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La bella storia di due giovani un 19enne camerunense ed un 18enne italiano che hanno trovato lavoro in aziende meccaniche, dopo i corsi svolti all G.O. Bufalini

Ahmed Hassan 19 anni e Donato 18 anni due nomi simbolo della speranza. Sembra incredibile, o magari uno spiraglio di normalità in questi tempi particolari di emergenza Coronavirus, ma due studenti dell’ultimo anno di meccanica sono stati assunti da due aziende dell’altotevere che erano già state individuate dall’ASP G.O. Bufalini di Città di Castello. Questo significa che i ragazzi, Ahmed Hassan, camerunense, e Donato originario dell’Aquila, entrambi diciottenni, sono stati assunti addirittura prima del raggiungimento della qualifica professionale, a dimostrazione della qualità della formazione che fornisce la scuola, della sua serietà, ma anche di quella dei suoi studenti, guidati nel loro caso soprattutto dai docenti, Francesco Fascella, Simone Nardoni e Alvaro Bianconi, tutti esperti qualificati dei loro settori. “Era in calendario proprio ad aprile una conferenza di livello regionale alla presenza dei segretari dei maggiori sindacati, dei sindaci locali e degli assessori regionali allo sviluppo economico e all’istruzione” – rivela il presidente della scuola, Stefano Briganti, “per rimarcare l’alto trend di assunzioni prodotte dall’ASP G.O. Bufalini grazie alle sue iniziative, che prevedono non solo i corsi di formazione per i ragazzi, nostra attività centrale, ma anche i progettI CRE.S.C.O, che ad ora hanno prodotto ben più di 50 assunzioni in un periodo che era già complicato”. “Un trend che si è mantenuto positivo nonostante le grosse difficoltà che l’emergenza sanitaria Covid-19 determina a scuola ed aziende,” precisa il direttore, Marco Menichetti. “Speriamo quindi che queste due nuove assunzioni possano rappresentare una luce in fondo al tunnel, un messaggio positivo di riavvicinamento alla quotidianità.” “Sono 130 alunni che seguono le lezioni online, attive da circa metà marzo e che continueranno fino al termine delle restrizioni.” “Durante le attività gli studenti sono seguiti anche dai ragazzi del Servizio Civile, che dopo un breve periodo di sospensione delle loro attività, sono potuti tornare, grazie al ripristino tramite remoto, a fornire assistenza ai professori, agli alunni attraverso la presenza nelle aule virtuali e anche alle loro famiglie: siamo soddisfatti del lavoro fatto finora – conclude Menichetti- per cercare di non lasciare nessuno indietro”. “Una bella di storia di speranza e ripartenza proprio alla vigilia della Festa del Lavoro del 1° Maggio, mai come questa volta densa di significati e sentimenti particolari che vanno ad aggiungersi alle questioni strutturali e alle difficoltà che il comparto produttivo occupazionale attraversa da decenni. Ahmed Hassan e Donato, due giovani, dunque oggi rappresentano più che mai la voglia, il desiderio di ripartire e di tornare alla normalità partendo proprio dal lavoro, colonna portante della nostra comunità. Un bel segnale da Città di Castello, complimenti alla scuola Bufalini, ai suoi dirigenti, docenti, ai dipendenti e ai due giovani Ahmed Hassan e Donato”, ha dichiarato il sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta, che lo scorso anno in estate aveva ricevuto in comune il giovane camerunense. La storia di Ahmed Hassan, il 19enne camerunese è senza dubbio particolare. Giunto in Italia fra mille difficoltà e sofferenze ha trovato nel Centro di Formazione Professionale Bufalini una seconda famiglia ed un luogo dove poter studiare e apprendere un mestiere. Una storia che lo scorso anno ha emozionato l’intera città. Ahmed infatti ha raccontato aspetti e particolari drammatici che fanno senza dubbio riflettere. Ha cercato e trovato da solo la Scuola Bufalini a Città di Castello, un centro di formazione dove ha potuto studiare gratuitamente: si è iscritto ad un corso di qualifica professionale finanziato dalla Regione Umbria. Grazie al taglio molto pratico della scuola Ahmed ha imparato un mestiere, quello del metal-meccanico e la lingua italiana prima di ottenere un contratto di lavoro in un’azienda di Sansepolcro. Oggi sta concludendo il suo percorso per l’ottenimento della qualifica professionale e la sua vita ha preso la direzione che lui stava cercando.

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Sorpresi a consumare alcolici nel retro di un bar a Le Ville a Monterchi. Multa per titolare e clienti

Consumavano alcolici nel retro di un bar di Le Ville a Monterchi. Per questo motivo, i Carabinieri della locale stazione, hanno immediatamente proceduto ad elevare sanzione con sospensione dell’attività per due giorni, al titolare dell’attività, per mancata osservanza dei divieti sanciti dal DPCM Covid 19. La sanzione con segnalazione è stata elevata anche ai 6 clienti, sorpresi nel fatto dalle forze dell’ordine

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Kemon + Ingram: insieme per la riapertura, riconvertite parte delle linee di produzione per distribuire prodotti necessari a contrastare l’epidemia di Covid-19

Un kit dedicato ai saloni e studiato per la sicurezza di acconciatori e clienti, pronto in vista della riapertura delle attività commerciali, e composto da mascherine in cotone lavabile (a cura di Ingram) e prodotti igienizzanti, visiere e guanti protettivi (a cura di Kemon): l’iniziativa di unire i know-how e le diverse professionalità aziendali nasce dall’idea di Francesca Nocentini (Kemon Marketing manager) e Tommaso Inghirami (Ingram Sales manager).
Riconvertendo parte delle loro linee di produzione, entrambe le aziende hanno deciso di uscire dalle loro consuetudini produttive, facendo ricorso al know-how della loro ricerca per mettere a disposizione prodotti al momento indispensabili e sicuramente apprezzati anche in futuro.

Kemon, azienda nata nel 1959 a San Giustino, di proprietà della famiglia Nocentini, che produce per il settore beauty immagini, servizi e prodotti per il mercato internazionale degli acconciatori, e Ingram, marchio leader nel settore della camiceria, fondato nel 1949 a Sansepolcro e di proprietà della famiglia Inghirami, hanno così sfruttato la loro complementarità per contrastare, insieme, l’epidemia di Covid-19.

“Quella che Kemon e Ingram hanno creato è una sinergia che affonda le sue radici in una storia aziendale costruita sugli stessi valori familiari, e in un’attenzione particolare al tessuto socioeconomico del territorio, che entrambe le nostre aziende condividono – spiegano Francesca Nocentini e Tommaso Inghirami –. Crediamo che questo momento storico che ci impone distanza fisica, abbia in realtà offerto alle nostre aziende un’occasione unica di venirsi incontro e, nel farlo, di dimostrare la loro eccellenza. Non tanto dal punto di vista tecnologico, di know-how o di design, poiché gel lavamani e mascherine sono prodotti semplici; ma piuttosto perché di tutte le qualità della buona imprenditoria italiana (ingegno, flessibilità, solidarietà, radicamento nel territorio, visione) noi, insieme, stiamo dando un grande esempio”.

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La telecamera che misura la febbre. In movimento e a distanza. Scatta il semaforo rosso se sopra 37,5 gradi. Donata dalla azienda SMAU-GFI all’ospedale della Gruccia

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Sembra una telecamera come tante ma svolge un compito particolare: misura la febbre. E’ stata donata dalla SMAU-GFI all’Asl Toscana sud est ed è entrata in funzione all’ospedale della Gruccia. “E’ un metodo sicuro e comodo – ricorda la Direttrice Barbara Innocenti. Le persone entrano, percorrono il corridoio e dopo pochi metri vengono “riprese” dalla telecamera. Non è necessario che si fermino e in questo modo si evitano code o contatti ravvicinati. Gli operatori vedono nel loro monitor la temperatura ma la telecamera agisce in modo automatico: se la febbre è inferiore a 37,5 dà il semaforo verde collocato sulla colonna alla sinistra di chi passa. Se è superiore, il semaforo diventa rosso e la persona viene fermata. Per precauzione le viene misurata nuovamente la febbre, stavolta con un termometro auricolare. Se l’indicazione viene confermata, la persona non viene fatta entrare bensì invitata a fare i controlli necessari”.

La telecamera è stata donata dalla SMAU-GFI azienda di Terranuova Bracciolini, che svolge la propria attività nel settore dell’informatica e sicurezza. “Il modello termografico Bi-Spectrum Hikvision – ricorda Enrico Bruni, Amministratore della SMAU-GFI- consente un’accurata misurazione della temperatura corporea rilevando potenziali stati febbrili. Dotata di intelligenza artificiale, è la soluzione per lo screening delle persone che hanno accesso in uffici e luoghi pubblici permettendo il controllo accurato simultaneo fino a gruppi di 30 individui. Sono quindi, telecamere adatte a tutti quegli ambienti che prevedono un grande flusso di persone, come ospedali, aeroporti, ambienti industriali”.

Per la donazione ha espresso soddisfazione anche la Sindaca di Montevarchi Silvia Chiassai Martini: “grazie a SMAU-GFI, azienda storica del Valdarno, che si è subito resa disponibile per aiutare il nostro Ospedale della Gruccia, donando uno strumento per la misurazione della temperatura corporea che garantirà un controllo rapido e puntuale sul personale sanitario e sui cittadini. Il primo ospedale a poter usufruire di una strumentalizzazione innovativa e indispensabile per combattere l’emergenza Coronavirus. Ancora una volta la nostra comunità ha dimostrato l’impegno a sostengo della sanità pubblica, attraverso le straordinarie competenze e la generosità delle imprese del territorio”.

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Ristorazione: rischio paralisi con lo stop prolungato. Galgani CNA: chiarezza sulle distanze, utilizzo suolo pubblico e blocco tasse per ripartire

“Nessuno vuole riaprire prima che la situazione sia sotto controllo, ma ci sono aziende che stanno morendo e per loro si sta facendo troppo poco. Così Giulio Galgani, portavoce nazionale CNA Ho.re.c.a., il settore che rappresenta hotel, ristoranti e catering.
Tradizionalmente per il settore alberghiero e quello della ristorazione ad aprile cominciava il periodo più intenso dal punto di vista lavorativo, un giro di affari che ormai è irrimediabilmente compromesso: “Ciò nonostante – sottolinea il portavoce CNA– restiamo chiusi rispettando tutte le regole. Ma il Governo non sta intervenendo con la tempestività necessaria rispetto alle nostre necessità. Si parla di un sostegno alle imprese attraverso un finanziamento interamente garantito dallo stato di importo fino a 25 mila euro, ma le banche adottano procedure non uniformi e comunque appesantite da richieste di documentazione ed adempimenti burocratici che rallentano fortemente le erogazioni dei prestiti. Si tratta comunque di forme di ulteriore indebitamento per le aziende, mentre le contribuzioni a fondo perduto, assolutamente necessarie e ripetutamente sollecitate, ad oggi non hanno alcuna concreta risposta.
Anche per i dipendenti del settore le cose non stanno andando meglio: “Vero, si è stabilito che avessero accesso alla cassa integrazione in deroga anche dipendenti che prima non ne avrebbero avuto diritto però, a distanza di due mesi, gli importi non sono stati ancora corrisposti. Noi restiamo responsabilmente chiusi, ma lo Stato ora acceleri le procedure, non possiamo vivere di promesse”.
Oltre alla denuncia delle criticità, Galgani ha anche delle proposte: “Ci sono regioni dove il virus ha avuto un’incidenza molto limitata, chiediamo che venga data la possibilità di riaprire in quei posti, magari limitando l’accesso a coloro che provengono dalla stessa regione. Un’altra cosa che chiediamo, per quanto riguarda il settore ristorazione, sono innanzitutto regole chiare: quanto deve essere la distanza? Un metro o un metro e ottanta? Va benissimo, saremo in grado di rispettarla, considerato che una partenza ritardata in prossimità dell’estate consentendo il solo servizio di asporto dal 4 maggio e autorizzando la consumazione al tavolo solo dal 1° giugno, con tutti i rallentamenti legati al distanziamento sociale, significa segnare in maniera irreversibile non solo la stagione estiva ma i ricavi dell’intero anno.
Inoltre, chiediamo di poter avere accesso, senza costi, al suolo pubblico per poter predisporre tavoli all’esterno e ampliare lo spazio a disposizione dei clienti, oltre alla sospensione della tassa sui rifiuti relativa ai mesi di chiusura degli esercizi. Le questioni aperte sono ancora tante, chiediamo risposta almeno per quelle più urgenti. Le aziende hanno bisogno di liquidità, procrastinare ancora vorrebbe dire il fallimento per molti”.

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Covid 19: Cornioli “un guarito e nessun nuovo caso positivo. Avanti così!”

“Un guarito e nessun nuovo caso positivo. Continuiamo così, mantenendo il distanziamento, indossando mascherine, lavando spesso le mani e restando in casa, a meno di motivi urgenti o di lavoro”. Queste le parole del Sindaco Cornioli, al termine della giornata odierna

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Unione dei Comuni Valtiberina Toscana: PD “queste le nostre proposte per il turismo del comprensorio”

“Il settore turistico anche in Valtiberina è stato – e sarà in anche in futuro – quello maggiormente colpito dalla pandemia del Coronavirus. Si tratta di un settore molto importante per l’economia di tutto il territorio, basti pensare alle strutture ricettive, al personale dei musei, alle guide e all’indotto che si crea per bar e ristoranti. Le difficoltà di questa nuova situazione sono sotto gli occhi di tutti, così come le incertezze riguardo il futuro. Il momento che stiamo vivendo apre, però anche una riflessione profonda rispetto alle nuove esigenze dei “viaggiatori”: distanziamento sociale, scarso affollamento, vita all’aria aperta, riconquista di spazi poco conosciuti e piccoli borghi. Da questo punto di vista dobbiamo essere in grado di cogliere le opportunità che le nuove tendenze offriranno, molto probabilmente il turismo di massa lascerà il posto a scelte maggiormente pensate e costruite sulle esigenze dei singoli o di nuclei familiari. Le aree interne, possono rappresentare un volano importante con le loro ricchezze naturi e storico-artistiche. Sarà necessario realizzare gli obiettivi posti con il progetto aree interne e farsi portavoce verso gli organi istituzionali di una integrazione di risorse che riguardi i progetti turistici.
Quindi, quali scenari e quali soluzioni si pongono per il turismo in Valtiberina?
Negli ultimi anni sono stati raggiunti risultati importanti ma si tratta di un settore complesso che dipende da molti fattori, gli effetti economici della pandemia si faranno sentire anche in termini di rinunce ai viaggi ed è prevedibile che dovrà passare un po’ di tempo prima di tornare ai numeri del passato.
Ci aspetta una realtà completamente diversa da quella che abbiamo conosciuto finora, il modo di viaggiare cambierà e diverse saranno le esigenze delle persone che si sposteranno per piacere. Il turismo può mettere insieme diverse tematiche come ambiente, agricoltura, servizi, cultura, trasporti e la Valtiberina ha il potenziale giusto per rilanciarsi in questo settore, che continuerà ad essere un importante traino per la nostra economia solo se ci faremo trovare pronti a guardare al futuro.
“Non si può pensare di riaprire musei e strutture ricettive lasciando tutto com’è in attesa di tempi migliori, dobbiamo affrontare questa nuova realtà con un atteggiamento aperto e costruttivo. È necessario un coordinamento tra amministrazioni e operatori del settore per sviluppare nuovi prodotti turistici e nuovi modelli di accoglienza, per sostenere le realtà coinvolte e far sì che nessuno rimanga indietro rispetto ai cambiamenti che saranno necessari.
Nel 2018 la Valtiberina ha ottenuto il riconoscimento di Ambito Turistico, è necessario ora che l’Unione Montana si faccia promotrice in tempi rapidi di questa azione di coordinamento. Il rilancio del turismo può avvenire solo se c’è una forte coesione a livello di vallata, questo è il momento di unire le forze e sostenere un comparto fondamentale. Sarebbe anche l’occasione per ridare un ruolo all’ente comprensoriale che anche in questa fase di emergenza è stato del tutto assente”.

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Bevande da asporto, l’ok del Sindaco Cornioli. Ordinanza di oggi. Non solo cibo, ma le prescrizioni sono le stesse

Non solo cibo ma anche bevande, purchè consegnate in contenitori chiusi. E’ quanto previsto nel comune di Sansepolcro con l’ordinanza emanata oggi dal Sindaco (n. 38).

Agli esercizi che rientrano nell’Ordinanza n. 41 del 22.04.2020 del Presidente della Giunta Regionale Toscana (per i quali è disposta la sospensione dell’attività fino al 03.05.2020), è quindi consentita la vendita da asporto anche di bevande, sempre nel rispetto delle prescrizioni, cioè:

  • necessità di previo appuntamento telefonico o on line;
  • ritiro dei prodotti ordinati tramite appuntamenti dilazionati nel tempo;
  • ritiro dei prodotti ordinati di un cliente per volta;
  • esclusione di ogni forma di consumo sul posto.
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Casucci (Lega) “Chiedo alla Regione Toscana di fare pressioni sul Governo per rimediare ad una situazione inammissibile: la provincia di Arezzo è confinante con più regioni ma gli spostamenti sono vietati per decreto. Divise economie e affetti”

E’ insostenibile e inaccettabile la situazione che si è venuta a creare, per decreto del Governo, tra la Toscana e le regioni confinanti. Confini che non possono essere più valicati per le limitazioni imposte per via dell’emergenza coronavirus, barriere virtuali quanto reali che dividono economie e affetti. Parenti a pochi minuti di auto, supermercati, uscite possibili, scambi commerciali a manciate di chilometri ma il decreto del 26 aprile, che conferma i precedenti decreti, li vieta perché si tratta di luoghi fuori regione, sono infatti vietati gli spostamenti. Con una mozione chiedo alla Regione Toscana di sollecitare e fare le dovute pressioni sul Governo nazionale così da poter rimediare a tali paradossali situazioni. Si possono percorrere quasi 300km da Grosseto a Pontremoli, ma non una decina di chilometri per spostarsi, ad esempio, dalla città di Cortona al Trasimeno in Umbria -sottolinea il Consigliere regionale Marco Casucci (Lega)-La regola applicata dal governo è quella degli spostamenti entro la propria regione di appartenenza, mentre anche dal territorio aretino sono partite numerose richieste da parte di sindaci perché sia preso in considerazione il criterio della provincia confinante. Sono in contatto anche con il sindaco di Cortona Meoni”.

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#UNALTRADOMENICAINSIEME: il concerto on line di domenica 3 maggio con frankie, Elio e David Riondino, 300 artisti di Citta’ di Castello su Yuotube e i social

Ci saranno anche Frankie hi-nrg-mc, Elio e le Storie Tese e Da-vid Riondino al concerto #unaltradomenicainsieme, la musica de-gli artisti di Città di Castello, Domenica 3 Maggio alle ore 17.00 nel quale suoneranno circa 300 musicisti. Dopo il successo di Pasqua, il musicista tifernate Fabio Battistelli e il Professor Rosario Salvato hanno promosso un altro evento, completamente on line. “Il con-certo si svolgerà domenica 3 maggio a partire dalle ore 17 e sarà un evento sia per gli ospiti che hanno accettato di esserci come Frankie, Elio e David Riondino sia per il pubblico, che lo potrà se-guire sul canale You Tube del comune, sulla pagina Facebook e Instagram del comune, adottando la modalità on line scelta da tutti i concerti in questo periodo anche per artisti di calibro internazionale” spiega Fabio Battistelli, che sta organizzando l’iniziativa in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Città di Castello. “Voglio ringraziare il sindaco Luciano Bacchetta che ha sempre sostenuto manifestazioni dirette a cementare il senso di comunità in questo periodo di isolamento sociale. La musica da questo punto di vista è un vettore potentissimo. Voglio ringraziare anche Sogepu per il supporto tecnico, l’Ufficio Stampa del comune e Sergio Coltrioli. Quanto alla partecipazione è stata corale e entusiasta e di-mostra che grandi risorse ha Città di Castello quando si tratta di mobilitarsi per una buona causa”. Al concerto, che inizierà alle 17.00 di Domenica 3 Maggio 2020, hanno aderito Frankie, Elio e David Riondino ma anche Roberto Fabbriciani e Massimiliano Da-merini, la scuola comune di musica G. Puccini, la scuola media Alighieri Pasoli, Novamusica, Accademia Visionaria, Take five music Academy. Nel programma è stato inserito un brano cantato da Ivano Pescari, amato musicista scomparso qualche settimana fa, che la famiglia ha voluto mettere a disposizione in suo ricordo. Ci sarà la Corale Marietta Alboni, diretta da Marcello Marini, Marco e Francesco Marconi, Tetrakis percussioni con Laura Mancini, il quartetto di chitarre Alvarez con Stefano Falleri, il quartetto di fa-gotti con Edoardo Filippi, la Scala di Sera diretta da Gianfranco Contadini, Marta Paceschi e Simone Nocchi, la Pieve Jazz Band di-retta da Fulvio Falleri, Franco Verini e Luca Nicasi, Equilibritrio, Laura Polverini, Antony Guerrini e Ezdra Alunni, Tiferno Blues Pro-jet, Jole Balalla, Alessandra Chieli, Giulia Giovagnoli e Luca Pac-ciarini, Maria Vittoria Lensi e Gregorio Battistoni, Pensieri e Parole Band, Tacco e Punta, Bonacrianza, Nicola Cesarotti e Davide Berliocchi, Oro Nero, Snow in Damascus, Alessio Guerri e Giulia Mag-gesi, Eagles and Ghost, Stefano Stinchi e Francesca Moscatelli, Paolo Maccarelli e gli Everlime, “Ognuno di noi suonerà nella speranza che quanto prima si possa farlo dal vivo e non attraverso uno schermo”, conclude Fabio Battistelli, spiegando lo spirito dell’iniziativa: “300 musicistihanno accettato per far sentire la loro voce con la speranza che tutto sia superato al più presto e si possa tornare a suonare e cantare dal vivo nella nostra città. Chi lo vorrà, soprattutto i giovani potranno collegare impianti casalinghi di amplificazione direttamente sui propri balconi per consentire, ma-gari anche i “nonni” e a coloro che non hanno possibilità di accede-re alla rete, di ascoltare la musica. Voglio segnalare che in senso di auspicio Nicola Cesarotti di Accademia Creativa per l’occasione sulle note di Halleluhia di Leonard Cohen ha riscritto un testo inedito dedicato aldifficile momento che abbiamo vissuto e stiamo vi-vendo. Un messaggio di speranza ed incoraggiamento per tutti che i 300 musicisti voglio trasmettere con la musica”. Le note e la mu-sica del “concertone” on line saranno accompagnate dalle sugge-stive immagini di un video Prodotto dalla Fondazione Hallgarten-Franchetti Centro Studi Villa Montesca, Regia di Alberto Fabi, Rea-lizzato in collaborazione con Farmstudiofactory.

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I servizi di raccolta differenziata porta a porta per la Festa del Lavoro nei comuni di Città di Castello, San Giustino, Monte Santa Maria Tiberina e Montone

In occasione della Festa del Lavoro di venerdì primo maggio Sogepu ha concordato con gli assessorati all’Ambiente dei Comuni di Città di Castello, San Giustino, Monte Santa Maria Tiberina e Montone le modalità di attuazione dei servizi di raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti.
A Città di Castello la raccolta della carta e del cartone sarà posticipata a venerdì 8 maggio nella Zona Rossa (Quartiere Ecologico, Riosecco, Zona “Polizia Stradale”, Graticole e Salaiolo) e nella Zona Nord (Titta, Badiali, Cerbara, Giove, Piosina e Lerchi). Nel centro storico la raccolta di imballaggi domestici in plastica, vetro e lattine sarà posticipata a sabato 2 maggio, mentre nella Zona Area Vasta 2 (Breccione, Lugnano, Petrelle, Bonsciano, San Pietro a Monte e San Leo Bastia) il ritiro del rifiuto organico sarà posticipato a martedì 5 maggio. Il servizio di ritiro porta a porta di potature e sfalci previsto per venerdì primo maggio nel territorio comunale tifernate sarà posticipato a venerdì 8 maggio.
Nel comune di San Giustino i servizi di ritiro porta a porta previsti per la giornata di venerdì primo maggio saranno posticipati nei giorni di ritiro della stessa tipologia di rifiuto previsti nella settimana successiva alla festività.
A Monte Santa Maria Tiberina la raccolta del rifiuto organico sarà posticipata a martedì 5 maggio, mentre a Montone il ritiro di carta e cartone sarà posticipato a sabato 2 maggio.
Per ogni informazione in merito allo svolgimento dei servizi è a disposizione il numero verde di Sogepu: 800.132152.

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Emergenza coronavirus: Bacchetta “il 1 maggio riaprono orti e il 4 maggio i parchi, con controlli. Allo studio per misure per categorie più penalizzate da lock down”

“Anche in questa giornata ci sono buone notizie. I dati trasmessi dalla ASL Umbria parlano di zero positivi, 80 persone guarite e soltanto 30 persone positive, Ci sono poi persone in isolamento precauzionale ma non risultano positivi e ci auguriamo che non lo siano neanche in futuro. I numeri sono buoni, c’è una linea discendendte molto forte, senza nuovi casi e con tante guarigioni. Merita, dopo un momento di emergenza, ricordare che ne siamo usciti grazie al lavoro compiuto dalla ASL sia come ospedale che come territorio, sul fronte della ricostruzione epidemiologica per circoscrivere i contagi, e al senso di responsabilità dei cittadini, un sacrificio compiuto in nome della salute di tutti. Le misure di contenimento sociale hanno funzionato anche in virtù di questa diligenza. Il controllo e la repressione, che pure ci sono stati, non sarebbero stati efficaci senza la collaborazione dei cittadini. Sono molto contento, anche se ci sono state alcune pochissime eccezioni, del comportamento dei tifernati. Voglio ringraziare Amare che, tramite il suo presidente Carlo Paladino, ci ha comunicato una donazione per l’ampliamento dei Buoni Spesa. Abbiamo già fatto oltre 800 distribuzioni, ne faremo altre grazie alle liberalità di singoli e associazioni. Rispetto agli orti sociali, diversi dagli orti privati, che svolgono un’importante funzione, riapriranno dal 4 Maggio con il controllo dell’Associazione Carabinieri in congedo. L’afflusso e le attivitò devono svolgersi in sicurezza perché il Covid 19 non è stato ancora sconfitto e quindi bisogna tenere alta la guardia e consentire ai pensionati che gestiscono gli orti di accedere in sicurezza. Il 4 maggio riapriremo anche i parchi pubblici con un sistema di controllo e verifica affinchè non si creino assembramenti. E’ necessario per bambini e adolescenti che da due mesi vivono chiusi in casa.  C’è una polemica in atto per le molte categorie escluse dalla ripresa del 4 maggio e tra queste la tolettatura degli animali, in cui vivono e lavorano diverse persone. Ci hanno chiesto di intervenire perché il loro codice Ateco sia incluso tra chi potrà ripartire e lo faremo perché penso che sia giusto concepire un ritorno al lavoro il più esteso possibile sempre in sicurezza. Stiamo studiando forme di aiuto per le categorie che hanno sofferto di più la chiusura – bar, ristoranti, pubblici esercizi, alberghi – e per i quali non si conosce ancora una data precisa. Cercheremo di dare loro una mano per quanto possibile. Infine domenica 3 maggio 2020, in coincidenza con la fine del lock down, alle 17.00 abbiamo organizzato con il maestro Fabio Battistelli ed il prof. Rosario Salvato, un’iniziativa musicale simile al concerto di Pasqua. Ci saranno 300 musicisti e il saluto di grandi artisti che hano vissuto o hanno incontrato il successo a Città di Castello. Sarà un modo per stare insieme e sperare di lasciarci presto alle spalle questo brutto periodo”.

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La Presidente della Provincia di Arezzo scrive al Premier Conte e al Presidente Rossi della Regione Toscana: “Ascoltate le imprese”


La Presidente della Provincia di Arezzo Silvia Chiassai Martini si fa portavoce delle richieste del mondo economico con un documento specifico rivolto alla Regione Toscana, al Premier Giuseppe Conte e agli Istituti Bancari. Obiettivo: il rilancio forte delle imprese per salvaguardare il territorio e l’occupazione prima che sia troppo tardi.

Silvia Chiassai Martini ha dichiarato: “Ho sentito il dovere di lanciare un appello a Regione, Governo e anche agli Istituti Bancari per ottenere misure urgenti e risorse certe al rilancio dell’economia e alla tutela dei posti di lavoro della nostra provincia. Dopo la fase di lotta all’emergenza sanitaria, basata sulla responsabilità dei cittadini nel cambiare le abitudini di vita e sul sacrificio chiesto alle imprese, oggi serve  una svolta decisa per non dovere raccogliere i pezzi di un’emergenza economica ancora più grave. Occorre mettere in campo, prima che sia troppo tardi, gli  strumenti necessari ad  una ripartenza veloce, senza perdere di vista le dovute misure di protezione che le imprese sono in grado di fornire. Non possiamo continuare a risolvere i problemi stando fermi, con coraggio e determinazione, dobbiamo lavorare alla ripresa avendo chiaro il percorso da intraprendere. Per questo ho ritenuto doveroso preparare un documento in cui sono state raccolte le richieste pervenute dalle Associazioni economiche e di categoria.

Le Istituzioni devono ascoltare il grido di aiuto del mondo produttivo che chiede di accedere facilmente alla liquidità, senza lungaggini o inspiegabili ritardi; prevedere subito il contenimento dell’imposizione fiscale e delle tasse, che le imprese non riescono a sostenere per il blocco forzato delle attività e come misura concreta per accompagnare la ripartenza; mettere a disposizione finanziamenti a fondo perduto alle partite IVA per contenere i danni economici, anche a garanzia dell’occupazione; il Covid deve essere l’occasione per liberarci finalmente dalla burocrazia e per programmare un rilancio pieno delle produzioni, contrastando in maniera efficace la perdita preoccupante di fette di mercato, in quanto i vari competitors mondiali non hanno mai smesso di lavorare.

Il nostro territorio virtuoso, formato da piccole e medie imprese, è basato su di un tessuto economico che ha sempre dimostrato una grande capacità di resistere anche in periodi storici più bui, in cui le crisi finanziarie mondiali non hanno risparmiato nessuno. Stavolta, senza i sostegni necessari, perché gli imprenditori non potranno contare soltanto su intraprendenza o qualità dei prodotti, le conseguenze saranno drammatiche anche in termini di coesione sociale.

Oggi più che mai dobbiamo essere pragmatici, assumerci la responsabilità delle scelte, avendo una visione sul futuro che non possa prescindere dalla tutela del patrimonio delle nostre imprese e dei nostri lavoratori che sono il motore di tanti settori strategici dell’economia italiana: manifatturiero, tecnologico, agricolo, turistico, culturale. Possiamo uscire vincenti dalle ripercussioni della pandemia, solo con scelte condivise e con la collaborazione fattiva tra le parti. Questa tragedia potrebbe veramente essere per l’Italia l’evento che genera il “punto zero”o “il punto di non ritorno” in base alle decisioni prese e alla facilità con la quale saremo capaci concretamente di attivare le misure richieste. Quando un’attività chiude o non sarà in grado di ripartire, sarà  una dura sconfitta per tutto il sistema Paese”.

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Coronavirus, 6 milioni di euro dalla Regione per un bando di ricerca sul Covid-19

La Toscana stanzia 6 milioni di euro, a fondo perduto, per l’attivazione di un bando pubblico di ricerca sul Covid-19. Il bando è finalizzato alla promozione di progetti di ricerca per identificare sistemi di prevenzione, terapie e sistemi di diagnostica e analisi, per combattere le infezioni da Sars-CoV-2 e altre emergenze virali, che si potrebbero presentare in futuro. I progetti saranno principalmente finalizzati a migliorare la comprensione dell’epidemia di Covid-19 e, nello stesso tempo, la preparazione e la risposta alle emergenze di sanità pubblica. Tutto questo è definito da una delibera di Giunta, approvata nell’ultima seduta di Giunta, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi.

“L’emergenza epidemiologica che ha colpito il Paese è tale che abbiamo ritenuto opportuno investire importanti risorse anche nella ricerca per trovare soluzioni innovative, che ci aiutino a contrastare le epidemie attuali e quelle future – spiega Saccardi -. Ci auguriamo che con questa iniziativa possano arrivare proposte risolutive dai ricercatori del settore pubblico e privato no-profit, accelerando gli esiti dei loro studi. Siamo pronti a perseguire questo obiettivo attraverso il cofinanziamento, a fondo perduto, di progetti di ricerca e sviluppo, che tutelino il più possibile la salute pubblica”.

Possono accedere al contributo, dunque, progetti di ricerca e sviluppo, dedicati a: studi e analisi di modelli organizzativi; indagini epidemiologiche e sociologiche; studi di diagnostica e virologia; approcci terapeutici e vaccini nell’ambito del Covid-19. Il costo totale di investimento, per ogni progetto, non potrà essere superiore a 500 mila euro. Il contributo, a fondo perduto, è concesso nella misura massima del 80% del costo totale del progetto.

Possono partecipare al bando aziende sanitarie ed enti del Servizio sanitario regionale, che svolgono istituzionalmente attività di ricerca come l’Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica) e la Fondazione Toscana Gabriele Monasterio; l’Agenzia regionale di Sanità della Toscana; organismi di ricerca con sede legale o unità operativa sul territorio regionale. Non è possibile partecipare al medesimo progetto in qualità di partner o capofila e, contemporaneamente, come fornitore di ricerca contrattuale. Non sono ammessi progetti presentati da un solo soggetto. La delibera, oltre a definire i requisiti dei beneficiari, indica anche la tipologia degli interventi finanziabili e i criteri di valutazione delle richieste di finanziament o.

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Confartigianato Arezzo Ordine dei Commercialisti di Arezzo: “troppa confusione e incertezza sulla ripartenza del sistema produttivo. Servono regole chiare e tempi veloci per evitare il collasso economico”

“Le imprese aretine, e non solo, sono sull’orlo del baratro economico. La pandemia da medica sta diventando pandemia economica. Le piccole e medie imprese rischiano la chiusura e quindi di lasciare sguarnito il cuore manifatturiero del nostro Paese. Avrebbero bisogno di aiuti concreti e immediati, non di indebitarsi ulteriormente ma di avere sostegni a fondo perduto e di regole per la ripartenza imprenditoriale che siano certe, chiare, veloci. Invece sono alle prese con una gestione governativa che si muove in maniera confusa, con regole approssimative, con tempi incerti, con controlli sanzionatori invece che di affiancamento per la ricostruzione attiva del sistema d’impresa. Il tutto condito da una sorta di paternalismo che avvilisce la grande capacità di gestione dei nostri imprenditori”.

E’ questa la situazione drammatica che viene denunciata da Confartigianato Arezzo, per parola del presidente Ferrer Vannetti, e dall’Ordine dei Commercialisti di Arezzo, nelle affermazioni del presidente Giovanni Grazzini.

Secondo Vannetti il decreto Fase due, predisposto dalla Presidenza del Consiglio, presenta una serie di falle in molti campi, “a partire ad esempio – spiega – dalla incomprensibile uniformità assoluta a livello territoriale delle misure adottate, con blocchi dell’attività imprenditoriale che hanno lasciato nella disperazione intere categorie. Non si capisce perché, se il testo governativo lascia intatta e anzi ribadisce la chiusura dei confini regionali, quindi la non mobilità tra l’una e l’altra, non sia stato allora possibile prendere iniziative diverse sui territori a seconda della penetrazione della pandemia: abbiamo regioni duramente colpite e ancora alle prese con situazioni sanitarie preoccupanti, ma anche regioni in cui il passaggio del virus è stato molto meno costringente. Un’intelligente differenziazione che tenesse conto di queste differenze sarebbe stata e sarebbe auspicabile per consentire alle imprese e ai territori già pronti di ripartire”.

Uno degli aspetti approfonditi, invece, dal presidente dei commercialisti aretini, Giovanni Grazzini – oltre alla “necessità di un sostegno pronto e concreto alle imprese che noi vediamo tutti i giorni più in difficoltà e scoraggiate” – è quello “davvero avvilente della confusione normativa, che ci costringe a lavorare di giorno e a studiare di notte per cercare di mettere ondine nell’enorme, continuativo, disordinato – e spesso contraddittorio nei contenuti – afflusso di normative nazionali, regionali, comunali, di ordine pubblico..ecc”.

Uno spunto di Grazzini coglie in pieno questo aspetto: “Vogliamo tutti una rigorosa profilassi per chiunque acceda in azienda ma sulle procedure per la sanificazione siamo al massimo della confusione: prima di tutto in riferimento a questo aspetto abbiamo tre diversi interventi normativi che si sovrappongono, il Dpcm nazionale e le ordinanze regionali e INAIL, per non citare il recentissimo protocollo nazionale con i sindacati. E poi, cosa molto grave, manca ancora il decreto attuativo che dovrà consentire alle imprese l’accesso al credito d’imposta previsto proprio per la sanificazione, col rischio che queste, per motivi burocratici, finiscano per perdere anche questo piccolo sostegno”.

Tornando a Vannetti, il presidente di Confartigianato Arezzo insiste anche su altri due temi decisivi: la questione dei “controlli degli enti preposti che dovrebbero essere assolutamente di tipo istruttorio e non sanzionatorio”, e il fatto che “i finanziamenti alle aziende del territorio dovranno essere assolutamente a fondo perduto, per evitare che queste, moltissime già in difficoltà economiche prima della crisi causata dal Covid19, finiscano per indebitarsi ulteriormente e magari per scegliere di chiudere”.

Da Grazzini, invece, altri due allarmi di grave portata: “La Cassa integrazione per i lavoratori delle aziende in crisi è difficile da acquisire, soprattutto quella in deroga, inoltre spesso gli istituti bancari non hanno anticipato gli importi e quindi molti rischiano di non avere respiro per andare avanti”. Secondo Grazzini sarebbe “fondamentale, e a costo zero per lo Stato, lo sblocco dei crediti d’imposta in F24 che sono fermi fino alla dichiarazione dei redditi, ciò consentirebbe di dare respiro e liquidità alle imprese al momento di termine delle sospensioni momentanee”.

Da ultimo da Vannetti e Grazzini arriva una suggestione importante: “Attenzione che a volte, da queste crisi gravissime, possono venire anche delle occasioni di crescita e riscatto: se il Paese, il Governo, le istituzioni locali e tutti noi riusciamo a indirizzare positivamente le energie che per forza dovranno essere liberate per la ripartenza, se sfruttiamo l’occasione di mettere mano alle norme finanziarie con la maggiore libertà che viene anche dal sostanziale via libera di Bruxelles sugli aiuti, se riusciamo a rendere il fisco non più opprimente e pressante e soprattutto a snellire la burocrazia, se mettiamo quindi gli imprenditori in grado di lavorare con rinnovato entusiasmo ad un progetto di crescita, allora potremo avere davvero una vera rinascita del nostro sistema economico, la cui spina dorsale è appunto costituita dal lavoro quotidiano e silenzioso delle piccole e medie imprese italiane”.

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I ristoratori aretini: “basta con lo stop forzato. siamo pronti a riaprire il 18 maggio”

Dalla riunione on line coordinata dalla Confcommercio è emersa la volontà chiara di tutti gli operatori del settore di accelerare i tempi della riapertura dei locali al pubblico. Il presidente provinciale Federico Vestri: “è importante riprendere l’attività, anche perché dovremo tutti abituarci a nuove regole per convivere con il Covid-19. Fermare tutto non basterà a farlo scomparire, mentre imparare a gestire responsabilmente la vita di tutti i giorni servirà ad arginarlo”. Tra le richieste inviate alle autorità anche quella di aree pubbliche a costo zero per ampliare all’esterno lo spazio dei locali, poi un sostegno all’occupazione attraverso a contributi a fondo perduto, moratoria sui pagamenti e rinegoziazione dei canoni di locazione; infine l’abbassamento dell’Iva sui cibi preparati e la deducibilità delle spese per la ristorazione. Intanto Fipe-Confcommercio nazionale lancia una petizione (https://bit.ly/2yLYWuS) per la riapertura al 18 maggio

“Siamo pronti a riaprire al pubblico i nostri locali il 18 maggio. Basta con lo stop forzato. È un lusso che non possiamo permetterci e un sacrificio che, da solo, non basta certo a fermare l’epidemia da Covid –19”. Hanno le idee molto chiare, i ristoratori della Confcommercio aretina, che si sono riuniti on line per decidere sul da farsi. Obiettivo comune: spingere le autorità locali ad accelerare i tempi della ripartenza, spostata dal Governo Conte a giugno ma ancora legata a molte variabili.
“Purtroppo è poco probabile che il Coronavirus possa essere debellato in tempi rapidi e chiuderci in casa non serve a farlo scomparire. Riteniamo che sia più utile imparare a conviverci, gestendo responsabilmente la vita di tutti i giorni”, sottolinea il presidente provinciale dei ristoratori aretini Federico Vestri. “In questi due mesi di lockdown abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità e siamo perfettamente in grado di seguire quanto necessario al contenimento del contagio, per la massima sicurezza nostra, dei nostri collaboratori e dei clienti”.
I ristoratori della Confcommercio fanno quindi precise richieste alle autorità locali e nazionali. “Intanto, chiediamo alle Amministrazioni Comunali piazze e spazi pubblici gratuiti per ampliare la disponibilità di tavoli anche fuori dai nostri locali”, dice Vestri, “questo ci aiuterebbe ad offrire un servizio all’altezza e a rianimare le nostre città, ma senza rischi per nessuno. Ovviamente in questa fase dovremmo essere esonerati dal pagamento di Cosap e Tari per almeno un anno, per contenere al massimo i costi”.
Necessarie anche misure di ristoro per la categoria. “Non abbiamo chiesto aiuto allo Stato per indebitarci ulteriormente, ma per sostenere l’occupazione in questo periodo difficile. Così, chiediamo contributi a fondo perduto, oltre ad una moratoria su tariffe, tasse e tributi. E ci vorrebbe anche un taglio sui costi del lavoro”.
Altro punto dolente, la rinegoziazione dei canoni di affitto. “Non può essere lasciata al buon cuore dei proprietari dei fondi, ci vogliono sostegno concreto e garanzie per tutti. La contrattazione privata potrebbe quindi affiancarsi ad una rimodulazione collettiva dei canoni, con il tramite delle associazioni di categoria e le autorità come garanti”.
Su tutto, la richiesta di fissare la riapertura dei locali il 18 maggio. “Consegne a domicilio e vendita da asporto ci consentono di recuperare fino al 30 o 40% massimo del nostro fatturato e non basta a mantenere le nostre imprese e i posti di lavoro”, ribadisce il presidente dei Ristoratori Aretini Federico Vestri, “riaprire al pubblico è una necessità. La nostra associazione di categoria Fipe-Confcommercio ha lanciato a livello nazionale una petizione (https://bit.ly/2yLYWuS) per chiederlo a gran voce e insieme, operatori e consumatori”.
Per incentivare i consumi, poi “sarebbe opportuno che il Governo abbassasse al 4% l’Iva su tutti gli alimenti, anche quelli preparati che si consumano al ristorante, e che rendesse detraibili le spese per la ristorazione. Il consumo dei pasti fuori casa non è solo né sempre un lusso: per molti lavoratori, ad esempio, è una necessità. Per tutti è un servizio che ci aiuta a vivere nella socialità”. Federico Vestri, infine, auspica una campagna di comunicazione adeguata che rassicuri la clientela: “i pubblici esercizi sono luoghi sicuri, dove si rispettano le regole e si tutela la salute”.

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Interventi di manutenzione straordinaria alla Pineta Ranieri in previsione della riapertura

La Pineta Ranieri nei giorni scorsi è stata interessata da alcuni interventi di manutenzione straordinaria. I lavori hanno interessato la pulizia del tratto conclusivo del parco su due aree: una pioppeta che occupa la parte bassa dell’area verde a ridosso del fosso Rio e l’abetaia adiacente. In queste due zone la vegetazione del sottobosco presentava una crescita abbondante ed incontrollata di rovi e sterpaglie. L’intervento ha richiesto l’utilizzo di un trincia semiforestale montato sul braccio di un escavatore cingolato, che ha permesso di ripulire il sottobosco da tutte le sterpaglie e piccoli tronchi.Come spiega l’assessore Francesco Cenciarini: “I dipendenti del servizio manutenzioni esterne del Comune di Umbertide hanno provveduto all’abbattimento degli alberi secchi e pericolosi ed alla rimozione degli alberi caduti, per garantire maggior sicurezza all’interno del parco, in previsione della sua riapertura. Il lavoro ha così permesso il recupero di una ampia zona alberata”.Per quanto riguarda la pulizia del verde pubblico, rende noto l’assessore “gli interventi sono iniziati la settimana scorsa. Si sta procedendo per zone omogenee, dando la precedenza a parchi ed aree verdi su zone abitate, per poi proseguire con i verdi residui e marginali”.

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Moretti (ass.re sport Sansepolcro) “pronta strategia per aiutare, economicamente, le nostre società sportive. Entro il 15 maggio, nuovo Consiglio Comunale, spero di convocarlo in presenza e a Palazzo delle Laudi “

“Per la nostra Amministrazione, lo sport ha un valore sociale ineludibile, sopratutto se questo ha lo scopo di favorire la crescita dei nostri giovani. Siamo in prima linea, per studiare soluzione adeguate, al fine di aiutare concretamente le società sportive del nostro territorio. Ci sono risorse che abbiamo già individuato, nel nostro bilancio, per intervenire su opere di sanificazione e per mettere in grado gli addetti ai lavori di ripartire in totale sicurezza. Tanto dovrà essere cambiato, vedo con favore una collaborazione, mi spingo oltre un’unione tra le società della Altotevere Umbro e della Valtiberina Toscana. Fare rete, collaborare, unire le forze in questo momento è fondamentale, insieme si può vincere la battaglia contro il Covid 19 e ripartire più forti di prima. Entro il 15 maggio tornerà a riunirsi il consiglio Comunale priorità assoluta, quello di farlo in presenza, stiamo verificando se esistono le condizioni, per quanto riguarda il distanziamento sociale tra consiglieri, non ci dovrebbero essere problemi, potendo contare sull’intera sala consiliare detto questo, se si farà, lo faremo nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza. Tornare a fare politica, nella sede naturale di Palazzo delle Laudi, è già una prima importante vittoria. Colgo l’occasione che mi viene concessa per ringraziare, pubblicamente, maggioranza e opposizione, per il prezioso contributo dato in questa fase di grave emergenza”

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