Servizi sanitari e liste d’attesa in commissione servizi sulla base di un documento di Castello cambia. Feligioni e Vallesi: “riorganizzazione in atto per migliorare prestazioni”

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Come migliorare i servizi sanitari e ospedalieri e accorciare le liste d’attesa: se ne è parlato in Commissione Servizi a Città di Castello sulla base di un documento di Castello Cambia, mercoledì 30 gennaio 2020. Il tema è stato introdottodal presidente dell’organismo Giovanni Procelli, che ha messo in evidenza “i pensionamenti nei medici di base che hanno provocato una ricollocazione dei cittadini con lunghi tempi di fila per la procedura di trasferimento”.  Luciana Bassini, assessore ai Servizi sociali, ha ringraziato Daniela Feligioni e Giuseppe Vallesi, direttore del presidio ospedaliero di Città di Castello e aggiunto che “le problematiche portate in evidenza da Castello Cambia sono reali e discuterne è la prima misura per provare a risolverle”. Era presente anche il consigliere regionale del PD Michele Bettarelli.
Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha illustrato il documento a partire “dalle liste d’attesa, che per qualunque richiesta specialistica quasi tutte prevedono mesi di attesa in particolare per i servizi poliambulatoriali del territorio. Vengono proposte visite in presidi molto lontani, che per persone non in grado di muoversi in autonomia risultano proibitive. Questo favorisce l’accesso alla corsia privata per avere una diagnosi in tempi celeri in contraddizione con gli investimenti cospicui che vengono fatta e con il carattere di servizio pubblico della sanità. L’organizzazione attuale non è soddisfacente. L’altra questione riguarda i medici di base: circa 6000 cittadini hanno dovuto cambiare medico, apprendendolo dai giornali e sostenendo file di centinaia di persone. Bisogna gestire questo passaggio che era ampiamente annunciato”. Daniela Feligioni, responsabile del Distretto sanitario ASL Umbria 1, sul cambio dei medici ha sottolineato di “aver implementato gli accessi degli sportelli ma è un processo iniziato tre anni fa. In questo lasso di tempo sono andati in pensione 11 medici di medicina generale con un notevole impatto. Secondo il contratto, la USL può dare informativa ai mutuati non prima di 15 giorni dal pensionamento, termine che ha coinciso con le vacanze estive e con quelle di natale. Abbiano un turn over complessivo di circa 400 medici, inviare le informative ha un costo di imbustamento e spedizione molto consistente. La notizia a mezzo stampa e sul sito con le alternative dei professionisti disponibili è stata pubblicata tempestivamente. Abbiamo raddoppiato il front office sia come postazioni che come orari e anche nel punto di Trentina, uno sportello del CUP era dedicato all’anagrafe sanitaria. Avevamo raccomandato di non presentarsi tutti nei primi giorni dato che altri medici della medicina di gruppo avrebbero potuto supplire grazie al fascicolo informatizzato o l’ambulatorio del blocco C dell’ospedale. Le misure di implementazione ci sono state ma c’è stato un congestionamento e l’afflusso non si è spalmato in tutti i giorni a disposizione. Le liste d’attesa sono dovute anche al fatto che abbiamo tante specialistiche. Nei presidi che ne hanno poche, la migrazione è normale. Ora il CUP ha 4 sportelli aperti dalle 10,00 a 12.30; tre sportelli negli altri orari e due fino alle 18.30; più il sabato mattina. Fanno prenotazioni, pagamento ticket, anagrafe sanitaria semplice, per procedure complesse su appuntamento c’è il punto di via Vasari. Rimangono i Famacup e sportelli CUP di secondo livello in oncologia, senologia e Breast Unit, Dialettologia e Odontoiatria. La libera prenotazione intra moenia ha un canale differente”.  Giuseppe Vallesi ha aggiunto: “Il problema c’è, dobbiamo definire i dettagli. Il problema delle liste d’attesa è una criticità nazionale. Per due ragioni: carenza di medici specialisti, se ne formano in Italia 7mila all’anno e ne servirebbero 10mila. E richiesta in surplus, quindi domanda inappropriata da parte dei medici di base su cui stiamo lavorando. In questo territorio le liste d’attesa riguardano solo alcune di pochi settori: gastroenterologia, risonanze, radiografie, visite ostetriche e le visite endocrinologhe. E’ stato recepito il Piano nazionale delle liste d’attesa dove ci sono nuovi RAO, tempi d’attesa a seconda di situazione critica con una scala che deve indicare il medico su quattro livelli; da 37 prestazioni sottoposte a RAO siamo passati a 71. Le prestazioni saranno distrettualizzate: i distretti dovranno garantire le prestazioni e il CUP è stato rimodulato in questo senso. La nostra sarà concentrata all’ospedale; se non ciò fosse possibile, disponibilità si sonda su ambito più grande. Dopo il primo accesso per via CUP, le successive verranno prenotate direttamente dal professionista dando continuità alla cura. Gli accertamenti necessari al trattamento o alla diagnosi saranno diretti non mediati dal medico di base. Ci saranno dei tempi di adeguamento e ci sono azioni per aumentare le prestazioni: lo facciamo in radiologia, la risonanza fa circa 25 esami al giorno e stiamo acquistando la nuova. Abbiamo fatto un bando per operatori privati ad integrazione, speriamo che rispondano operatori del territorio. Ci sono sistemi incentivanti dentro la struttura, in gastroenterologia e radiologia stiamo riorganizzando la struttura”.
Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, ha detto “nel cambio medici la colpa sembra essere dei cittadini ma la comunicazione non è stata efficente. La pianificazione nei medici di base va fatta con i tempi giusti e le disponibilità del CUP erano insufficienti.
Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha criticato l’assenza del sindaco: “Più volte ho denunciato la carenza di servizi, le liste d’attesa e carichi di lavoro eccessivi per medici e infermieri. Aggiornare e rivedere la Carta dei Servizi presentata qualche anno fa, potrebbe essere la strada per mettere nero su bianco. Dobbiamo avere dati numerici per fare raffronti. C’è sempre la mobilità in entrata o è maggiore quella in uscita?”. Tiziana Croci, consigliere del PSI e operatrice della sanità, ha detto che “il paziente viene dimesso con la dose di terapia del giorno”. Su proposta di Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, Procelli ha detto che la commissione sarà riconvocata in tempi ravvicinati e con maggiori dati a disposizione per continuare ad approfondire il tema”.

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