Home Blog Page 1017

Loggiato Gildoni a Città di Castello: il PD chiede interventi su porte, volatili e servizi igienici

Loggiato Gildoni in consiglio comunale a Città di Castello: nella seduta di lunedì 19 ottobre 2020, gli esponenti del Pd di Città di Castello Luciano Tavernelli e Massimo Minciotti hanno posto in evidenza la situazione del Loggiato Gildoni in particolare chiedendo se il controllo delle telecamere è attivo. Le porte scorrevoli sono state spesso danneggiate e questi atti vandalici le rendono in manutenzione permanente. Inoltre la riqualificazione dei bagni pubblici non è mai decollata. Pianifichiamo la riqualificazione anche a pagamento, secondo le direttive europee, ponendo particolare attenzione ai bagni per disabili, persone di per sé ostacolate dalla presenza di barriere architettoniche. Nonostante i numerosi e costosi interventi, con investimenti complessivi di 176 mila euro finanziati dal Gal Alta Umbria, il loggiato rischia una situazione di degrado che non ci possiamo assolutamente permettere e che favorisce di nuovo l’ingresso e la presenza di volatili, vanificando tutta la sanificazione e le opere realizzate”.


L’assessore al Patrimonio Monica Bartolini ha risposto: “Non sono più presenti volatili, grazie anche agli interventi di ripristino delle porte scorrevoli. Rispetto ai servizi igienici pubblici, sono stati sistemati e riqualificati. Ci sono stati volontari dell’AUSER e dipendenti della Cooperative del Verde ma una persona 24 ore su 24 è molto difficile. Per questo stiamo valutando, come avviene in altre città anche estere, l’installazione di bagni autopulenti a gettoni. Abbiamo chiesto preventivi che sono arrivati in questi giorni. Valuteremo anche con l’assessore al Bilancio. Le telecamere sono una soluzione ma rimangono criticità. Non ci sono internamente ma solo esternamente”. Nella replica Tavernelli ha parlato “delle Logge come uno spazio che non riesce a decollare. E’ la galleria del centro storico ma nonostante i recenti investimenti, gli ultimi quasi 200mila euro, la ristrutturazione dei locali, gli spazi inferiori sono abbandonati. Il problema dei volatili non è stato risolto: i piccioni passano e nidificato e i lavori per evitarlo sono stati inutili perché le porte non sono montate in modo corretto. I bagni si autofinanziano. I bagni autopulenti non sono la soluzione. Devono essere custoditi e a pagamento, un euro. Chiediamo poi le telecamere. Individuiamo anche altre zone, tra cui gli ex pallai. Nella zona del plateatico vanno riattivati e alla stazione ferroviaria. Sono bagni pubblici da mettere in rete per un servizio all’altezza del 2020”.

Commenti

Nuova luce a Fighille. Il Comune installa lampioni LED: Paladino e Carlini “Continua l’impegno per rendere le nostre strade sempre più sicure”

A Citerna sono iniziati i lavori per l’installazione di nuovi lampioni LED nelle strade di via Allende, via Gramsci e via del Mulino, nella frazione di Fighille.
“Continua così – afferma il sindaco Enea Paladino – l’opera intrapresa dalla nostra amministrazione, al fine di sostituire tutti i corpi illuminanti del nostro Comune e installarne dei nuovi in località non illuminate”.
“Con l’installazione dei lampioni LED – aggiunge il vicesindaco Paolo Carlini, con delega ai lavori pubblici – portiamo avanti una politica di sostenibilità e tutela dell’ambiente, dando una nuova e migliore luminosità alle nostre strade e, non da ultimo, portando un importante risparmio economico per le casse comunali”.

Commenti

Lignani (Fd’I) “La discussione sul destino dell’ospedale di Città di castello è sterile e pretestuosa; non sarà uno dei due ospedali total covid”

“Una chiamata alle armi non motivata dal vago sapore di campagna elettorale: ad essere complottasti si potrebbe pensare alla creazione di un falso problema per poi acquisire i meriti di averlo scongiurato. In questo periodo la Regione sta cercando di costituire presidi COVID anche negli ospedali che ancora non li hanno, tra le comprensibili lamentele dei Sindaci interessati. Città di Castello, tutta insieme, maggioranza e opposizione, ha  contribuito alla solidarietà regionale creando un presidio COVID che si è nel tempo allargato e che potrebbe nell’immediato futuro, in caso di necessità, ulteriormente ampliarsi. E’ bene che si sappia che i presidi senza rianimazione non possono accogliere malati gravi ; in ogni caso  la Giunta regionale sembra intenzionata in caso di aggravarsi dell’emergenza a coinvolgere per pazienti meno gravi tutto il territorio regionale.

Certo, la Regione Umbria è piccola e se la curva dei contagi malauguratamente  dovesse continuare la sua impennata non è da escludere la creazione di aree total covid da cui però Città di castello è esclusa per la sua posizione periferica che rende necessario il mantenimento delle cure anche per altre patologie. Non vogliamo prendere in considerazione il caso di un disastro pandemico perché in quel caso non sarebbe solo Città di Castello ma tutti gli ospedali umbri diventerebbero a forte rilevanza covid ma lasciamo tutto questo a una sciagurata remota possibilità. In sostanza non è il caso di creare panico in una Comunità che, come tutte, soffre di ritardi nell’erogazione dei servizi sanitari. Lasciamo i salvatori della patria e i masanielli alle pagine di storia e lavoriamo tutti insieme per preservare la nostra Comunità il più possibile da un’emergenza sempre più drammatica”.

Commenti

Fabbroni confermato nel consiglio nazionale di Confartigianato Legno

0

Leonardo Fabbroni, giovane e dinamico imprenditore aretino é il nuovo presidente regionale della federazione Legno Arredo di Confartigianato. Fabbroni, presidente provinciale della categoria, é anche stato confermato nel consiglio direttivo che affianca il presidente a livello nazionale.

La sua elezione, avvenuta all’unanimità, è una riconferma dell’apprezzamento che il suo impegno ha riscosso nella categoria. Già in passato infatti Fabbroni aveva ricoperto il ruolo di presidente regionale impegnandosi per far emergere le problematiche di un settore che ha risentito pesantemente delle crisi che si sono susseguite negli ultimi anni. Fabbroni è un convinto sostenitore del ruolo della formazione, anche nel campo della sicurezza, delle nuove tecnologie, dei nuovi materiali. Ha fortemente promosso campagne innovative di promozione e sensibilizzazione della qualità dei prodotti artigiani e da sempre si batte per una stretta collaborazione con gli istituti scolastici al fine di ridurre al minimo il gap tra scuola e mondo del lavoro. Nel contesto attuale Fabbroni intende più che mai attirare l’attenzione delle istituzioni su un settore, quello del legno arredo, che è strategico per far ripartire il Paese. “In particolare – spiega- i vari bonus che sono stati varati con detrazioni fiscali che arrivano fino al 110 per cento rappresentano ottime opportunità sia per le imprese che per i cittadini, ma occorre snellire fortemente la burocrazia ad essi collegata. Proprio per colpa della burocrazia e della farraginosità delle norme – sottolinea – queste misure non sono ancora partite come dovrebbero. Per questo – conclude – sarà fondamentale procrastinare la scadenza, ma meglio ancora sarebbe rendere strutturali questi benefici. E questo sarà uno dei nostri obiettivi principali  nei prossimi anni.”

Commenti

COVID-19 a San Giustino: aggiornamento quadro complessivo dei positivi sul nostro territorio

Sono 14 le persone positive, delle quali 13 poste in isolamento domiciliare e 1 ricoverata in ospedale.

Ribadiamo l’estrema necessità di adottare tutte le precauzioni utili al contenimento del virus:

utilizzo corretto della mascherina;

lavaggio frequente delle mani;

evitare assembramenti di qualunque genere.

La comunicazione arriva direttamente dalla pagina Facebook del comune di San Giustino

Commenti

Avis Umbria “continua nella nostra regione il calo delle donazioni, disponibilità  inferiori alle soglie minime indicate dai servizi ospedalieri”

Continua nella nostra regione il calo delle donazioni; le disponibilità sono inferiori alle soglie minime indicate dai servizi ospedalieri e, se persiste questo andamento, a breve potrebbero verificarsi stati di emergenza. Da qualche tempo si raccoglie meno di quanto i servizi consumano per dare una efficace assistenza a quanti ne hanno bisogno.
Tale situazione, che da qualche tempo si rileva, è stata anche oggetto di discussione nella recente assemblea regionale – tenutasi lo scorso 10 ottobre ca a S. Maria degli Angeli – Assisi.
In quella sede si è deciso di rinnovare la richiesta all’assessore regionale Coletto di un urgente incontro per concordare le strategie di intervento capaci di invertire l’andamento: occorrerebbero 40 donatori in più al giorno.
Lo stato attuale della pandemia non facilita la soluzione del problema, ma è troppo urgente per rinunciare ad una rinnovata azione organizzativa e gestionale dei Servizi.
Prossimamente l’ospedale della Media Valle del Tevere verrà di nuovo destinato a degenti Covid come nel recente passato e, conseguentemente, verrà chiuso il Punto di Raccolta Fisso al quale afferiscono centinaia di donatori che dovranno recarsi in altre sedi per donare.
L’Avis rinnova l’invito ai propri donatori periodici perché continuino il delicato servizio di volontariato con consapevolezza e responsabilità per non far mancare agli ospedali una risorsa vitale quale è il sangue e suoi componenti. A quanti non sono ancora donatori, e sono nelle condizioni di farlo, è rivolto un invito ad effettuare la scelta di diventarlo: la donazione di sangue è una scelta di vita ed un progetto di salute. Più donazioni, più sicurezza per tutti.

Commenti

Tela Umbra: Mascherina da “sera” per le grandi occasioni. Dai telai dell’800 esce fuori un capolavoro della tradizione tessile ispirata al momento che il paese sta vivendo

La mascherina ‘Luxury’ di Tela Umbra, si chiama così ed e’ già oggetto di tanti “mi piace” sul web (profilo Instagram in particolare), è realizzata con tessuto in puro lino e filo dorato.
Ogni pezzo è unico, essendo realizzati a mano e quindi è una “Limited Edition”.
“Questa mascherina in particolare essendo stata creata con filo dorato ha una trama diversa da quella tipica in solo lino”, precisano con un pizzico d’orgoglio le socie lavoratrici di Tela Umbra.
“Come si evince dalla foto, non ha il classico motivo a quadretti che si trova spesso sulle nostre tele e questo la rende unica nel suo genere e stile.” “E’ il nostro fiore all’ occhiello, una ulteriore e pregiata specializzazione della produzione che Tela Umbra talvolta propone con temi e progetti particolari con un occhio attento all’attualità”, ha dichiarato il Presidente Pasquale La Gala. Per informazioni ci si può rivolgere a Tela Umbra in Via S.antonio , aperto tutti i giorni tranne il lunedì pomeriggio: aperti anche la domenica con orario del museo
Il costo della mascherina è di €25. Tela Umbra

Il Laboratorio Tela Umbra, fondato nel 1908 dalla baronessa Alice Hallgarten e dal marito Leopoldo Franchetti, è una esperienza storica e produttiva unica al mondo. È l’unico Laboratorio nel quale vengono prodotti artigianalmente manufatti utilizzando lino puro, lavorati su telai manuali di fine ‘800, utilizzando disegni originali di epoca medioevale e rinascimentale. Alice Hallgarten Franchetti, giovane americana innamorata dell’Italia, passa interi pomeriggi camminando nelle campagne, in visita a povere case dove analfabetismo e malattie rendono ancora più difficile una vita già dura. Incontra donne che le narrano degli stenti cui sono costrette le loro famiglie mentre, sedute al telaio, tessono stoffe con arte e perizia tramandate per generazioni. È da quegli incontri che scaturisce la passione che maturerà radicalmente la vita di Alice e di quante la seguiranno nell’impresa. Prende vita, già chiara in lei, l’intuizione di consentire alle madri di esercitare quell’arte come in casa, accanto ai loro bambini; ma questa volta con strumenti efficienti, in un ambiente sano ed organizzato come impresa in grado di sostenersi negli anni. Le sarà allora preziosa, l’amicizia con Maria Montessori e la conoscenza del pensiero di quella giovane pedagoga. Nasce in quel momento, quel particolarissimo esempio di integrazione tra arte ed umanità che ancora oggi vive con il nome di Tela Umbra

Commenti

Motocross: a Città di Castello l’italiano Senior assegna 6 titoli

Saranno la pista di Città di Castello e il moto club Baglioni a ospitare, il weekend del 24 e 25 ottobre, l’atto conclusivo del campionato italiano Senior Innteck 2020. Dopo le tre prove fin qui disputate, rimangono da assegnare ancora sei degli otto titoli nazionali in palio e lo spettacolo si preannuncia elettrizzante, con un numero di iscritti che ancora una volta si mantiene sopra quota 200.

La situazione più incerta da determinare è quella della categoria Femminile, dove, complici anche gli scarti ammessi in via eccezionale dal regolamento di quest’anno, la classifica potrà essere completamente stravolta al termine delle manche in terra umbra.

Giorgia Montini – ph. Mxreport
Al momento la leader del campionato è Giorgia Montini (Husqvarna – Gaerne), grazie alla doppietta ottenuta nell’ultima prova di Montevarchi, ma alle sue spalle ci sono tre nomi fortissimi come Kiara Fontanesi (KTM – Fiamme Oro), Nancy Van de Ven (Yamaha – Megan racing Ghidinelli) e Francesca Nocera (Yamaha – Fiamme Oro), tutte in piena corsa. Occhio anche alle giovani Giorgia Blasigh (KTM – Crociati Parma) ed Elisa Galvagno (Yamaha – Ceres71), che potrebbero inserirsi nella lotta al vertice e togliere punti preziosi alle contendenti.

Luca Borz – ph. Ruggero Visigalli
Nella 125 Lorenzo Camporese (Kawasaki – Gaerne) ha preso il largo in vetta alla classifica e si presenta a Città di Castello con un ricco vantaggio da gestire su Luca Borz (Yamaha – Ala). Andrea Gino Laurenzi (KTM – A.m. Aretina), dominatore a sorpresa a Montevarchi, è balzato al terzo posto in classifica e cercherà un’altra grande prova per recuperare altri punti su chi lo precede. Ancora in corsa per il titolo, anche se solo matematicamente, ci sono pure Giacomo Zancarini (KTM – Mxone) e Leonardo Frosali (Husqvarna – Bonanni).

Fabio Occhiolini – ph. Mxreport
La categoria Superveteran si divide tra la Mx1, dove Fabio Occhiolini (KTM – A.m. Aretina) è a un passo dal confermarsi campione con un bel vantaggio su Tiziano Peverieri (Honda – Fagioli), e la Mx2, dove invece c’è un’accesissima battaglia a tre, che vede protagonisti il capoclassifica e campione in carica Adriano Piunti (KTM – Lion Montegranaro), Simone Girolami (Beta – Graffignano) e Ubaldo Di Domenicantonio (KTM – Milani).

Giuseppe Canella – ph. Mxreport
Ultimi due titoli ancora in ballo sono quelli della Master. Nella Mx1 comanda il campione in carica Giuseppe Canella (Honda – Rs 77), che deve difendersi dagli attacchi di Manlio Giachè (Husqvarna – Sorci verdi) e Giacomino Mencarelli (Yamaha – Carpediemoffroad). Paolo Catalano (KTM – Wyss motorsport) comanda la Mx2, con Fabrizio Bennati (KTM – A.m. Aretina) che è rimasto l’unico ancora in grado di strappargli il campionato.

Fuori dalla contesa per gli allori tricolori solo la categoria Veteran, che a Montevarchi ha già visto Felice Compagnone (KTM – Shine motorsport) e Nicola Di Luccia (Husqvarna – Fuorigiri Caserta) assicurarsi matematicamente i titoli rispettivamente della Mx2 e della Mx1. I neocampioni hanno dimostrato la loro superiorità nell’arco del campionato, vincendo tutte le gare fin qui disputate, e sicuramente a Città di Castello vorranno chiudere la stagione con un nuovo trionfo.

Commenti

Street art, quasi pronto il balestriere di Zed 1

Continuerà a lavorare a Sansepolcro fino a domani Zed 1, lo street artist fiorentino che sta trasformando la grande parete di un edificio tra via Agio Torto e via dei Servi.

Con la collaborazione di Benedetta Matteucci, il suo progetto sta prendendo forma, con il disegno di un uomo, un balestriere per la precisione, che ha nelle mani la possibilità di orientare il suo futuro o verso le mete imposte dal consumismo, o verso quei sentimenti autentici che sono simboleggiati da un cuore.

“Il soggetto scelto rientra perfettamente nel tema della cultura della pace che stiamo portando avanti con il progetto ‘L’Arte in-strada’ – dichiara l’assessore Gabriele Marconcini, che stamattina ha fatto visita al cantiere – Abbiamo chiesto a Zed 1 di utilizzare qualcosa che sia emblematico di Sansepolcro e siamo entusiasti che la scelta sia ricaduta sul tema della balestra. L’opera è veramente bella e sembra quasi uscire dalla bidimensionalità della parete; i colori sono vivi e luminosi, mentre il volto riporta i tipici tratti distintivi che con il tempo sono diventati il segno più caratteristico di Zed 1”.

Si arricchisce quindi il circuito della Street Art al Borgo, dopo le opere di altri artisti che negli ultimi mesi si sono alternati nel centro storico: da Ache 77 a Ninjaz, da Cento e Deno a ExitEnter.

“Aver deciso di creare un circuito nel centro storico, con questi lavori, ha un duplice significato – spiega Marconcini – Da una parte ci sono il recupero e la valorizzazione degli spazi imbrattati, garantendo così una manutenzione più accurata nel tempo; dall’altra per motivi culturali e turistici, visto che sull’onda di Banksy al Borgo stanno arrivando tanti visitatori che amano questa arte, soprattutto giovani. Creare questo tipo di sistema in periferia, per esempio, non ci aiuterebbe più di tanto in questo senso: sarebbe dispersivo e sicuramente i turisti non avrebbero occasione di apprezzare le opere come accade invece nelle loro passeggiate in centro. Dobbiamo essere bravi a trovare il giusto equilibrio tra antico e moderno. Questa può essere una marcia in più per la nostra comunità e per la rivitalizzazione del centro storico”.

Intanto, sabato prossimo alcuni ragazzi dello Skate Park saranno con l’assessore Marconcini in via del Campaccio per ridipingere due muri imbrattati. “E’ un modo per sensibilizzare i giovani contro gli atti vandalici. Un’azione di valore simbolico ed educativo in cui crediamo molto”.

Commenti

Covid-19 a Sansepolcro: Cornioli “oggi due nuovi casi positivi nel nostro territorio”

“La Asl Toscana sud est ci ha comunicato due nuovi casi positivi nel nostro territorio. Si tratta di una ragazza di 14 anni, contatto di caso, e una donna di 62 anni, entrambe in isolamento domiciliare.

In provincia di Arezzo i nuovi casi di oggi sono 77, sempre numeri alti che non ci devono far prendere alla leggera la situazione. Tuteliamo noi e gli altri rispettando le regole. A domani, un saluto”

Questa la comunicazione apparsa pochi minuti fa sulla pagina Facebook del sindaco Mauro Cornioli

Commenti

Umbertide: tre guariti dal Covid-19 e cinque nuovi casi di positività

Il Dipartimento prevenzione-Servizio igiene e sanità pubblica della Usl Umbria 1 ha dato notizia di tre persone guarite dal Covid-19. I soggetti si trovavano in isolamento domiciliare.

Le autorità sanitarie ci hanno inoltre informati di cinque nuovi casi di positività che sono sottoposti a isolamento domiciliare. Tre di loro fanno parte di altrettanti nuclei già colpito dal virus.

Gli attualmente positivi nel nostro Comune sono 35 e tutti sono in isolamento domiciliare.

Commenti

Sport giovanile: Marco Cesaroni (Pallacanestro Tiferno Città di Castello)

“Non voglio nemmeno immaginare un nuovo lock down per lo sport giovanile. Questi ragazzi hanno bisogno di socializzare e secondo il mio modesto punto di vista, negargli la gioia di allenarsi insieme può recare danni, sopratutto a livello psicologico. Li vedo partecipi, rispettosi delle regole dobbiamo lavorare insieme ancora di più se necessario, ma abbiamo l’obbligo morale di mantenere almeno gli standard attuali, lo dobbiamo a loro e alle loro famiglie, sopratutto per i tanti sacrifici fatti negli scorsi mesi di marzo, aprile e maggio”

https://www.facebook.com/primo.notizie/videos/790109355102441
Commenti

Covid-19: il parcheggio del centro di salute dell’Usl Umbria1 di via Vasari continuerà a essere riservato ai tamponi.


Fino al 15 novembre il parcheggio a servizio del Centro di Salute di via Vasari, nel quartiere della Madonna del Latte, continuerà ad essere riservato all’Usl Umbria 1 per l’effettuazione dei tamponi Sars-Cov-2 per l’area dell’Alta Valle del Tevere con la modalità drive-trough (pit-stop). Al fine di garantire la sicurezza per automobilisti e pedoni, nell’area è stata adottata una nuova disciplina della circolazione veicolare finalizzata alla maggiore scorrevolezza del transito dei mezzi a motore. A disporre i provvedimenti, che sono già in vigore, è la nuova ordinanza emessa dal comando della Polizia Municipale, che ha recepito la richiesta formalizzata da parte dell’azienda sanitaria. Per consentire che le operazioni si svolgano con la piena disponibilità dell’area e nelle modalità programmate nel posteggio del Centro di Salute dalle ore 08.00 alle ore 20.00 sono vietate la sosta e il transito (a eccezione dei veicoli autorizzati).

Contestualmente sono stati istituiti il senso unico di marcia in via Vasari, con direzione via De Gasperi, dall’intersezione con via Caravaggio all’intersezione con via De Gasperi; il divieto di accesso su via Vasari all’intersezione con via De Gasperi. A seguito dell’adozione della nuova disciplina del traffico, con apposita segnaletica è stato indicato il percorso che i cittadini prenotati per l’effettuazione dei tamponi Sars-Cov-2 devono seguire per raggiungere il Centro di Salute della Usl 1. Le nuove disposizioni verranno presumibilmente estese fino al termine dell’emergenza sanitaria in atto

Commenti

Tiferno Comics: ultima settimana di mostra “supereroi della qualità”

A pochi giorni dalla sua chiusura, Tiferno Comics con la mostra “Simone Bianchi – Amazing Talent” ha visto la presenza di circa 8.000 visitatori provenienti da ogni parte dello stivale: dalla Calabria alla Lombardia, passando per tutto il Centro Italia, tenendo conto anche del pubblico non pagante, come bambini, scolaresche e portatori di handicap.

Il fine settimana che sta per arrivare – che si concluderà con domenica 25 ottobre – sarà l’ultima occasione per visitare quella che è stata una delle esposizioni dedicate al fumetto più amate di sempre: tantissimi sono infatti i commenti positivi e meravigliati lasciati nei social da chi è venuto appositamente a Città di Castello per ammirare da vicino l’arte di Simone Bianchi e i suoi fantastici supereroi.

Ma è stata anche un’occasione per visitare la città e le sue bellezze storiche, artistiche e culinarie.

L’Associazione Amici del Fumetto, sfidando le difficoltà del momento, ha voluto organizzare la sua 18ma mostra proprio per un duplice scopo: offrire agli appassionati e amanti del fumetto un’esposizione di alta qualità e far scoprire ai turisti e visitatori le bellezze del nostro territorio.

L’Alta Valle del Tevere è la culla di una straordinaria civiltà rinascimentale, ed è per questo che come location è stato scelto il prestigioso Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, simbolo di una storia gloriosa.

Accanto alla storia e alla cultura però, il nostro territorio è caratterizzato dalla produzione enogastronomica e vitivinicola d’eccellenza: raccolta del tartufo, mazzafegati, salumi derivati dalla sapiente lavorazione del maiale, formaggi e mozzarelle, olio, vino, vino santo affumicato, miele e tutta la produzione di verdure a chilometro zero.

Ecco perché gli Amici del Fumetto avrebbero voluto organizzare anche un evento collaterale che si sarebbe dovuto svolgere nel pomeriggio di sabato 17 ottobre (annullato in seguito alle disposizioni vigenti in materia di covid 19) dal titolo “I supereroi della qualità – prodotti agroalimentari e vitivinicoli dell’Alta Valle del Tevere” che avrebbe dovuto vedere la presenza di 15 stand di produttori locali di prodotti della terra, alimentari e vitivinicoli.

Sarebbero dovuti essere presenti anche spettacolari cosplayers con le vesti dei più grandi supereroi della Marvel: i ragazzi del “Marvel Avengers Team Italia”.

L’evento è stato annullato, ma si è comunque deciso di ospitare i cosplayer della Marvel per farli divenire testimonial di 6 produttori locali scelti a campione tra i tanti dell’Alta Valle del Tevere: “Il Lombrico Felice – Agricoltura Biologica” (Loc. Galliano di Città di Castello), “Apicoltura Ciampelli” (Loc. Verna di Umbertide), “Frantoio Casanova” (Lama di San Giustino), “Cantina Donini” (Loc. Verna di Umbertide), Vinsanto La Soffitta” (Loc. Consuma di Citerna) e “Fattoria Montelupo” (Lerchi di Città di Castello).

Con grande sorpresa dei produttori locali, i noti supereroi hanno dunque fatto visita personalmente a queste realtà territoriali e ai loro proprietari che, oltre a fare loro da ciceroni all’interno delle rispettive aziende, hanno spiegato ai ragazzi come avviene l’intero processo della produzione delle proprie specialità.

Il tutto è stato documentato con dei servizi fotografici che hanno fatto il giro dei social, anche nei canali del Marvel Avengers Team Italia, con la speranza che il nostro territorio e le sue specialità siano viste in tutta la penisola, perché l’Alta Valle del Tevere merita di essere vista, vissuta e gustata.

Tiferno Comics 2020 sta però per volgere al termine e la mostra “Simone Bianchi – Amazing Talent” sarà visitabile per l’ultima volta da giovedì 22 a domenica 25 ottobre con orario 10:00/12:30 e 16:00/19:30.

Costo del biglietto € 5,00; ingresso gratuito fino ai 12 anni.

PER INFO:

366.1894049 – tifernocomics@gmail.com

Commenti

In Consiglio – Approvato all’unanimità il documento che chiede la completa revisione della legge Delrio. Lignani Marchesani: “Le Province devono tornare Enti di primo livello come sancito dalla Costituzione”

All’unanimità il Consiglio della Provincia di Perugia, presieduto da Luciano Bacchetta, ha approvato un ordine del giorno con il quale si chiede di considerare le Province quali istituzioni costitutive della Repubblica, con un ruolo e attribuzioni peculiari nel sistema Paese come sancito dalla Costituzione. Il documento sarà inviato all’UPI con la richiesta di depositare l’Ordine del Giorno come atto ufficiale ai lavori del Tavolo per la revisione della Riforma 56/14 presso il Ministero dell’Interno.
Il Consigliere Andrea Lignani Marchesani ha illustrato il documento specificando come sia urgente riaffermare la peculiarità delle Province restituendo loro il rango di Ente di primo livello come previsto dalla Costituzione e quelle funzioni di area vasta indispensabili per il territorio in quanto collante tra i Comuni. “Le Province – ha sottolineato Lignani Marchesani – all’edilizia scolastica e alla viabilità dovranno avere competenza anche sull’ambiente per porre fine alla giungla di enti di secondo livello che agiscono in maniera disomogenea e quindi non adeguata alle esigenze del territorio. In attesa che si proceda alla completa revisione della legge 56/2014 per la quale non si prevedono tempi brevi vista la resistenza della parte politica che l’ha varata e che oggi è al Governo, si deve intervenire nell’immediato a quelle variazioni normative che consentano ai consiglieri di svolgere il proprio mandato”.
L’ordine del giorno approvato chiede quindi di proseguire senza indugi e con determinazione nel percorso di revisione della Legge 56/14 sia rispetto alle funzioni fondamentali che rispetto alla governance, poiché presentano limiti che hanno causato instabilità e incertezze a danno esclusivo delle comunità e dei territori ed in particolare, tra l’altro, in via di estrema urgenza, anche attraverso lo strumento agile del collegato alla Finanziaria, prevedere gli strumenti giuridici, tra cui, in primis, i permessi dal lavoro idonei a rendere possibile l’esercizio delle funzioni di consigliere delegato.
Ulteriore richiesta riguarda la necessità di porre fine alla situazione di incertezza finanziaria di questi enti – ormai unanimemente acclarata – con misure strutturali e programmatiche e al di fuori di interventi tampone fin qui adottati, restituendo alle Province piena agibilità e autonomia, così da potere permettere l’erogazione dei servizi essenziali loro affidati dalla Costituzione e dalle leggi.
Infine si chiede di considerare le Province quali enti strategici per il rilancio dello sviluppo del territorio, sia permettendo la messa in campo di investimenti nelle opere pubbliche e nel patrimonio in gestione, sia come strutture a sostegno degli enti locali del territorio.

Oi20074.RM

Commenti

Il Covid ferma anche le fiere di San Florido

Stop anche alle Fiere di San Florido: il comune di Città di Castello con un’ordinanza pubblicata oggi, martedì 20 ottobre 2020, ha disposto l’annullamento delle fiere del Patrono, quest’anno previste nelle giornate del 13, 14 e 15 novembre. “Dopo aver rinunciato ad Altrocioccolato e alla Mostra del Tartufo, l’evolversi della situazione epidemiologica ci inducono di estendere a malincuore questa misura anche ad una manifestazione che tutti i tifernati amano molto e sulla quale dunque sarebbe difficile quasi impossibile osservare le misure di distanziamento” dichiarano il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta e l’assessore al Turismo e Commercio Riccardo Carletti. “il decreto ferma le occasioni che facilitano il contagio per affrettare l’uscita da una pandemia che sta condizionando pesantemente, spesso drammaticamente, la vita di tutti, a qualsiasi latitudine. Osserviamo che anche altri, con eventi di simile importanza in gestazione, hanno dovuto addivenire alla decisione da noi assunta già ad inizio ottobre, per non rischiare di investire soldi pubblici in iniziative che sarebbero state inevitabilmente minate da un indice di contagio in crescita. Vogliamo rivolgere un pensiero agli ambulanti che avranno un danno diretto da questo annullamento nella previsione che, trascorsa l’emergenza Covid, potremmo tornare ad organizzare con tutti i crismi e tutta l’attrattiva di un evento che si ripete da secoli come le Fiere. A loro diciamo che questo annullamento è funzionale nelle nostre intenzioni ad avvicinare quel momento, e per farlo dobbiamo contribuire a contrastare con tutti i mezzi l’emergenza sanitaria in corso”.

Commenti

“Luppolo Made in Italy, la Filiera del Luppolo italiano”: si annunciano ospiti importanti al convegno del prossimo 29 ottobre

Il convegno “Luppolo Made in Italy: la Filiera del Luppolo italiano” sia in presenza (dopo una valutazione alla luce del nuovo Dpcm) sia comunque online in modalità streaming.
Prime importanti conferme, come Michele Cason, presidente nazionale di Assobirra e Teo Musso, presidente del Consorzio Birra Italiana, oltre all’assessore regionale all’agricoltura Roberto Morroni.
Parteciperanno esponenti delle istituzioni regionali, dei ministeri dell’agricoltura e dello sviluppo economico, oltre a rappresentanti di enti e associazioni che compongono la filiera e tutti i principali stakeholders del settore.
Il Luppolo è un prodotto agricolo di grande qualità e di elevato valore aggiunto. La Filiera italiana, con il cuore in Umbria e in particolare nell’Altotevere, si propone quindi di rappresentare un punto di riferimento a livello nazionale: ecco tutte le aziende della Rete di imprese Luppolo Made in Italy

Sarà Perugia, e non più Città di Castello, la città scelta per il convegno di giovedì 29 ottobre “Luppolo Made in Italy: la Filiera del Luppolo italiano”. Alla luce delle nuove disposizioni anti contagio e per consentire una partecipazione ampia e in sicurezza gli organizzatori della Rete di imprese “Luppolo Made in Italy” hanno scelto come luogo dell’incontro l’Etruscan Chocohotel.
In attesa di valutare, alla luce del nuovo Dpcm, la situazione di convegno in presenza, l’evento (diviso in due parti: ore 10 -13 e 14 -17) sarà comunque anche online in modalità streaming.
Partirà quindi dal capoluogo umbro il “lancio” della filiera italiana del luppolo, prodotto agricolo di grande qualità e di elevato valore aggiunto. La Filiera italiana, con il cuore in Umbria, si propone così di rappresentare un punto di riferimento a livello nazionale per capacità di innovazione, efficienza, competitività nel mercato globale e qualità certificata del prodotto.
Innovazione e sostenibilità sono le parole chiave della Rete composta da 12 aziende agricole, agroalimentari e di innovazione tecnologica che dall’Alto Tevere hanno iniziato a muovere i primi passi per una agricoltura d’eccellenza: dalla produzione della birra e non solo, sono tanti i campi di applicazione.
Con l’obiettivo di costruire alleanze e sinergie per dare vita ad una Rete nazionale del Luppolo Italiano, all’incontro del 29 ottobre parteciperanno esponenti delle istituzioni regionali, dei ministeri dell’agricoltura e dello sviluppo economico, oltre a rappresentanti di enti e associazioni di settore che compongono la filiera (Assobirra, UnionBirrai, Consorzio Birra italiana, Aiab, Cia).
Rete e filiera sostenute dalla Regione Umbria, grazie alla Misura sulla cooperazione e innovazione delle Reti di nuova costituzione del Piano di Sviluppo Rurale, con la presenza quindi il 29 ottobre anche dell’assessore regionale all’agricoltura Roberto Morroni.
A conferma della forte attenzione delle istituzioni a questa nuova importante Filiera al convegno interverranno anche il Consigliere regionale Valerio Mancini, presidente della II Commissione permanente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria e l’onorevole Filippo Gallinella, presidente della Commissione agricoltura della Camera.
Stanno arrivando, inoltre, le altre conferme come quella di Michele Cason, presidente nazionale di Assobirra, l’Associazione dei Birrai e dei Maltatori che racchiude il 90% del comparto. “Abbiamo da tempo avviato un proficuo confronto con AssoBirra e con tutti i principali stakeholders del settore” commenta Stefano Fancelli, presidente della Rete di Imprese ‘Luppolo Made in Italy’.
Confermato anche Teo Musso, presidente del Consorzio Birra italiana, e la presenza di un rappresentante di UnionBirrai, nonché diversi manager delle multinazionali proprietarie dei marchi italiani, grandi players del mercato della birra e del mondo della produzione.
Il luppolo è infatti un ingrediente fondamentale nella produzione brassicola. Pur essendo impiegato in dosi limitate, il contributo che apporta a livello organolettico è un’impronta caratterizzante e peculiare. A livello mondiale, per il solo settore birrario, vengono prodotte ogni anno poco meno di 200.000 tonnellate di infiorescenza secca, a cui corrisponde una superficie coltivata di circa 60.000 ettari.
Per l’Umbria porteranno la loro testimonianza anche alcune realtà della Rete come Agricooper, Aboca e i produttori biologici Aiab (Lombrico Felice, Melagrani, Reno, Tenuta i Canta Lupi, La Rondine a Maccarello, Panta Res).
Parleranno le aziende ma ad alzare la sua voce sarà anche la qualità del luppolo (biologico, convenzionale e indoor). Il progetto “Luppolo Made in Italy” è infatti articolato su tre opzioni di coltura: in campo convenzionale, biologico e indoor.
L’organizzazione di Filiera è necessaria per competere in un mercato globale in costante espansione che vede emergere nuovi Paesi produttori e una costante innovazione del prodotto: connessione con il territorio e produzioni a chilometro zero garantiscono l’alta qualità del luppolo italiano. Costante innovazione di processo e di prodotto per la migliore resa delle colture, la remuneratività delle produzioni e la piena sostenibilità e circolarità del ciclo produttivo.
L’organizzazione della Filiera del Luppolo è affrontata in ogni aspetto: produzione in campo e indoor, raccolta, conservazione, prima trasformazione, trasformazione finalizzata al mercato, rete organizzativa e commerciale, a partire dalla sperimentazione innovativa dell’introduzione della coltura con talee, piante e rizomi di tipologia internazionale.
La presenza del professor Giuseppe Perretti, direttore del CERB – Centro di eccellenza di ricerca sulla birra dell’Università di Perugia come coordinatore scientifico del progetto Luppolo Made in Italy conferisce poi autorevolezza alla compagine umbra.
A dare così solidità scientifica al progetto ci sono infatti sia il CERB, che coordina quindi le attività di ricerca e innovazione, sia il CNR IBBR, un istituto specializzato nella genetica.

Le aziende della Rete

Idroluppolo, Start-up innovativa leader nella produzione indoor di luppolo
Azienda specializzata nelle coltura indoor, che si occupa di innovazione in agricoltura, in un’ottica di AG4.0, precision farming e IOT in agricoltura: una start-up innovativa leader nel panorama europeo della coltivazione indoor del Luppolo.

Aboca
Azienda leader nel mercato globale dell’erboristeria biologica che si sta rapidamente espandendo nel settore della salute.

Le aziende biologiche
(Lombrico Felice, Melagrani, Reno, Tenuta i Canta Lupi, La Rondine a Maccarello, Panta Res)
Aziende biologiche che stanno sperimentando la coltivazione del Luppolo in 6 luppoleti, di differenti superfici, per un totale di 1,8 Ha, collocati in condizioni di terroir e di pedoclima differenti e rappresentative della ricchezza del territorio umbro.

Agricooper
Il Gruppo Cooperativo Agricooper si occupa della sperimentazione di un impianto convenzionale costruito sul modello dei Luppoleti di agricoltura industriale presenti nel bacino dell’Hallertau della superficie di 1 Ha.

Spazzavento e Barbarossa
L’azienda Spazzavento di Nicola Verini e il Barbarossa di Libero Valenti completano il quadro della sperimentazione con due impianti convenzionali, anche questi varianti ideati dalla Rete dei modelli di produzione presenti nel panorama europeo, per una superficie di 0,5 Ha.

Commenti

Consiglio comunale: no all’ipotesi dell’ospedale dedicato Covid a Città di Castello

No all’ospedale dedicato COVID: anche se non ha assunto un pronunciamento, il consiglio comunale di Città di Castello nella seduta di lunedì 19 ottobre 2020 si è espresso contro la possibilità che l’ospedale possa essere convertito completamente alla cura del Covid. Il sindaco Luciano Bacchetta ha dichiarato “questa ipotesi mi ha stupefatto, non ha fondamento logico. Abbiamo accettato di creare un reparto COVID a Città di Castello che da 14 è diventato di 30 posti, 28 sono occupati, nessuno è del posto ma per il criterio giusto della solidarietà abbiamo detto sì. La situazione in Umbria è drammatica, ieri ci sono stati più di 300 positivi. Stranamente Città di Castello ne ha solo 20. Comunità più piccole hanno numeri superiori a 50. Si sta discutendo di dedicare ospedali per intero a pazienti COVID. Nella conferenza stampa della Regione Umbria non è stato ancora comunicato quali saranno i due ospedali. Gli interventi governativi dovranno essere incrementati nella vita quotidiana anche a Città di Castello verso possibili assembramenti. Nei prossimi giorni dovremmo limare alcuni aspetti. I sindaci sono stati promossi custodi dell’ordine pubblico. Il lato paradossale è che il numero dei positivi va a merito o demerito della politica ma non è così. In questa fase sta creando turbolenze anche organizzative che vanno monitorate, credo che la presidente Tesei dimostrerà equidistanza e saggezza ma in certi casi il campanile va abbinato alla solidarietà. Oggi abbiamo 28 ricoverati nessuno tifernate e 30 posti letto. Città di Castello è uno dei 4 ospedali dell’urgenza- emergenza in Umbria non può diventare dedicato COVID. Ci sono strutture sanitaria sotto stress ed altre quasi indenni. C’è una sola struttura per pazienti in isolamento domiciliare ed anche questa è a Città di Castello. Stiamo già facendo moltissimo”.

Il dibattito è nato sulla scorta di un’interrogazione di Castello Cambia, sulla chiusura della RSA, per pazienti fragili non trattabili a casa presso l’ospedale e di un’interpellanza di Tiferno Insieme sulle modalità ed i tempi dei servizi socio-sanitari. “Con la riorganizzazione Covid dell’ospedale è stata chiusa la RSA le famiglie si sono trovate in grande difficoltà alla cura e gestione di patologie croniche e degenerative” ha detto Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia “Si è tamponato con sei posti, collocati presumibilmente presso RSA di Umbertide, che risultano esigui. Il piano della regione destina 12 milioni all’assunzione di personale anche ma non solo in funzione anti Covid. In questo quadro, quante richieste ci sono per ricoveri in Rsa e quanto è stato incrementato il personale assunto pre e post emergenza COVID, fino ad oggi?”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha aggiunto “vogliamo sapere tempi e modalità dei servizi socio-sanitari. Se emerge la pandemia non regrediscono altre malattie che sono sempre ben presenti, soprattutto a carico degli anziani. Sta emergendo disagio per il ritardo di alcune visite specialistiche. L’assistenza domiciliare per queste dinamiche deve essere potenziata. Proponiamo un incontro in commissione Servizi con i vertici regionali e locali della sanità”.

Luciana Bassini, assessore alle Politiche sociali, ha riportato la relazione della ASL: “La direzione generale ha deciso di chiudere la RSA a marzo in concomitanza alla comparsa di un focolaio all’ospedale. Nel 2019 la RSA ha ricoverato 245 residenti fragili con patologie complesse. Chiudendola, i pazienti sono stati presi in carica dall’assistenza domiciliare nel rispetto delle linee nazionali e regionali COVID. Alcuni pazienti sono stati ricoverati nella lungo degenza di medicina, altri con l’assistenza domiciliare: 590 pazienti nel 2020, più rispetto del 2019, ma ci sono state difficoltà per il lock down che ha reso difficoltosa la diagnosi multidisciplinare. Il COVID ha complicato tutto con il triage, la dislocazione del centro prelievi, Villa Muzi, attualmente al completo con 17 posti, gestito dal Centro Salute di Città di Castello con richieste da tutta la regione. Ora stanno attivando anche l’ambulatorio mobile della Croce Rossa, gestito da via Vasari. Da agosto c’è il servizio tamponi: circa 200 al giorno, con lo screening sierologico del personale della scuola e di altri servizi. Il personale è stato incrementato di 3 unità il personale. Gli screening saranno ripristinati. Chiederemo qualcosa in piu”.

Dibattito. Il capogruppo di Forza Italia Cesare Sassolini ha proposto “L’assistenza domiciliare è un problema: serve anche per le persone giovani. L’altro aspetto sono le persone in stato di necessità economica. Facciamo una ricognizione e non respingiamo richieste d’aiuto, facciamo controlli ex post”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha detto: “Sugli anziani conseguenze pesanti. Non è vero che l’ospedale è tutto pieno. Ci sono possibilità di differenziare. Le risposte finora sono insufficienti. Programmiamo e approfondiamo le proposte alla ASL in commissione. La capacità di mediare ha un limite: Città di Castello da 16 è andato a 30 letti COVID; non siamo disponibili ad aumentare la capienza nella tutela dei cittadini e dell’ospedale”. Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha detto: “La RSA non può insistere dentro l’ospedale ma dentro la Muzi Betti, che già oggi garantisce un’alta specializzazione. Le scelte sull’ospedale non possono essere imposte ma vanno condivise. Per la sua posizione non può essere dedicato COVID. Ci aspettavamo un potenziamento della pneumologia ma non si è verificato. Condividiamo la linea del sindaco e i primi interventi devono essere per le persone più fragili”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Gruppo Misto, ha detto: “La Rsa va inserita nella Casa della salute. Rendere l’ospedale dedicato COVID significa depotenziarla. La logica è far rimanere tutte le vocazioni che ha l’ospedale e sono i piani regionali a decidere non le strutture locali. L’ospedale è un DEA di primo livello, quindi dà risposte sanitarie di eccellenza, nella chirurgia, oculistica, rianimazione etc. Renderlo solo Covid significa spogliare un territorio di un servizio. Ognuno deve fare la propria parte e noi abbiamo già dato una grande disponibilità”. Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, si e detto preoccupato del fatto che “siamo diventato il pozzo di San Patrizio dei problemi, rifiuti in discarica ed ora i malati Covid, si toglie il rischio dalle altre parti e si porta qui. Smettiamo di finanziare i CVA e diamo quei soldi a chi ha bisogno”. Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra, ha detto: faccio un appello ai deputati di tutti i partiti. Dovrebbero intervenire e dovrebbero dire che non siamo più disposti a subire queste violenze”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha constatato “siamo usciti dai binari dell’interpellanza che attiene poco ai poteri del comune ma ha valore geopolitico. Ma neanche oggi esauriremo l’ordine del giorno per parlare di niente. Non è nelle cose l’ospedale COVID a Città di Castello non per questo dibattito ma per buon senso. In cambio dei posti COVID abbiamo ricevuto un reparto di pneumologia. Il Governo ha scaricato sulle Regioni e sui Comuni. Un reparto Covid fa comodo anche a noi. Noi abbiamo abdicato in tutta Italia a situazioni in cui già stiamo pagando come le rsa, i tumori, tra qualche anno pagheremo la prevenzione non fatta.”.

Resoconto. No all’ospedale dedicato COVID: anche se formalmente non ha assunto nessuna determinazione, il consiglio comunale di Città di Castello nella seduta di lunedì 19 ottobre 2020 si è espresso contro la possibilità che l’ospedale fosse convertito completamente alla cura del Covid. Il dibattito è nato sulla scorta di un’interrogazione di Castello Cambia, sulla chiusura della RSA presso l’ospedale e di un’interpellanza di Tiferno Insieme sulle modalità ed i tempi dei servizi socio-sanitari.

“Con la riorganizzazione Covid dell’ospedale è stata chiusa la RSA (Residenza Sanitaria Assistita) che, a partire da maggio 2014, metteva a disposizione 16 posti”, ha detto la consigliera di Castello Cambia Emanuela Arcaleni presentando l’interrogazione, nella premessa evidenziando inoltre come “la RSA è inserita al 3° piano nell’Ospedale di Città di Castello, è una struttura finalizzata a fornire ospitalità, prestazioni sanitarie e assistenziali e di recupero a persone anziane e adulti non autosufficienti, con patologie cronicizzate, spesso non assistibili a domicilio per cause di tipo sanitario e/o socio-ambientali, e che non necessitano di ricovero nei reparti medici ospedalieri o nei centri di riabilitazione. Considerato che la chiusura della RSA presso l’Ospedale tifernate ha generato un’evidente ed effettiva carenza di posti di degenza, generando una situazione di notevole disagio sia in pazienti così fragili che all’interno delle loro famiglie che si sono trovate a dover gestire situazioni estremamente difficili, spesso non sentendosi in grado di affrontarle a causa dei molteplici e complessi compiti indispensabili alla cura e gestione di patologie croniche e degenerative”. “Come emerso nel dibattito consiliare e riferito dal sindaco “per la RSA, di cui con la realizzazione delle aree Covid al terzo piano dell’ospedale non è stata attuata un’esternalizzazione, si è proceduto alla collocazione dei pazienti presso il proprio domicilio, laddove possibile, o presso residenze protette, i cui posti Ietto complessivi disponibili sono stati aumentati di 6 unità”, che i sei posti, collocati presumibilmente presso RSA di Umbertide, risultano decisamente inferiori a quelli di prima e insufficienti alle esigenze, dovendo accogliere le richieste di un territorio molto vasto, l’andamento dell’epidemia ha generato in questi giorni la decisione della Regione Umbria di riaprire in via precauzionale il reparto Covid presso l’Ospedale tifernate e appreso che la Regione Umbria, ha reso nota la definizione di un Piano per il potenziamento e la riorganizzazione della rete assistenziale territoriale, finanziato con oltre 20,5 milioni di euro. Di questi, quasi 12 milioni (11,835 milioni) sono destinati nel 2020 all’assunzione di personale, in particolare di infermieri di famiglia e comunità per potenziare le cure domiciliari e far fronte all’emergenza epidemiologica da Covid-19 e soprattutto alla eventuale recrudescenza della pandemia, oltre che di medici e altre figure professionali”, il consigliere di Castello Cambia Emanuela Arcaleni, presentando al documento, chiedono “di rilevare attraverso ASL e Direzione Sanitaria, quale situazione stiano vivendo le famiglie con anziani precedentemente inseriti nella RSA tifernate, e se essi siano assistiti a domicilio o inseriti in altre Residenze sanitarie assistite; quante siano le richieste di assistenza e degenza presso RSA, attualmente non esaudite per mancanza di posti letto e quali aiuto stiano ricevendo le famiglie toccate da questo problema; di rendere noto se e quando sarà aperto di nuovo il servizio RSA pubblico, presso l’Ospedale o presso altra struttura e con quali disponibilità di posti e infine a fronte degli annunci, quale sia stato l’effettivo aumento di personale medico e infermieristico dedicato ai servizi territoriali domiciliari, a partire dal personale assunto pre e post emergenza COVID, fino ad oggi”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha aggiunto “vogliamo sapere tempi e modalità dei servizi socio-sanitari. Il problema è che se emerge la pandemia non regrediscono altre malattie che sono sempre ben presenti, soprattutto a carico degli anziani. Il tema della ristrutturazione del servizio l’abbiamo vissuto in prima linea quando la RSA si è trasformata in reparto Covid. Ora c’è la possibilità che l’ospedale diventi Covid dedicato. Al di là dello spirito di servizio di molti addetti, sta emergendo disagio per il ritardo di alcune visite specialistiche. L’assistenza domiciliare per queste dinamiche deve essere potenziata. E’ una rete importante e all’avanguardia rispetto a deospedalizzare. Ma era già debole ed ora è andata più in sofferenza e gli utenti questo lo vedono. Proponiamo un incontro in commissione Servizi con i vertici regionali e locali della sanità”.

Il sindaco Luciano Bacchetta ha detto “abbiamo accettato di creare un reparto COVID a Città di Castello che da 14 è diventata 30, 28 sono occupati, nessuno è del posto ma per il criterio giusto della solidarietà abbiamo detto sì. La situazione in Umbria è drammatica, ieri ci sono stati più di 300 positivi. Stranamente Città di Castello ne ha solo 20. Comunità più piccole hanno numeri superiori a 50. Si sta discutendo di dedicare ospedali per intero a pazienti COVID. Nella conferenza stampa della Regione Umbria non è stato ancora comunicato quali saranno i due ospedali. Gli interventi governativi dovranno essere incrementati nella vita quotidiana anche a Città di Castello verso possibili assembramenti. Nei prossimi giorni dovremmo limare alcuni aspetti. I sindaci sono stati promossi custodi dell’ordine pubblico. Il lato paradossale è che il numero dei positivi va a merito o demerito della politica ma non è così. In questa fase sta creando turbolenze anche organizzative che vanno monitorate, credo che la presidente Tesei dimostrerà equidistanza e saggezza ma in certi casi il campanile va abbinato alla solidarietà. Oggi abbiamo 28 ricoverati nessuno tifernate e 30 posti letto. Città di Castello è uno dei 4 ospedali dell’urgenza- emergenza in Umbria non può diventare dedicato COVID. Ci sono strutture sanitaria sotto stress ed altre quasi indenni. C’è una sola struttura per pazienti in isolamento domiciliare ed anche questa è a Città di Castello. Stiamo già facendo moltissimo”.

Luciana Bassini, assessore alle Politiche sociali, ha riportato la relazione della ASL: “la RSA erano nate come punti di assistenza a persone con fragilità non gestibili a casa. La responsabile del Distretto sanitario Daniela Feligioni ci scrive che la RSA aveva 16 posti. Su decisione della direzione generale è stata chiusa a marzo in concomitanza alla comparsa di un focolaio all’ospedale. Nel 2019 la RSA ha ricoverato 245 residenti fragili con patologie complesse, assistiti e introdotti alla riabilitazione, garantire assistenza per mancanza di rete parentale. Il presidio ha trasformato la rsa per la lungodegenza. Chiudendola, i pazienti sono stati presi in carica dall’assistenza domiciliare nel rispetto delle linee nazionali e regionali COVID. Abbiamo aumentato i posti letto e la RSA si è trasformata in una Residenza protetta, sempre garantendo la sicurezza della struttura. Alcuni pazienti sono stati ricoverati nella lungo degenza di medicina, altri con l’assistenza domiciliare: 590 pazienti nel 2020, più rispetto del 2019, ma ci sono state difficoltà per il lock down che ha reso difficoltosa la diagnosi multidisciplinare. Il COVID ha complicato tutto con il triage, la dislocazione del centro prelievi, Villa Muzi, attualmente al completo con 17 posti, gestito dal Centro Salute di Città di Castello con richieste da tutta la regione. Ora stanno attivando anche l’ambulatorio mobile della Croce Rossa, gestito da via Vasari. Da agosto c’è anche il servizio tamponi: circa 200 al giorno, con lo screening sierologico del personale della scuola e di altri servizi, è stato incrementato di 3 unità il personale. Gli screening saranno ripristinati”.

L’impegno della ASL è importante. Chiederemo qualcosa in piu”. Il capogruppo di Forza Italia Cesare Sassolini ha proposto “di fare il punto. Il Governo ha lasciato un ambito di libertà in restringimento ai sindaci sulla sfera sociale. Li applicherà alla movida? L’assistenza domiciliare è un problema: serve anche per le persone giovani. L’altro aspetto sono le persone in stato di necessità economica. Facciamo una ricognizione e non respingiamo richieste d’aiuto, facciamo controlli ex post”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha detto: “Non si può continuare con questa logica con ricadute pesanti per gli anziani. Non è vero che l’ospedale è tutto pieno. Ci sono possibilità di differenziare. Le risposte finora sono insufficienti. Programmiamo e approfondiamo le proposte alla ASL in commissione. La capacità di mediare ha un limite: Città di Castello da 16 è andato a 30 letti COVID; non siamo disponibili ad aumentare la capienza nella tutela dei cittadini e dell’ospedale”. Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha detto: “I servizi territoriali sono importanti, il COVID ce lo ribadisce. La RSA non può insistere dentro l’ospedale ma dentro la Muzi Betti, che già oggi garantisce un’alta specializzazione. Le scelte sull’ospedale non possono essere imposte ma vanno condivise. Per la sua posizione non può essere dedicato COVID. Ci aspettavamo un potenziamento della pneumologia ma non si è verificato. Condividiamo la linea del sindaco e siamo sensibili al discorso che i primi interventi devono essere per le persone più fragili e sono certo che anche dentro il bilancio i fondi si troveranno. Anche perché il Governo ha promesso il ristoro”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Gruppo Misto, ha detto: “La Rsa va inserita nella Casa della salute come accade nelle altre realtà. L’ospedale dedicato al COVID non esiste a mio giudizio perché nasce per coprire tutte le domande primarie di salute. Rendere una struttura dedicata significa depotenziarla. La logica è far rimanere tutte le vocazioni che ha l’ospedale e sono i piani regionali a decidere non le strutture locali. Mi imbarazza sottolineare che l’ospedale è un DEA di primo livello, quindi dà risposte sanitarie di eccellenza, nella chirurgia, oculistica, rianimazione etc. Renderlo solo Covid significa spogliare un territorio di un servizio. Ognuno deve fare la propria parte e noi abbiamo già dato una grande disponibilità”. Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, si e detto preoccupato del fatto che “siamo diventato il pozzo di San Patrizio dei problemi, rifiuti in discarica ed ora i malati Covid, si toglie il rischio dalle altre parti e si porta qui. Smettiamo di finanziare i CVA e diamo quei soldi a chi ha bisogno”. Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra, ha detto: faccio un appello ai deputati di tutti i partiti. Dovrebbero intervenire e dovrebbero dire che non siamo più disposti a subire queste violenze”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha constatato “siamo usciti dai binari dell’interpellanza che attiene poco ai poteri del comune ma ha valore geopolitico. Ma neanche oggi esauriremo l’ordine del giorno per parlare di niente. Non è nelle cose l’ospedale COVID a Città di Castello non per questo dibattito ma per buon senso. Ogni Regione però lo deve trovare questo ospedale che nessuno lo vuole nel suo giardino. In cambio dei posti COVID abbiamo ricevuto un reparto di pneumologia. Il Governo ha scaricato sulle Regioni e sui Comuni. La Regione Umbria si è presa la libertà di una parziale didattica a distanza. Un reparto Covid fa comodo anche a noi. Noi abbiamo abdicato in tutta Italia a situazioni in cui già stiamo pagando come le rsa, i tumori, tra qualche anno pagheremo la prevenzione non fatta. Non dimentichiamo le battaglie che fece don Giuseppe Amantini per trasformarla in una Rsa. Non c’è riuscito ma forse è stato un bene. La commistione tra soggetti deboli mentalmente e fisicamente va tenuta distinta. Cerchiamo ognuno con il buon senso di dare delle risposte”.

Arcaleni, alla fine del dibattito è intervenuta per dire “Scongiuriamo un ospedale solo COVID. Il nostro territorio ha bisogno anche degli altri servizi. Sulla RSA: non sono pienamente soddisfatta. Può non stare in ospedale ma la RSA è di passaggio, a volte soltanto diventa lungodegenza. L’alternativa debba essere trovata: 590 pazienti assistiti in questi mesi dall’assistenza domiciliare sono stati sulle spalle degli stessi operatori. Molti servizi sono stati rallentati. I 3 infermieri di potenziamento sono pochi. Il disagio è serio ed evidente. Chiedo che venga portato all’attenzione non so in qualche forma. Avremmo dovuto farli per problematiche già esistenti come le liste d’attesa. Chiedo una progettazione nuova”. Morini: “Constato che ognuno ha il suo cavallo di battaglia, io ho la famiglia, che sta reggendo tutto in termini di emergenza. La rete familiare non ci sarebbe stato, regione, comune che tenga. Il numero di addetti o l’organizzazione è insufficiente? A scuola a maggior impegno corrispondono maggiori premi. Gli enti locali a Città di Castello non si tirate indietro ma quando si dice che a fronte di questo impegno ci sono tre infermieri in più non mi sembra perequativo”. In chiusura il sindaco: “Non ho pregiudizi sulla Regione. Mi ha stupefatto che circolasse la notizia del COVID dedicato che non ha fondamento logico. I dati di Sansepolcro parlano di 9 positivi. La situazione sta precipitando. Si porrà il problema dei posti COVID già al completo per i tifernati: sarebbe un paradosso. Il problema del personale è annoso e sussisteva anche prima. La nostra ASL ha lavorato molto bene: quando avevamo un cluster all’ospedale ne siamo usciti con una ricostruzione epidemiologica eccellente ed anche oggi si sta lavorando bene. Il Covid di oggi ha caratteristiche diverse: i nostri 28 positivi sono tutti giovani oltre la metà delle signore provenienti dall’Est. Ci sono due e tre minorenni. Il decreto del Governo dà ai sindaci poteri restrittivi, stiamo valutando la possibilità di misure calibrate sull’assembramento, ritrovi abituali nei parchi ad esempi. Dobbiamo cercare di non rovinare l’adolescenza ai nostri figli ma in questa fase temporanea e transitoria alcune valutazioni vanno fatte. Sull’ospedale COVID coinvolgerò i capigruppo”.

Commenti