Sabato 21 settembre alle ore 17.30 nell’Ala Nuova della Pinacoteca Comunale di Città di Castello inaugurazione della mostra personale dell’artista Mario Diotalevi dal titolo “Mutazioni (opere dal 1973/2024)” e curata dal Prof. Alberto Dambruoso. La mostra si potrà visitare fino a giovedì 10 ottobre 2024. In questo viaggio l’artista si è avvalso di una parte ludica, una onirica ed una catarsi per trovare soluzioni costruttive inerenti al concepimento delle sue opere. Con il suo lavoro cerca di comunicare nuove sensazioni tali da liberare la mente dell’osservatore e guidarlo con la fantasia a ragionare su temi astratti o reali. Il processo creativo in principio si è avviato da una figurazione paesaggistica, e ha continuato a variare nel tempo a seconda della tecnica e dei materiali usati. La sua forma espressiva nell’arco degli anni si è sempre evoluta, possiamo dire, che ha avvertito la necessità di trasformarsi. In queste raffigurazioni Diotalevi ha ricorso a simboli che stilizzano con ironia ed enfasi la rappresentazione di significati antropologici e sociologici. Ricorrono frequentemente la palma ed il cipresso come rappresentazione di oriente e occidente, spesso uniti dalla piccola casa, simbolo e fulcro della famiglia. Il piccolo uccello simboleggia la natura con tutte le sue fragilità mentre Il serpentello raffigura come la presenza del peccato e la vita. Dopo questo periodo figurativo, ad ora il periodo più lungo, ha continuato il suo percorso tramite forme astratte, usando altri materiali e mezzi. Si parte dal periodo a cera su carta giapponese, dove è ancora in parte presente la figura ma in forme stilizzate, per poi passare alle ossidazioni su carta di superficie astratte. In seguito l’utilizzo di vetri con rilievo posti sopra rappresentazioni sia astratte che figurative (collage), da qui è ritornato all’uso di una resina adesiva P22 che trattata con colore dà vita a strane figure in rilievo. I materiali usati sono vari tra i quali spiccano cemento, rami di alberi, lamiera, vetro, gomma, resina, pigmenti di colore e altro materiale secondo la necessità espressiva. L’artista cerca di trovare e rileggere forme di una poeticità repressa, raccontando stati d’animo con forme semplici, che si possano interpretare intimamente, in un dialogo tra opera e spettatore.
Chi è Mario Diotalevi: artista autodidatta nato nel 1956 a Città di Castello dove tuttora vive e lavora. Ha realizzato le sue prime pitture su piccoli pezzi di lenzuola che sua madre gettava, trattando le tele con gesso e colla e usando come colore le terre e gli ossidi. All’età di 17 anni si è sviluppato un maggiore interesse quando è approdato ai colori in tubetto, questi permisero di cimentarsi sulla tela intelata dove rappresentava dal vivo paesaggi e figure dei dintorni della sua abitazione. Già dai primi lavori avvertiva l’esigenza di ampliare le conoscenze didattiche ed artistiche che da autodidatta erano assai scarse, questo perché all’interno della sua famiglia l’arte era qualcosa di effimero verso la quale non si poteva spendere il già scarso denaro. Nonostante le varie difficoltà, Diotalevi ha avuto la forza e la costanza di andare avanti ed interessarsi tramite riviste e libri che trovava in gallerie private e musei. Nella giovinezza provava “il piacere dell’ambizione” nell’esporre i suoi lavori, ma con il passare del tempo si è affievolita anche a causa di tristi eventi così come per una personale difficoltà nel relazionarsi in ambito artistico. Il suo percorso espositivo è iniziato negli anni 80 con una personale presso la galleria Il Pozzo, in seguito alla galleria Arte 2 di Città di Castello. Diverse sue esposizioni degli anni 80 si sono tenute presso la galleria il Gianicolo (Perugia) e negli anni 90 alla galleria Weber di Torino, ed anche in altre gallerie private.