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Approvato a maggioranza il Prg parte operativa di Citta’ di Castello, il secondo con la nuova legge sul territorio, il primo dei grandi comuni umbri

Il consiglio comunale di Città di Castello nella seduta di ieri, martedì 21 gennaio 2020, ha approvato il piano regolatore parte operativa con 13 voti favorevoli di PD, PSI, la Si-nistra, Gruppo Misto, ed i voti contrari di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Marcello Ri-gucci, Tiferno Insieme e Castello Cambia. A seguire è stato approvato anche il Piano acustico, collegato alla variante del prg. Rosella Cestini, assessore all’Urbanistica, ha ricordato “il lavoro impegnativo per tutti, consiglieri e in primo luogo per l’Ufficio di Piano, voglio ringraziarli insieme agli esperti anche per la redazione del Piano acustico, collegato all’operativo, che sarà discusso di seguito”. Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha aperto il dibattito citato “le 38 os-servazioni sul prg e 5 con il Pums presentate, che avevano uno scopo generalissimo e non di interessi specifici, speriamo di essere riusciti a migliorare il piano, ad esempio per la strada di Badia Petroia o per la Piazza Burri. Non crediamo che come ha detto l’assessore Cestini sia un piano a cemento zero. Potevamo osare di più, premiando il recupero. In molte parti le aree edificatorie potevano essere compattati. In una città che decresce e un’economia in cui continuano a crescere solo le grandi aziende, si poteva tentare il recupero dell’esistente. Non siamo soddisfatti: è un piano regolatore che, come ha detto il sindaco, sarà oggetto di varianti. Ma se ci sono persone che hanno già varianti nel cassetto, significa che il piano non ha centrato gli obiettivi. Per il centro storico, il prg è corretto ma ci sono lacune come macigni. I consulenti for-se non hanno avuto il coraggio di dire cosa farne. Si rimanda troppo ai piani attuativi e il nodo urbanistico non è stato affrontato. L’emblema di questa timidezza politica è l’ex ospedale o il problema dei molti appartamenti sfitti. Il ripopolamento del centro storico doveva essere affrontato ora. Nei centri storici edifici senza pregio sono stati demoliti in nome di complessi più contemporanei. Se siamo in questo Palazzo del Trecento è per-ché qualcuno ha demolito quello che c’era prima. Siamo sicuri che conservare tutto serva?”. Vittorio Morani, capogruppo del PSI, ha detto: “Questo prg ci ha visto impe-gnati a lungo, quasi un decennio. D’ora in poi ciò che interessa il patrimonio edilizio deve essere conforme allo strumento urbanistico. L’iter è stato accidentato non per demerito degli uffici e degli esperti. Il piano è incentrato su soluzioni moderne e eu-ropee. Città di Castello deve crescere con gli standard di una città sostenibile, ambientalmente a basso impatto, non vincolata a interessi speculativi ma stimo-lante per l’edilizia ora ferma. Soddisfa Le Zauni saranno innovative con coefficienti di costruzione minimi, verde diffuso, manufatti di qualità. Approvare il prg significa avere una marcia in più per far ripartire l’economia e far entrare denaro fresco nelle casse comunali. Le Zauni non devono rimanere al palo ma per liberare l’edificabilità. Dico a Tiferno Insieme, che ringrazio per le osservazioni, 24 sono state accolte comunque. Coloro che amministrano avranno un nuovo strumento che garantirà più trasparenza e correttezza a tutti i tifernati”. Per Gaetano Zucchini, capogruppo del Gruppo Misto, “il lavoro è sempre stato trasparente ed ha delineato le prospettive di sviluppo del comu-ne e dell’area vasta. Le scelte sono state dettate da una valutazione complessiva della città con equilibrio e rispetto delle principali caratteristiche sociali, economiche e cultu-rali. C’è stata attenzione alla rete del verde e della mobilità sostenibile, varianti decisive nello sviluppo futuro. Le criticità da non sottovalutare ci sono tuttavia: lo scenario dei luoghi della produzione e del commercio deve avere un bilanciamento tra riqualifica-zione e saturazione, il baricentro della città economico e commerciale e infrastrutturale deve insistere nella città storica. Rimangono sfide decisive da affrontare: nonostante le aree per future espansione siano definite devono essere controllate e deve essere in-centivato il recupero. Ad esempio il vecchio ospedale. Bisogna elevare la qualità co-struttiva, la rete dei servizi, il mix energetico a favore di fonti rinnovabili”. Vin-cenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha lamentato l’assenza del sindaco e il presidente del consiglio comunale Vincenzo Tofanelli ha precisato che “si trova a Nor-cia in concomitanza con la presenza del presidente del consiglio Conte”. “Questo piano prevede aree di espansioni molto grandi invece di riqualificare e rigenerare. Le aree della trasformazione urbanistica sono oltre un milione e mezzo per 4000 abitanti, in controtendenza con l’indice demografico del periodo decennale di vigenza prevista” ha detto Bucci “Alla crisi della manifattura, il prg non risponde. Sarebbe stato opportuno redigere un piano di interventi certi non futuribili. Le scelte dovevano cogliere l’obiettivo del risparmio del suolo e non lo fanno, rivitalizzare il centro storico mentre continuerà la migrazione di commercio e imprese, le agevolazioni del centro storico molto specifiche e ridotte sono palliativi se non accompagnati da un plafond di incentivi fiscali, economi-ci, culturali ed animazione. Perché non c’è un piano del centro storico per gli eventi si-smici? Sulla nuova Dante nel comparto dell’Apecchiese, perché non si è scelto il con-solidamento dell’attuale sede? Non è per traffico, basta osservare ciò che accade a San Filippo ogni mattina. Piazza Burri rimane sullo sfondo e lasciata al buon cuore di finanziatori arabi non meglio definiti. Sulle osservazioni notiamo che la griglia consen-te ad alcuni e vieta ad altri. Si consente di consumare suolo agricolo, si riaprono richieste di edificabilità, non si rinuncia a 100 milioni di euro della Coop Centro Italia, si sviluppa la zona dell’apecchiese con case ed altri negozi. Non condividiamo le nostre scelte”. Mirco Pescari, capogruppo del PD, ha detto che “con orgoglio persona-le e di gruppo, come componente della maggioranza, oggi attraverseremo il traguardo di un percorso lungo e nuovo. Siamo la seconda città in Umbria che approva il prg ai sensi della nuova normativa, la prima per ordine dei grandezza. 260 osservazioni sono tante, oltre 14 commissioni, 4 sedute di consiglio. Le linee guida non era una griglia strumentale ma condivisa e pubblicata prima del deposito delle osservazioni, esamina-te in modo anonimo. Un percorso trasparente, le critiche sono preconcette. Dal punto di vista politico: la parte operativa sancisce la separazione tra aree residenziali e produttive, una premessa indispensabili per evitare altri casi Colorglass. Le pre-mialità perseguono l’interesse collettivo, lo normativa nazionale che sottosta al Piano del commercio ci impedisce di intervenire sulla concorrenza tra vicinato e medie, gran-di strutture. Spero che i livelli superiori si facciano carico di questa limitazione per ri-muoverla. Piazza Burri non è indefinita: spero che la scheda relativa si concretizzi quando prima insieme allo spostamento delle dinamiche urbane, che potrebbe aprire elementi di competitività e di attrattivi a vantaggio del centro storico. Ho detto he que-sto prg parlava non di prosa ma di poesia. Alla fine del percorso rimango della stessa idea. Abbiamo fatto un ottimo lavoro per i cittadini”. Nicola Morini, capogruppo di Ti-ferno Insieme, ha detto: “il mio intervento sarà meno ottimista di quello appena termi-nato. In realtà il prg sembra un’occasione persa. I punti deboli sono quelli che avrebbe-ro dovuto essere i punti di forza del documento programmatico su cui ci astenemmo. Allora insieme a Gianluigi Nigro (urbanista scomparso nel 2012, padre di Francesco Nigro, attuale responsabile dell’equipe del piano) augurammo che si passasse indenni sotto la scure degli interessi privati o pubblici. I punti erano: cemento zero, riqualifica-zione, no consumo di suolo, rigenerazione del centro storico, riqualificazione della zona industriale. Quello che è scritto nel p
rg invece aumenta il consumo di suolo e non rie-quilibra le situazioni. Il potenziale edificatorio che il piano autorizza prevede che la città cresca di almeno 4000 abitanti, quando invece cala di anno in anno e gene-rerà solo una bolla edilizia. I quartieri intorno al capoluogo soffocano il centro e a questo si somma la variante annunciata ieri della nuova Coop. Lo sviluppo della città è stato pensato solo come capacità di edificazione. Il quadrante di Piazza Burri è un di-segno che approviamo al buio. Per le osservazioni, sono soddisfatto del lavoro in commissione e ringrazio il presidente Tavernelli, l’assessore Cestini e gli uffici. Alcune osservazioni ci hanno imbarazzato perché il comune ha mediato lo status quo e spes-so lo ha accettato. Il nostro contributo era migliorare il quadro e spesso abbiamo votato a favore, senza pregiudizio”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha fatto i complimenti a Francesco Nigro, responsabile dell’equipe del piano, e ha dichiarato: “I prg del passato erano tarati su una Città di Castello di 60mila abitanti; oggi dovremmo regolarci sulla qualità della residenza. L’otto per cento dei cittadini pro-viene da paesi fuori dalla Comunità europea ed ha avuto un ruolo nelle dinamiche e nelle trasformazioni degli insediamenti. Inoltre noi ragioniamo non sul prg precedente ma sulle varianti che sono intervenute, determinando l’attuale profilo della città. Cam-biare i connotati cambiando l’asse del centro storico altrove non è un vulnus ma deve esserci un progetto. La mancanza di un disegno per i moltissimi capannoni vuoti di una zona industriale mutata di natura colpisce a prescindere dal credo politi-co. Non scontentare nessuno siamo sicuri che è nell’interesse della città? L’annuncio di varianti nel momento in cui si vota il prg definendo uno strumento per dare certezze è contraddittorio. Se la politica ha una poesia si estrinseca nella decisione non nella dilazione. Su Piazza Burri, si è parlato di una città futuribile con un altra stazione ferroviaria ma i conti vanno fatti con le problematiche economiche. Sono situazioni su cui non vedo soluzioni di breve periodi e mi lasciano dubbio anche sul tri-onfale protocollo di intesa firmato in comune. Dubito che tra un anno e mezzo la ve-dremo. Nel prg le ombre superano le luci, dando atto del buon lavoro degli uffici. Il pec-cato originale sta nelle varianti che l’hanno condizionato a priori e reso quasi pleonasti-co”. Luciano Tavernelli, consigliere del PD e presidente della commissione Assetto del territorio, ha definito “un risultato eccezionale il nuovo prg in cui c’è una visione non più legata ad interessi personali ma all’interesse generale. Se il piano regolatore era all’insegna dello slogan Da paese a città, o dell’urbanistica contrattata. Le Zauni sono e restano terreno agricolo fino a quando non l’interesse particolare ma un piano attuativo, vagliato e approvato dal consiglio comunale, potrà trasformarla in un complesso utile. Ci sono cose che non ci convincono molto ma in molti casi le nuove urbanizzazioni sono forme di compensazione. Il prg operativo è figlio e conseguenza del piano strutturale, accompagnato da altri strumenti come il Piano del commercio, il PUMS e il Piano acustico che voteremo tra poco”. Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto che “il prg non è funzionale alla crescita del territorio. Le zo-ne industriali non vanno smantellate da una parte, trasformandole in commerciali sen-za un equilibrio. I cambiamenti a colpi di variante hanno autorizzato grandi conte-nitori che cozzano contro le indicazioni delle politiche aziendali. Diamo il via ad un sistema già vecchio che tra pochi anni dovrà essere ripensato. Forse quella che viene decantata come una vittoria, contiene già elementi critici. Le nuove pic-cole aree industriali sono poco attrattive: alcune aziende si sono spostate altrove. Le scelte non sono state partecipate né con i cittadini né con gli industriali. Ad oggi il cen-tro storico continua a svuotarsi ed è un cimitero di negozi chiusi. Nessuno vuole più starci. C’è un esodo. I tifernati se ne vanno ed è attrattivo per persone che sono arriva-te dopo perché a basso costo ma che appena miglioreranno le condizione economica se ne andranno anche loro. Solo qualche commerciante coraggioso o partita IVA co-raggiosa rimane, poi saremo al deserto. Ci voleva qualcosa di più non basta il progetto del quadrante Burri. Quali tempi avrà la ristrutturazione: i due anni previsti dal sindaco per Piazza Burri sono passati. Mi auguro che i lavori partano e che si pensi però al blocco del centro nel periodo del cantiere così enorme. Anch’io ho chiesto spiegazioni quando alcuni terreni agricoli erano venduti a prezzi superiori perché in quella zona sa-rebbe stata costruita la nuova Coop, attingendo ad informazioni che neppure i consi-glieri conoscevano. Non è trasparente prendere decisioni fuori dalla sedi deputate. Non voglio collegate Coop ad amministrazione di centrosinistra ma ci vuole partecipazione”. Ursula Masciarri, consigliere del PSI, ha ribattuto che “la griglia della regole e delle aree è stata forse un’ingessatura ma ha permesso di applicare gli stessi criteri. Non è vero che il nodo tra residenza e industria perché abbiamo respinto le osservazioni che poteva riproporre il problema. Non credo che nel centro storico posso esserci il com-mercio delle medie e grandi strutture. Non sono i centri commerciali a depauperare il centro storico, che deve avere attività caratterizzanti. Molto cambierà Piazza Burri, la terza piazza: che romperà delle dinamiche anche di traffico e dare rispo-ste anche al di là di quello che si pensa oggi. Non si può non tener conto che Burri è ammirato a livello mondiale e la sua piazza sarà un volano internazionale”. Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, ha segnalato: “Nel centro storico ai cittadini si sono date prescrizioni dettagliatissime, ma Piazza Burri può fare come vuole. Che fine ha fatto lo sceicco di Piazza Burri, che voleva iniziare i lavori prima possibile? Non si è parlato dell’ospedale vecchio perché fa patrimonio nel bilancio regiona-le. Non possiamo fare gli interessi dell’equilibrio finanziario della Regione”. Nella replica l’assessore Cestini ha detto che “il prg è figlio del suo tempo, realizzato nel periodo della crisi economica, della trasformazione agricola, del rispetto ambienta-le. Non è il miglior prg del mondo ma in questo momento ha tenuto conto della pianifi-cazione dei uno dei comuni più estesi di Italia. Abbiamo discusso a lungo sulla città pubblica delle frazioni. Il prg pianifica ad un centro livello e non può entrare nello speci-fico del centro storico, che è in crisi in tutto il Paese. C’è bisogno di uno studio appro-fondito su residenza, servizi, mobilità. L’ospedale vecchio è dentro il prg con tutte le sue potenzialità di destinazione. C’è un progetto, la Casa della Salute, con un finan-ziamento di 9milioni di euro, che ha incontrato l’ostilità delle opposizioni ed è cambiata la guida in Regione. Dobbiamo ritessere la tela. Le zone industriali sono state colpite più di altre zone del territorio e anche in questo Città di Castello è incorsa in un destino non diverso. Invece il comune ha lavorato sulla pianificazione, con PUMS, Piano del Commercio ma si deve considerare la rivoluzione delle modalità di acquisto. La que-stione della sismicità esula dal piano regolatore. Su Piazza Burri, c’è un gruppo di lavo-ro che sta lavorando ad un piano attuativo pubblico privato e venerdì 24 gennaio alle 10.00 tornerà a riunirsi. Non posso dirvi quando si farà, ma pubblico e privato stanno lavorando. Sul prg c’è attenzione all’edilizia scolastica e la nuova Dante nasce dai nu-meri della popolazione scolastica in quel bacino e da valutazioni tecniche legate anche alla sismicità. Ringrazio tutti, consiglieri e tecnici, per il lavoro compiuto”. Nella dichia-razione di voto, Bucci ha detto che non sono stati “dati chiarimenti chiesti. Ringrazio gli uffici che hanno lavorato sulla base
degli indirizzi dei politici”.

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Sul palcoscenico del Teatro degli Illuminati di Città di Castello, venerdì 24 gennaio, alle 21, unica data in Umbria del nuovo lavoro di Mario Perrotta, IN NOME DEL PADRE.


Sul palcoscenico del Teatro degli Illuminati di Città di Castello, venerdì 24 gennaio, alle 21, unica data in Umbria del nuovo lavoro di Mario Perrotta, IN NOME DEL PADRE. Nato da un intenso confronto con lo psicanalista Massimo Recalcati, che alle relazioni familiari ha dedicato gran parte del suo lavoro, lo spettacolo, prima parte di una Trilogia su “padre, madre e figli”, intende indagare quanto profonda e duratura sia la mutazione delle famiglie millennials e quanto di universale, eterno, resta ancora. Un padre. Uno e trino. Niente di trascendentale: nel corpo di un solo attore tre padri diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa. Sulla scena li sorprendiamo ridicoli, in piena crisi di fronte al “mestiere più difficile del mondo”. I figli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi di altrettanti dialoghi mancati, l’orizzonte comune dei tre padri che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, si ritrovano nudi, con le labbra rotte, circondati dal silenzio. E forse proprio nel silenzio potranno trovare cittadinanza le ragioni dei figli. Massimo Recalcati a proposito dello spettacolo scrive: “Il nostro tempo è il tempo del tramonto dei padri. La loro rappresentazione patriarcale che li voleva come bussole infallibili nel guidare la vita dei figli o come bastoni pesanti per raddrizzarne la spina dorsale si è esaurito irreversibilmente. Il nostro tempo è il tempo dell’evaporazione del padre e di tutti i suoi simboli. Ogni esercizio dell’autorità è vissuto con sospetto e bandito come sopruso ingiustificato. I padri smarriti si confondono coi figli: giocano agli stessi giochi, parlano lo stesso linguaggio, si vestono allo stesso modo. La differenza simbolica tra le generazioni collassa. In questo contesto di decadenza emerge forte una esigenza di nuove rappresentazioni del padre. Il linguaggio dell’arte – e in questo progetto di Mario Perrotta che ho scelto di accompagnare, il linguaggio del teatro – può dare un contributo essenziale per cogliere sia l’evaporazione della figura tradizionale della paternità, sia il difficile transito verso un’altra immagine – più vulnerabile ma più umana – di padre della quale i nostri figli – come accade a Telemaco nei confronti di Ulisse – continuano ad invocarne la presenza.” Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita. E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it. Link video https://youtu.be/ucbhzrqOdi4
 

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Tornano in laboratori didattici organizzati dal Museo Diocesano


Anche questo anno è attivo il Laboratorio didattico del Museo Diocesano con progetti di didattica museale e territoriale per alunni di ogni scuola e età. Da tempo  sono stati sperimentati percorsi finalizzati alla scoperta delle opere museali ma anche del territorio dell’intera Diocesi di Città di Castello. Il Laboratorio diocesano rappresenta una grande risorsa culturale ed educativa a disposizione di tutti. Nella sua varietà e vivacità – precisa Catia Cecchetti –  segue gli Orientamenti pastorali della CEI: Educare alla vita buona del Vangelo. “Nell’educare riconosciamo una sfida culturale e un segno dei tempi, ma prima ancora una dimensione costitutiva della nostra missione”. Le sue finalità principali sono: promuovere la conoscenza del patrimonio culturale ed ecclesiastico per tutte le età attraverso procedure didattiche di tipo attivo, ossia non semplicemente nozionistiche e l’attuazione di una ‘’Catechesi attraverso l’Arte’’. Ciò aiuta a riscoprire e approfondire i  valori etico-religiosi, che oggi rischiano di essere troppo sottintesi o ignorati. Il patrimonio storico artistico di cui il museo è custode rappresenta una straordinaria risorsa educativa: esso ci permette di proporre attività didattiche finalizzate non solo a trasmettere conoscenze, ma a sviluppare contestualmente abilità e competenze trasversali alle varie aree di apprendimento, spendibili anche in contesti extrascolastici. I percorsi di ricerca mirano a coinvolgere attivamente gli utenti nella costruzione del proprio sapere, promuovendo un apprendimento attivo, esplorativo, riflessivo. Tale da incidere positivamente nella formazione dell’uomo in tutte le sue dimensioni, ivi compresa quella religiosa, presente in modo più o meno conscio in tutti.
Per l’Anno scolastico 2020 – 2021 sono attivi numerosi percorsi: I Santi Patroni di Città di Castello Florido, Amanzio e Donnino nelle loro raffigurazioni principali;

Il Paliotto di Celestino II esempio di Oreficeria Romanica; Il Tesoro di Canoscio, Arte Paleocristiana del VI secolo; L’iconografia dei santi: simboli e raffigurazioni nelle opere conservate al museo; Pinturicchio e l’Arte del Rinascimento italiano: analisi della Madonna col il Bambino della seconda metà del sec. XV; Rosso Fiorentino e il Manierismo italiano: il Cristo Risorto in Gloria del 1528-30; Puzzle d’autore. Ricostruzione di alcune opere esposte al Museo per stimolare la creatività e la fantasia dei più piccoli; Caccia al Tesoro al Museo: il gioco nell’arte.
Ma anche progetti territoriali: I Santuari della Diocesi di Città di Castello: la Madonna di Belvedere –  la Madonna del Transito di Canoscio – la Madonna delle Grazie; Le Abbazie della Diocesi di Città di Castello:  Santa Maria Maria e Sant’ Egidio a Badia Petroia – Uselle a San Giustino; Le Pievi della Diocesi di Città di Castello: de’ Saddi nel Comune di Pietralunga – dei SS. Cosma e Damiano a Canoscio; La Basilica Cattedrale di Città di Castello: origini e successivi ampliamenti strutturali e arricchimenti artistico pittorici; Le Chiese del centro storico di Città di Castello: San Francesco, San Domenico e Santa Maria Maggiore; L’Oratorio di San Crescentino a Morra: il ciclo di affreschi cristologici di Luca Signorelli; Il significato della clausura nei monasteri di Città di Castello: Santa Veronica Giuliani – le Clarisse Urbaniste – Santa Chiara delle Murate; Il Campanile cilindrico di Città di Castello dei secc. XI e XII; Il Manierismo tra Città di Castello e Borgo Sansepolcro nei due capolavori di Rosso Fiorentino: Il Cristo risorto in Gloria conservato al Museo del Duomo e la Deposizione dalla Croce nella Chiesa biturgense di San Lorenzo.
I progetti prevedono una o più uscite da concordare con i docenti. Nell’aula didattica del museo è possibile svolgere anche attività di verifica.
Per informazioni e prenotazioni: 075 8554705 – museo@diocesidicastello.it
 
 
 

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Giornata della Memoria, il 27 gennaio consegna della Medaglia d’Onore conferita dal Presidente della Repubblica all’umbertidese Amedeo Faloci, domenica 26 a San Francesco parole e musica per non dimenticare

Umbertide celebra la Giornata della Memoria, ricorrenza istituita dal Parlamento italiano il 20 luglio 2000 per commemorare le vittime dell’Olocausto nel giorno dell’abbattimento dei cancelli del campo di Auschwitz, avvenuto il 27 gennaio 1945.
Lunedì 27 gennaio, alle ore 11, il sindaco Luca Carizia parteciperà ad Assisi, presso il Museo della Memoria alla cerimonia di consegna da parte del prefetto Claudio Sgaraglia della Medaglia d’Onore conferita con decreto del Presidente della Repubblica all’umbertidese Amedeo Faloci e ad altri quattro cittadini residenti nella Provincia di Perugia, deportati o internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra durante l’ultimo conflitto mondiale.
Inoltre, a Umbertide le celebrazioni si svolgeranno domenica 26 gennaio, alle ore 17, presso il salone d’onore del Centro socio-culturale San Francesco, quando il gruppo di lettura “Dallo scaffale a te” effettuerà declamazioni di brani, poesie e testi di canzoni che condannano la guerra, inneggiano la pace, affinché il ricordo non sia solo uno sguardo al passato, ma anche al futuro per non perdere la memoria e la speranza di un mondo dove la civiltà sia basata su rapporti umani rispettosi e giusti. Le letture dei brani saranno intramezzate con gli interventi musicali curati da Salvatore Zampini.
Dopo il saluto delle istituzioni cittadine il programma prevede letture tratte da “Il diario” di Anna Frank, da “Chi vuol vedere la mamma faccia un passo avanti” di Maria Pia Bernicchia e da “Il ragazzo di Auschwitz” di Steve Ross. Saranno quindi letti i testi di “Blowing in the wind” (di Bob Dylan), “Imagine” (di John Lennon), “Generale” (di Francesco De Gregori), “La guerra di Piero” (di Fabrizio De Andrè), “I bambini giocano alla guerra” (di Bertold Brecht), “Uomo del mio tempo” (di Salvatore Quasimodo), “L’arcobaleno” (di Gianni Rodari), “Verrà un giorno” (di Jorge Carrera Andrade) e “Ode alla pace” (di Pablo Neruda).
La cittadinanza è invitata a partecipare.
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Pallavolo serie B1/F: Stefania Liguori “stiamo crescendo, lo abbiamo dimostrato contro il Volleyro’, ora dobbiamo fare la corsa sulle dirette conciorrenti”

È arrivata a Città di Castello poco prima di Natale e subito ha messo in moto il suo “mancino” insidioso. Decisivo l’esordio nel frangente chiave della vittoriosa partita interna contro il Quarrata, poi alla ripresa del campionato è stata l’attaccante biancorossa più prolifica sia a Moie che in casa contro il Volleyrò Casal de’ Pazzi, piazzando rispettivamente 9 e 15 punti con un comune denominatore: il 47% di prolificità, che non è cosa da poco. Questo il biglietto da visita dell’opposto Stefania Liguori, acquisto che si sta rivelando azzeccato e che potrebbe giustamente replicare: “Inutile avere un positivo score personale quando poi la squadra non vince”. Certa è una cosa: la 30enne giocatrice foggiana della Co.Me.T. Volley non ha avuto alcun problema di adattamento, familiarizzando fin da subito con le altre atlete e con l’ambiente. Di suo ha portato quel carattere vivo che può aiutare il gruppo a fronteggiare il difficile momento. “Se quella di Moie era stata una prestazione da dimenticare – spiega la Liguori – altrettanto non può dirsi per quanto avvenuto sabato scorso: siamo nettamente migliorate nell’atteggiamento come nel gioco espresso, anche perché in settimana ci eravamo allenate bene e con il giusto spirito, ossia pensando anche a divertirci nel lavorare. Spero adesso che i segnali di crescita trovino subito conferma”. Tanto di cappello alle campionesse italiane Under 18 del Volleyrò, ma voi avete lottato fino all’ultimo e alla fine c’è pure qualcosa su cui recriminare. “I 24 errori commessi, 17 dei quali in attacco. Alla fine, hanno pesato sul risultato e dispiace per quanto avvenuto nel secondo set: eravamo sul 18 pari, avremmo meritato di chiuderlo in nostro favore, ma un malinteso fra di noi ha regalato il punto alle avversarie. Da quel momento, ci siamo disunite e il Volleyrò ne ha subito approfittato, per quanto nessuna di noi abbia mollato. Siamo state inoltre più efficaci in difesa e sulle coperture, poiché consapevoli della forza del loro muro”. Soddisfatta della tua prestazione? “Per principio, non sono mai soddisfatta di me stessa, perché credo che si possa e si debba fare sempre meglio. Prima di arrivare qui ho continuato ad allenarmi, pur mancandomi il ritmo partita e se ho realizzato diversi punti lo debbo anche a Giorgia Vingaretti: con una regista come lei, trovare i colpi giusti è più facile”. Se dovessi esprimere con una percentuale il tuo stato di forma attuale, quale numero indicheresti? “Penso di essere al 70-80% della condizione”. Domenica prossima, ultima di andata e scontro diretto a Cesena che può ancora riportare il sereno in classifica. Ma questo sarà possibile solo ed esclusivamente con una vittoria, possibilmente da tre punti. “Sì, è la classica situazione nella quale sbagliare diventa severamente vietato, per cui fondamentale sarà l’approccio con la partita, ovvero determinato ma senza eccessive tensioni. Dobbiamo fare la corsa sulle dirette concorrenti e il Cesena è una di queste; siamo a metà campionato e quindi ce la possiamo fare”. E in Alta Valle del Tevere come ti trovi? “Benissimo!”. Lo ha d’altronde dimostrato anche dal punto di vista tecnico: l’integrazione con il gruppo è stata per lei automatica e naturale.

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ONG italiane, tutto quello che c’è da sapere su azioni e finanziamenti. Il profilo di Tamat

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Sfiora il miliardo di euro il valore economico delle ONG italiane attive nella cooperazione internazionale nell’aiuto umanitario. Per la precisione la somma dei bilanci delle entrate inseriti volontariamente nel portale opendata Open Cooperazione dalle 120 più importanti organizzazioni italiane si attesta sopra i 943 milioni ma si tratta di un dato ancora parziale, destinato a superare abbondantemente il miliardo di euro.

Il dato economico del settore non governativo è in costante crescita negli ultimi cinque anni nonostante la riduzione dei fondi pubblici destinati all’aiuto allo sviluppo e la pressione mediatica che ha visto le ONG sotto attacco negli ultimi 3 anni per le vicende legate alle attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale. Più 7,5% è l’aumento registrato tra 2017 e 2018, più 28,7% la crescita tra 2015 e 2018. Stabile invece la composizione delle entrate, per le ONG il rapporto tra fra fondi pubblici e fondi privati si attesta anche nel 2018 rispettivamente a quota 60% e 40%. 

Da dove provengono i fondi

I fondi pubblici alle ONG arrivano dai cosiddetti finanziatori istituzionali, quasi il 35% dall’Agenzia italiana per la Cooperazione AICS e dal MAECI, un altro 35% dall’Unione Europea (UE+Echo), quasi il 20% dagli enti territoriali attraverso la cooperazione decentrata e il restante 10% da agenzie delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali.

I fondi privati, oltre a quelli derivanti dalle donazioni liberali individuali, arrivano attraverso il canale fiscale del 5×1000 (36,8%), da donazioni o partnership con le aziende (30,8%), dalla filantropia delle Fondazioni (24,9%) e dalle chiese (7,5%). 

Le ONG pioniere della trasparenza

Aumenta la propensione alla cosiddetta disclosure dei dati, le ONG si confermano apripista in materia di accountability e trasparenza. Anche grazie a Open Cooperazione, sempre più organizzazioni del settore rendono pubbliche informazioni economiche e gestionali come nessun altro attore della società civile. Nel 2018 ben 49 organizzazioni hanno raggiunto un rank di trasparenza superiore al 95%, nel 2015 erano meno della metà. Negli ultimi quattro anni è cresciuto del 10% il numero di organizzazioni che sottopongono il loro bilancio economico ad una certificazione esterna operata da auditor di revisione indipendente. Oggi il 90% delle ONG con bilancio superiore a 1 milione di euro ha un bilancio certificato. Una tendenza molto positiva che va ben oltre i dettami di legge e anticipa lo spirito della riforma del Terzo Settore che prevede a partire dal prossimo anno obblighi di trasparenza per tutti gli enti del terzo settore. 

“Le ONG si sono mosse per prime per dare conto in piena trasparenza del loro operato e per rispondere con i fatti a ogni tipo di accusa sull’opacità di bilanci e donazioni. Possono essere un esempio da seguire per tutto il terzo settore – sottolinea Luca De Fraia, segretario generale aggiunto di Action Aid italia. Il progetto Open Cooperazione compie ormai il suo quinto anno e dimostra che le organizzazioni non governative italiane con la loro mobilitazione sul fronte della trasparenza e dell’accountability sono all’avanguardia nel rendere sempre più chiaro il percorso che fa ogni euro investito in aiuto umanitario”.  

“Credo che questo impegno di trasparenza delle ONG continuerà a porterà i suoi benefici anche sul lungo periodo e smentisce clamorosamente la campagna diffamatoria che alcune forze politiche continuano ad operare a danno delle organizzazioni non governative. Secondo Elias Gerovasi – ideatore e curatore del progetto Open Cooperazione – sono proprio quelle forze politiche che in materia di trasparenza hanno invece macroscopici problemi e in alcuni casi sono già state condannate a risarcire lo stato (ad esempio i 49 milioni della Lega) o in altri casi gestiscono in modo opaco le finanze della politica attraverso fondazioni e associazioni che dovrebbero prendere esempio dalle ONG per rendere conto in modo trasparente ed efficace dei fondi pubblici e privati che percepiscono”. 

In crescita anche le risorse umane

A crescere però non è soltanto il valore economico, aumentano le risorse umane impiegate nel settore in Italia e all’estero superando quota 22 mila. Sono 3.114 gli operatori impiegati in Italia e 19.234 all’estero, 53% uomini e 47% donne. Per gli operatori in Italia resta alta la fetta di contratti a tempo indeterminato (oltre il 45%), poco più del 10% ha contratti a tempo determinato, il 29% è contrattato a progetto e il 15% attraverso consulenze a partita IVA. A questa community si aggiunge poi il preziosissimo contributo del lavoro volontario. In crescita anche le risorse umane mobilitate dalle ONG nel volontariato. I volontari attivi e volontari in Servizio Civile che hanno operato per le ONG nel 2018 raggiungono quota 21.460, in crescita di quasi mille unità. 

Geografia della cooperazione Si stabilizza la carta geografica della cooperazione internazionale delle ONG italiane. In vetta si confermano gli stati africani: Kenya, Mozambico, Etiopia, Senegal, Burkina e Congo si consolidano come i paesi più frequentati e aiutati dalle ONG. Unici paesi non africani nella top 10 sono Brasile, Palestine, Bolivia, India e Peru. Educazione e istruzione restano il temi predominanti dei progetti delle ONG (83%), 73% si occupa di capacity building e formazione e 71% di salute e sanità. A seguire il supporto allo sviluppo rurale e l’aiuto umanitario (67%).    

TOP 10 delle organizzazioni

Infine le classifiche. Come ogni anno vengono riportate su Open Cooperazione le classifiche delle organizzazioni che hanno registrato i valori più alti (bilanci, risorse umane, donatori, volontari, progetti, ecc). Nell’ultimo anno i bilanci economici delle 15 più grandi ONG italiane crescono di oltre 72 milioni di euro (+11%). Alcune ONG di lunga esperienza nel panorama italiano registrano importanti incrementi di budget, è il caso di Coopi, Medici con L’Africa e AVSI che aumentano le loro entrate rispettivamente del 44%, 26% e 22%. Si arresta invece la grande corsa verso l’alto delle big internazionali. In aumento, ma più contenuto degli scorsi anni, Save the Children e Medici senza frontiere nonostante il coinvolgimento diretto nelle attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo. Le flessioni più importanti riguardano invece Cesvi, Emergency e Cies.   

NB: Le classifiche e i valori sopra citati si riferiscono ai dati inseriti nel database di Open Cooperazione relativamente all’anno 2018. I dati si aggiornano in tempo reale sulla base di quanto viene progressivamente inserito e pubblicato dalle organizzazioni in maniera autonoma e volontaria. I dati relativi alle tendenze pluriennali si riferiscono a un campione omogeneo di organizzazioni che hanno inserito i dati negli ultimi 4 anni (2015-2016-2017-2018). Tutti i dati citati in questo comunicato si riferiscono ai valori presenti sul portale Open Cooperazione in data 15 gennaio 2020. 

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Giornata della Memoria: tante le iniziative organizzate dall’ANPI Città di Castello

L’ANPI, sezione di Città di Castello, in previsione della Giornata della Memoria, ha organizzato, come ogni anno, una serie di iniziative rivolte sia agli studenti che alla popolazione tutta, come si evince dalla locandina che viene allegata al presente comunicato. Quest’anno, essendo il 75° anniversario dell’ingresso delle truppe sovietiche nell’inferno di Auschwitz, il programma risulta essere particolarmente ricco di iniziative proprio con l’intento di sottolineare l’importanza della memoria, ricordando che occorre vigilare affinché quanto accaduto non debba più ripetersi.

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Alessandro Rivi ( Lega Sansepolcro) “trasformazione dell’Hotel La Balestra in Casa di Riposo, siamo di fronte ad una nuova imprudente improvvisazione del Sindaco Cornioli?”

“Trasformazione dell’Hotel La Balestra in Casa di Riposo: siamo di fronte ad una nuova imprudente improvvisazione del Sindaco Cornioli?”

La notizia della trasformazione dello storico Hotel La Balestra di Sansepolcro in una RSA, è stata notizia improvvisa che tocca vari aspetti della situazione della Città di Sansepolcro e della Valtiberina tutta.

Le dichiarazioni a mezzo stampa del Sindaco di Badia Tedalda Alberto Santucci suscitano una serie di questioni che vanno approfondite; per questo presenterò un’interrogazione al Sindaco Mauro Cornioli per verificare una serie di aspetti legati proprio all’attuale equilibrio in Valtiberina sulle Case di Riposo.

È opportuno capire, per prima cosa, se c’è stata una condivisione ed una programmazione con gli altri Sindaci della Vallata, presupposto che dovrebbe essere alla base di una scelta rilevante come questa. Stando alle dichiarazioni del Sindaco Santucci, questo sembra proprio non essere avvenuto e, anzi, i Sindaci avrebbero espresso pareri negativi, dubbi e perplessità.

In secondo luogo, cosa potrebbe succedere nel caso in cui la Conferenza Zonale Integrata della Zona Aretina – Casentino – Valtiberina votasse a favore della richiesta di quote della nuova struttura? Verrebbero assegnate nuove quote dalla ASL (ipotesi a mio avviso poco probabile) o verrebbero ridistribuite le quote attualmente già assegnate alla Vallata? Attualmente alla Valtiberina sono assegnate poco più di 100 quote, ovvero contributi che la ASL garantisce per la copertura delle spese degli utenti. Nel caso in cui venisse assegnata una parte delle quote esistenti alla nuova struttura, questo comporterebbe una diminuzione delle quote assegnate alle altre case di riposo del Comprensorio. Ci chiediamo se il Sindaco abbia valutato il fatto che questo potrebbe andare a discapito degli equilibri esistenti fra i Comuni valtiberini.

Di fondamentale importanza, infine, è il fatto che a Sansepolcro è già presente un’altra Casa di Riposo, ovvero il San Lorenzo: è stato valutato il fatto che questa proposta possa andare a discapito anche di questa struttura?

Ci auguriamo che il Sindaco e l’Amministrazione abbiano delle risposte esaustive a questa serie di interrogativi, perché se così non fosse, ci troveremmo di fronte ad una poco saggia ed immotivata improvvisazione.

Sansepolcro, 20/01/2020

Alessandro Rivi (Consigliere Lega del Comune di Sansepolcro)

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“DONIAMOCI” 2020, progetto associazioni volontariato e iniziative per studenti Sensibilizzazione alla cultura del dono, le associazioni organizzano l’edizione 2020 del progetto

Un progetto che si snoda lungo tutto il 2020, grazie a sezione di Perugia A.I.D.O. (Associazione Italiana per la Donazione degli Organi, Tessuti e Cellule), comitato regionale A.N.E.D. (Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto-onlus), associazione AVANTI TUTTA e sezione comunale di Perugia A.V.I.S. (Associazioni Volontari Italiani del Sangue). Il progetto “DONIAMOCI” è realtà, grazie alla sottoscrizione di novembre 2019 del protocollo d’intesa. Si rinnova quindi il progetto nato nel 2018, a cui si lega l’evento di maggio 2020 dedicato agli studenti. Il progetto è volto a promuovere la cultura della donazione. Nasce dalla cooperazione tra le varie associazioni di volontariato. Con l’iniziativa si intende promuovere corretti stili di vita e relazionali in materia di solidarietà. Il presidente sezione provinciale di Perugia A.I.D.O. Gabriele Rondini rimarca l’importanza del progetto. “E’ un incentivo a solidarietà e senso civico. La donazione degli organi, del sangue, del midollo, del cordone, quindi di una parte di noi sono testimonianze dell’esperienza del donare, formativa nelle relazioni sociali”. Dunque è in cartellone per maggio 2020 il doppio concorso per gli studenti, legato a “DONIAMOCI”. Promotrici le associazioni A.I.D.O., A.N.E.D., A.V.I.S. e Avanti Tutta, assieme al Centro Regionale Trapianti. Partner dell’evento Regione Umbria, Provincia e Comune di Perugia. Il responsabile del centro trapianti, dottor Atanassios Dovas, illustra “il concorso ‘Mi voglio donare’, rivolto alle scuole, che prevede attività di poesia, disegno, fotografia, modellazione. L’altro concorso è ‘DOnarSI’, un talent rivolto a studenti di scuole e università che si svolgerà presso il Cantiere 21″. I due concorsi nascono dalla collaborazione tra associazioni e Ufficio Scolastico Regionale. Il dottor Dovas sottolinea l’importanza della donazione di organi, di sangue e il lavoro svolto dal Centro Regionale Trapianti. “Siamo una struttura fondamentale dove il donatore volontario può concretamente realizzare il proprio desiderio. Parlo di tutte le tipologie di donazione” – conclude Dovas. La sinergia con associazioni, scuole, comuni consentirà di informare i cittadini sulla possibilità di rilasciare la propria dichiarazione di volontà alla donazione degli organi, possibile in occasione del rinnovo del documento d’identità. “Per mezzo del trapianto si può davvero tornare alla vita, nel vero senso della parola. Questo vuole dimostrare il comitato A.N.E.D. e la manifestazione “DONIAMOCI”. E’ necessario incentivare la cultura del trapianto in Umbria, finora poco diffusa”, spiega il segretario del comitato regionale dell’associazione Laura Ciacci. “Nel 2018 si è svolta una partita di pallavolo tra la Nazionale Trapiantati A.N.E.D. Sport e atleti umbri. Intendiamo mettere in piedi eventi nell’edizione dell’anno in corso”. Il presidente sezione comunale di Perugia A.V.I.S. Fabrizio Rasimelli auspica l’apertura del progetto “DONIAMOCI” ad altre associazioni per coinvolgere la cittadinanza. “All’interno delle scuole proponiamo il Presidio del Volontariato, realtà dall’importanza notevole”. Federico Cenci, consigliere di Avanti Tutta, “è un progetto unico e importantissimo per il mondo associativo di questa città, un evento che ci vede uniti tra associazioni. La condivisione e la cooperazione tra di noi è il vero punto di forza del progetto DONIAMOCI”. All’evento momenti di confronto su tematiche relative alla donazione, concerti, eventi sportivi, stand informativi e anche premiazioni e riconoscimenti per i volontari più attivi.

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Strada 106: Rigucci interpella Giunta e Provincia

Si rivolge a Comune e Provincia, l’interpellanza del consigliere del Gruppo Misto di Città di Castello Marcello Rigucci sulla strada 106 di cui denuncia lo stato precario. In particolare nel testo si legge che “il sopralluogo effettuato dalla provincia ha evidenziato che i canali di scolo dalla Baucca al bivio di Montemaggiore sono ostruiti ed il terreno è scivolato fino alla banchina non permettono il dilavamento delle acque piovane. E’ necessario ripulire le ripe dalla vegetazione, va eseguito il taglio delle piante secche di grossa pezzatura. La maggiori parte delle forazze sono chiuse da giovani essenze in particolare ginestra e i guard rail dei ponti sono avvolti di vitalbe. Con la fioritura di primavera queste piante toglieranno visibilità. La carreggiata è priva di indicatori catarifrangenti, la cartellonistica verticale è divelta o illeggibile, le scarpate sono sporche”. L’elenco delle cose che non vanno sulla strada 106 continua con le condizioni della carreggiata, tra cui “un ponte già venuto in evidenza per la sua precarietà che necessita di una adeguata e rapida rinforzatura strutturale. Le piante secche – aggiunge Rigucci – possono implodere nella carreggiata creando seri problemi ai passanti e agli automobilisti. Le acque pluvie riversandosi in strada, con le gelate invernali, creano problemi di transito e rischio di incidenti. Anche l’asfalto è problematico da percorrere per i pedoni del cammino francescano, i motociclisti, gli automobilisti”.

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Il 2019 della Polizia Municipale: maggiore presenza sul territorio con un salto di qualità tecnologico


Il 2019 della Polizia Municipale è stato caratterizzato dall’attuazione di un nuovo modello organizzativo finalizzato all’aggiornamento professionale degli operatori e all’impiego di un maggior numero di addetti nei servizi esterni sul territorio. Il risultato è stato un incremento dell’attività complessiva del corpo, contraddistinta in particolare da un salto di qualità tecnologico nel monitoraggio rivolto alla tutela della sicurezza urbana e al contrasto delle violazioni del codice della strada. La Polizia Municipale ha collaborato in 29 casi all’attività investigativa delle forze dell’ordine attraverso l’accesso alle immagini fornite dal sistema comunale di videosorveglianza, che conta allo stato attuale 45 telecamere installate in 26 siti del centro storico. Sono così stati individuati gli autori di alcuni reati, prevalentemente contro il patrimonio. A partire dal luglio scorso, il corpo si è dotato del Targa System, una sofisticata strumentazione per il pattugliamento su strada che ha permesso di rilevare 240 infrazioni per omessa revisione dei veicoli e 63 per mancata copertura assicurativa. “Migliorare la dotazione tecnologica della Polizia Municipale con strumenti moderni di controllo del territorio è una priorità dell’amministrazione comunale per supportare l’indispensabile compito di garanzia della legalità e della sicurezza urbana nel quale il corpo è impegnato, attraverso una collaborazione proficua con le forze dell’ordine locali”, commenta l’assessore al ramo Luca Secondi, nel preannunciare che “dal primo febbraio, con l’entrata in servizio di due nuovi vigili urbani, daremo ulteriore impulso a un’attività che nel 2019 ha conseguito importanti risultati in termini di operatività e qualità, per i quali è doveroso il ringraziamento al comandante Joselito Orlando, al vice comandante Graziano Fiorucci e a tutti gli addetti della Polizia Municipale”. Attraverso le 18 unità in dotazione il corpo ha lavorato nei 12 mesi trascorsi su un numero maggiore di pratiche (1.103), con una intensificazione degli accertamenti anagrafici effettuati sulle residenze (2.152), l’emanazione di 285 ordinanze, il rafforzamento del contrasto delle violazioni del codice della strada, con particolare riferimento alle soste irregolari (5.267 violazioni accertate) e ai pattugliamenti su strada (257 servizi con 2.600 veicoli controllati), nei quali sono state accertate 416 infrazioni per superamento del limite di velocità consentito grazie al Telelaser. Complessivamente sono stati 68 i documenti di guida ritirati (di cui 12 patenti), con l’esecuzione di 4 fermi amministrativi, 34 sequestri amministrativi e la decurtazione di 750 punti dalle patenti. Le principali violazioni da parte degli automobilisti hanno riguardato in 76 casi infrazioni per mancato uso delle cinture, in 22 la guida con telefonino, in 36 la mancata precedenza, in 75 la velocità pericolosa e in 4 la guida in stato di ebbrezza. In aumento il numero di incidenti rilevati dal personale in servizio: 181 sinistri, di cui 108 con soli danni ai veicoli, 71 con lesioni a persone e 2 con il decesso degli automobilisti coinvolti. Al lavoro su strada si è affiancata una parallela attività di polizia giudiziaria sull’infortunistica stradale, che ha condotto anche all’esecuzione di 3 sequestri penali e all’effettuazione di 22 attività di indagine delegate dall’autorità giudiziaria. Nel 2019 è stata potenziata l’azione di contrasto degli illeciti edilizi, che ha portato all’effettuazione di 45 sopralluoghi, con 10 violazioni accertate. Contestualmente sono ripresi i controlli sugli esercizi pubblici e le attività di natura commerciale, insieme alla verifica del rispetto delle prescrizioni imposte ai locali notturni. Nelle giornate di mercato è stato implementato il numero di operatori della Polizia Municipale incaricati di svolgere il servizio di vigilanza, a salvaguardia di tutti i frequentatori e soprattutto per il miglior utilizzo delle zone interessate. Il personale addetto ha rilasciato nei 12 mesi trascorsi 1.487 documenti, tra autorizzazioni per il transito e la sosta dei veicoli nella Zona a Traffico Limitato, permessi per disabili e occupazioni di suolo pubblico, con 81 pratiche trattate per oggetti e documenti rinvenuti. “La modifica del modello organizzativo del corpo – spiega il comandante Joselito Orlando – è stata perseguita con la finalità di assicurare una maggiore vicinanza al cittadino, che nel nuovo anno verrà ulteriormente perseguita attraverso il potenziamento dell’attività della centrale operativa, e di garantire la massima collaborazione con gli altri settori dell’amministrazione comunale, con le istituzioni locali e con le forze dell’ordine”. “Tutto questo – puntualizza il responsabile dei Vigili Urbani – ha consentito, specialmente nel centro storico e nelle principali frazioni, l’attuazione azioni specifiche mirate alla salvaguardia della sicurezza urbana, effettuando interventi su indicazione e in collaborazione dei Servizi Sociali, fino all’individuazione di veicoli in stato di abbandono, alla repressione di illeciti per affissione pubblicitaria abusiva sulle strade, oltre alla verifica delle segnalazioni fornite Sogepu per errati conferimenti di rifiuti”. Ad arricchire l’attività della Polizia Municipale, al di là dei compiti di controllo, è stata una costante attenzione all’educazione stradale rivolta agli studenti delle scuole. Nel 2019 sono state coinvolte 21 classi di 3 istituti, con circa 450 bambini, dalla scuola dell’infanzia alle prime due classi della primaria, che hanno avuto l’opportunità di apprendere dai vigili urbani appositamente formati le principali nozioni sul codice della strada.

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Sansepolcro: il programma delle iniziative dedicate al Giorno della Memoria. Giovedì 23 gennaio incontro-dibattito in Comune. Domenica 26 gennaio la tradizionale commemorazione a Renicci

Nell’ambito delle commemorazioni per il Giorno della Memoria, in programma il 27 gennaio di ogni anno, il Comune di Sansepolcro promuove due diverse iniziative con l’obiettivo di “ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”
Giovedì 23 gennaio il Comune organizza un incontro nella sala del Consiglio Comunale aperto a tutta la cittadinanza. L’evento, organizzato in collaborazione con le associazioni Laboratori Permanenti e Associazione Cultura della Pace, si aprirà alle 10:00 con la proiezione del filmato “Noi ragazze di 2ª generazione”, storia di integrazione e costruzione di una nuova cittadinanza, al quale seguirà un dibattito aperto sul valore dell’inclusione rispetto la deportazione. L’iniziativa si concluderà alle 12:15 con la presentazione di uno speciale pannello che riproduce il mondo e che segnala le nazioni di provenienza degli studenti delle scuole primarie dell’Istituto Comprensivo ‘Buitoni’ di Sansepolcro.
Domenica 26 gennaio alle 15:00 l’amministrazione comunale biturgense aderirà quindi alla ormai tradizionale commemorazione al campo di internamento di Renicci, nella vicina Anghiari. La cerimonia è organizzata dall’associazione culturale Mearevolutionae con il supporto del Comune di Anghiari, del Comune di Sansepolcro ed ANPI Sez. Sansepolcro e si intitola “Bene a Mente – Biografie di internati e musica per la giornata della memoria 2020”.

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Voto finale sul Prg operativo stasera in consiglio

A circa un anno dall’adozione, il comune di Città di Castello nella seduta di oggi, martedì 21 gennaio 2020, se i tempi di dibattito saranno quelli previsti, potrebbe approvare la variante generale al piano regolatore parte operativa e dare ai tifernati un nuovo strumento di programmazione urbanistica. L’esame delle circa 260 osservazioni, che arrivano a 309 se si contano i singoli quesiti contenuti in ciascuna osservazione, è iniziato la settimana scorsa. Nelle due sedute precedenti, mercoledì 15 e giovedì 16 gennaio 2020, si era giunti a quota 196; nella convocazione di ieri, lunedì 20 gennaio, l’esame è stato concluso con il voto sull’ultima delle 113 osservazioni rimaste. 15 sono state accolte, 22 parzialmente accolte e 77 respinte, molte di queste ultime in quanto non pertinenti alla parte operativa del prg, che è quella in discussione. Stasera, in diretta streaming ci sarà il dibattito su tutto il contenuto della variante, anche alla luce dell’esito delle osservazioni, e le forze politiche che siedono nell’assemblea tifernate saranno chiamate a dare un giudizio definitivo – approvare o respingere – su uno dei principali atti di programmazione del Comune. Si possono seguire i lavori in diretta a partire dalle 17.00 nel canale you tube del Consiglio comunale di Città di Castello.

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Una vita autonoma nella “Casa in Comune”. La struttura che consente la convivenza e l’indipendenza di alcuni disabili. Il “Dopo di noi” si concretizza grazie alla sinergia tra istituzioni


Inaugurata questa mattina la “Casa in Comune” di Via Pasqui ad Arezzo, un progetto di coabitazione e vita indipendente per 5 persone con disabilità grave di età tra i 18-65 anni. Al momento prende avvio con 4 persone, che già da metà dicembre convivono nell’appartamento. E’ prevista la presenza alternata di due assistenti familiari, qualificati e conviventi, che si occupano dell’organizzazione della casa e di seguire le persone disabili fornendo assistenza, cura e supporto relazionale nel rispetto dei singoli progetti personalizzati.
 
Questa opportunità rientra nel progetto “Niente su di noi senza di noi” che vede come ente capofila il Distretto Arezzo-Casentino-Valtiberina insieme a partners istituzionali e del privato sociale. In questo caso la gestione è affidata alla cooperativa “Progetto 5”. Alla costruzione dell’intero progetto hanno contribuito anche soggetti sostenitori, rappresentati dalle associazioni di volontariato di famiglie con disabili.
 
All’inaugurazione erano presenti il direttore generale della Sud Est Antonio D’Urso, l’assessore comunale Lucia Tanti, la presidente di “Progetto 5” Melania Faggionato, il direttore Alessio D’Aniello, il direttore dei Servizi Sociali per la Sud Est Lia Simonetti e il direttore della Zona Distretto Evaristo Giglio.
 
“Il progetto, avviato in seguito alla Legge 112/2016, rappresenta un nuovo modo di realizzare un sostegno alla disabilità e va ad aggiungersi, ad Arezzo, alla significativa rete di servizi già esistente – ha dichiarato d’Urso – Il finanziamento nazionale, integrato con quello regionale, ha permesso di costruire un progetto così atteso dalla famiglie e dalla comunità, a beneficio di persone con disabilità grave e con una rete familiare assistenziale fragile. Entro il 2020 nasceranno nella stessa Zona Distretto altre due esperienze simili ma siamo soddisfatti di poter dire che in ogni Zona ci sono analoghe iniziative, alcune già attive e altre in fase di avvio. Vorrei ringraziare la Progetto 5, il Comune e il personale della Zona Distretto, Articolazione Aretina, in primis il direttore Evaristo Giglio, per l’impegno che è stato messo in questa progettualità, così complessa e delicata. Dobbiamo continuare in questa direzione. Con la sinergia tra istituzioni si possono raggiungere risultati importanti”.
 
 
L’immobile che ospita “Casa in Comune” è stato messo a disposizione dal Comune di Arezzo e concesso in comodato d’uso gratuito. “Anche questa scelta va in direzione del progetto che abbiamo definito di ‘rigenerazione degli immobili’ – ha dichiarato l’assessore Tanti – Restituire un senso e una finalità a edifici di proprietà pubblica, quindi della città e degli aretini, grazie a progetti sociali inclusivi, in grado di permettere alle persone in difficoltà di vivere comunque in autonomia: solo così possiamo fare emergere le loro competenze e abilità. Un principio di natura etica, propedeutico e funzionale al perseguimento di autentiche pari opportunità. L’amministrazione, ancora una volta, fa un investimento a favore delle famiglie, che possono così pianificare insieme alle istituzioni un percorso di vita per i propri cari, sia ‘durante che dopo di noi’, coerentemente con i bisogni reali”.
 
“Oggi, con l’inaugurazione di Casa In Comune accendiamo una luce nel mondo spesso chiaro scuro delle persone non autosufficienti – ha detto D’Aniello – Siamo orgogliosi che Progetto 5 sia una delle prime cooperative sociali a dare vita a percorsi di indipendenza delle persone con disabilità”.
“Questa è un’azione che consente una importante sinergia con Asl, operatori sociali e famiglie – ha continuato Faggionato – C’è ancora molto lavoro da fare ma sicuramente questo è un primo passo nel processo di generazione di esperienze di Dopo di Noi”.
 
I disabili coinvolti nel progetto, una sessantina, sono stati tutti valutati dall’èquipe U.V.M.D. (Unità di Valutazione Multidimensionale) della Zona Distretto e hanno un PAP (Progetto Assistenziale Personalizzato) che ha definito le attività da seguire.
 
Gli ambiti di intervento sono: percorsi di accompagnamento per favorire lo svincolo dalla famiglia tramite laboratori per il raggiungimento e il consolidamento dell’autonomia personale; laboratori con esperienze graduali di autonomia abitativa al di fuori della famiglia di origine; azioni di supporto alla domiciliarità attraverso la sperimentazione di soluzioni alloggiative in coabitazione; attività di sensibilizzazione, informazione, accompagnamento e sostegno ai familiari di disabili, sempre orientate a favorire lo svincolo dai nuclei familiari.
 

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Il GAL incontra i comuni e le imprese agricole Presto la pubblicazione del bando “Alta Umbria Food”

IMG-20200120-WA0009Proseguono gli incontri del Consiglio di Amministrazione del GAL Alta Umbria con i Comuni del territorio e le Associazioni di Categoria dell’agricoltura (CIA, Coldiretti, Confagricoltura), per definire i contenuti dell’intervento Alta Umbria Food che prevede importanti incentivi per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari del territorio.
L’intervento ha una rilevanza assolutamente strategica in quanto prevede il sostegno alle iniziative di promo-commercializzazione sviluppate da partenariati pubblico-privati ed associazioni di imprese del territorio.
L’uscita del bando “Alta Umbria Food” è prevista nella prima decade di marzo e le disponibilità finanziarie saranno di circa un milione di euro.
L’opportunità è veramente ghiotta in quanto i produttori agricoli, grazie ai progetti presentati, avranno la possibilità di valorizzare le loro produzioni attraverso iniziative di promozione di diverso tipo (fiere, degustazioni, web, ecc.) da attuare sul circuito locale. In un momento in cui nel settore del food la competizione tra i prodotti è accesissima diventa di fondamentale importanza dare alle aziende agricole del territorio l’opportunità di “mettere in vetrina” le produzioni agroalimentari tipiche che per qualità non sono seconde a nessuno.
Al fine di ottimizzare gli effetti dell’intervento saranno privilegiati i progetti in grado di promuovere, in maniera efficace ed armonica, la produzione agricola territoriale e l’immagine del territorio dell’Alta Umbria che, per la sua ricchezza storico-naturalistica, diventa un volano di fondamentale importanza per la promozione delle eccellenze territoriali.
L’auspicio della Consiglio di Amministrazione del GAL Alta Umbria è che il territorio esprima un numero di progetti ridotto e su area vasta, favorendo una promozione integrata delle produzioni. In tale senso si è espressa la Presidente del GAL Alta Umbria Giuliana Falaschi: “Stiamo lavorando come sempre partendo dal basso e cioè incontrando le associazioni di categoria e gli enti che saranno interessati dal bando. Le risorse a disposizione sono ingenti per il territorio (quasi un milione di euro) e le potenzialità dell’intervento sono ragguardevoli. L’auspicio del GAL è che all’interno dell’Alta Umbria si creino quelle sinergie fondamentali tra attori pubblici e privati in grado di produrre progetti efficaci e di lunga durata. Per queste ragioni abbiamo chiesto al mondo delle imprese agricole e alle amministrazioni locali di lavorare insieme già prima dell’uscita del bando per individuare percorsi virtuosi finalizzati al rilancio delle produzioni agroalimentari del territorio”.
Per tutte le informazioni relative al progetto Alta Umbria Food e alle altre attività del GAL è possibile contattare gli uffici del GAL Alta Umbria presso la sede di Gubbio (0759220034) o Città di Castello (0758522131).
 

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Un aiuto a persone colpite da Alzheimer, giovane coppia umbertidese effettua donazione alla Residenza Balducci per l’acquisto di bambole reborn per l’applicazione della Doll Therapy

L’Alzheimer è una delle patologie più diffuse e devastanti, esso si combatte anche attraverso le donazioni di privati che hanno a cuore il problema degli anziani che ne sono affetti. È il caso di una giovane coppia umbertidese, Anna Giulia e Andrea che in occasione del battesimo del piccolo Gregorio, hanno voluto destinare una congrua somma alla Residenza Anziani “Balducci”.
Ne danno notizia la presidente Chiara Ciarapica ed il Consiglio di amministrazione della struttura di via dei Patrioti, che hanno specificato che quanto donato verrà utilizzato per l‘acquisto di “Bambole reborn” che, per le loro caratteristiche, si sono rivelate particolarmente utili nell’applicazione della “Doll Therapy”, terapia della bambola, sviluppata in Svezia verso la fine degli anni ’90, che si rifà alla Teoria dell’attaccamento dello psicologo inglese John Bowley.
Costruite con grande cura da esperti artigiani, per assomigliare il più possibile a bambini veri, le “Bambole reborn” sono utilizzate a supporto della terapia farmacologica (purtroppo limitatamente efficace) nel trattamento degli anziani con grave decadimento cognitivo e con disturbi comportamentali, che se ne prendono cura, seguendo un attento protocollo terapeutico.
La bambola “Empathy doll” si trasforma così da semplice giocattolo a strumento terapeutico: grazie alle sue caratteristiche particolari (distribuzione del peso, dimensioni, tessuto morbido, sguardo, capelli sbarazzini, posizione di braccia e gambe, dimensioni e tratti somatici) diventando una risorsa nell’affrontare alcune situazioni problematiche che possono presentarsi durante il decorso della malattia.
Studi recenti hanno infatti dimostrato un miglioramento nella dimensione affettiva e relazionale, attaccamento/accadimento, nella dimensione attentiva, nel comportamento di esplorazione ed un potenziamento della capacità di relazione con il mondo circostante.
Dati confortanti che aprono uno spiraglio sula concreta possibilità di attenuare quei sintomi che impattano notevolmente con il benessere e la qualità di vita del soggetto e di chi gli sta accanto.

 

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Gruppo di aretini dona un manichino per la rianimazione dei bambini Consegnato questa mattina alla Pediatria di Arezzo. Nell’occasione è stato presentato il Focus Group di emergenze pediatriche


Una donazione collettiva che consente di mettere a disposizione della Pediatria di Arezzo un manichino per simulare le manovre di rianimazione pediatrica. La consegna è stata effettuata questa mattina in ospedale.
I donatori sono: i genitori della piccola Emily Trombetti, affetta da una malattia rara; un gruppo di ferrovieri; il gruppo Fratres di Monte San Savino-Civitella in Val di Chiana; tutte le squadre di calcio di Prima Categoria girone E; il settore giovanile della S.S. Arezzo; Simona Benevieri (in ricordo della sorella Jessica), Gianluca Fragai e Lucia Giamboni, i cui figli Anna e Nico sono stati seguiti per un periodo dal reparto. Tutti insieme hanno consentito l’acquisto di questo manichino, per un importo di circa 8 mila euro, che sarà fondamentale per la formazione e l’aggiornamento del personale sanitario.
Alla cerimonia erano presenti il direttore generale della Sud Est Antonio D’Urso, il direttore del Dipartimento Materno Infantile Flavio Civitelli e il direttore della Pediatria di Arezzo Marco Martini.
“Gli aretini hanno ancora una volta concretizzato la vicinanza alla nostra Pediatria e il grazie a tutti non sarebbe sufficiente – ha commentato Martini – Questo importantissimo strumento viene reso disponibile per l’implementazione e il mantenimento dell’expertise nel campo delle emergenze-urgenze pediatriche. Ne fruiranno infermieri e medici della UOC di Pediatria ma anche anestesisti, medici e infermieri del 118, e in particolare tutti coloro che collaborano fruttuosamente nel “Focus Group di emergenze pediatriche” dell’area aretina. Approfittiamo di questa occasione per presentare l’attività del gruppo”.
Il Focus Group per l’emergenza pediatrica si è costituito nel 2018 e lavora per la formazione del personale nel soccorso ai bambini con incontri e corsi periodici, ma soprattutto un confronto costante che si base sulle esperienze vissute quotidianamente. I referenti, sotto il coordinamento del direttore della Pediatria, sono: Nicoletta Martini, Silvia Redditi, Lia Patrussi , Luca Pazzini e Caterina Rango. Ne fanno parte una ventina di operatori, in modo da coprire tutte le competenze e le professionalità necessarie: anestesisti con formazione pediatrica, infermieri del 118, pediatri, neonatologi ecc.
 
“Da quando, lo scorso marzo, ho iniziato a lavorare come direttore generale della Sud Est, non è passata settimana senza aver ricevuto una donazione – ha concluso D’Urso – I territori di Arezzo, Siena e Grosseto dimostrano ogni giorno attaccamento alla sanità e ai propri ospedali. Per noi, è quindi un riconoscimento che ci spinge a fare sempre meglio. Attrezzature, strumenti, borse di studio: tutto quello che ci viene donato dalla cittadinanza ha un valore aggiunto: ringrazio, quindi, questo bel gruppo di aretini che stamani ci consegna il manichino. A maggior ragione, l’impegno per i bambini e la loro salute non deve conoscere flessioni”.
 

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Cai Sansepolcro organizza il 1° corso di avvicinamento alla montagna

La sezione di Sansepolcro organizza nei mesi di Febbraio e Marzo il 1° corso di avvicinamento alla montagna.
Il corso è aperto a tutti i soci e ai non soci a cui piace frequentare la montagna
Lo scopo è di avviare i partecipanti alla frequentazione, alla conoscenza, al rispetto e alla tutela consapevole della montagna e poter camminare sui sentieri con più sicurezza.
Il corso si divide in 3 serate che si svolgeranno nella sede della sezione

  • 20 Febbraio
  • 25 Febbraio
  • 5 Marzo

e di 2 uscite in ambiente

  • 8 Marzo
  • 22 Marzo

Nelle serate in sede parleremo dell’organizzazione del Cai, di come organizzare una escursione, dell’attrezzatura ( dal vestiario allo zaino passando per i scarponi), alla meteorologia e cartografia.
Nelle 2 uscite metteremo in pratica le nozioni acquisite sopra.
 
Le iscrizioni si chiudono Domenica 16 Febbraio e sono gratuite per i soci e
per i non soci la spesa è di 20€.
Per maggiori info contattare
Giovanni Giavelli al 338 8830255

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