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Coronavirus, Rossi: “Tre coordinatori per le intensive, più tamponi e screening sui sanitari”

Tre coordinatori, uno per ogni Asl territoriale, avranno il compito di organizzare al meglio l’utilizzo dei posti di terapia intensiva in tutti gli ospedali delle rispettive aree vaste e in casi di necessita, attraverso il Cross di Pistoia, anche oltre i confini delle singole aziende. E’ questa la principale novità che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha annunciato oggi attraverso un videomessaggio trasmesso sulla sua pagina facebook.

I tre responsabili saranno i dottori Adriano Peris per la Asl Toscana Centro, Ferdinando Cellai per la Nord Ovest e Marco Feri per la Sud Est. Loro sarà il compito di far funzionare al meglio un “sistema di vasi comunicanti”, così lo ha definito il presidente, che consenta di utilizzare nella maniera più efficiente i posti di terapia intensiva presenti in Toscana. “E’ un’ opera – ha ricordato Rossi – che sarà resa più facile anche dalle caratteristiche dei nuovi ospedali toscani, con la loro capacità di trasformare i letti in postazioni di terapia intensiva, come ho verificato stamani visitando gli ospedali della Nord Ovest, l’area più colpita. “A Massa – ha sottolineato – si è potuti passare da 15 a 40 posti e così anche a Lucca”.

Il presidente ha poi annunciato che da domani partirà lo screening sierologico sul personale sanitario: “saranno 25 mila – ha detto – i medici, infermieri e operatori coinvolti”. Protagonisti di quella battaglia che si sta combattendo negli ospedali toscani e che il presidente ha ancora una volta voluto ringraziare per il loro impegno e sacrificio.

Novità anche per i controlli sui tamponi. Ogni giorno verrà realizzato un monitoraggio di tutti quelli fatti, con l’obiettivo di arrivare a 40mila. Si sta infine mettendo a punto il sistema di alberghi sanitari, uno per provincia, dove saranno accolti e seguiti tutti i pazienti Covid-19 che non potranno stare in isolamento a casa o che non potranno subito rientrare nelle proprie abitazioni dopo le dimissioni dall’ospedale.

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Coronavirus, Rossi: “Tre coordinatori per le intensive, più tamponi e screening sui sanitari”

Tre coordinatori, uno per ogni Asl territoriale, avranno il compito di organizzare al meglio l’utilizzo dei posti di terapia intensiva in tutti gli ospedali delle rispettive aree vaste e in casi di necessita, attraverso il Cross di Pistoia, anche oltre i confini delle singole aziende. E’ questa la principale novità che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha annunciato oggi attraverso un videomessaggio trasmesso sulla sua pagina facebook.

I tre responsabili saranno i dottori Adriano Peris per la Asl Toscana Centro, Ferdinando Cellai per la Nord Ovest e Marco Feri per la Sud Est. Loro sarà il compito di far funzionare al meglio un “sistema di vasi comunicanti”, così lo ha definito il presidente, che consenta di utilizzare nella maniera più efficiente i posti di terapia intensiva presenti in Toscana. “E’ un’ opera – ha ricordato Rossi – che sarà resa più facile anche dalle caratteristiche dei nuovi ospedali toscani, con la loro capacità di trasformare i letti in postazioni di terapia intensiva, come ho verificato stamani visitando gli ospedali della Nord Ovest, l’area più colpita. “A Massa – ha sottolineato – si è potuti passare da 15 a 40 posti e così anche a Lucca”.

Il presidente ha poi annunciato che da domani partirà lo screening sierologico sul personale sanitario: “saranno 25 mila – ha detto – i medici, infermieri e operatori coinvolti”. Protagonisti di quella battaglia che si sta combattendo negli ospedali toscani e che il presidente ha ancora una volta voluto ringraziare per il loro impegno e sacrificio.

Novità anche per i controlli sui tamponi. Ogni giorno verrà realizzato un monitoraggio di tutti quelli fatti, con l’obiettivo di arrivare a 40mila. Si sta infine mettendo a punto il sistema di alberghi sanitari, uno per provincia, dove saranno accolti e seguiti tutti i pazienti Covid-19 che non potranno stare in isolamento a casa o che non potranno subito rientrare nelle proprie abitazioni dopo le dimissioni dall’ospedale.

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Emergenza coronavirus: rosticceria del centro storico denunciata, dalla Polizia Municipale, per vendita di cibo da asporto

Durante la consueta attività di controllo sul territorio di Città di Castello da parte della polizia municipale impegnata in servizi di ordine e sicurezza pubblica previsti a seguito dell’ emergenza covid-19, è stata rilevata un’attività commerciale non autorizzata. Nello specifico, una rosticceria, del centro storico che effettuava vendita da asporto ai clienti consentendone l’ accesso all’interno del locale.
Dopo i dovuti accertamenti è emerso che l’ attività era compresa in quelle vietate dall’ art. 1 al punto 2 del dpcm ( attività di servizi e ristorazione) e pertanto si è proceduto al deferimento all’ autorità giudiziaria competente.

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Tutte le attività selvicolturali sospese fino al 3 aprile

La Regione Toscana informa le imprese e i cittadini che tutte le attività selvicolturali sono sospese fino al 3 aprile, secondo quanto riportato all’art 1 comma 1 lettera a).
Le imprese hanno tempo fino al 25 marzo per completare le attività necessarie alla sospensione, compresa la spedizione. Per evitare comportamenti difformi sul territorio, se qualcuno ritenesse di rientare in una delle possibili deroghe previste dal DPCM, deve rivolgersi alla Prefettura, così come disposto dal provvedimento.

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Coronavirus: D’Urso (AUSL sud est) “gli ultimi giorni hanno fatto registrare un contenuto aumento dei casi, il più basso della Toscana”

Sono 461 le persone sul territorio della sud est risultate, alla mezzanotte, positive al coronavirus, ovvero il 10% degli assistiti con sintomatologia influenzale, che erano state sottoposte a tampone. In totale tra Arezzo Siena e Grosseto: 4.693 persone. I positivi sono: 130 casi a Grosseto, 187 ad Arezzo e 144 a Siena. Oltre ai 461 positivi, le persone messe in quarantena per possibile contatto sono 2.860.

Sette i pazienti tra gli 80 ed i 90 anni – con quadri clinici complessi- deceduti in seguito a complicanze correlate all’influenza da Coronavirus. Cinque i guariti clinicamente e virologicamente, ovvero, che hanno fatto il doppio tampone che è risultato negativo.

La maggior parte dei positivi (circa l’80%), considerata la sintomatologia non grave, è seguita a domicilio dai servizi dell’ASL e dal proprio medico di famiglia (356 persone).

I pazienti, il cui stato di salute è tale, invece, da necessitare cure più approfondite per via di sintomi più gravi, sono ricoverati presso gli ospedali aziendali (94 persone). Questi, dal monitoraggio continuo, reagiscono positivamente alle terapie. I casi più gravi, quelli che presentano difficoltà respiratorie, sono ricoverati in Terapia Intensiva degli ospedali di Arezzo e Grosseto (23 persone).

Gli ultimi giorni hanno fatto registrare un contenuto aumento dei casi, il più basso della Toscana. Ciò non toglie che la curva dei contagi possa salire nei prossimi giorni. Anche per questo, la direzione aziendale sta lavorando per potenziare la capacità di accogliere pazienti coronavirus e specializzare il più possibile i due poli Covid individuati nella rete ospedaliera della sud est (il San Donato di Arezzo ed il Misericordia di Grosseto), liberando le strutture da tutte le attività non riconducibili alla cura del Covid.

Gli altri ospedali della rete aziendale mantengono la loro attività, seppur ridotta e contratta, destinata a pazienti con patologie no Covid.

Queste misure, oltre al potenziamento delle capacità laboratoristiche e all’aumento della disponibilità di personale medico e sanitario, rendono più potente la risposta della AUSL Toscana sud est al coronavirus.

 Risposta che comprende anche l’attività territoriale. A questo proposito nei prossimi giorni sarà attivata una nuova modalità organizzativa per il tampone, già sperimentata a livello internazionale, che la Asl Toscana sud est sta avviando nelle varie Zone. Si chiama Drive thru: chi deve sottoporsi a tampone, cioè chi è individuato dal servizio di Igiene Pubblica, sarà contattato dalla Asl e dovrà recarsi al posto indicato. Le persone, senza scendere dall’auto ma solo abbassando il finestrino, faranno il tampone grazie al personale preposto. Questa modalità serve a velocizzare le procedure e a ridurre il contatto tra operatore e cittadino ottimizzando, al contempo, l’utilizzo dei Dispositivi di protezione.

Il Drive thru è stato già sperimentato anche nella nostra Asl, a Badia Tedalda nei giorni scorsi, dove in poche ore sono state sottoposte a tampone circa 70 persone. Ecco dove, per il momento, verrà seguito:

–       Grosseto città, dal 24 marzo

–       Arezzo città, dal 24 marzo

–       Siena, dal 25 marzo

–       Valdarno, dal 26 marzo

–       Valtiberina, dal 24 marzo

–       Chianciano, dal 24 marzo

“Non si tratta di una modalità aperta a tutti – sottolinea il direttore generale D’Urso – ma saranno chiamati solo coloro che rispondono ai requisiti previsti. Riceveranno quindi comunicazione dalla Asl e l’invito a presentarsi nei luoghi individuati”.

Nelle altre località il numero totale dei tamponi richiesti sono ancora pochi per poter attuare questa modalità.

Altro tema su ciò il Direttore si è soffermato è stato quello delle RSA. Infatti, all’interno di queste strutture sono stati registrati casi positivi. “Per l’AUSL Toscana sud est la tutela della salute dei pazienti fragili ricoverati nelle RSA è sicuramente un obiettivo prioritario – ha dichiarato Antonio D’Urso – Per questo abbiamo istituito un’Unità di crisi, diretta dal direttore dei servizi sociali Lia Simonetti e dal direttore di Zona Distretto competente per la Zona, che darà direttive chiare e risposte appropriate alla gestione dei casi di Covid”.

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Covid 19: Failp CISAL “prossimo 26 marzo, data critica per i lavoratore di poste italiana, servono più tutele”

Prossimo appuntamento fissato dal 26 marzo per il pagamento delle pensioni sarà momento di  rischio sia per i lavoratori di Poste sia per i pensionati che appartengono a quella fascia della popolazione particolarmente fragile alla epidemia.. La chiusura di molti Uffici, operata in via di prevenzione, potrebbe nonostante la calendarizzazione dei pagamenti, provocare affollamenti pericolosi.  Restano aperti meno del 40% degli uffici , tra questi gli UP aperti doppio turno lavorano solo la mattina ed in molti comuni l’unico ufficio presente lavora a giorni alterni. Resta per di più aperto il problema della mancata chiarezza circa le operazioni da evitare per la mancanza del requisito dell’urgenza. E’ solo consigliato, non c’è obbligo, di usare i postamat in alternativa alla riscossione direttamente in ufficio.   Per questi motivi la Failp CISAL ha segnalato ai Prefetti dell’Umbria  e delle Marche la nostra preoccupazione. E’ necessario che venga   valutata  la possibilità di sorvegliare le operazioni necessarie ai pagamenti delle pensioni e ciò sia all’esterno che all’interno degli Uffici per garantirne la regolarità, il rispetto delle distanze di sicurezza, la necessità ed inderogabilità delle operazioni richieste e cosi via.  Il rischio che le misure di sicurezza non siano rispettate comporta un grave problema. Il rispetto delle norme preventive non può essere demandato ai lavoratori di Poste a cui vanno garantite sicurezza e tranquillità.  Ad aggravare i rischi dei lavoratori postali con ricadute sulla cittadinanza e possibili conseguenze per il nostro sistema ospedaliero, è la mancata distribuzione a tutti dei DPI e l’apertura di uffici lay out privi di schermatura a dividere gli operatori dal pubblico. La richiesta di schermatura seppur provvisoria avanzata da tempo dalla Failp  Umbria Marche ha trovato accoglienza a livello nazionale. I tempi di realizzazione sono però lunghi a differenza di quanto già accaduto in molti negozi di alimentari e farmacie della nostra regione. Tutti i lavoratori di Poste stanno operando   tra grandi difficoltà, garantendo   quotidianamente  e responsabilmente  l’offerta dei servizi pur  con alti rischi e scarsa protezione. La Failp CISAL li ringrazia tutti sollecitando la solidarietà collaborativa  dei cittadini e delle Istituzione nella speranza che possa manifestarsi anche dal 26 marzo.

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“Sospendere le attività non indispensabili, si garantisca la sicurezza di chi deve lavorare, pronti a mobilitazioni e scioperi”: Cgil-Cisl-Uil Firenze oggi hanno incontrato sindaco e prefetto. Chiesta anche la chiusura domenicale dei supermercati

“Sospendere le attività non indispensabili, si garantisca la sicurezza di chi deve lavorare, pronti a mobilitazioni e scioperi”: Cgil-Cisl-Uil Firenze oggi hanno incontrato sindaco e prefetto. Chiesta anche la chiusura domenicale dei supermercati Firenze, 23-3-2020 – “Oggi è il momento di mettere la salute di tutte e tutti al primo posto. Così come il Governo giustamente invita i cittadini a stare a casa, anche i lavoratori e le lavoratrici hanno il diritto di tutelarsi e di restare a casa, per la salute loro e per non mettere in ulteriore difficoltà il servizio sanitario nazionale. Quindi, si sospendano tutte le attività realmente non indispensabili”: lo sostengono Paola Galgani (segretaria generale Cgil Firenze), Roberto Pistonina (segretario generale Cisl Firenze) e Paola Vecchiarino (Responsabile Uil Firenze). I tre sindacalisti, a seguito dell’uscita del DPCM del 22 marzo 2020 che individua le attività economiche non essenziali che dovranno sospendere la produzione per far fronte al diffondersi del virus Covid-19 nella provincia di Firenze, hanno aperto un confronto con il sindaco della Città Metropolitana e il Prefetto di Firenze. Questo il report degli incontri di oggi con sindaco e prefetto stilato da Galgani, Pistonina e Vecchiarino: “Negli incontri che si sono tenuti nella giornata di oggi abbiamo ribadito le nostre posizioni, già espresse a livello nazionale: l’elenco dei settori individuati dal DPCM è troppo ampio rispetto alla definizione di “attività indispensabili” ed è quindi necessario che il governo corregga l’Allegato 1 al DPCM (come tra l’altro previsto dall’Art. 1 comma 1 lettera a); anche all’interno delle aziende che hanno codici Ateco realmente indispensabili si identifichino le attività essenziali, in modo da prevedere una riduzione della produzione utile all’effettivo rispetto degli obiettivi di salute pubblica; in tutte le attività lavorative, senza alcuna distinzione, si provveda a far rispettare il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” del 14 marzo u.s. come previsto dall’Art. 1 comma 3 del DPCM del 22 marzo 2020 e in caso ciò non sia possibile si attivino gli ammortizzatori sociali previsti; in particolare si verifichi che in tutte le attività che restano aperte vi sia l’effettiva distribuzione dei DPI; si intervenga per ridurre la pressione sui supermercati, provvedendo alla chiusura domenicale, a incentivare la spesa di vicinato, ad evitare assembramenti comunque pericolosi in una fase di diffusione del contagio. In particolare al Prefetto abbiamo rappresentato la richiesta di CGIL CISL e UIL nazionali di incontro con il Ministro dell’Economia e quello dello Sviluppo Economico per ridurre le attività ancora considerate essenziali in base al Decreto e perché intervenga attivamente per il rispetto della riduzione delle attività produttive e la tutela della sicurezza, non autorizzando le attività che non sono realmente funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività essenziali, che non siano a rischio in caso di interruzione e che non siano strategiche per l’economia nazionale”. Concludono Galgani, Pistonina e Vecchiarino: “Cgil, Cisl e Uil del territorio fiorentino invitano e sostengono le proprie categorie e le Rsu a mettere in campo tutte le iniziative di lotta e di mobilitazione, fino alla proclamazione dello sciopero, per sostenere le proposte avanzate e valuteranno iniziative territoriali qualora si rendano necessarie, in accordo con quanto verrà stabilito a livello nazionale. Oggi è il momento di mettere la salute di tutte e tutti al primo posto: deve essere una responsabilità di tutti. Responsabilità che non è mai mancata da chi lavora nei servizi essenziali, a partire dalla Sanità: è indispensabile che queste lavoratrici e lavoratori siano messi in condizione di lavorare con risorse e dispositivi adeguati”.

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Umbria, sono 5.286 le Società che potranno continuare fino al 3 aprile

Umbria, sono 5.286 le Società che potranno continuare fino al 3 aprile
Le aziende avranno eventualmente tempo fino al 25 marzo
per completare la chiusura
Sono 5.286 le società di capitali umbre (SpA, Srl e Cooperative) che rientrano nel nuovo decreto anti coronavirus dove sono indicati i settori ATECO che sfuggono al principio del “chiudere tutto”.
Lo studio è stato condotto da ACACIA Group che, attraverso l’Osservatorio delle Imprese, ha messo sotto la lente i “numeri” delle Società di Capitali della nostra regione.
Il raggruppamento evidenziato sviluppa un fatturato aggregato di oltre 12 miliardi di Euro e impiega 52.096 addetti, il 74,06% delle 5.286 Società ha sede legale nella Provincia di Perugia e il restante 25,94% nella Provincia di Terni. (Fonte dati AcaciaCompany.it)


Le città con più concentrazione di imprese
CITTA’ N° Aziende %
Perugia 1301 24,61%
Terni 822 15,55%
Foligno 343 6,49%
Città di Castello 268 5,07%
Spoleto 196 3,71%
Corciano 170 3,22%
Assisi 158 2,99%
Gubbio 158 2,99%
Bastia Umbra 147 2,78%
Narni 143 2,71%
Orvieto 127 2,40%
Todi 107 2,02%

Per quanto concerne il volume di affari, la fascia predominante è popolata dalle Società con un fatturato inferiore al milione di euro (77,22%), seguita con netto distacco da quella 2-20 Milioni Euro (10,16%).


La suddivisione delle imprese per fascia di fatturato
FASCIA FATTURATO N° Aziende %
OLTRE 100 Milioni di Euro 12 0,23%
50-100 Milioni di Euro 23 0,44%
10-50 Milioni di Euro 143 2,71%
2-10 Milioni di Euro 537 10,16%
1-2 Milioni di Euro 489 9,25%
MENO DI 1 Milioni di Euro 4082 77,22%
Analizzando invece il numero addetti per azienda si evidenziano 75 grandi aziende con un organico superiore ai 100 dipendenti (1,44% delle 5.286 Società), la fascia centrale di 2.781 PMI con organico tra i 2 e 100 dipendenti, e la fascia delle microimprese che occupa il 45,97% del totale.


La suddivisione delle imprese per numero addetti
FASCIA ADDETTI N° Aziende %
OLTRE 500 11 0,21%
DA 100 a 500 64 1,21%
DA 50 A 100 87 1,65%
DA 10 A 50 897 16,97%
DA 2 A 10 1797 34,00%
0-1 2430 45,97%
E’ difficile dire cosa ci aspetta e fare previsioni senza margine di errore. Quotidianamente, e ancor più in queste lunghe giornate, – conclude Francesco Pace, Founder di ACACIA Group – mi confronto con imprenditori e professionisti, che sottolineano la priorità assoluta di risolvere l’emergenza sanitaria. Senza dimenticare che l’Umbria proviene da anni difficili e speriamo non subisca ripercussioni peggiori rispetto al panorama nazionale.
Quali saranno le conseguenze economiche lo sapremo più avanti, quando avremo modo di analizzare i numeri reali. Aspettiamoci certamente un nuovo modello economico… da dopoguerra.


Fonte Dati:
https://www.AcaciaCompany.it (Database delle Società Italiane)
Osservatorio delle Imprese – Umbria – Edizione 2020

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Coronavirus, 184 nuovi casi in Toscana. In tutto sono 2461 i contagi

ono 184 i nuovi casi positivi al Coronavirus registrati in Toscana a ventiquattro ore dal precedente bollettino. Salgono dunque a 2461 i contagiati dall’inizio dell’emergenza, 21 le guarigioni virali (i cosiddetti “negativizzati”), 30 le guarigioni cliniche e 109 i decessi. I casi attualmente positivi in cura sono 2.301.

Questi i 18 decessi che si sono verificati in Toscana nelle ultime 24 ore, con l’indicazione di sesso, età, Comune del domicilio: M. 87, Pontremoli; M. 69, Massa; M. 70, Piombino; M. 82, Lucca; F. 85, Fivizzano; M. 77, Casciana Terme; M. 90, Pontremoli; F. 86, Bagnone; M. 82, Carrara; M. 97, Fivizzano; M. 85, Pisa; M. 30, San Giuliano Terme; M. 81, Pisa; M. 89, Carmignano(PO); M. 85, Pontassieve; F. 90, Agliana(PT); M. 84, Quarrata(PT); M. 86, Chiusi (SI).

Spetterà in ogni caso all’Istituto superiore di sanità attribuire le morti al Coronavirus: si tratta di persone di età compresa tra i 30 e i 100 anni, tutte affette da più patologie.

Per quanto riguarda i ricoveri, a oggi sono in totale 1076 di cui 238 in terapia intensiva.

Questi i numeri che fotografano la situazione toscana alle ore 15 di lunedì 23 marzo, così come sono stati trasmessi dall’assessorato al diritto alla salute al Ministero della salute.

Dei 2461 tamponi risultati positivi questa è la suddivisione per provincia di segnalazione, che non sempre corrisponde necessariamente a quella di residenza: 548 Firenze, 229 Pistoia, 137 Prato (totale Asl centro: 914), 363 Lucca, 289  Massa-Carrara, 266 Pisa, 140 Livorno (totale Asl nord ovest: 1058), 128 Grosseto, 160 Siena, 201 Arezzo (totale sud est: 489).

Dal 1° febbraio a oggi nei laboratori toscani sono stati effettuati in tutto 13851 tamponi su 12612 casi. Nelle ultime 24 ore, sono stati fatti 587 tamponi. I laboratori impegnati nel testare i tamponi sono: i tre laboratori di microbiologia e virologia delle tre aziende ospedaliere universitarie di Careggi, Pisa e Siena, in funzione dall’inizio di febbraio, a cui negli ultimi giorni se ne sono aggiunti altri sei: Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica), i laboratori di Arezzo e Grosseto (Asl sud est), Livorno e Lucca (Asl nord ovest), più un laboratorio privato.

Dal monitoraggio giornaliero sono 9.324 le persone in isolamento domiciliare in tutta la Toscana: 3.569 nella Asl centro, 2.895 nella Asl nord ovest, 2.860 nella Asl sud est.

Le informazioni sui singoli casi saranno fornite dagli uffici stampa delle aziende sanitarie, nel rispetto della privacy, con successivi comunicati stampa o per telefono.

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Coronavirus, una task force regionale per analizzare tutte le proposte terapeutiche

Una task force regionale, con il compito di monitorare attentamente e in modo tempestivo tutte le proposte terapeutiche, le iniziative intraprese dalle singole Aziende sanitarie, nonché stabilire continui contatti con il livello nazionale, al fine di consentire ai cittadini toscani di poter usufruire nel tempo più breve possibile di tutte le terapie validate dal mondo scientifico.

Hanno ritenuto necessario istituirla il presidente Enrico Rossi, d’intesa con l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi. La task force sarà costituita da rappresentanti delle Aziende sanitarie e da rappresentanti dei comitati etici della Toscana, e coordinata dal dottor Loredano Giorni, dirigente nel Dipartimento diritti di cittadinanza e coesione sociale.In questi giorni assistiamo infatti a un continuo sviluppo di proposte relative a interventi farmacologici su pazienti affetti da Coronavirus. Alcune di queste proposte, che giungono sia dal mondo medico che dalle più comuni fonti di informazione, essendo prive di quelle necessarie ed essenziali evidenze scientifiche, contribuiscono a suscitare nei cittadini attese infondate, accentuando il disagio di questi giorni.

La task force non avrà nessun tipo di preclusione, analizzerà tutte le proposte in arrivo e farà le opportune verifiche e valutazioni.

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Emergenza coronavirus: tricolore su belvedere e torre azzurra. Un modo per ricordarci che andra’ tutto bene, anche se la guardia deve rimanere alta”

Emergenza Coronavirus: Tricolore sul Santuario di Belvedere e Torre civica azzurra “per ricordarci che andrà tutto bene anche se per il momento non dobbiamo abbassare la guardia e adeguarci con serietà e convincimento alle misure prese dal Governo”. A dirlo è l’assessore alla Protezione civile del comune di Città di Castello Luciana Bassini illustrando l’iniziativa che si terrà domani, martedì 24 marzo, al tramonto. “Quando i Tifernauti ci hanno proposto di illuminare il santuario di Belvedere con il Tricolore abbiamo subito accolto l’idea con entusiasmo perché è sembrato un modo per comunicare gratitudine e vicinanza al personale sanitario in trincea e per stringerci come comunità in questo momento difficile, probabilmente uno dei più critici della nostra storia recente. Grazie dunque ai Tifernati per la disponibilità ed il lavoro svolto con senso civico e di appartenenza”. All’iniziativa ha collaborato il Comune di Città di Castello, il Servizio Pubblica Illuminazione, ed Enel Sole. “Contestualmente illumineremo di azzurro la torre civica, che è il nostro simbolo, ricca di significati per noi che siamo tifernati. E’ ormai da settimane che molti di noi sono chiamati ad un isolamento sociale, giorno dopo giorno meno difficile da accettare ma anche più alienante. I nostri giovani sono chiusi in casa da quasi un mese e sappiamo quanto questo stia cominciando a costare dalle loro espressioni. Ma come in altri frangenti difficili, dobbiamo tenere duro, pensando che questo sforzo comune non sarà invano, servirà a proteggere i nostri cari più vulnerabili, a superare l’emergenza e a cominciare un ritorno lento ma progressivo alla normalità”.

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Quinto caso coronavirus a Sansepolcro


“Nelle ultime ore ci e’ stato notificato ufficialmente un nuovo caso di Coronavirus a Sansepolcro.
Il quinto. Si tratta di un uomo di 78 anni. Anche a lui auguriamo una pronta guarigione”. Queste le parole del Sindaco Cornioli

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Cesare Sassolini: “servono interventi urgenti in materia di Coronavirus”

Uffici Postali periferici chiusi: dalle frazioni le persone sono costrette a recarsi a Città di Castello per usufruire dei servizi postali. Molti tifernati mi stanno segnalando questo problema, presente anche in altri Comuni: rimangono aperti solo gli uffici centrali, mentre gli altri sportelli vengono chiuso. Chiusure che generano problemi, soprattutto per la popolazione più anziana che ha difficoltà negli spostamenti. E’ vero: in questo periodo è preferibile utilizzare i servizi online, ma non tutti sono capaci di farlo, ed in vista dell’erogazione delle pensioni gli uffici postali conteranno l’afflusso di molte persone. Dalla periferia sud del comune di Città di Castello, da Trestina, Morra, Promano, per citare alcune frazioni, i pensionati e non solo si recheranno agli uffici postali del centro. Si aumenta così il pericolo di contagio, tra i cittadini che si recheranno alle Poste, ma si mette anche a rischio l’incolumità dei lavoratori. Queste persone, che magari finora sono state chiuse in casa rispettando le normative, potrebbero uscire tutte insieme andando a ritirare la pensione e poi a fare spesa. Così facendo aumentano i rischi di contagio, proprio ora che, come ha ben spiegato il sindaco nella comunicazione di domenica 22 marzo, sembra che nel nostro territorio i contagi stiano rallentando. Per questo motivo chiedo al sindaco di intervenire tempestivamente e chiedere l’apertura, anche in forma ridotta, degli uffici postali periferici. Basterebbe che questi aprissero mezza giornata, due ore al giorno, o qualche ora a settimana. E’ un intervento importante per la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori.
Non solo. Chiedo al sindaco di adoperarsi per sospendere momentaneamente le tasse comunali: Tosap, Tari, la tassa sulle insegne pubblicitarie e l’addizionale Irpef del Comune. Sarebbe un gesto importante e di grande sensibilità soprattutto per aiutare i lavoratori con Partita Iva e i tanti negozianti che hanno obbligatoriamente chiuso la propria attività in questo periodo di emergenza. Le difficoltà per chi non ha un mensile fisso, sono numerose, e qualsiasi aiuto può garantir loro la sopravvivenza lavorativa. La sospensione, una riduzione o posticipare il pagamento, oppure fare un ‘anno bianco’ sarebbe un aiuto importante.
Infine invito tutti i supermercati e chi ha negozi di alimentari – ringraziandoli per l’importante servizio che svolgono in questo periodo di emergenza – a promuovere la vendita di prodotti locali, umbri e Made in Italy. Aiutiamo anche in questo modo le nostre aziende. Infine invito tutti i supermercati e i negozi di alimentari ad esporre in alcuni scaffali il cartello un cartello con la scritta “prodotti Italiani” e in altri prodotti Umbri e invito anche la popolazione a sostenere la nostra filiera acquistando soprattutto prodotti con questa indicazione! Nei momenti di difficoltà è importante sostenere la nostra economia.

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Emergenza coronavirus: 47 positivi, 400 in quarantena. Il Sindaco annuncia, Belvedere illuminato e l’Iban per le donazioni

“I positivi sono 47, ci manteniamo sugli standard degli ultimi giorni, mentre il numero delle persone in quarantena è molto elevato, intorno alle 400 persone. Dobbiamo sperare che ne escano presto. Facciamo le condoglianze ai due tifernati deceduti, una signora ricoverata a Pantalla e l’altro a Terni. Auspichiamo che terminata questa terribile vicenda vengano onorati come meritano. La situazione è ancora complessa, dobbiamo rimanere con la guardia alta, a casa. L’ultimo decreto del Governo prevede il divieto di recarsi nei comuni limitrofi anche se moto vicini a noi. Da Città di Castello a San Giustino non si può andare. La sanificazione continua ed è un buon lavoro. Concludo con due manifestazioni di volontà contro il COVID 19: un numero a cui fare donazioni per l’ospedale, l’IBAN IT34H0103021600 000002672133; domani sera martedì 24 marzo 2020 il Santuario di Belvedere sarà colorato del Tricolore come segno di solidarietà agli operatori dell’ospedale in collaborazione con Tifernauti e con la diocesi. Con lo stesso spirito illumineremo la torre civica di azzurro. Ringrazio il vescovo Cancian per il suo impegno e il suo coinvolgimento in questa emergenza. Ringrazio infine il COC e gli operatori del comune che stanno lavorando h24. A loro va un grande abbraccio”.  

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Confcommercio: “mettiamo in sicurezza le imprese”

Su sollecitazione di Confcommercio Toscana, la Confcommercio nazionale ha proposto due emendamenti al Decreto Cura Italia, nell’ordine di sostenere gli imprenditori durante questo periodo di grave emergenza sanitaria legata al Covid-19, ed evitare che le difficoltà del momento abbiano strascichi penosi anche nel futuro.“In particolare”, spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “abbiamo chiesto al Parlamento di valutare la non protestabilità di tutte le obbligazioni in scadenza in questo periodo, nell’eventualità che gli imprenditori non siano sul momento in grado di onorarne il pagamento per mancanza di risorse. Confidiamo che la nostra richiesta venga recepita al momento della conversione in legge del decreto”.Proprio per affrontare il problema della liquidità, che si va facendo sempre più pressante ogni giorno che passa per le aziende costrette al blocco totale o parziale dell’attività, nei giorni scorsi Centro Fidi-Confcommercio ha stretto un accordo con Banco Bpm dedicando un plafond di dieci milioni di euro a garanzia delle imprese toscane e umbre che devono far fronte alla diminuzione o assenza totale degli incassi.Centro Fidi garantirà nella misura dell’80% la somma erogata da Banco Bpm a ciascuna azienda. I finanziamenti sono concessi sotto forma di mutui chirografari ed avranno una durata di 24 mesi, con preammortamento tecnico di 6 mesi. Tra le finalità ammissibili ci sono l’acquisto delle scorte di magazzino, il pagamento dei fornitori e, in genere, esigenze di liquidità.Sulla stessa scia di quanto fatto con Banco Bpm, Confcommercio Toscana sta definendo i contenuti di nuovi accordi anche con altri istituti di credito. Non solo: l’organismo creditizio del sistema Confcommercio Toscana ha anche deciso nei giorni scorsi di “congelare” i finanziamenti garantiti in essere, approvando d’ufficio l’allungamento fino a 12 mesi a tutti gli imprenditori che ne faranno richiesta. Una pratica semplice, che non richiede istruttoria né tempi di attesa né oneri aggiuntivi, pensata unicamente per dare respiro agli operatori, ora pressati da numerose preoccupazioni.Per tutte le informazioni in materia finanziaria, o anche per conoscere meglio gli aiuti e le agevolazioni stabilite dal Governo per sostenere le imprese e le famiglie, è possibile contattare la Confcommercio di Arezzo al numero di telefono 0575 350755  o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica info@confcommercio.ar.it.

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Dpcm 22 marzo 2020 : le imprese produttive e commerciali che possono proseguire la propria attività

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm 22 marzo 2020, pubblicato nell’edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale di ieri (n.76) , che introduce ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale.
Il provvedimento sospende tutte le attività produttive industriali e commerciali eccetto quelle indicate, attraverso i codici ATECO, nell’allegato 1 al decreto ( in allegato).
Le imprese aventi codici ATECO non presente nell’elenco dell’allegato 1 possono proseguire la propria attività produttiva in due casi.
Nel primo caso i prodotti e/o servizi forniti devono essere funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività “consentite” ( cioè presenti nell’allegato 1) o dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali.
Nel secondo caso deve trattarsi di attività di impianti a ciclo produttivo continuo dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all’impianto stesso e /o pericolo di incidenti.
In entrambi i casi è necessario che le imprese trasmettano una comunicazione PEC al Prefetto della provincia nella quale sono ubicati gli impianti che contenga , per quanto concerne il primo caso, anche l’indicazione delle imprese e delle amministrazioni che beneficiano delle attività svolte. In allegato un facsimile della comunicazione da inviare al Prefetto che è anche possibile scaricare dal sito della Camera di Commercio.
Con tale comunicazione queste tipologie di imprese possono legittimamente svolgere le attività che comunque il Prefetto può sospendere qualora ritenga non sussistano le condizioni dichiarate.
Le disposizioni del decreto sono valide da oggi fino al 3 aprile e si vanno ad aggiungere a quelle già previste con il Dpcm 11 marzo 2020 nonché a quelle previste dall’ordinanza del Ministro della salute del 20 marzo 2020 i cui termini di efficacia, già fissati al 25 marzo 2020, sono entrambi prorogati al 3 aprile 2020.

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Coronavirus – Disposta la totale chiusura della sede della Provincia di Perugia in Piazza Italia fino al 3 aprile

Sulla base dell’ultimo DPCM è stata disposta la chiusura totale degli uffici della Provincia di Perugia di Piazza Italia fino al 3 aprile. Resteranno parzialmente aperti gli uffici della sede di via Palermo legati ai servizi essenziali.
“Nel ringraziare i dipendenti per la collaborazione – dichiara il Presidente della Provincia di Perugia Luciano Bacchetta – informo i cittadini che i servizi sono comunque attivi attraverso lo smart working e che per qualsiasi necessità, attraverso il portale della Provincia di Perugia www.provincia.perugia.it è possibile acquisire i numeri telefonici di riferimento. Rinnovo l’invito a tutti di rispettare le disposizioni previste a livello nazionale, rimanendo all’interno delle proprie abitazioni salvo motivi inderogabili. Dobbiamo impedire il diffondersi di questa terribile epidemia, sono certo che ce la faremo tutti insieme”.

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Emergenza Covid 19: allenarsi a casa, si può.Il metodo ideato da Giovanni Collacchioni

“Allenarsi, non è semplice, restandosene a casa, ma qualcosa per rimanere in forma si può comunque fare ottenendo buoni risultati. Ho ideato un programma, diviso in quattro fasi per chi non può uscire e in due fasi, per chi comunque si reca al lavoro. Ho deciso, di seguire gli atleti che, nel corso della stagione si allenano regolarmente in palestra, per dare un certa continuità al lavoro svolto negli scorsi mesi. Esercizi semplici, che si possono fare anche in spazi ridotti, e che ci permetteranno di ritrovarsi in un buon stato di forma al momento della ripresa agonistica”

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