Opere pubbliche, entrate comunali, turismo, viabilità, mobilità e ZTL, ambiente, cultura e politiche sociali saranno tra gli argomenti della seduta del consiglio comunale che il presidente Luciano Bacchetta ha convocato per lunedì 25 marzo, alle ore 18.00, nella residenza municipale di piazza Gabriotti. La riunione sarà aperta dalla risposta dell’assessore ai Lavori Pubblici Riccardo Carletti alla consigliera Luciana Bassini (Gruppo Misto-Azione) sulla necessità di lavori per parcheggi e marciapiedi presso la frazione di Promano. All’assessore al Bilancio Mauro Mariangeli spetterà la replica alla consigliera Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) sulla gestione del servizio del Canone unico patrimoniale (CUP), del Canone per le pubbliche affissioni e del Canone mercatale. I lavori continueranno con l’intervento dell’assessore competente Letizia Guerri sull’interpellanza dei consiglieri Tommaso Compagni (FI), Elda Rossi e Riccardo Leveque (FDI), Andrea Lignani Marchesani (Castello Civica), Roberto Marinelli (Lista Civica Marinelli Sindaco) e Valerio Mancini (Lega) sui dati riguardanti il turismo altotiberino.
L’assessore Mariangeli fornirà alla consigliera Maria Grazia Giorgi (PD) i chiarimenti richiesti in merito al via libera dei veicoli a motore sui sentieri. A prendere la parola sarà poi l’assessore alla Cultura Michela Botteghi, che risponderà alle due interpellanze dei consiglieri Rossi e Leveque (FDI) circa il monitoraggio della gestione della pinacoteca comunale per l’anno 2023 e sul monitoraggio della gestione della Biblioteca comunale Carducci, dell’Archivio storico comunale e dei relativi servizi. L’assise discuterà e voterà, poi, la mozione dei consiglieri Arcaleni, Bassini, Campagni, Leveque e Rossi per la modifica del regolamento per l’applicazione del canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria. Seguirà il dibattito e il pronunciamento dei consiglieri comunali sull’ordine del giorno della capogruppo di Castello Cambia Arcaleni per lo sviluppo di una azione di supporto alle cure per la popolazione anziana in Altotevere.
Il consiglio comunale sarà, quindi, chiamato a rivolgere un appello a favore del rimpatrio di Ilaria Salis dall’ordine del giorno a firma dei consiglieri Gionata Gatticchi e Maria Grazia Giorgi (PD). I lavori si concluderanno nel segno dell’esercizio del sindacato ispettivo. I consiglieri di FDI Riccardo Leveque ed Elda Rossi chiederanno con Andrea Lignani Marchesani (Castello Civica) chiarimenti sui costi dei permessi ZTL che saranno forniti dall’assessore alla Viabilità Rodolfo Braccalenti. L’assessore al Commercio e Turismo Guerri risponderà all’interrogazione del consigliere Gatticchi sul ripristino del servizio di bike sharing e l’assessore all’Ambiente Mauro Mariangeli replicherà all’interrogazione del consigliere Valerio Mancini (Lega) su giardini pubblici di Lerchi. Come di consueto, i cittadini potranno seguire il consiglio comunale in diretta streaming attraverso la pagina istituzionale del Comune (sezione “Comune in diretta – streaming audio video” al link https://cittadicastello.consiglicloud.it/home) e attraverso il canale ufficiale YouTube dell’ente.
Venerdì 22 Marzo presso la sede FAT in via Oberdan si è tenuta la tavola rotonda sul tema “Politiche agricole: problematiche, risultati, progetti e prospettive”. Di fronte ad una sala gremita il coordinatore comunale di Forza Italia Tommaso Campagni ha ribadito la necessità di un momento di vero confronto e corretta informazione per gli agricoltori e per tutti gli operatori del settore agricolo e ha poi introdotto gli illustri relatori presenti al tavolo.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Secondi hanno preso la parola il presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi, la coordinatrice provinciale FI Fiammetta Modena che ha sottolineato come “l’iniziativa di oggi è organizzata dal coordinamento di Castello su impulso di Tommaso Campagni. E’ la dimostrazione che Forza Italia lavora all’interno delle istituzioni approfondendo le tematiche.
Oggi in particolare si è preso spunto da una mozione votata sull’agricoltura in consiglio comunale”, il presidente di Coldiretti Umbria Albano Agabiti, l’assessore regionale all’agricoltura Roberto Morroni che ha evidenziato l’importanza del concetto di aggregazione per le imprese agricole, unica soluzione per fronteggiare le sfide della globalizzazione, delle nuove tecnologie, di accesso al credito; ha poi ribadito che la nostra Regione potrà contare su oltre 534 milioni per il PSR Umbria 2023-2027; Raffaele Nevi portavoce nazionale di FI ha detto che “l’agricoltura è centrale rispetto agli obiettivi che ci poniamo di assicurare, la tenuta sociale anche di zone interne e montane del Paese.
Occorre sostenere la nostra agricoltura per produrre di più e essere un paese più forte che possa aumentare le nostre esportazioni, aumentare la sicurezza alimentare e produrre posti di lavoro. L’agricoltura è altresì fondamentale per la cura del territorio che rappresenta il biglietto da visita del nostro paese e attraverso la cura del paesaggio possiamo attrarre turisti e far crescere anche territori più marginali e difficili sviluppando anche la vendita diretta dei nostri meravigliosi prodotti alimentari diffondendo anche la nostra cultura del buon mangiare puntando a valorizzare i valori della dieta mediterranea; infine l’europarlamentare Francesca Peppucci che ha detto
“È necessario cambiare approccio rispetto a come vengono prese le decisioni in ambito europeo. L’ambientalismo senza limiti sta mettendo in difficoltà interi settori, tra cui anche quello agricolo. Ci troviamo di fronte ad una sfida ambientale senza precedenti da affrontare in maniera seria e concreta, ma non è piu accettabile attribuire responsabilità e vincoli agli agricoltori. Più volte ci siamo mossi in tutela del settore agricolo: abbiamo votato contro alla legge sul ripristino della natura, alla Direttiva che va ad equiparare le emissioni di Co2 di industrie ad allevamenti anche di piccole dimensioni.
Abbiamo preso posizioni chiare sull’assurdità di preferire cibi alternativi, come farine di grillo o cibo in provetta, alla carne sana e genuina. Un impegno costante di dialogo con il mondo agricolo, perché riteniamo che non ci siano ambientalisti, più ambientalisti degli agricoltori. Il nostro impegno proseguirà in queste ultime votazioni in Parlamento Europeo, con la speranza che nel prossimo futuro, certe direttive vengano riscritte usando buonsenso”. L’evento si è concluso con i saluti dell’on. Catia Polidori.
“E’ paradossale sedersi attorno ad un tavolo con Anas, chiedere ai tre sindaci dell’Altotevere un parere sul tracciato, consegnare al commissario il documento totalmente condiviso dal sottoscritto, da Luca Secondi e Paolo Fratini, circa l’indicazione più conveniente e adatta al territorio per il passaggio della E78, e ritrovarsi con un tracciato diverso da quello che abbiamo proposto.
Sono basito, non comprendo il motivo per il quale l’infrastruttura debba attraversare le frazioni di Selci Lama e gli scavi di Colle Plinio, creando disagi e problematiche per la nostra popolazione. La nostra proposta è stata chiara e di buonsenso e andava incontro alle esigenze di imprese e cittadini. Serve l’arteria che passi nei pressi della piastra logistica, così come pare alquanto evidente, che con l’inizio dei lavori della prima canna della Guinza, si inizia a pensare anche all’apertura della seconda canna”
“Ci sono due ordini di problemi che la politica deve affrontare e che sono connessi alla grande opera E78 (Due Mari)”, spiega il candidato a Sindaco di Communitas, Fabio Buschi. “Il primo attiene ai lavori che riguardano l’adeguamento della canna del traforo della Guinza, che a questo punto sono finanziati, ed e’ una questione su cui non possiamo più incidere. Tuttavia e’ necessario che venga chiarito, nel dettaglio, come verrà gestita la viabilità sulla SP 200, che è una strada montana, già investita da frane e se verrà messa in sicurezza, e in che modo inoltre verrà gestito e organizzato il notevole flusso di traffico che da questo tratto scenderà a valle, sulle nostre strade cittadine, anch’esse ogni giorno soggette a sollecitazioni. Anche nel versante marchigiano esistono delle problematiche che stiamo monitorando ed affrontando quotidianamente con i comitati del luogo, con cui c’è totale sintonia.
Altra questione, la seconda, di difficile comprensione è il motivo per il quale, se il Commissario aveva coinvolto i tre sindaci del territorio, e mi riferisco a Secondi, Fratini e Paladino, per la scelta del tracciato dell’arteria, chiedendo loro un parere, questo poi alla fine nei fatti sia stato completamente disatteso. Perché la scelta unanime dei tre a sindaci” prosegue Buschi “era quella che l’arteria dovesse passare nei pressi della piastra logistica. La questione della Due Mari che ho seguito personalmente da oltre 30 anni, era e resta oggi una priorità per lo sviluppo di questo territorio. Siamo favorevoli, ma a certe condizioni, non impattanti con i centri abitati, soluzioni quindi naturalmente e funzionalmente collegate con la piastra logistica. Si parla di decisioni già prese, di un tracciato che invece pare interesserà il centro abitato di Selci Lama, e in parte anche gli scavi di Colle Plinio, uno dei siti di agricoltura storica più importanti a livello mondiale. Tutta la cittadinanza deve essere messa al corrente che, in queste settimane, alcune squadre di tecnici stanno effettuando carotaggi proprio sui luoghi in questione.
Ciò sarebbe sintomatico del fatto che la scelta del tracciato, a questo punto, pare sia stata già fatta ed il progetto, da definitivo, diventerà esecutivo. Noi ci batteremo su questo e sono fiducioso che ancora esistano dei margini di trattativa per scongiurare quella che, di fatto, è una scelta imposta dall’alto e che va contro gli interessi dei nostri cittadini e di tutto il territorio. Un’opera impattante che condizionerà, tra l’altro, la redazione del piano regolatore del Comune. Altra questione riguarda i disagi per i lavori di realizzazione dell’arteria”, conclude Buschi “parliamo di anni nei quali la vita e le abitudini degli abitanti di Selci Lama cambieranno radicalmente. Tutto ciò inoltre inciderà negativamente anche sul valore degli stessi immobili ubicati presso questa arteria, soggetti ad un inevitabile deprezzamento nel loro valore. Ci batteremo con forza per salvaguardare gli interessi del nostro territorio. Di tutto questo parleremo con alcuni tecnici, in un incontro pubblico che si svolgerà, martedì prossimo, alle ore 20.45, alla sala Polivalente di Selci, a cui tutta la cittadinanza e’ invitata a partecipare”.
“L’emendamento Puletti approvato in sordina lo scorso mese di dicembre si sta rivelando un boomerang per la destra che rischia di mettere in ginocchio il mondo venatorio umbro”. Lo dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, che annuncia di aver depositato un atto per chiedere alla giunta regionale di fare chiarezza. “Con l’intento di permettere a chiunque l’accesso indiscriminato dei mezzi a motore nei sentieri e nei pascoli, la destra ha creato un pastrocchio normativo che rischia di avere conseguenze devastanti – spiega De Luca – che potrà tradursi in pesanti multe per i cacciatori, mandando in crisi anche gli organi preposti ai controlli.
Il combinato disposto di fatto creerebbe una indeterminata e diffusa zona di strade carrozzabili in cui sarebbe vietato sparare da distanza inferiore a 150 metri che limiterebbe perentoriamente la possibilità di esercitare l’attività venatoria esponendo i cacciatori al rischio di sanzioni amministrative fino a 1.560 euro”. L’emendamento, in vigore dal 1° gennaio 2024, consente il transito di veicoli a motore in sentieri, mulattiere e pascoli senza tabellazione esplicita. Una scelta che, se da un lato voleva strizzare l’occhio a chi vive la montagna con il SUV, dall’altro ha creato un caos normativo che lascia spazio a discrezionalità di interpretazione.
“Era difficile unire cacciatori e ambientalisti nello scontento per un provvedimento che li riguarda entrambi – prosegue il consigliere del M5S – ma la giunta Tesei sembra esserci riuscita. Dal canto nostro abbiamo già espresso piena contrarietà a questo provvedimento tanto da dare vita ad una raccolta firme che partirà il 6-7 aprile nelle principali piazze umbre. Nel frattempo invitiamo la giunta, alla luce delle criticità esposte, di procedere proponendo un apposito disegno di legge per l’abrogazione in autotutela di questo provvedimento”.
“I Lunedì del Territorio”: è la volta di San Giustino. San Giustino Partecipa ha infatti organizzato un appuntamento pubblico per lunedì 25 marzo alle ore 21, presso il CVA di San Giustino. Si parlerà di prospettive, criticità e bisogni futuri nel rapporto tra comunità e quartieri. Sarà presente il candidato Sindaco Stefano Veschi. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.–
I Carabinieri della Compagnia di Città di Castello (PG) hanno intensificato i servizi di controllo nel comune di Umbertide, con particolare attenzione alla prevenzione della consumazione dei reati predatori.
Le attività sono state condotte con il concorso delle Stazioni Carabinieri di Umbertide, Trestina, Pietralunga e dell’Aliquota Radiomobile di Compagnia: sono state effettuate accurate verifiche predisponendo mirati posti di controllo al fine di identificare persone e veicoli in ingresso e in uscita dalla città.
Nel corso dell’attività sono state 21 le autovetture controllate e 53 le persone identificate; tali accertamenti hanno previsto anche verifiche sullo stato psicofisico dei conducenti, previo utilizzo di apparecchio etilometro.
Nonna “Nunzia” ci ha lasciato. E’ scomparsa Annunziata “Nunzia” Giambi che il 28 Ottobre dello scorso anno aveva festeggiato il secolo di vita. Era il simbolo e orgoglio della comunità di Volterrano, ridente frazione nella zona sud del comune tifernate. Dopo aver vissuto e superato il periodo della Seconda Guerra Mondiale si è sposata con l’amato Giuseppe Franchi, il marito con il quale ha vissuto 64 anni, creando una famiglia numerosa da guinness dei primati: 7 figli, 11 nipoti e 10 pronipoti a cui ha dedicato la sua vita con affetto e gratitudine.
Da circa 80 anni viveva al “Chioccolo”, Vocabolo della Frazione di Volterrano. “Nunzia” amava stare con la sua famiglia, era una donna affettuosa che si sentiva benvoluta da tutti coloro che la circondavano ed erano tanti ”, la ricordano cosi i familiari, parenti e i tanti amici della comunità locale nel ringraziare tutti coloro che gli sono sempre stati vicino a partire dai rappresentati istituzionali. I funerali si svolgeranno oggi sabato 23 marzo alle ore 15 nella chiesa di Volterrano.
Fervono i preparativi per uno degli eventi sportivi che maggiormente accende i riflettori su Città di Castello, ovvero la Gara Nazionale Canoa Kayak organizzata dal Canoa Club di Città di Castello che quest’anno taglia il ragguardevole traguardo della 54° edizione. L’evento, in programma il week end compreso tra sabato 23 e domenica 24 marzo, rappresenta, assieme alla Discesa dei Babbi Natale in canoa, svolta da sempre il giorno di Natale, uno degli appuntamenti più importanti organizzati dal sodalizio sportivo tifernate. “Come ogni anno, la nostra società si appresta a vivere uno dei momenti più attesi dell’intera stagione agonistica” dichiara il Presidente del Canoa Club Città di Castello, Nicola Landi. “La Discesa Nazionale rappresenta infatti il nostro fiore all’occhiello, non soltanto perché raduna in città atleti che provengono da tutta la Penisola per i quali costituisce un trampolino di lancio importante, ma perché riesce ad unire, ogni anno di più, la grande famiglia del Canoa che si adopera al meglio, nessuno escluso, perché atleti e società ospitate possano prendere parte a una bella manifestazione sportiva, vissuta all’insegna dell’amicizia e della massima condivisione. Quest’anno saranno 15 le società partecipanti per un totale di circa 200 atleti che, a colpi di pagaia, si sfideranno lungo le acque del fiume Tevere, nel tratto compreso tra la frazione di Piosina e quella del Prato che ospita la sede del Club tifernate dove, come da tradizione, è previsto l’arrivo degli atleti: atleti di età diverse, a partire da quelli più piccoli di 10 anni, a quelli più grandi (gli Assoluti 35 ed i Master Over 36), che daranno prova della loro capacità sfidandosi nelle due competizioni, la Gara Sprint e la Classica che comprende anche la 23° edizione della Coppa Italia Primavera”. Come ormai succede da oltre 50 anni, l’evento – che apre ufficialmente la stagione agonistica del calendario della Federazione – riaccenderà ancora una volta sulla cittadina tifernate i riflettori e l’interesse dei massimi vertici della Federazione Italiana Canoa Kayak che nel corso delle varie edizioni non hanno mai fatto mancare la loro presenza alla manifestazione, apprezzata per l’importante livello qualitativo non solo degli atleti che partecipano all’evento, ma anche dei tecnici federali presenti, come del resto è stato nella passata edizione quando sono giunti a Città di Castello il Direttore Tecnico Federale delle Nazionali, Vladi Carlo Panato, pluricampione mondiale nella specialità canadese, e il Responsabile della specialità Kayak, Robert Pontarollo. “Voglio esprimere un sentito ringraziamento a nome di tutto il nuovo Consiglio Direttivo, neo eletto lo scorso anno nei confronti di tutti quelli grazie al cui impegno, ogni anno, viene garantita la perfetta riuscita della manifestazione: in primis la Federazione Italiana Canoa Kayak che ci supporta costantemente dimostrandoci in tanti modi vicinanza e interesse, in secondo luogo l’amministrazione comunale tifernate nella persona del Sindaco Luca Secondi e degli Assessori allo Sport e al Turismo, Riccardo Carletti e Letizia Guerri che saranno presenti alla gara per l’intero week end, quindi le Società partecipanti che ogni anno accolgono l’invito della nostra associazione e partecipano numerosi all’evento, infine a tutta la comunità locale che oggi come nelle passate edizioni, affolla numerosa le sponde del fiume Tevere per assistere alla competizione, dimostrando un senso di integrazione importante con i nostri atleti e con quelli delle altre società”.
TECNICI Alberto Cavargini – Alessandro Cavargini – Giulio Ventanni
Programmagare canoa Sabato 23 Marzo • Ore 11 – ore 12:30 – accredito gare da parte delle società presso la segreteria del Canoa Club Città di Castello • Ore 14:00 – partenza gare da località Piosina • Ore 14:20 – primi arrivi presso la sede del Canoa Club. • Ore 16 circa – ultima partenza. • Ore 20:30 – ritrovo presso Hotel ristorante “Il Boschetto” con cena conviviale e premiazioni. Domenica 24 Marzo • Ore 08:00 – ore 09:00 – accredito gare da parte delle società presso la segreteria del Canoa Club Città di Castello • Ore 9:00 – ore 9:45 – prove percorso da parte degli atleti • Ore 10:00 – inizio gare sprint, con partenze ogni 30” circa. A conclusioni di ogni categoria verranno effettuate le premiazioni. • Ore 17:00 circa – previsione fine delle gare.
DURANTE TUTTO L’ORARIO DELLE MANIFESTAZIONI è GARANTITO LA PRESENZA DELLO STAND GASTRONOMICO.
Concerto “Da Morricone al Jazz ” domenica 24 marzo p.v. si terrà il secondo concerto della 5° edizione de “Gli arnesi della musica” che vede protagonisti artisti di spessore del nostro territorio con i Maestri Fulvio Falleri – Sassofono-, Fabio Battistelli – Clarinetto -, Nico Pruscini – Chitarra -, un programma di tutto rispetto regalerà suoni intriganti e avvincenti con le musiche di E. Morricone, A. Piazzolla, M. Ramo, H. Mancini, G. Gershwin, e molto altro. “Da Morricone al Jazz “: appuntamento alle ore 17.30 – Auditorium San Giovanni Decollato – ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Assisi hanno tratto in arresto un 30enne del luogo per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
I militari, appresa la notizia che l’uomo potesse detenere droga, hanno svolto una serie di servizi di osservazione e pedinamento, all’esito dei quali hanno deciso di entrare all’interno della sua abitazione.
Nonostante l’iniziale opposizione del soggetto, il personale operante ha proceduto alla perquisizione dell’appartamento, a conclusione della quale hanno rinvenuto, nascosti sopra un armadio, 1 kg di hashish suddiviso in 10 panetti da cento grammi ciascuno.
Il 30enne, dopo essere stato accompagnato presso la Compagnia di Assisi, è stato dichiarato in stato di arresto per l’ipotesi di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e su disposizione della locale Procura, è stato associato alla Casa Circondariale di Perugia – Capanne, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, tenutasi il giorno successivo.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato l’arresto mentre lo stupefacente, che sul mercato avrebbe fruttato un guadagno di circa ottomila euro, è stato sottoposto a sequestro penale in attesa di distruzione.
Con una interrogazione la capogruppo di Castello Cambia Emanuela Arcaleni chiede al sindaco Luca Secondi e alla giunta di chiarire la situazione del tratto della strada comunale via Pieve delle Rose che dalla rotonda Rita Brunetti porta a vocabolo Graticole, in direzione delle frazioni di Titta e Badiali. Nel far presente che l’itinerario sia stato “interessato da una serie di lavori riguardanti la posa della fibra, con una ripianatura della sezione stradale non efficiente, presentando, infatti, un abbassamento della sede”, la consigliera intende comprendere “se sia stata segnalata alla ditta che ha effettuato i lavori di posizionamento della fibra la ripianatura non corretta del manto e se sia stato chiesto espressamente di procedere al risanamento dei lavori fatti non a regola d’arte”. La rappresentante della minoranza, infatti, richiama l’attenzione anche sui margini delle due carreggiate, “che sono danneggiati e in gran parte distrutti fino alla riga di banchina, che nella maggior parte della strada non è più visibile” e sul fatto che “la strada è dissestata in più punti anche nel manto interno, con buche più o meno profonde, avvallamenti e fenditure che creano notevoli disagi alla circolazione dei mezzi a motore e alle biciclette, per le quali il transito è ancor più pericoloso”. “La mancanza di una banchina laterale – osserva Arcaleni – impedisce il transito sicuro dei pedoni, ma anche delle auto, come dimostrano gli incidenti accaduti con caduta dei mezzi dentro il fossato”. Ricordando che “sono stati annunciati a mezzo stampa interventi sulle strade comunali per oltre 4 milioni di euro in tre anni, frutto di accensione di mutui da parte di codesta amministrazione e che dunque è stato redatto un piano di opere pubbliche con gli interventi previsti, ma senza una precisa calendarizzazione degli stessi”, la capogruppo di Castello Cambia chiede di sapere “se il tratto segnalato è stato inserito nel programma di asfaltatura e risanamento della viabilità comunale” e “se negli interventi è prevista un’opera di ristrutturazione della strada con sistemazione delle banchine”. “Quali sono i tempi eventualmente previsti e programmati per tali lavori, che appaiono quanto mai urgenti e necessari?”, conclude Arcaleni.
Venerdì 15 marzo si è svolta l’Assemblea annuale della Sezione CAI di Città di Castello, durante la quale sono state rinnovate le cariche sociali fino al 2026. Claudio Busco è stato eletto nuovo presidente e sarà affiancato dai consiglieriValerio Alunno, Adele Romiti, Catia Lucarini, Lucia Seri, Ivana Cangi (rieletti), Andrea Caiotti, Daniela Tirimbelli e Massimiliano Bocciolesi (nuovi).
Nel corso dell’Assemblea sono stati premiati i soci che nel 2024 hanno raggiunto i 25 anni di carriera associativa al Club Alpino Italiano: il riconoscimento è andato ad Antonello Massimi Alunni, Daniela Tirimbelli ed Ivana Cangi, con una dedica speciale al compianto maritoIvo Guerri.
Una targa speciale, quale riconoscimento di socio storico, è stata consegnata a Giuseppe Magnanelli per la dedizione profusa con passione nei confronti della Sezione tifernate.
Viaggio nelle tante sfaccettature del dialetto tifernate sabato 23 marzo alla Biblioteca comunale Carducci, dove, in occasione dell’anniversario dei dieci anni dalla prima pubblicazione, alle ore 10.00, sarà presentata la terza edizione del libro “La vóci dela Mìnima” di Matteo Nunzi. Il volume, una raccolta di storie popolari locali, frutto di una più ampia ricerca sui dialetti dell’area di Città di Castello, sarà proposto in veste rinnovata e ampliata, corredato d’un’appendice antologica che conterrà una selezione di testi fra quelli prodotti successivamente dall’autore. Sarà una mattinata incentrata sull’intrattenimento, attraverso letture dei libri di Nunzi in dialetto castellano-lugnanese e non solo. Non mancheranno, infatti, riferimenti al lavoro strettamente scientifico e specialistico che sarà tema di future iniziative. “La varietà dialettale della nostra comunità è davvero ricca e sorprendente, un patrimonio linguistico, ma soprattutto culturale, che il lavoro di studio e ricerca di Matteo Nunzi permette di custodire e valorizzare”, sottolineano il sindaco Luca Secondi e l’assessore alla Cultura Michela Botteghi, che sabato parteciperanno alla presentazione del libro. “Siamo grati per questo impegno bello e difficile che ci fa conoscere radici linguistiche del nostro dialetto che parlano della storia della città, della sua evoluzione sociale e culturale, e che invitiamo la cittadinanza a scoprire, perché incuriosiscono davvero per le differenze fonetiche, ma anche lessicali, che riflettono le diverse storie delle nostre comunità”, evidenziano sindaco e assessore. Insieme all’autore e agli amministratori, parteciperanno alla mattinata anche Gianfranco Bogliari dell’Università Per Stranieri di Perugia, Dino Marinelli, Giovanni Ottaviani e il linguista Daniele Vitali. Lucia Zappalorto impreziosirà l’iniziativa con alcune letture. Oltre ai brani tratti da “La vóci dela Mìnima”, saranno presentati una selezione di testi della raccolta di poesie “Fòjji –Fogli(e)” e dalla traduzione in dialetto de “Il Piccolo Principe”, ovvero “Chel fiol Prįncipi”. Dell’opera “La vóci dela Mìnima” fa parte la trascrizione completa di un diario anonimo che narra delle presunte apparizioni mariane a Lugnano, ambientate sul finire della seconda guerra mondiale, nonché varie favole della tradizione orale, insieme a racconti “di paura” e aneddoti di tenore più leggero. Le pubblicazioni letterarie protagoniste della mattinata sono fittamente intrecciate a un lavoro di studio glottologico portato avanti in varie zone d’Italia da Nunzi col linguista Daniele Vitali, collaboratore del fonetista Luciano Canepari dellʼUniversità di Venezia. Tali ricerche, alla cui base ci sono registrazioni audio dei parlanti, e dunque un corposo archivio sonoro dei dialetti trattati, hanno portato, fra le altre cose, alla prima descrizione fonetica particolareggiata di modelli diversi dʼarea tifernate, a partire da quello del castellano cittadino e quello lugnanese prevalente (già nel 2014), messi a confronto, a cui sono seguite varie integrazioni fino a oggi. Da ciò è scaturito, inoltre, il primo sistema ortografico appositamente pensato per la zona castellana tutta (chiamato OMi), basato sulle analisi fonetiche e le specifiche caratteristiche del parlato. In pratica, si è stabilito per la prima volta, precisamente, “come si scrive” il dialetto nel tifernate.
L’intervento realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure. Riqualificata anche la chiesa di San Lorenzo
Ha fatto ritorno a Sansepolcro la preziosa pala della Deposizione di Cristo, capolavoro cinquecentesco di Rosso Fiorentino, che aveva lasciato sette anni fa il capoluogo valtiberino per essere sottoposto a un importante restauro divenuto ormai improrogabile, affidato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Com’è nato il restauro
Il progetto per il restauro della tavola di Rosso Fiorentino nasce in occasione della grande mostra “Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della ‘maniera’” ospitata nel 2014 a Palazzo Strozzi a Firenze. In tale occasione, la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro con la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo facevano notare la grande sofferenza della pellicola pittorica. La principale criticità era dovuta ai numerosissimi sollevamenti diffusi sull’intera superficie, causati dall’estrema rigidità del supporto ligneo, rigidità dovuta a un precedente intervento di restauro, avvenuto probabilmente tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 dopo il terremoto che colpì Sansepolcro nel 1789. Infatti a seguito di questa calamità furono aggiunte cinque traverse in legno di pioppo avvitate sul supporto, che hanno ostacolato i naturali movimenti del legno, e le forze così scaturite si sono ripercosse sul fronte del dipinto creando i sollevamenti. Al termine della mostra l’opera fece ritorno a Sansepolcro nel 2015 e grazie alla disponibilità dell’Opificio delle Pietre Dure a far eseguire il restauro nei propri laboratori e alla volontà manifestata dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi, furono avviate dalla Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo le procedure tra le istituzioni coinvolte. Il 20 gennaio 2016 il delicato dipinto fu movimentato in sicurezza presso il laboratorio di restauro della Fortezza da Basso di Firenze.
Il restauro
Come consueto per l’Opificio l’intervento è stato preceduto da una diagnostica completa ed approfondita che ha permesso di conoscere tecniche esecutive e materiali presenti, tanto originali che di restauro.
In primo luogo si è intervenuti sulla struttura, con la rimozione meccanica dell’ammannitura e delle cinque traverse non originali. Dopo aver completato il risanamento del tavolato le due traverse originali sono state rifunzionalizzate mediante un sistema a molle che asseconda, controllandoli, i naturali movimenti del legno. Si è poi proceduto al restauro degli strati pittorici. Prima di poter effettuare la fermatura del colore è stata necessaria una prima pulitura degli spessi strati di vernice non originale. Conclusa la fermatura la pulitura, complessa e delicata, è stata condotta a più riprese: l’opera presentava molte patinature, ridipinture a coprire una superficie molto compromessa in quanto abrasa da puliture aggressive di antichi restauri (le abrasioni interessavano più di ¼ della superficie pittorica); erano presenti anche molte sgocciolature e ritocchi alterati. Le lacune, dovute per la maggior parte a pratiche devozionali, non erano fortunatamente di grandi dimensioni e comunque compromettevano parti figurative importanti. Su di esse, dopo aver effettuato la stuccatura e il ricollegamento materico della superficie, è stata eseguita l’integrazione cromatica mediante selezione, mentre le diffuse abrasioni sono state abbassate di tono mediante leggere velature.
Il restauro, le cui tempistiche sono state dettate oltre che dalla complessità dell’intervento anche e soprattutto dalla pandemia, si è concluso nel maggio 2023.
“Il complesso intervento di restauro ha permesso di restituire la completa leggibilità a un testo fondamentale nello svolgimento della pittura della prima Maniera italiana – spiega Sandra Rossi, Direttore del Settore di restauro dei dipinti mobili, Opificio delle Pietre Dure -. Le indagini sulla tecnica pittorica dell’artista ne hanno, infatti, rivelato l’espressività e la modernità fuori dal comune: una pennellata caratterizzata da un tratteggio incrociato continuamente spezzato, quasi grafico. Sono emersi, inoltre, interessanti dettagli operativi come l’utilizzo della tecnica detta ‘al risparmio’ che, lasciando intenzionalmente a vista il fondo cromatico bruno, lo rende elemento figurativo. Il restauro ha, infine, svelato commoventi dettagli, come la presenza di una piccola margherita in primo piano, da tempo non più visibili a causa delle precarie condizioni di conservazione della pellicola pittorica”.
“È un momento di grande soddisfazione – dice mons. Andrea Migliavacca, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro – il ritorno a Sansepolcro della Deposizione di Cristo di Rosso Fiorentino perché è il frutto di un lavoro in sinergia di diversi enti, in particolare l’Opificio delle Pietre Dure, la Soprintendenza, il Comune di Sansepolcro, la Diocesi, la parrocchia, l’associazionismo e tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questo evento e di questo recupero. È motivo di soddisfazione e anche significativo perché viene ricollocato in prossimità della Settimana Santa che ci prepara a vivere il mistero di Cristo morto e risorto. Questo dipinto presentandoci proprio la deposizione di Cristo è un grande invito a riscoprire la bellezza dell’arte nella nostra Diocesi e insieme a viverla come proposta di meditazione”.
“Sansepolcro – dice Emanuela Daffra, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure – nonostante le perdite subite nel corso del tempo, ha ancora la fortuna di custodire uno straordinario patrimonio di opere d’arte collocate nei luoghi per le quali furono pensate. Non è scontato e spiega la particolare soddisfazione nel vedere nuovamente la tavola di Rosso all’interno della sua cornice settecentesca, a suggello di una collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure ormai ‘storica’ per continuità e qualità di risultati, come mostrano i casi pierfrancescani del Polittico della Misericordia e della Resurrezione”.
“Questo episodio – commenta Gabriele Nannetti, Soprintendente alle Belle Arti, Archeologia e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo è la conferma di un modello virtuoso di interazione tra gli uffici della diocesi e quelli del Ministero della cultura, sia per quanto riguarda la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo, ma anche per quanto riguarda l’Opificio delle Pietre Dure che opera su tutto il territorio nazionale e che ha sede a Firenze, il risultato si è raggiunto anche grazie a un percorso condiviso e accompagnato in tutte le sue fasi”.
Altri lavori
Già nel 2022, grazie al contributo dei fondi 8×1000 della Conferenza Episcopale Italiana la Diocesi aveva investito circa 7mila euro nella chiesa di San Lorenzo in Sansepolcro – la sede dove è custodito da secoli – per la realizzazione di un moderno impianto antintrusione e di videosorveglianza di ultima generazione. Contestualmente, per completare le verifiche sulla sicurezza della chiesa – dove l’opera avrebbe fatto ritorno – veniva fatta istanza all’Opificio delle Pietre Dure per la collaborazione con il Laboratorio di Climatologia e Conservazione preventiva; il laboratorio installava tre sonde per la rilevazione e la registrazione dei parametri termoigrometrici nell’arco dei dodici mesi.
“Le mostre d’arte quando sono di alto valore scientifico diventano iniziative molto importanti – dice Serena Nocentini, dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali -. Esse sono da considerare grandi eventi anche per la vita culturale della Diocesi e non solo della comunità civile. Proprio in occasione della mostra ospitata a Palazzo Strozzi e in sinergia con la nostra Soprintendenza, è nata questa prestigiosa collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure. Grazie alla loro dedizione e all’altrettanta maestria è stato permesso di restituire alla comunità la bellezza e la forza espressiva di questa inestimabile opera. La Deposizione di Rosso Fiorentino è tra i capolavori più ammirati e studiati nella nostra Diocesi, ma prima di tutto usando le parole di san Giovanni Paolo II in merito all’arte sacra ‘è esperienza di universalità. Non può essere solo oggetto o mezzo. È parola primitiva, nel senso che viene prima e sta al fondo di ogni altra parola’. E proprio per questo, la nostra più grande gioia è che l’opera sia tornata nella sua chiesa originaria, perché quando vi sono le condizioni, le opere sacre devono restare nel loro contesto”.
Il pavimento e la cornice
Nel frattempo, in molti, a Sansepolcro, si erano fatti portavoce dell’esigenza di intervenire sul pavimento della chiesa, realizzato negli anni ’60 con piastrelle in ceramica blu. Per assecondare questa richiesta, la Diocesi si è attivata per la progettazione e per richiesta di autorizzazione presso la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio, del nuovo pavimento in cotto, il cui costo, 36.300 euro, è stato coperto per tre quarti con le risorse rinvenienti dagli oneri di urbanizzazione destinati agli edifici di culto e, per la quota rimanente, circa 8mila euro, attraverso iniziative di auto finanziamento di cui si è fatta promotrice la parrocchia del Duomo di Sansepolcro e alcune associazioni cittadine (Compagnia Artisti e Vivere a Sansepolcro, Rotary Club Sansepolcro, Lions Club Sansepolcro, Caserma Archeologica, Amici del Poliedro, Associazione Campanari, Gruppo Lunedì d’Estate, Gruppo Cavalieri del Trebbio, Teatro Popolare, Volontariato San Lorenzo, Gruppo Filarmonica e alcuni privati). I lavori sono stati diretti dall’architetto Andrea Mariottini con la collaborazione di David Tripponcini e realizzati dall’impesa Stema di Nako Nasi. Sono state utilizzate pianelle delle Badie di Montefioralle lavorate artigianalmente acquistate dalla ditta Giorni Aldo che si ringrazia per la sponsorizzazione tecnica. Inoltre, con l’autorizzazione della Soprintendenza, e sempre con il contributo della comunità locale è stata eseguita, a opera di Rossana Parigi, la manutenzione della cornice e delle decorazioni in gesso dell’altare maggiore che racchiude la Pala di Rosso Fiorentino.
“Finalmente si riapriranno le porte dell’antica chiesa di San Lorenzo – dice mons. Giancarlo Rapaccini, parroco della Concattedrale di Sansepolcro -. I cittadini e i turisti potranno finalmente ammirare il nuovo pavimento in cotto artigianale dell’Impruneta e soprattutto estasiarsi dinanzi al meraviglioso dipinto della Deposizione di Cristo. Un’opera di straordinario valore artistico restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Un ritorno attesissimo da tutti i biturgensi. È stato emozionante vedere come tante associazioni della città si sono adoperate per reperire i fondi necessari per ridare una degna collocazione al dipinto. La parrocchia, e io personalmente, ci siamo fatti promotori di tale iniziativa senza trovare resistenza. È stato bello lavorare così, tutti insieme, per arricchire la nostra città. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito, con la speranza di continuare per altri interventi. Chi viene a Sansepolcro, città di Piero della Francesca, deve riempirsi gli occhi di bellezza. E ripartire con il proposito di ritornare”.
La nuova illuminazione
Grazie al fondamentale contributo dell’Amministrazione comunale di Sansepolcro si è provveduto al rifacimento dell’illuminazione; quest’ultima, difatti, per quanto risalente a non molti anni fa, si era dimostrata inadatta per l’adeguata lettura del dipinto: si è così costituito un tavolo tecnico tra Diocesi, Parrocchia e Amministrazione comunale per predisporre il nuovo sistema illuminotecnico affidato alla ditta Opera.
“Il ritorno dell’opera rappresenta un grande evento per l’Amministrazione comunale e per l’intera comunità – dichiara Fabrizio Innocenti, sindaco di Sansepolcro -. Si tratta indubbiamente di una splendida realtà, quella di poter nuovamente ammirare l’opera di Rosso Fiorentino alle nostre latitudini dopo il delicato intervento di restauro che l’ha riguardata. Colgo l’occasione per ringraziare la Diocesi, il costante impegno di monsignor Giancarlo Rapaccini, il generoso contributo delle associazioni cittadine. Anche il Comune ha fatto la sua parte, destinando la somma di 15mila euro per la corretta illuminazione del dipinto. La Deposizione di Rosso Fiorentino sarà così nuovamente fruibile in tutta la sua bellezza e nel suo fascino evocativo, un arricchimento ulteriore al prezioso patrimonio artistico che custodiamo in città e che fa parte del nostro Museo diffuso”.
Notizie storiche
La Deposizione di Sansepolcro è tra i capolavori di Giovan Battista di Jacopo, detto il Rosso Fiorentino (Firenze, 8 marzo 1494 – Fontainebleau, 14 novembre 1540). L’opera fu eseguita a Sansepolcro dove l’artista, fuggito nel 1527 dal Sacco di Roma, aveva trovato rifugio. Secondo il celebre biografo delle Vite, Giorgio Vasari, egli ricevette questa preziosa occasione di lavoro alla generosa rinuncia del pittore biturgense Raffaellino del Colle che, in un primo tempo, aveva ricevuto l’incarico per il dipinto dalla Compagnia di Santa Croce “acciò che in quella città rimanesse qualche reliquia di suo”; ma anche grazie alle raccomandazioni del vescovo Leonardo Tornabuoni, cui il pittore era legato da vincoli professionali e di amicizia. Il Rosso aveva già rappresentato il tema della Deposizione nella bella tavola di Volterra (1521), ma la critica riconosce nell’esemplare di Sansepolcro una più cupa drammaticità che lo spinge a ricorrere perfino al grottesco, come nella mostruosa figura a lato della scala. Siamo di fronte a un’opera di eccezionale forza espressiva, che rivela una religiosità personale intensa, segnata dalla nascente Controriforma e dalla gravità dei tempi, che vedono la stessa Roma in balìa delle milizie e delle bande dei regnanti; nonché a un esempio tra i più illustri del legame con Roma – e dunque degli esempi figurativi moderni quali le opere ultime di Raffaello e della sua scuola, o la potenza cromatica e le torniture poderose degli affreschi della Sistina realizzati da Michelangelo – dei territori della Valtiberina.
Moto “soccorso”. A Città di Castello, la prima officina “condivisa” in Italia, un progetto unico nato oltre dieci anni dalla passione per i motori e le due ruote di un gruppo di amici “centauri” che poi hanno fondato una associazione la Ferro-E Motus che oggi conta oltre sessanta iscritti. Un’ officina di idee, nei piccoli ma funzionali locali in Via Tina, dove c’è sempre una moto da restaurare, ringiovanire, trasformare – Il Presidente, Matteo Barbagli: “la nostra è una filosofia di vita e amicizia: tutti fanno tutto”.
Moto “soccorso”. A Città di Castello, la prima officina “condivisa” in Italia, un progetto unico nato dieci anni fa dalla passione per i motori e le due ruote di un gruppo di amici “centauri” che poi hanno fondato una associazione la Ferro-E Motus che oggi conta oltre sessanta iscritti. Un’officina di idee, nei piccoli ma funzionali locali in Via Tina, dove c’è sempre una moto da restaurare, ringiovanire, trasformare. A rotazione i soci possono usufruire dell’officina attrezzata di tutto punto per realizzare progetti prendendone parte in maniera attiva “sporcandosi le mani” o semplicemente per fare manutenzione ai propri “ferri” a due ruote guidati da uno staff di esperti e appassionati di meccanica. “Ad oggi – dichiara il presidente, Matteo Barbagli, dal 2014, anno di fondazione, alla guida dell’associazione – abbiamo restaurato e trasformato tantissime moto ed ognuna di loro ci ha regalato momenti da condividere di progettazione e realizzazione, creando quella che noi chiamiamo cultura. Siamo arrivati ad ottenere dei risultati degni delle officine piu’ blasonate: da molti anni sfoggiamo le nostre creazioni su calendari realizzati con foto artistiche delle moto condotte anche da bellissime ragazze provenienti dal nostro territorio.” Mentre parla e racconta il progetto unico e mutuato all’estero nella lontanissima Australia, il presidente, ci indica con soddisfazione l’ultimo intervento, che a turno, un nutrito e qualificato staff di meccanici-associati, sta mettendo a punto: l’ultima “creatura” pronta alla prova su strada dopo un meticoloso maquillage. “Stiamo realizzando una Honda cb650 di un socio, moto iconica degli anni ‘70. Era una vecchia signora che sta ritrovando, giorno dopo giorno, il suo smalto e fascino iniziale, grazie ad un lavoro collegiale a 100 mani: una volta definito il rendering finale con il proprietario si inizia il disassemblaggio, poi c’è chi si occupa del telaio, chi del motore, chi segue gli acquisti dei componenti, chi la verniciatura e poi la messa a punto, un lavoro sempre sotto gli occhi attenti e critici di tutti i frequentatori della nostra sede”, precisa Barbagli affiancato dagli amici che da sempre hanno condiviso la passione per le moto e dato vita a questo progetto di grande valore sociale, non solo sportivo e hobbystico. La Ferro-E Motus nasce nel 2014 ed oggi a distanza di dieci anni è un progetto unico in evoluzione dove personalità e competenze diverse contribuiscono a creare un luogo di incontro, uno spazio dove nascono amicizie e collaborazioni. “La Ferro non crea solo special ed eventi – sottolinea Francesco Nocchi, socio storico dell’associazione – crea nuove strade da percorrere. Tutti i giovedi presso la nostra sede, gli iscritti si ritrovano per organizzare eventi. Un luogo di estrema aggregazione che mette a disposizione l’esperienza e la passione di un gruppo di motociclisti.” Ad oggi la Ferro-E Motus conta più di 60 soci di varia provenienza sociale e professionale dai 16 ai 70 anni, fra loro alcune “lady biker”: tutti partecipano in maniera attiva alla vita della associazione. “Ferro-E Motus – continua il Presidente Barbagli – ha portato a Citta’ di Castello la manifestazione “The Distinguished Gentleman’s Ride!”, una manifestazione benefica che si svolge il 19 maggio in piu’ di 800 città in 101 paesi nel mondo, una parata benefica dove i manifestanti si mettono in sella alle proprie moto vestiti in maniera elegante per una buona causa : la salute dell’uomo, esorcizzando lo stereotipo del motociclista brutto e cattivo. “Con questa iniziativa raccogliamo molto denaro per la ricerca sul tumore alla prostata e in collaborazione con la A.A.C.C. (associazione altotevere contro il cancro) anche fondi con il nostro progetto “HOLD FAST” per dare un contributo per l’acquisto di presidi ed apparecchiature che verranno donate al centro oncologico di Citta’ di Castello.” “Un’altra iniziativa che ci contraddistingue e’ la “Apecchiese tranquilla”, per la quale abbiamo raccolto centinaia di firme in passato per richiedere il rifacimento del manto stradale della Sp257 Umbro-Marchigiana, una delle strade predilette dai motociclisti di tutta Italia: una richiesta che ha dato i suoi frutti. Stiamo ancora chiedendo la implementazione dei presidi di sicurezza per motociclisti ovvero le barriere sulle curve piu’ pericolose. La manifestazione raduna ogni anno centinaia di centauri che come noi credono che la moto non sia solo andare forte, che percorrono la nostra amata strada “apecchiese”, troppe volte teatro di brutti incidenti, a velocità di codice stradale in un lungo serpentone che vuole dimostrare la bellezza del viaggiare in libertà e in sicurezza godendosi il paesaggio e cercando di dare il buon esempio.” Ferro-E motus ha organizzato poi insieme alle scuole professionali di Città di Castello incontri per sensibilizzare i ragazzi alla sicurezza stradale, cercando di scostarli dallo stereotipo mediatico della motocicletta da corsa, introducendoli nel concetto della passione per le moto classiche e la meccanica. Mentre il progetto della officina condivisa e la programmazione annuale delle iniziative procede in maniera spedita il Presidente Barbagli e i soci dell’associazione ci tengono a rendere noto di aver partecipato ad un bando comunale per la rivalorizzazione di immobili di proprietà della Regione Umbria per poter avere spazi piu’ idonei per le attività associative: “lo abbiamo vinto presentando una attenta pianificazione di restauro e di investimento per il locale interessato, ma ancora ad oggi non abbiamo avuto la assegnazione, questo e’ il nostro sogno nel cassetto, riuscire ad ottenere uno spazio adeguato per continuare a fare quello che piu’ ci appassiona e utilizzarlo per stare insieme e per fare del bene”, conclude Barbagli trovando nell’assessore allo Sport e Lavori Pubblici del comune di Città di Castello, Riccardo Carletti un attento interlocutore: “l’attività che l’associazione porta avanti con passione e crescente seguito ed il progetto di officina condivisa che la rende unica in Italia rappresenta da tempo un punto di riferimento anche per l’amministrazione comunale su diversi versanti della comunità locale. Le istituzioni sono da sempre al loro fianco in questa attività divulgativa e di sensibilizzazione dei temi legati alla guida sicura, al rispetto delle regole, alla viabilità e alle iniziative di solidarietà e coesione sociale”. Info: www.ferroemotus.it, fb: FERRO E motus, @ferroemotus.
Presentata anche a Città di Castello la Mozione per l’istituzione di un Regolamento comunale che difenda i sentieri e le vie tra pascoli e boschi, messi in pericolo dalla selvaggia liberalizzazione voluta dalla Lega e dalla giunta Tesei.
Il Regolamento, allegato alla Mozione da me presentata, va a tutelare le zone di montagna e chi vuole viverla con rispetto e attenzione, bloccando questa selvaggia deregulation che riflette la politica nera della destra sulle questioni ambientali. L’emendamento ha di fatto deregolamentato ogni tipo di transito dei veicoli a motore sui sentieri e mulattiere dei Comuni umbri, creando un vuoto normativo che va a mettere in serio rischio chi ogni giorno vive la montagna. Inoltre mette in capo a Comuni, comunanze e realtà che vivono questi territori, in particolare aree marginali, l’onere di tabellare i sentieri. Obbligo che le finanze delle amministrazioni locali non sono assolutamente in grado di sostenere e che saranno causa nella migliore delle ipotesi di debiti fuori bilancio, nella peggiore di vere e proprie omissioni di legge. Che cosa potrebbe accadere se una persona dovesse essere investita su un sentiero in un’area protetta in cui il divieto obbligatorio doveva essere indicato da una tabella non presente? È evidente che la responsabilità penale ricadrebbe direttamente sui Comuni, nonostante quella morale sia certamente in capo alla Regione.
Lanciamo e sosteniamo dunque in Umbria anche un firma day, a partire dal 6-7 aprile 2024, contro il via libera ai veicoli a motore su pascoli e sentieri: la raccolta firme per l’adozione di un Regolamento per la fruizione e la sicurezza della rete dei sentieri, delle mulattiere e dei pascoli e contro l’indiscriminato all’accesso di veicoli a motore è la prima iniziativa congiunta che i gruppi territoriali del Movimento 5 Stelle porteranno avanti sul territorio umbro.
Il danno che la Regione sta creando non è solamente per gli umbri, ma anche e soprattutto per i turisti e ha incontrato l’aperta ostilità e protesta di tutte le associazioni ambientaliste e non solo, come CAI e Federazione Italiana Escursionismo (FIE). L’atto deregolamenta infatti ogni tipo di accesso dei veicoli a motore anche su aree di pregio e percorsi spirituali di enorme interesse turistico come ad esempio la Via di Francesco, il Cammino dei Protomartiri o il cammino dei Borghi Silenti solo per citarne alcuni.
Un danno di immagine e materiale incalcolabile per l’Umbria.
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