Mozione di Castello Cambia su contraccezione responsabile

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Approvata a maggioranza la mozione di Castello cambia che impegna la Giunta di Città di Castello ad attivarsi verso la Regione Umbria per implementare i servizi dei Consultori, promuovere, campagne e programmi di educazione alla salute all’ affettività e l’educazione sessuale, sostenere deliberazioni di legge che consentano l’accesso alla contraccezione gratuita da parte di alcune categorie”.
Tracciando un quadro della situazione italiana che si presenta in ritardo nel quadro europeo, il consigliere comunale di Castello Cambia Emanuela Arcaleni ha illustrato al consiglio comunale di Città di Castello nella seduta di lunedì 12 aprile 2021 il dispositivo della mozione per l’informazione e la contraccezione responsabile ed in particolare: “impegna la Giunta di Città di Castello nei confronti della Giunta implementare nel nostro territorio implementare la rete dei servizi dedicati alla tutela della salute dei giovani attraverso un ampliamento dei servizi dei Consultori, stimolando la creazione di spazi e orari dedicati alle giovani generazioni; promuovere, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e l’Università, i servizi sociali, i centri aggregazione giovanile e i servizi sanitari Asl, campagne e programmi di educazione alla salute all’ affettività e l’educazione sessuale, differenziando i contenuti tra gli ordini di scuole secondarie di primo e secondo grado; promuovere azioni di stimolo e pressione affichè anche nella Regione Umbria, come già avvenuto in altre Regioni, si possa arrivare a deliberazioni di legge che consentano l’accesso alla contraccezione gratuita da parte di alcune categorie, come i giovani dai 14 anni ai 25; le donne in età fertile disoccupate/con figli a carico/in situazione di precarietà, donne tra i 25 e i 45 anni che abbiano scelto la contraccezione nel post partum, oppure a seguito di una interruzione della gravidanza, raccomandando il dovuto rispetto delle scelte e della dignità delle persone”. L’assessore alle Politiche sociali e Pari Opportunità Luciana Bassini ha detto: “I consultori sono ancora oggi nel quadro dell’assistenza socio-sanitaria un presidio di progresso, promozione della salute e protezione. Lo sviluppo di questi servizi non è stato omogeneo e questo ne ha minato la funzionalità. Sviluppiamo la riflessione sui consultori anche a livello regionale. Con grande dispiace dalla nascita o visto l’involuzione ambulatoriale dei consultori. Sostengo il rilancio, non facciamo passi indietro”. Benedetta Calagredi, consigliere del PSI, ha annunciato a nome del gruppo “sostegno alla mozione, in questi momenti si rischia che alcuni tempi facciamo passi indietro. Specialmente nel nostro territorio il consultorio è molto importante. Sulle campagne di educazione affettiva e sessuale, sono molto d’accordo ed è un problema molto sentito. Le scuole oltre che le famiglia hanno un ruolo. La contraccezione è gratuita per legge. Se qualcuno ha difficoltà etiche rispetto questo concetto, pensi al vantaggio economico del sistema sanitario, evita gravidanze indesiderate ed aborti e permette una prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e nella cura di altre patologie. Si allo stimolo alla Regione”.Giorgio Baglioni, capogruppo della Lega, ha parlato di una legge di iniziativa della Lega in regione dove “si perseguono politiche per la famiglia, la natalità e al rafforzamento del ruolo dei consultori. In un periodo di forte denatalità, bisogna intervenire per mettere le famiglie in condizione di fare dei figli. Ci sta promuovere campagne di educazione nelle scuole ma non regalando con i soldi dei contribuenti contraccettivi ai giovani. E’ sufficiente quanto intrapreso dalla Regione”. Letizia Guerri, consigliere comunale del Pd, ha detto: “La mozione ricorda un documento firmato da buona parte del consiglio comunale dopo il caso della RU 486; è vero i consultori sono stati depotenziati e hanno grandissimi problemi di organico in termini di personale e di strutture. Nascono come servizi del territorio, che il Covid ci ha insegnato a rivalutare. I ragazzi hanno bisogno di essere informati: l’età del primo rapporto sessuale si è abbassata alle scuole medie. Si può chiudere gli occhi o si deve informare sulla salute e sulla contraccettività gratuita, che nel 2021 non può essere un tabù. Il sostegno alla famiglia non può essere in contrasto con la salute dei giovani. La 194 è una legge dello stato. Chiedo di inserire un impegno alla Giunta nei confronti della Giunta regionale ad attivarsi nel senso della mozione”. Marco Gasperi, capogruppo del Gruppo Misto, ha detto: “Non è regalando contraccettivi che si risolve il problema, dobbiamo andare dai ragazzi ed educarli all’affettività e alla sessualità. Dobbiamo dire alle ragazze che è brava chi si laurea non chi si mostra sui social. Sono favorevole al dispositivo e a sollecitare la Regione”.

Nella replica Arcaleni ha sottolineanto “anche per le visioni diverse portate al dibattito. Nel dispositivo la contraccezione è un aspetto finale del percorso ed accessorio. Informazione e formazione sono gli step prioritario. La scuola può potenziare questi percorsi ed è necessario un approccio multidisciplinare. A Baglioni dico che la pianificazione familiare non è in contrasto ma è complementare per combattere la denatalità. Non serve certo impedire la contraccezione per aumentare i bambini nati. Servono misure concrete e risorse per le politiche famigliari. Costringere ragazze giovanissime ad una gravidanza non è la strada. Accetto l’emendamento proposto dalla Guerri”.

Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, nella dichiarazione di voto ha detto: “Anch’io non avevo colto la complementareità tra pianificazione familiare e sostegno alle famiglie nella mozione. Sui contraccettivi c’è un accento molto esplicito e reiterato. La scuola affronta questi temi ma anche le famiglie dovrebbero, avendo il compito di accompagnare i ragazzi nella crescita personale e sociale: il motivo per cui voterò contro è il come si affronta l’argomento della sessualità. Io non penso che mettere in mano a mio figlio un preservativo non sia una risposta. Non sono d’accordo su questo materialismo per un tema così sensibile e anche la scuola lo deve affrontare in accordo con le famiglie, non ideologico ma parentale. La pillola abortiva fai da te a casa era infarcita di buone intenzioni a favore della maternità ma una volta che la regione ha recepito le linee del governo, la mozione è stata ritirata alla velocità della luce e gli input sulla maternità erano chiaramente in secondo piano”.

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