manifestazioni della violenza, facendo completamente saltare tutte quelle strategie di sopravvivenza che permettono alle donne la gestione dell’uomo violento e portando a una estremizzazione dell’aggressione fisica, che è la più riconoscibile”. A rinnovare il proprio impegno a supporto della rete antiviolenza comprensoriale insieme alla dirigente dei Servizi Sociali di Città di Castello Giuliana Zerbato, alla responsabile di settore Lorenza Scateni e alle referenti comunali, sono stati il segretario dell’Ufficio di Presidenza del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria Elda Rossi; i rappresentanti dei Comuni di Umbertide, con l’assessore Annalisa Mierla, e San Giustino, con l’assessore Andrea Guerrieri; della Polizia di Stato, con il sostituto commissario Maurizio Alessandrini; dei Carabinieri, con il luogotenente Massimo Belardi e il brigadiere Davide Pettinari; l’Usl Umbria 1, con Anna Maria Cerboni e Margherita Petri del Pronto Soccorso dell’ospedale tifernate, Stefania Vitaloni del Distretto Alto Tevere. Grazie alla donazione dell’opera dal titolo “Autoritratto” da parte dell’artista tifernate Giovanna Rossi la sede del centro “Medusa” in via Luca Signorelli 12 a Città di Castello sottolineerà d’ora in poi anche visivamente il messaggio che le donne non debbano mai abbassare la testa di fronte alla violenza. “Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità, per questo siamo determinati a portare avanti l’attività della rete comprensoriale nell’ambito della programmazione dei servizi della Zona Sociale 1”, ha rimarcato l’assessore Bassini, ringraziando tutti i rappresentanti istituzionali, delle forze dell’ordine e dell’associazionismo presenti per l’impegno nell’accoglienza e nell’aiuto delle donne.

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Viabilità: manutenzione straordinaria e ordinaria delle strade regionali, ‘annullare gli accordi tra Provincia di Perugia e Regione’. A chiederlo Marcello Rigucci con una mozione

Annullare gli accordi tra Provincia di Perugia e Regione per quanto riguarda la manutenzione straordinaria e ordinaria delle strade; recuperare le somme già corrisposte in tempi brevi programmati; programmare ulteriori stanziamenti di previsione anno 2021/22/23 sia ordinari che straordinari; impugnare legalmente chiedendo la messa in stato di regime controllato amministrativo la Regione.


Queste le richieste, messe nero su bianco, contenute in una mozione a firma di Marcello Rigucci che torna sull’argomento delle spese sostenute dalla Provincia per la manutenzione ordinaria delle strade Regionali e quelle in previsione fino al 2023.
Il consigliere provinciale di opposizione chiede quindi che “il Consiglio Provinciale deliberi con atto immediato il non proseguo delle manutenzioni ordinarie/straordinarie, restituendo alla Regione Umbria tutte le strade di sua appartenenza”.


“A fine 2019 l’ammontare per le manutenzioni ordinarie è di 19.269.933,00 euro, riguardante gli anni 2016/2017/2018 e 2019, mentre per il 2020 è di circa 5.800.000,00 euro, quello previsionale per gli anni 2021/22/23 è di 17.400.000,00 euro per un complessivo di 42.469.933,00 euro a credito.
Con deliberazione del Presidente si è evidenziato il fabbisogno per le manutenzioni straordinarie regionali 2021/2022/2023 una somma disponibile di 7.200.000,00, ma dal prospetto emerge che il necessario per i tre anni è di 29.771.632,19 euro per le zone 1-2-3-4-5 di competenza. Pertanto – si legge nel documento – si ha un ammanco di necessità pari a 22.571.632,19 euro, che in aggiunta alle spese per le manutenzioni ordinarie al termine del 2023 il disavanzo sarà di 65.041.565.19 euro.

Costi che andranno aggiornati con la revisione dei prezzi”.
“Nella mia funzione di Presidente della Commissione Controllo e Garanzia – Statuto e Regolamenti – continua Rigucci – ho formulato delle richieste a partire dal 9 giugno 2020 al 26 gennaio 2021, “cinque inviti, sempre rifiutati”, per ascoltare in Commissione le parti interessate della Regione Umbria, gli Assessori Enrico Melasecche e Paola Agabati. L‘ultima richiesta di convocazione della Commissione era prevista per il giorno 23 marzo 2021, inviata il 15 marzo 2021. Non avendo ricevuto nessuna risposta in merito, tale comportamento è da considerarsi un altro rifiuto (un rifiuto che dura da oltre un anno dalla lettera del Presidente all’ultima mia)”.


“La Provincia di Perugia detiene un numero elevato di chilometri 1.939,11 notevolmente superiore a quello Regionale di chilometri 584,432. Con lettera del 28.04.2020 il Dirigente del Servizio Viabilità Andrea Rapicetta evidenzia una serie di fatti, in particolare il fabbisogno di oltre 100 milioni di euro, per uno stato di manutenzione accettabile. Ma per soddisfare le esigenze delle “Strade Regionali” investe ogni anno per la manutenzione ordinaria oltre 5.500.000 euro, che per ricaduta crea ulteriore difficoltà alle proprie “Strade Provinciali” e ai cittadini.


Nei bilanci Regionali – conclude il consigliere – ad oggi non sono mai stati inseriti i costi di gestione per la manutenzione ordinaria delle proprie strade eseguite dalla Provincia di Perugia, oltre ad un ulteriore indebitamento per le manutenzioni straordinarie prive di totale copertura finanziaria”.

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ECO, quando l’arte si innamora della vita di Alejandra Basso a Sansepolcro Inaugurazione Sabato 26 giugno 2021 ore 18:30 Palazzo Pretorio

Tutto riparte, ma ciò accade con una nuova profondità di sguardo e con una
forza simbolica accresciuta rispetto alle esperienze precedenti.
In questo senso il lungo isolamento causato dalla pandemia ha indotto
nell’autrice ulteriori spunti di riflessione.
Apre sabato 26 giugno prossimo alle 18:30 a Sansepolcro nella sala
espositiva di Palazzo Pretorio la mostra “ECO – quando l’arte si innamora
della vita” dell’artista fotografa italo-argentina Alejandra Basso. Resterà
visibile fino a domenica 11 luglio.


La personale era stata prevista in un primo tempo (nella primavera scorsa) al
Talozzi Bistrot della Fonte ad Anghiari, lo stesso luogo che ospitò con grandi
consensi nel 2017 la prima uscita pubblica di Alejandra, ma l’emergenza
sopravvenuta bloccò quel progetto.
All’inaugurazione biturgense è presente anche in questa occasione una
scultura dell’artista anghiarese Gianfranco Giorni, raro e riconosciuto
testimone di una sintesi fra armonia antica e grande innovazione creativa.
Alejandra Basso a sua volta conferma in questa occasione alcune delle sue
linee espressive portanti: lavora cioè su una base prettamente fotografica,
inserendo però in ciascuna opera ulteriori elementi, che arricchiscono questi
lavori di senso e di suggestione. E sono vari i piani di lettura possibili: c’è
senz’altro la contemplazione della meraviglia della natura ma vi si innesta poi
una nervatura sottilmente inquietante.


È una sorta di monito rivolto a chi guarda, motivato dal continuo e
apparentemente inarrestabile degrado dell’ambiente, indicato qui da toni
cromatici generalmente scuri di questi lavori, oltre che dall’inserzione
nell’impianto paesaggistico di elementi che potrebbero sembrare anche
incongrui.
Proprio questi interventi però, con i loro rimandi e le loro ombre, stimolano
l’osservatore a una riflessione meno epidermica, seducono fra l’altro con
alcuni riferimenti d’ispirazione schiettamente orientale e invitano ad accogliere
queste immagini di fantasia nella propria interiorità, a farle proprie e a
trasformare l’anelito a un mondo migliore e più vivibile e sereno in una
operosità consapevole, volta alla trasformazione positiva di una realtà in
rischioso bilico e assieme a questo a un riscatto del rapporto sempre
problematico fra uomo e creato.
Un’esposizione intensa, dunque, una linea poetica sottile ma densa, una
raccomandazione esplicita ma non priva di speranza. E dunque
assolutamente da non perdere.

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Edilizia scolastica: nuovo plesso per il Polo tecnico “Franchetti-Salviani” di città di Castello, investimento da 4 milioni e 400mila euro Bacchetta: ”Nasce un polo scolastico funzionale, traguardo importante per la comunità tifernate”

Dopo il parere favorevole della Conferenza regionale dei servizi, è in dirittura d’arrivo il progetto esecutivo per la realizzazione del nuovo edificio scolastico del Franchetti di Città di Castello che sarà realizzato nell’area adiacente al Polo tecnico “Franchetti-Salviani” con il quale condivide la dirigenza scolastica. L’ufficio tecnico della Provincia, competente per l’edilizia scolastica, fissa alla data del prossimo 30 luglio la consegna del progetto definitivo che poi sarà sottoposto al vaglio del Commissario per la ricostruzione per il decreto definitivo di assegnazione dei fondi per la realizzazione del nuovo plesso per un importo complessivo di 4 milioni e 400 mila euro.
Entro l’anno è prevista la gara d’appalto espletata la quale avranno inizio i lavori. Luciano Bacchetta sia in qualità di presidente della Provincia di Perugia che di Sindaco di Città di Castello manifesta soddisfazione per l’obiettivo raggiunto. “Il progetto di creare un polo scolastico funzionale e dotato di tutte le più moderne tecnologie antisismiche è un traguardo importante per la comunità tifernate – commenta Bacchetta -. Il Franchetti-Salviani, oltre che nel nome, sarà un unicum anche dal punto di vista strutturale. Nascerà così una sorta di ‘cittadella della scuola’ con il Cavallotti-Baldelli-Patrizi nelle immediate vicinanze dando ai giovani, ai docenti e alle famiglie modo di interagire in maniera armoniosa e costruttiva”.


“La vecchia sede dell’istituto ubicata in un antico convento era stata danneggiata dal terremoto del 2016 – riferisce Federico Masciolini, Consigliere provinciale delegato all’edilizia scolastica -. In sinergia con il Comune la Provincia ha quindi avanzato la richiesta di realizzare ex novo una scuola che avesse tutti i requisiti di legge in materia antisismica, risparmio energetico e sostenibilità ambientale. Ora, con il bene placito della Conferenza dei servizi possiamo dare impulso al progetto e arrivare entro l’anno all’assegnazione dei lavori. L’ex convento tornerà nella disponibilità del Comune, mentre l’ala più moderna occupata dal Franchetti sarà utilizzata per altre scuole di competenza della Provincia”. “Si tratta quindi di un progetto complessivo – conclude Bacchetta anche nella veste istituzionale di sindaco – con il quale sarà razionalizzata la rete scolastica di Città di Castello da tempo attesa dai cittadini. Fondamentale come è sempre avvenuto, la sinergia con i dirigenti scolastici riferimento primario per la Provincia e il Comune nella programmazione della scuola del futuro anche sul versante del potenziamento ed ammodernamento delle strutture e tecnologie”.

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Nominate le consulte dell’ Anci Umbria: grande riconoscimento per gli amministratori di Fdi.

Sono stati nominati i Presidenti delle commissioni e delle Consulte dell’Anci, ben 4 le commissioni guidate da esponenti di Fdi: l’assessore di Todi Claudio Ranchicchio guiderà la commissione allo sviluppo economico,il consigliere di Stroncone Marco Bruni quella ai Lavori pubblici, il Consigliere di Foligno Giuseppe Galligari presidierà la commissione Affari Istituzionali, mentre Francesca Traica, Consigliere di Castiglione del Lago, presiederà la Consulta degli Eletti .


Nomine che si aggiungono a quelle già fatte dell’ assessore di Marsciano Emanuela Taglia nella consulta di Federsanità, a quella del vice sindaco di Torgiano Attilio Persia alla Vicepresidenza regionale dell’Anci e a quella del consigliere di Passignano Alessandro Moio nel Consiglio Nazionale di Anci .
Grande soddisfazione per le nomine è stata espressa dal Coordinatore regionale del partito Sen. Franco Zaffini e dal Responsabile Regionale Enti Locali Alessandro Moio che dichiarano come sia “un risultato che riconosce la qualità dei nostri eletti ed il grande lavoro svolto, sia dove siamo forza di Governo sia dove siamo forza di opposizione.”

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Lascito Mariani, ma quando? A chiederlo l’associazione Il Mosaico, vista la situazione di stallo, nonostante le dichiarazioni rilasciate mesi fa

“Se vi fosse capitato di vincere ad una lotteria una grossa somma, diciamo circa 3.700000 euro, e dopo sette anni e qualche mese, di quella somma non aveste speso un centesimo, vi parrebbe normale?

La gestione del lascito Mariani sta ormai assumendo i contorni della farsa, alla faccia della volontà testamentaria e delle legittime aspettative dei cittadini.

È chiaro che, a parte la nostra iniziale battuta, spendere una cifra da parte di una Amministrazione pubblica richiede un doveroso processo decisionale prima ed amministrativo poi. Ma è altrettanto chiaro che, a forza di volontà diverse e di desideri vari e non sempre forse compiutamente pubblicizzabili, ci si ritrova con il paradosso che nemmeno se i soldi te li regalano, riesci a tramutarli in servizi per i cittadini.

Lo stucchevole dibattito sulla collocazione della Casa della Salute, sulla quale si registrano ondivaghi pareri di autorevoli esponenti politici, e sulla ristrutturazione del vecchio Ospedale maschera evidentemente una assente capacità progettuale.

La nostra Associazione ribadisce da sempre il sì alla Casa della Salute ed al recupero del vecchio Ospedale, ma riteniamo, perché abbiamo visto le carte, che se non si può investire come suggerivamo ad es. nella Muzi Betti in quanto non proprietà della ASL,per la stessa ragione non si può investire nello stabile, ormai rudere, che è di proprietà regionale.

Le proposte sull’utilizzo del lascito Mariani,oltre la nostra, si moltiplicano all’interno del Consiglio Comunale, ed è veramente difficile credere, o fare credere, che ulteriori ritardi siano quello che la cittadinanza aspetta”

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Covid-19: Bacchetta “con gli 11 guariti di ieri, a fronte di due nuove positività, a Città di Catello siamo scesi sotto i 30 contagiati”

“Con le 11 persone guarite ieri, a fronte di due nuovi casi di positività al Covid-19, a Città di Castello siamo scesi sotto i 30 contagiati”. Lo comunica il sindaco Luciano Bacchetta, che aggiunge: “la situazione induce a essere sereni, perché la costante diminuzione dei casi ridimensiona di molto l’incidenza del virus nella nostra comunità e quindi i motivi di preoccupazione”. “Tuttavia registriamo ancora casi di positività, per cui è evidente che conservino tutta la loro importanza le cautele da adottare in pubblico, all’aperto e all’interno dei luoghi chiusi”, rileva il sindaco, invitando i tifernati “alla giusta consapevolezza e alla necessaria responsabilità”. Il primo cittadino rivolge un nuovo plauso agli operatori sanitari dell’Usl Umbria 1 impegnati nella campagna di vaccinazione, “che stanno lavorando in maniera eccellente, dimostrando professionalità e capacità organizzative, ma anche la sensibilità nei confronti dei cittadini che è una componente importante del servizio che rendono alla comunità”.

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Grande mobilitazione dei sindaci in Piazza Matteotti, a Perugia, per chiedere la riapertura a pieno regime di tutti gli uffici postali e il prolungamento degli orari, per evitare le lunghe code

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Successo per la grande mobilitazione dei sindaci in Piazza Matteotti, a Perugia, per chiedere la riapertura a pieno regime di tutti gli uffici postali e il prolungamento degli orari, per evitare le lunghe code

“Questo presidio – ha detto il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini – vuole dar voce ai tanti cittadini che ogni giorno hanno rappresentato a noi Sindaci disagi, disservizi, preoccupazioni inerenti gli uffici postali e per sensibilizzare Poste Italiane a un cambio di passo. Vogliamo tutelare, prima di tutto, la salute dei nostri cittadini”: è quanto ha dichiarato questa mattina, il presidente di Anci Umbria, aprendo la grande mobilitazione che si è svolta in Piazza Matteotti, a Perugia, proprio davanti all’Ufficio postale del capoluogo umbro.

“Un presidio che idealmente abbraccia tutte le regioni, perchè la questione delle file esterne agli uffici postali e delle chiusure – ha sottolineato Toniaccini – è una problematica comune a tutte le città italiane”.

Una lunga coda, questa volta da parte dei Sindaci umbri di tutti gli schieramenti politici, si è formata, dunque, davanti all’ufficio postale di Piazza Matteotti. I sindaci, muniti di fascia tricolore, hanno chiesto “la riapertura a pieno regime di tutti gli uffici postali dell’Umbria e il prolungamento degli orari, quale unica via per evitare le lunghe file”.

All’evento hanno preso parte anche alcuni rappresentanti delle Istituzioni locali, fra cui il presidente e vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, rispettivamente Marco Squarta e Simona Meloni, diversi consiglieri regionali di maggioranza e minoranza, parlamentari umbri, fra cui il senatore Luca Briziarelli, mentre la senatrice Fiammetta Modena ha inviato ad Anci Umbria una lettera di sostegno all’iniziativa, e persino cittadini che si sono uniti alla protesta “pacifica e civile”.

“Non possiamo più lasciare i nostri cittadini, soprattutto gli anziani – ha proseguito il presidente – fuori dagli uffici postali, al freddo e al caldo, a fare lunghe file. Servono orari più prolungati e la riapertura di tutti gli uffici postali, siamo ormai in zona bianca. Anci Umbria in questo difficile periodo di crisi sanitaria si è fatta carico di affrontare la questione, attivando diversi momenti di confronto con i vertici nazionali di Poste italiane, che non si sono mai sottratti al dialogo e che, per questo li ringraziamo. L’ultimo incontro on line, su loro richiesta, proprio lunedì scorso, ma le risposte date non sono state adeguate alle esigenze dei cittadini. Non abbiamo ricevuto un planning di riaperture e orari. Proprio ieri, l’Italia ha ottenuto il via libera dall’Unione europea per il Pnrr, una giornata storica. Un Piano che punta al futuro, a costruire, ad abbandonare vecchi modelli e schemi per fare spazio all’innovazione, che non è solo tecnologica, ma anche implementazione di nuovi servizi al cittadino. E mentre l’Italia apre alle nuove opportunità, c’è chi riduce servizi essenziali al cittadino, chi non investe sui piccoli comuni che sono il fulcro delle nostre regioni. Ci vuole coraggio e noi Sindaci siamo pronti alle nuove sfide e chiamiamo a raccolta tutti, Poste Italiane comprese: diamo più servizi al cittadino per far crescere insieme le nostre comunità”.

Anche per il coordinatore dei Piccoli Comuni di Anci Umbria, Federico Gori, Poste Italiane rappresenta “un servizio essenziale”: “L’Umbria – ha detto – è composta da aree interne, da piccoli comuni, da frazioni che necessitano di una attenzione particolare che noi Amministratori cerchiamo di attuare quotidianamente, mantenendo e potenziando servizi. L’Ufficio postale è proprio uno di quei servizi indispensabile e che deve restare aperto. In Anci Umbria abbiamo trovato la casa dove discutere di questa problematica e in cui interloquire sia con Poste italiane, sia fra noi. I Comuni chiedono più attenzione alle comunità che rappresentiamo”.

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Torna in funzione impianto semaforico all’incrocio tra Via Moncenisio, Via Buozzi e Viale Diaz

Nella mattinata odierna è intervenuta all’incrocio tra Via Moncenisio, Via Buozzi e Viale Diaz la ditta incaricata che, da personale del Servizio Squadre Operative del Comune e della iPolizia Municipale, ha provveduto a ripristinare il regolare funzionamento dell’impianto semaforico che era stato in modalità lampeggio. Nel frattempo il Comando di Polizia Municipale comunica che è stata emessa una ordinanza la numero 109 del 23 Giugno 2021 a firma del dirigente comandante con cui si dispone il senso unico alternato gestito da movieri dalle ore 8.00 del 28/06/2021 alle ore 20:00 del 29/06/2021 al fine di poter collocare sull’attraversamento pedonale esistente il sistema per la segnalazione e illuminazione dell’attraversamento pedonale all’incrocio tra Via Moncenisio, Via Buozzi e Viale Diaz.

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Rete idrica e viabilità completamente nuove in via Parini a Trestina: il vice sindaco Luca Secondi e l’assessore Michela Botteghi annunciano l’avvio a metà luglio di lavori per 530 mila euro

Rete acquedottistica completamente nuova, per una maggiore portata idrica e per l’eliminazione delle perdite, manto stradale interamente risistemato a beneficio della sicurezza del traffico veicolare: con 530 mila euro di investimento da metà luglio viale Parini a Trestina si rifà il look grazie agli interventi programmati da Umbra Acque e Provincia di Perugia sotto la regia dell’amministrazione comunale tifernate. “Si tratta di un investimento molto importante per la comunità di Trestina, che coglie due importanti obiettivi: migliorare la distribuzione di acqua all’interno dell’insediamento urbano, attraverso la sostituzione della condotta principale lungo la dorsale di viale Parini e degli allacci alle utenze, e aumentare la sicurezza stradale, grazie alla sistemazione del fondo della carreggiata e alla completa asfaltatura della via di comunicazione principale della frazione”, affermano il vice sindaco Luca Secondi e l’assessore alla Viabilità Michela Botteghi, che sottolineano “la proficua collaborazione con Umbra Acque e con la Provincia di Perugia, che permetterà di intervenire in modo coordinato e senza soluzione di continuità, accelerando i tempi e minimizzando i possibili disagi”. Il semaforo verde all’avvio dei lavori è venuto dall’incontro di stamattina nella residenza comunale, al quale insieme al vice sindaco Secondi e all’assessore Botteghi hanno preso parte il consigliere comunale Luciano Domenichini, il presidente della Pro Loco di Trestina Luca Medici, il responsabile tecnico di Umbra Acque Fabio Lardaioli, i tecnici della Provincia di Perugia Fabrizio Marinelli e Simone Bettoni, i responsabili comunali di settore. Ad aprire il cantiere dia viale Parini sarà Umbra Acque, che investirà 350 mila euro per sostituire completamente la rete acquedottistica sotterranea, con l’installazione di nuove tubazioni e nuovi allacci che potenzieranno la portata idrica per le utenze collegate. I lavori avanzeranno interessando in successione tratti di 200 metri, dove di volta in volta verranno effettuati gli scavi, in modo da non occupare interamente la carreggiata per tutta la durata dell’intervento. Al termine della sostituzione della rete idrica inizieranno i lavori per 180 mila euro della Provincia di Perugia, che consentiranno di stendere un nuovo manto, procedendo alla fresatura dell’asfalto, al livellamento e al consolidamento del fondo stradale.

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Superare il covid pagaiando sul Tevere. Il Canoa Club cresce, boom di iscrizioni

Quando il ritorno alla normalità passa attraverso la vicinanza alla natura e allo sport. Superare il lockdown andando a pagaiare lungo il Tevere, per scoprire le bellezze e le suggestioni del corso d’acqua.
Punto di riferimento per i tanti che si avvicinano a questa disciplina è il Canoa Club Città di Castello, che dopo la fase acuta della pandemia, ha visto un netto incremento degli iscritti e dei tesserati, sopratutto fra i giovanissimi.


Al momento, infatti, sono diversi i baby canoisti che quotidianamente si allenano lungo il Tevere sotto gli occhi attenti ed esperti dell’allenatore Massimo Spelli e di tutto lo staff tecnico.
«Attualmente – ha detto Spelli – siamo impegnati nei campionati italiani con 12 atleti under 18: con questi stiamo girando la nazione e prendiamo parte alle competizioni per conquistare il tricolore. Contemporaneamente il numero dei nostri iscritti è aumentato del 30%: la maggior parte sono minorenni che si avvicinano a questo sport per la prima volta e poi ne restano affascinati. Siamo molto contenti di questo trend».


Soddisfatto è anche il presidente del Canoa Club Città di Castello, Sandro Paoloni: «La società sta crescendo lentamente ma inesorabilmente. In pochi mesi abbiamo incrementato le presenze e gli iscritti in maniera esponenziale, grazie alla capacità tecnica del nostro staff, alle qualità organizzative dei dirigenti e anche grazie alle realtà che sono vicine a questo sport, poco conosciuto ma che ha regalato ben tre Campioni del Mondo a Città di Castello, che ci supportano, in particolar modo alla Fondazione Cassa di Risparmio che per i giovani si sta spendendo».

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Interrogazione di Lignani (Fratelli d’Italia) su Piazza Burri

Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha presentato durante il consiglio comunale di giovedì 17 giugno 2021 un’interrogazione su Piazza Burri: “Era il 31 luglio del 2020 quando in Consiglio comunale il Sindaco aveva preso impegno di audire in Commissione i rappresentanti del Comune in seno alla Fondazione Palazzo Albizzinii per conoscere lo stato dell’arte sull’impegno di sponsor esteri per la realizzazione di Piazza Burri e tracciato una bozza di crono programma sulle opere connesse alla realizzazione della stessa.

Da allora è passato quasi un anno ma tutto è rimasto lettera morta”: così il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Andrea Lignani Marchesani, torna a parlare di Piazza Burri. Di certo la seconda ondata COVID rappresenta una circostanza attenuante ma adesso è doveroso convocare i rappresentanti della Fondazione eletti dal Comune sia per conoscere l’evoluzione riguardo i contatti con ipotizzati investitori esteri sia per tracciare un bilancio del proprio mandato visto che lo stesso scadrà in autunno. In particolare sarebbe gradita la presenza della’Onorevole Giovanna Melandri per conoscere il contributo apportato in questi anni dall’alto del suo prestigioso curriculum. Inoltre l’Amministrazione comunale è chiamata a rispondere sulla tempistica delle opere necessarie al fine della realizzazione della Piazza medesima, in particolare sull’abbattimento dell’ex scuola elementare Garibaldi che ne rappresenta il primo step”.

Ai temi sollevati ha risposto il sindaco Luciano Bacchetta: “Piazza Burri è ancora oggi una priorità per l’aspetto culturale e turistico. Abbiamo firmato un accordo vincolante e una delle conditio sine qua non per la costituzione della Fondazione era proprio Piazza Burri. E’ altrettanto vero che è opportuno fare un incontro con il Cda della Fondazione, l’ho già sollecitato per capire gli step del progetto. L’Architetto mi ha ampiamente rassicurato ma un incontro con la commissione se non del consiglio è opportuno. Il progetto è stato solo rallentato dalla pandemia. E’ anche un lascito alla prossima Amministrazione. Ci sono obblighi scritti. Il rapporto del comune è con la Fondazione non con i finanziatori di cui si è parlato in passato. Dobbiamo verificare i tempi soprattutto non l’obiettivo. Speravo di tagliare il nastro io”. Nella replica Lignani ha detto: “Speriamo che il prossimo sindaco riesca a tagliare il nastro. Noi abbiamo tre rappresentanti del consiglio comunale, sono loro che dovrebbero relazionare. Quando abbiamo votato tutti il protocollo d’intesa era dato per assodato il finanziamento estero. Perché non abbiamo promosso l’Arte Bonus? Piazza Burri sarà un monumento permanente di tutta l’arte nazionale. Potremmo ancora provare, ne valga la pena”.

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Videoconferenza sul tema “Approccio Bio Psico Sociale nel percorso di cura delle donne operate al seno”. Organizzata da Inner Wheel Club di Sansepolcro e FIDAPA Alta Valle del Tevere

Martedì 22 giugno si è tenuta – sulla piattaforma Zoom Meeting – la Conferenza “Approccio Bio Psico Sociale nel percorso di cura delle donne operate al seno”.
Grande soddisfazione hanno espresso Maria Laura Vannini Gabrielli, nella duplice veste di Presidente dell’Inner Wheel Club di Sansepolcro e relatrice, e da Susanna Soriente, Presidente della FIDAPA Alta Valle del Tevere.


Una conferenza di grande spessore a cui hanno partecipato quali relatori anche il Dott. Renato Mandarano, medico di Chirurgia Generale specializzato nella mastectomia, e Giampiero Calagreti, promotore del progetto “Dragon Boat” al Lago di Montedoglio.
Il Dott. Renato Mandarano ha così introdotto la sua avvincente ed esaustiva relazione sul linfedema dell’arto superiore: Il tumore al seno è il più diffuso nella popolazione femminile ed è anche quello a maggior impatto emotivo. Per questa ragione è importante garantire un percorso di cure quanto più possibile sereno e privo di complicanze, soprattutto di quelle evitabili con una corretta informazione e con un intervento riabilitativo.


Altrettanto interessante la relazione di Maria Laura Vannini Gabrielli sull’ “Approccio Bio Psico Sociale nel percorso di cura delle donne operate al seno”. La relatrice ha sottolineato che la riabilitazione in Oncologia è un percorso che accompagna la donna in tutte le fasi di recupero fino alla ripresa e ha dato indicazioni su cosa ha bisogno una persona che ha un problema oncologico. Ha parlato del Gruppo Oncologico Multisciplinare dei tumori alla mammella, delle problematiche fisiche dopo un intervento chirurgico al seno, della fisiokinesiterapia individuale e di gruppo, della terapia drenante intensiva in caso di linfedema, del drenaggio linfatico normale e della pressoterapia sequenziale, sottolineando – a tal proposito – che il Calcit Valtiberina presieduto da Francesco Pittaccio (presente alla videoconferenza), ha donato al Reparto di Oncologia dell’Ospedale di Sansepolcro un apparecchio elettromedicale di pressoterapia sequenziale professionale; donazione alla quale l’Inner Wheel Club di Sansepolcro ha contribuito con l’acquisto di una fascia addominale a due settori, indispensabile completamento di tale strumentazione. Ha infine indicato quali sono i percorsi di recupero del benessere fisico e sociale, fra i quali il Dragon Boat.


Infine, è intervenuto Giampiero Calagreti per illustrare il progetto Dragon Boat al Lago di Montedoglio. È una disciplina sportiva benefica sia per lo spirito che per il fisico delle donne operate di tumore al seno.

Si pratica con barche lunghe circa 13 metri e larghe 1 metro con la testa e la coda di drago. Le barche possono ospitare 20 atleti che pagaiano al ritmo scandito dal tamburino che siede a prua, mentre il timoniere, a poppa, mantiene la rotta con un timone lungo circa 3 metri. L’imbarcazione, che onora la memoria della “mamma-coraggio” Silvana Benigno, sarà a breve operativa al lago di Montedoglio.
L’Inner Wheel Club di Sansepolcro contribuirà al progetto Dragon Boat con una donazione.

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Sabato 26 giugno 2021 ore 10.30: Intitolazione Piazza delle Tabacchine

Sabato 26 giugno 2021, ore 10.30, a Città di Castello intitolazione di Piazza delle Tabacchine: la denominazione da seguito all’indicazione della Commissione Assetto del Territorio che nel 2018 ha dato parere favorevole a tre intitolazioni nella riqualificata zona EX FAT e della Giunta che l’ha fatta propria. In particolare via del Campaccio, che, nel tratto di strada che inizia da Via delle Santucce e, con un percorso rettilineo, termina in Largo Giovanni Muzi; Piazza delle Tabacchine, appunto, l’area ricompresa tra Via delle Santucce, Via del Campaccio, Via Guglielmo Oberdan e Via Borgo Farinario; via Silvio Donadoni, che inizia da Via del Campaccio e con un percorso a ferro di cavallo termina sempre in via del Campaccio.

Una parte della piazza è stata dedicata a verde pubblico: su due distinti livelli corrispondenti al piano del garage sottostante la piazza stessa, con l’emergenze delle antiche mura dell’anfiteatro romano e la parte alta al piano di via Borgo Farinario e via delle Santucce con le relative residenze prospicienti del centralissimo rione Mattonata. Il giardino verrà completato con apposizione di segnaletica informativa sui contenuti storici/archeologici del sito a cura della Soprintendenza dell’Umbria e degli archeologi incaricati, al momento non ancora disponibili. L’intitolazione promossa dal Comune di Città di Castello in collaborazione con Fat e Fintab sarà aperta dalla Filarmonica comunale G. Puccini e preceduta dagli interventi ufficiali del sindaco Luciano Bacchetta, del presidente FAT Fabio Rossi, del presidente Fintab spa Alessandro Pennati Belluschi, dell’assessore ai Lavori Pubblici e vicesindaco Luca Secondi, da Dino Marinelli, storico locale.

Al termine sarà scoperta la targa di intitolazione. Il maestro Fabio Battistelli e la cantante Sara Peli evocheranno l’epoca in cui l’occupazione delle tabacchine era più consistente e nella quale questa tipologia umana e professionale ha iniziato a diventare un tipo sociale per il territorio tifernate. L’organizzazione sta lavorando ad un intervento in prima persona di chi ha vissuto quella stagione di progresso sociale e materiale, che ha più o meno direttamente influenzato ogni famiglia di Città di Castello. Quindi si procederà alla scoprimento della segnaletica. A seguire la Visita alla Mostra permanente dentro locali FAT. L’Amministrazione comunale ringrazia l’archivio fotografico Marcello Mencaccini, che ha messo a disposizione la foto usata per la comunicazione, la Pat e l’associazione Carabinieri a Cavallo.

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“Malakos” la collezione privata di conchiglie più granded’Europa: oltre 600mila esemplari catalogati in una banca dati a portata di click. Più di tremila “pezzi” provenienti da tutti i mari del pianeta custoditi in quaranta teche nel complesso di Villa Cappelletti

“Malakos”, il giro del mondo in una conchiglia: la collezione privata più grande d’Europa, con circa 600mila esemplari catalogati in un’apposita banca-dati, fruibile per tutti dal portale di Research Gate. Il museo malacologico “Malakos” a Città di Castello presso Villa Cappelletti nel complesso del Centro delle tradizioni popolari “Livio Dalla Ragione”, si compone di 40 teche e quasi 3000 esemplari, disposti come un viaggio esplorativo del mondo attraverso le conchiglie di tutti i mari. La sezione di biologia introduce al mondo dei molluschi con le loro incredibili curiosità; la sala di paleontologia ricostruisce come si è formata la terra con esemplari di invertebrati del lontano passato. Le sale di biogeografia illustrano la fauna e le abitudini di vita di ogni mare. Inoltre le teche propongono ambienti inusuali come i pericolosi mangrovieti e le zone abissali, esemplari curiosi come lumache di terra dalle dimensioni decisamente extralarge e predatori marini dal veleno mortale. Malakos ospita al suo interno anche un’imponente barriera corallina, ricostruita da materiali di un sequestro del corpo forestale dello stato con specie mai viste. Il visitatore all’ingresso viene introdotto in un percorso sensoriale inedito in grado di ricostruire l’habitat naturale da dove provengono le conchiglie e gli altri esemplari marini o di acqua dolce, rari e tavolta unici: il rumore delle onde del mare, l’acqua che sbatte contro gli scogli e i profumi inebrianti di agrumi e della macchia mediterranea o località dei tropici. L’idea di questo vero e proprio “paradiso terrestre”, un museo malacologico, nasce nel 2005 quando Gianluigi Bini, 70 anni, biologo fiorentino trapiantato da oltre 20 anni a Città di Castello, un’autorità in materia ( Aubry, noto malacologo di fama mondiale gli ha dedicato una specie, “Cinguloterebra binii” per il grande contributo apportato alle scienze malacologiche) inizia a progettare assieme alla moglie Wanna un’esposizione di tutte le conchiglie raccolte nella sua decennale esplorazione dei fondali marini a bordo di navi oceanografiche. Ha raccolto e studiato circa 15mila specie diverse, provenienti da ogni angolo del mondo, dal Polo Nord al Mare Adriatico. Impianta un primo nucleo nei locali a piano terra della Pinacoteca comunale (nel palazzo che ospita le opere dei maestri del Rinascimento, Raffaello e Signorelli in particolare) che presto diventano stretti per un patrimonio di esemplari che sfiora i 600 mila reperti.

Il comune di Città di Castello ha fin da subito creduto in questo straordinario progetto, affidandogli parte di Villa Capelletti, attuale sede inaugurata domenica scorsa, per sviluppare un vero centro di Educazione Ambientale aperto a tutti, dove è possibile ospitare anche mostre temporanee di ogni disciplina naturalistica e dove gli studenti potranno avere a disposizione microscopi ed altre attrezzature per fare esperienza. Riferimento del CNR-ISMAR di Bologna che invia periodicamente campioni per l’esame microscopico, Gianluigi Bini ha incassato i complimenti del Principe e della Pricipessa Akishino del Giappone che durante la loro visita in Italia nel 2017 hanno voluto visitare in anteprima la collezione di Città di Castello rimanendo colpiti dalla ricchezza e qualità degli esemplari esposti. Biologo, appassionato della natura, degli animali e di tutti gli esseri viventi che popolano la terra il Professor Bini qualche volta però ha superato situazioni a dir poco pericolose riuscendo però oggi a raccontarlo. “Ovviamente fra deserti, foreste ed oceani, diciamo che me ne sono successe diverse – precisa con disarmante calma il professore – ma fortunatamente mai così gravi da rischiare veramente la vita. Due volte però, se si può dire, me la sono veramente fatta addosso e tutte e due le volte con gli squali. Una volta con tigre un po’ troppo curioso ed un’altra volta con una grossa femmina di squalo bianco. Quando studiavo Biologia Marina alla James Cook University a Townsville, nel nord del Queensland, al quel tempo l’istituto studiava anche la possibilità di mettere a punto un repellente per gli squali. Io, infarcito di tante nozioni, ma privo d’esperienza, non vedevo l’ora di partecipare al primo test diciamo “dal vivo”. Il primo grosso squalo che vidi era un grosso maschio di tigre. I miei colleghi ed io eravamo in soli tre metri d’acqua nei pressi di Magnetic Island, proprio di fronte a Townsville, una fantastica barriera corallina dove andavamo ogni settimana a studiare. All’improvviso il mio collega, molto più esperto di me, m’indicò un branco di acanturidi blu che fuggivano e subito dopo apparve un grosso tigre. Era a meno di due metri da me, ma per fortuna segui i grossi pesci: ho ancora impressa nella mente la sua possente dentatura bianca. Una paura tremenda.

Un’altra volta eravamo nella Baia di Melbourne, poco al largo di Capo Intended. Eravamo in gabbia proprio per testare i repellenti. Dalla nave appoggio avevano pasturato per richiamare gli squali. C’era una groppa femmina di squalo bianco molto curiosa che, per disgrazia s’impigliò con la cosa in una delle catene di discesa della gabbia. Era lunga più di quattro metri ed il suo peso doveva essere vicino ai 7-800 chili. Una tempesta di botte, morsi alla gabbia, ma per sua e nostra fortuna dalla nave appoggio sganciarono la catena e lo squalo scomparve in un attimo; feci in tempo a recuperare questo grosso dente che si era spaccato mordendo la gabbia: un bello spaghetto. Ma ne avrei tante da raccontare, ma alcune non le voglio ricordare, perché finirono decisamente nel peggiore dei modi; un amico morto per un morso sul collo di un Mamba verde in Tanzania ed altre brutte avventure”. Un personaggio affascinante il Professor Bini, curioso con il desiderio e la tenacia di studiare ancora, di approfondire, di conoscere, che non si scompone più di tanto quando qualcuno gli fa notare la mancanza di collegamento fra una collezione record ed unica come quella del museo e il luogo dove si trova, l’Umbria, Citta’ di Castello, una citta’ bellissima, rianascimentale e contemporanea, di Raffaello e Burri, ma senza mare: a cento chilometri la costa adriatica e a 50 il lago Trasimeno e il fiume Tevere, acqua dolce ovviamente. “La cultura, scientifica od artistica che sia, non può avere limitazioni o costrizioni territoriali, come ben lo dimostra il Museo Egizio di Torino che, dopo quello de Il Cairo, è il più importante al mondo.

Con questo, ovviamente – risponde con il piglio dello studioso – sarebbe assurdo comparare l’importanza fra la giovane struttura alla quale ho dato vita con le mie collezioni, con l’incommensurabile patrimonio mondiale rappresentato dal Museo Egizio di Torino, voglio solo dire che qualsiasi luogo è idoneo per dar vita ad un’iniziativa culturale.” “Quello che io ho fatto mettendo a disposizione di tutti la mia collezione, è solo il primo mattone di progetto molto più ampio che, in estrema sintesi, è questo: nel giro di un paio di generazioni spero che si possa venire a creare una collezione di riferimento mondiale per gli studi della Malacologia. Donazioni, lasciti, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.” A proposito di donazioni, Guglielmo Biraghi, giornalista, critico cinematografico di livello internazionale ha consegnato al mueo la sua grande collezione di circa 30.000 esemplari, Carlo Cavalieri, parte della sua collezione donata dalla madre, circa 5000 esemplari e l’Architetto Marco Bettocchi – specialista della famiglia Conidae ha donato tutta la sua collezione dei Conus delle Isole del Capoverde (dove oggi vive) circa 1200 esemplari. Attilio Pagli (uno dei maggiori enologi italiani), specialista della famiglia Pectinidae, ha donato la sua intera collezione (circa 3000 esemplari) ed oggi per il museo cura le collezioni dei micromolluschi mediterranei, donando continuamente materiali. Il professor Gianluigi Bini si avvale della preziosa collaborazione della dottoressa Debora Nucci, Biologa, responsabile della direzione operativa del museo e di tutte le iniziative didattiche, e della dottoressa Beatrice Santucci (Naturalista e Biologa dell’Evoluzione) che da circa un anno si occupa della ricerca. “Il rinnovato polo scientifico-museale rappresenta una vera e propria perla nel panorama mondiale di un settore che interessa non solo studiosi ed addetti ai lavori, ma scuole, famiglie, turisti.

Ora ci sarà un occasione in più per visitare l’Umbria e la nostra città, ancora più ricca di proposte culturali, scientifiche e didattiche grazie al prezioso lavoro portato avanti negli anni dal Professor Bini e dal suo staff che il comune ha sempre sostenuto”, hanno precisato il sindaco Luciano Bacchetta e l’assessore alla Cultura, Vincenzo Tonafelli. Domenica 20 giugno si è svolta l’inaugurazione ufficiale con la presentazione del nuovo laboratorio didattico e di nuove sale e corner espositivi all’interno del museo grazie al contributo del Lions Club di Città di Castello Host, al Lions Club di Umbertide ed il Leo Club. Sabato 26 giugno alle ore 16 ci sarà il taglio del nastro per bimbi, famiglie e tutti coloro che vogliono visitare il Nuovo Malakos. Ora il museo possiede un luogo dove accogliere anche i numerosi studiosi che da tempo chiedevano di venire a lavorare con le preziose collezioni. L’Associazione Malakos ODV inoltre, che si occupa della gestione del Museo, ha contribuito a rinnovare alcuni corner espositivi con aggiornamenti e rivisitazioni. È stata creata una nuova sala di Etnomalacologia con reperti rarissimi e provenienti da ogni parte del mondo, verrà esposto per la prima volta a Città di Castello un autentico chiocciolaio del Mesolitico Siciliano, risalente a circa 10.000 anni a.C. Sono stati inoltre restaurati gli spazi comuni di accoglienza e la sala relax è dotata di ogni comfort per famiglie e adulti curiosi ed appassionati; un Exhibit interattivo che fonde storytelling e cultura marinara renderà la pausa più ricca e stuzzicante. Il polo scientifico, Museo Malacologico, “Malakos”, è aperto al pubblico dal martedì al venerdì: 10-12,30 e 15-17, il week-end e festivi fino alle 18. Chiuso il lunedì, il 25 dicembre e 1 gennaio. Info: 349.5823613 – 075.8552119. www.malakos.it, info@malakos.it, FB e IG: museo malakos. Il Museo è su Google Arts and Culture ed è possibile fruire di foto ad alta risoluzione dei fotografi Anna Fabrizi ed Enrico Milanesi. Google Arts ad Culture: Museo malakos.

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Subito un consiglio comunale straordinario per discutere il futuro dei servizi e dell’ospedale cittadino. A chiederlo i gruppi consiliari di opposizione

I gruppi consiliari di opposizione (Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Umbertide Cambia) hanno richiesto formalmente  la convocazione di un consiglio comunale straordinario.
Dopo il presidio davanti all’ospedale e la presentazione dell’ordine del giorno sui servizi sanitari, ecco arrivare la richiesta di un consiglio comunale per affrontare le tante tematiche rimaste inevase e soprattutto per discutere le proposte relative all’ospedale e ai servizi sanitari del territorio.
“Sui servizi – affermano i consiglieri – auspichiamo che tutto il consiglio comunale sostenga le nostre proposte, che non sono contro qualcuno ma per mantenere saldo il diritto alla cura e alla salute di tutti i cittadini”.

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Confermato il presidente Cappetti alla guida della Cooperativa Taxi Arezzo. Eletti anche vicepresidente e quattro consiglieri direttivi

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Rinnovati i vertici della Cooperativa Taxi aderente a Confartigianato Imprese Arezzo. La cooperativa, nata nel 1993, è ancora oggi l’unica cooperativa di taxi di Arezzo rappresentativa di tutte le imprese della città.

Nella carica di presidente è stato confermato Andrea Cappetti. Al suo fianco come vicepresidente con delega al Marketing è stato nominato Pietro Fazzuoli, Consigliere con delega alla Comunicazione è Francesco Daveri mentre Luca Donati e Francesco Pasquetti saranno i due consiglieri con delega alla contabilità.

Al Presidente Cappetti e ai colleghi che lo affiancheranno in questo mandato vanno le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro di tutta la categoria, che attualmente conta 19 taxi in servizio ad Arezzo.

L’impegno dopo i durissimi mesi legati all’epidemia di Covid, con tutte le restrizioni che ne sono derivate, e che ha colpito pesantemente la categoria, è quello di un rilancio nell’ottica di offrire un servizio sempre puntuale e sicuro agli aretini e ai visitatori, che ci si augura tornino ancora più numerosi per apprezzare le tante attrattive che Arezzo e il suo territorio possono offrire.

Anche in tempo di Covid tuttavia i taxi di Arezzo hanno saputo dimostrare sensibilità e solidarietà, offrendo il servizio gratuito per accompagnare gli anziani a fare il vaccino. Proseguono inoltre altri servizi, come quello che, in collaborazione con le Concessionarie Auto, mette a disposizione corse gratuite per tornare in centro città a tutti gli automobilisti che hanno dovuto lasciare l’auto in riparazione dal meccanico o dal concessionario per il tagliando o l’ultimo nato in seno al Comune di Arezzo che si propone l’utilizzo di voucher del valore pari al 50% della corsa per una larghissima platea di fruitori. Riguardo questo ultimo servizio, che sarà disponibile fino al 31/12/2021 è possibile reperire ulteriori informazioni direttamente presso la Cooperativa Taxi o presso gli uffici comunali.

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Provincia – Il Consiglio approva il Bilancio di previsione 2021-2023. Bacchetta e Borghesi: “Equilibrio finanziario, ma con situazioni da risolvere. Urgente sistemare il credito con la Regione”

Con 7 voti favorevoli della maggioranza e 5 contrari dell’opposizione il Consiglio provinciale ha approvato il Bilancio di previsione per il triennio 2021-2023.

Il documento finanziario è stato illustrato all’assemblea dalla consigliera Erika Borghesi, con delega al bilancio.

“Nonostante permangano delle criticità che nel medio-lungo periodo possono  metterne in crisi la tenuta, si tratta di un bilancio in equilibrio finanziario – ha detto Borghesi – La principale di queste riguarda l’annosa questione del mancato riconoscimento da parte della Regione Umbria di adeguate risorse a favore della Provincia per l’esercizio delle funzioni regionali attribuite con la legge regionale n.10/2015. Infatti, dall’anno 2016, la Provincia di Perugia, pur in assenza di previsione di copertura finanziaria da parte della Regione, sta gestendo tali funzioni, tra cui la viabilità regionale, utilizzando risorse umane, finanziarie e strumentali proprie. Le spese sostenute sono state prontamente e regolarmente rendicontate a Palazzo Donini, senza ricevere, ad oggi, riscontro nel merito”.

Per quanto riguarda le entrate, si stima ancora per l’anno 2021 una riduzione rispetto al gettito pre-pandemico di circa 1,8 milioni; tale riduzione di risorse in entrata è tuttavia interamente coperta dal parziale utilizzo del fondo vincolato di cui ai trasferimenti del decreto “rilancio” del maggio 2020.

La spesa corrente conferma il trend di costante decrescita attestandosi a 90 milioni circa mentre la spesa per investimenti si conferma in aumento a testimonianza del ruolo di rilievo che l’Ente assume nel sostegno all’economia locale. Il totale della spesa per investimenti ammonta, nel triennio, a euro 173,8 milioni circa, di cui 80,1 milioni circa per interventi nel settore dell’edilizia scolastica, 20,7 ml. per interventi sul patrimonio provinciale, e 72,3 ml. per interventi sulla viabilità provinciale e regionale.

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