I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Assisi hanno tratto in arresto un 30enne del luogo per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
I militari, appresa la notizia che l’uomo potesse detenere droga, hanno svolto una serie di servizi di osservazione e pedinamento, all’esito dei quali hanno deciso di entrare all’interno della sua abitazione.
Nonostante l’iniziale opposizione del soggetto, il personale operante ha proceduto alla perquisizione dell’appartamento, a conclusione della quale hanno rinvenuto, nascosti sopra un armadio, 1 kg di hashish suddiviso in 10 panetti da cento grammi ciascuno.
Il 30enne, dopo essere stato accompagnato presso la Compagnia di Assisi, è stato dichiarato in stato di arresto per l’ipotesi di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e su disposizione della locale Procura, è stato associato alla Casa Circondariale di Perugia – Capanne, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, tenutasi il giorno successivo.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato l’arresto mentre lo stupefacente, che sul mercato avrebbe fruttato un guadagno di circa ottomila euro, è stato sottoposto a sequestro penale in attesa di distruzione.
Con una interrogazione la capogruppo di Castello Cambia Emanuela Arcaleni chiede al sindaco Luca Secondi e alla giunta di chiarire la situazione del tratto della strada comunale via Pieve delle Rose che dalla rotonda Rita Brunetti porta a vocabolo Graticole, in direzione delle frazioni di Titta e Badiali. Nel far presente che l’itinerario sia stato “interessato da una serie di lavori riguardanti la posa della fibra, con una ripianatura della sezione stradale non efficiente, presentando, infatti, un abbassamento della sede”, la consigliera intende comprendere “se sia stata segnalata alla ditta che ha effettuato i lavori di posizionamento della fibra la ripianatura non corretta del manto e se sia stato chiesto espressamente di procedere al risanamento dei lavori fatti non a regola d’arte”. La rappresentante della minoranza, infatti, richiama l’attenzione anche sui margini delle due carreggiate, “che sono danneggiati e in gran parte distrutti fino alla riga di banchina, che nella maggior parte della strada non è più visibile” e sul fatto che “la strada è dissestata in più punti anche nel manto interno, con buche più o meno profonde, avvallamenti e fenditure che creano notevoli disagi alla circolazione dei mezzi a motore e alle biciclette, per le quali il transito è ancor più pericoloso”. “La mancanza di una banchina laterale – osserva Arcaleni – impedisce il transito sicuro dei pedoni, ma anche delle auto, come dimostrano gli incidenti accaduti con caduta dei mezzi dentro il fossato”. Ricordando che “sono stati annunciati a mezzo stampa interventi sulle strade comunali per oltre 4 milioni di euro in tre anni, frutto di accensione di mutui da parte di codesta amministrazione e che dunque è stato redatto un piano di opere pubbliche con gli interventi previsti, ma senza una precisa calendarizzazione degli stessi”, la capogruppo di Castello Cambia chiede di sapere “se il tratto segnalato è stato inserito nel programma di asfaltatura e risanamento della viabilità comunale” e “se negli interventi è prevista un’opera di ristrutturazione della strada con sistemazione delle banchine”. “Quali sono i tempi eventualmente previsti e programmati per tali lavori, che appaiono quanto mai urgenti e necessari?”, conclude Arcaleni.
Venerdì 15 marzo si è svolta l’Assemblea annuale della Sezione CAI di Città di Castello, durante la quale sono state rinnovate le cariche sociali fino al 2026. Claudio Busco è stato eletto nuovo presidente e sarà affiancato dai consiglieriValerio Alunno, Adele Romiti, Catia Lucarini, Lucia Seri, Ivana Cangi (rieletti), Andrea Caiotti, Daniela Tirimbelli e Massimiliano Bocciolesi (nuovi).
Nel corso dell’Assemblea sono stati premiati i soci che nel 2024 hanno raggiunto i 25 anni di carriera associativa al Club Alpino Italiano: il riconoscimento è andato ad Antonello Massimi Alunni, Daniela Tirimbelli ed Ivana Cangi, con una dedica speciale al compianto maritoIvo Guerri.
Una targa speciale, quale riconoscimento di socio storico, è stata consegnata a Giuseppe Magnanelli per la dedizione profusa con passione nei confronti della Sezione tifernate.
Viaggio nelle tante sfaccettature del dialetto tifernate sabato 23 marzo alla Biblioteca comunale Carducci, dove, in occasione dell’anniversario dei dieci anni dalla prima pubblicazione, alle ore 10.00, sarà presentata la terza edizione del libro “La vóci dela Mìnima” di Matteo Nunzi. Il volume, una raccolta di storie popolari locali, frutto di una più ampia ricerca sui dialetti dell’area di Città di Castello, sarà proposto in veste rinnovata e ampliata, corredato d’un’appendice antologica che conterrà una selezione di testi fra quelli prodotti successivamente dall’autore. Sarà una mattinata incentrata sull’intrattenimento, attraverso letture dei libri di Nunzi in dialetto castellano-lugnanese e non solo. Non mancheranno, infatti, riferimenti al lavoro strettamente scientifico e specialistico che sarà tema di future iniziative. “La varietà dialettale della nostra comunità è davvero ricca e sorprendente, un patrimonio linguistico, ma soprattutto culturale, che il lavoro di studio e ricerca di Matteo Nunzi permette di custodire e valorizzare”, sottolineano il sindaco Luca Secondi e l’assessore alla Cultura Michela Botteghi, che sabato parteciperanno alla presentazione del libro. “Siamo grati per questo impegno bello e difficile che ci fa conoscere radici linguistiche del nostro dialetto che parlano della storia della città, della sua evoluzione sociale e culturale, e che invitiamo la cittadinanza a scoprire, perché incuriosiscono davvero per le differenze fonetiche, ma anche lessicali, che riflettono le diverse storie delle nostre comunità”, evidenziano sindaco e assessore. Insieme all’autore e agli amministratori, parteciperanno alla mattinata anche Gianfranco Bogliari dell’Università Per Stranieri di Perugia, Dino Marinelli, Giovanni Ottaviani e il linguista Daniele Vitali. Lucia Zappalorto impreziosirà l’iniziativa con alcune letture. Oltre ai brani tratti da “La vóci dela Mìnima”, saranno presentati una selezione di testi della raccolta di poesie “Fòjji –Fogli(e)” e dalla traduzione in dialetto de “Il Piccolo Principe”, ovvero “Chel fiol Prįncipi”. Dell’opera “La vóci dela Mìnima” fa parte la trascrizione completa di un diario anonimo che narra delle presunte apparizioni mariane a Lugnano, ambientate sul finire della seconda guerra mondiale, nonché varie favole della tradizione orale, insieme a racconti “di paura” e aneddoti di tenore più leggero. Le pubblicazioni letterarie protagoniste della mattinata sono fittamente intrecciate a un lavoro di studio glottologico portato avanti in varie zone d’Italia da Nunzi col linguista Daniele Vitali, collaboratore del fonetista Luciano Canepari dellʼUniversità di Venezia. Tali ricerche, alla cui base ci sono registrazioni audio dei parlanti, e dunque un corposo archivio sonoro dei dialetti trattati, hanno portato, fra le altre cose, alla prima descrizione fonetica particolareggiata di modelli diversi dʼarea tifernate, a partire da quello del castellano cittadino e quello lugnanese prevalente (già nel 2014), messi a confronto, a cui sono seguite varie integrazioni fino a oggi. Da ciò è scaturito, inoltre, il primo sistema ortografico appositamente pensato per la zona castellana tutta (chiamato OMi), basato sulle analisi fonetiche e le specifiche caratteristiche del parlato. In pratica, si è stabilito per la prima volta, precisamente, “come si scrive” il dialetto nel tifernate.
L’intervento realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure. Riqualificata anche la chiesa di San Lorenzo
Ha fatto ritorno a Sansepolcro la preziosa pala della Deposizione di Cristo, capolavoro cinquecentesco di Rosso Fiorentino, che aveva lasciato sette anni fa il capoluogo valtiberino per essere sottoposto a un importante restauro divenuto ormai improrogabile, affidato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Com’è nato il restauro
Il progetto per il restauro della tavola di Rosso Fiorentino nasce in occasione della grande mostra “Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della ‘maniera’” ospitata nel 2014 a Palazzo Strozzi a Firenze. In tale occasione, la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro con la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo facevano notare la grande sofferenza della pellicola pittorica. La principale criticità era dovuta ai numerosissimi sollevamenti diffusi sull’intera superficie, causati dall’estrema rigidità del supporto ligneo, rigidità dovuta a un precedente intervento di restauro, avvenuto probabilmente tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 dopo il terremoto che colpì Sansepolcro nel 1789. Infatti a seguito di questa calamità furono aggiunte cinque traverse in legno di pioppo avvitate sul supporto, che hanno ostacolato i naturali movimenti del legno, e le forze così scaturite si sono ripercosse sul fronte del dipinto creando i sollevamenti. Al termine della mostra l’opera fece ritorno a Sansepolcro nel 2015 e grazie alla disponibilità dell’Opificio delle Pietre Dure a far eseguire il restauro nei propri laboratori e alla volontà manifestata dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi, furono avviate dalla Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo le procedure tra le istituzioni coinvolte. Il 20 gennaio 2016 il delicato dipinto fu movimentato in sicurezza presso il laboratorio di restauro della Fortezza da Basso di Firenze.
Il restauro
Come consueto per l’Opificio l’intervento è stato preceduto da una diagnostica completa ed approfondita che ha permesso di conoscere tecniche esecutive e materiali presenti, tanto originali che di restauro.
In primo luogo si è intervenuti sulla struttura, con la rimozione meccanica dell’ammannitura e delle cinque traverse non originali. Dopo aver completato il risanamento del tavolato le due traverse originali sono state rifunzionalizzate mediante un sistema a molle che asseconda, controllandoli, i naturali movimenti del legno. Si è poi proceduto al restauro degli strati pittorici. Prima di poter effettuare la fermatura del colore è stata necessaria una prima pulitura degli spessi strati di vernice non originale. Conclusa la fermatura la pulitura, complessa e delicata, è stata condotta a più riprese: l’opera presentava molte patinature, ridipinture a coprire una superficie molto compromessa in quanto abrasa da puliture aggressive di antichi restauri (le abrasioni interessavano più di ¼ della superficie pittorica); erano presenti anche molte sgocciolature e ritocchi alterati. Le lacune, dovute per la maggior parte a pratiche devozionali, non erano fortunatamente di grandi dimensioni e comunque compromettevano parti figurative importanti. Su di esse, dopo aver effettuato la stuccatura e il ricollegamento materico della superficie, è stata eseguita l’integrazione cromatica mediante selezione, mentre le diffuse abrasioni sono state abbassate di tono mediante leggere velature.
Il restauro, le cui tempistiche sono state dettate oltre che dalla complessità dell’intervento anche e soprattutto dalla pandemia, si è concluso nel maggio 2023.
“Il complesso intervento di restauro ha permesso di restituire la completa leggibilità a un testo fondamentale nello svolgimento della pittura della prima Maniera italiana – spiega Sandra Rossi, Direttore del Settore di restauro dei dipinti mobili, Opificio delle Pietre Dure -. Le indagini sulla tecnica pittorica dell’artista ne hanno, infatti, rivelato l’espressività e la modernità fuori dal comune: una pennellata caratterizzata da un tratteggio incrociato continuamente spezzato, quasi grafico. Sono emersi, inoltre, interessanti dettagli operativi come l’utilizzo della tecnica detta ‘al risparmio’ che, lasciando intenzionalmente a vista il fondo cromatico bruno, lo rende elemento figurativo. Il restauro ha, infine, svelato commoventi dettagli, come la presenza di una piccola margherita in primo piano, da tempo non più visibili a causa delle precarie condizioni di conservazione della pellicola pittorica”.
“È un momento di grande soddisfazione – dice mons. Andrea Migliavacca, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro – il ritorno a Sansepolcro della Deposizione di Cristo di Rosso Fiorentino perché è il frutto di un lavoro in sinergia di diversi enti, in particolare l’Opificio delle Pietre Dure, la Soprintendenza, il Comune di Sansepolcro, la Diocesi, la parrocchia, l’associazionismo e tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questo evento e di questo recupero. È motivo di soddisfazione e anche significativo perché viene ricollocato in prossimità della Settimana Santa che ci prepara a vivere il mistero di Cristo morto e risorto. Questo dipinto presentandoci proprio la deposizione di Cristo è un grande invito a riscoprire la bellezza dell’arte nella nostra Diocesi e insieme a viverla come proposta di meditazione”.
“Sansepolcro – dice Emanuela Daffra, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure – nonostante le perdite subite nel corso del tempo, ha ancora la fortuna di custodire uno straordinario patrimonio di opere d’arte collocate nei luoghi per le quali furono pensate. Non è scontato e spiega la particolare soddisfazione nel vedere nuovamente la tavola di Rosso all’interno della sua cornice settecentesca, a suggello di una collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure ormai ‘storica’ per continuità e qualità di risultati, come mostrano i casi pierfrancescani del Polittico della Misericordia e della Resurrezione”.
“Questo episodio – commenta Gabriele Nannetti, Soprintendente alle Belle Arti, Archeologia e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo è la conferma di un modello virtuoso di interazione tra gli uffici della diocesi e quelli del Ministero della cultura, sia per quanto riguarda la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo, ma anche per quanto riguarda l’Opificio delle Pietre Dure che opera su tutto il territorio nazionale e che ha sede a Firenze, il risultato si è raggiunto anche grazie a un percorso condiviso e accompagnato in tutte le sue fasi”.
Altri lavori
Già nel 2022, grazie al contributo dei fondi 8×1000 della Conferenza Episcopale Italiana la Diocesi aveva investito circa 7mila euro nella chiesa di San Lorenzo in Sansepolcro – la sede dove è custodito da secoli – per la realizzazione di un moderno impianto antintrusione e di videosorveglianza di ultima generazione. Contestualmente, per completare le verifiche sulla sicurezza della chiesa – dove l’opera avrebbe fatto ritorno – veniva fatta istanza all’Opificio delle Pietre Dure per la collaborazione con il Laboratorio di Climatologia e Conservazione preventiva; il laboratorio installava tre sonde per la rilevazione e la registrazione dei parametri termoigrometrici nell’arco dei dodici mesi.
“Le mostre d’arte quando sono di alto valore scientifico diventano iniziative molto importanti – dice Serena Nocentini, dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali -. Esse sono da considerare grandi eventi anche per la vita culturale della Diocesi e non solo della comunità civile. Proprio in occasione della mostra ospitata a Palazzo Strozzi e in sinergia con la nostra Soprintendenza, è nata questa prestigiosa collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure. Grazie alla loro dedizione e all’altrettanta maestria è stato permesso di restituire alla comunità la bellezza e la forza espressiva di questa inestimabile opera. La Deposizione di Rosso Fiorentino è tra i capolavori più ammirati e studiati nella nostra Diocesi, ma prima di tutto usando le parole di san Giovanni Paolo II in merito all’arte sacra ‘è esperienza di universalità. Non può essere solo oggetto o mezzo. È parola primitiva, nel senso che viene prima e sta al fondo di ogni altra parola’. E proprio per questo, la nostra più grande gioia è che l’opera sia tornata nella sua chiesa originaria, perché quando vi sono le condizioni, le opere sacre devono restare nel loro contesto”.
Il pavimento e la cornice
Nel frattempo, in molti, a Sansepolcro, si erano fatti portavoce dell’esigenza di intervenire sul pavimento della chiesa, realizzato negli anni ’60 con piastrelle in ceramica blu. Per assecondare questa richiesta, la Diocesi si è attivata per la progettazione e per richiesta di autorizzazione presso la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio, del nuovo pavimento in cotto, il cui costo, 36.300 euro, è stato coperto per tre quarti con le risorse rinvenienti dagli oneri di urbanizzazione destinati agli edifici di culto e, per la quota rimanente, circa 8mila euro, attraverso iniziative di auto finanziamento di cui si è fatta promotrice la parrocchia del Duomo di Sansepolcro e alcune associazioni cittadine (Compagnia Artisti e Vivere a Sansepolcro, Rotary Club Sansepolcro, Lions Club Sansepolcro, Caserma Archeologica, Amici del Poliedro, Associazione Campanari, Gruppo Lunedì d’Estate, Gruppo Cavalieri del Trebbio, Teatro Popolare, Volontariato San Lorenzo, Gruppo Filarmonica e alcuni privati). I lavori sono stati diretti dall’architetto Andrea Mariottini con la collaborazione di David Tripponcini e realizzati dall’impesa Stema di Nako Nasi. Sono state utilizzate pianelle delle Badie di Montefioralle lavorate artigianalmente acquistate dalla ditta Giorni Aldo che si ringrazia per la sponsorizzazione tecnica. Inoltre, con l’autorizzazione della Soprintendenza, e sempre con il contributo della comunità locale è stata eseguita, a opera di Rossana Parigi, la manutenzione della cornice e delle decorazioni in gesso dell’altare maggiore che racchiude la Pala di Rosso Fiorentino.
“Finalmente si riapriranno le porte dell’antica chiesa di San Lorenzo – dice mons. Giancarlo Rapaccini, parroco della Concattedrale di Sansepolcro -. I cittadini e i turisti potranno finalmente ammirare il nuovo pavimento in cotto artigianale dell’Impruneta e soprattutto estasiarsi dinanzi al meraviglioso dipinto della Deposizione di Cristo. Un’opera di straordinario valore artistico restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Un ritorno attesissimo da tutti i biturgensi. È stato emozionante vedere come tante associazioni della città si sono adoperate per reperire i fondi necessari per ridare una degna collocazione al dipinto. La parrocchia, e io personalmente, ci siamo fatti promotori di tale iniziativa senza trovare resistenza. È stato bello lavorare così, tutti insieme, per arricchire la nostra città. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito, con la speranza di continuare per altri interventi. Chi viene a Sansepolcro, città di Piero della Francesca, deve riempirsi gli occhi di bellezza. E ripartire con il proposito di ritornare”.
La nuova illuminazione
Grazie al fondamentale contributo dell’Amministrazione comunale di Sansepolcro si è provveduto al rifacimento dell’illuminazione; quest’ultima, difatti, per quanto risalente a non molti anni fa, si era dimostrata inadatta per l’adeguata lettura del dipinto: si è così costituito un tavolo tecnico tra Diocesi, Parrocchia e Amministrazione comunale per predisporre il nuovo sistema illuminotecnico affidato alla ditta Opera.
“Il ritorno dell’opera rappresenta un grande evento per l’Amministrazione comunale e per l’intera comunità – dichiara Fabrizio Innocenti, sindaco di Sansepolcro -. Si tratta indubbiamente di una splendida realtà, quella di poter nuovamente ammirare l’opera di Rosso Fiorentino alle nostre latitudini dopo il delicato intervento di restauro che l’ha riguardata. Colgo l’occasione per ringraziare la Diocesi, il costante impegno di monsignor Giancarlo Rapaccini, il generoso contributo delle associazioni cittadine. Anche il Comune ha fatto la sua parte, destinando la somma di 15mila euro per la corretta illuminazione del dipinto. La Deposizione di Rosso Fiorentino sarà così nuovamente fruibile in tutta la sua bellezza e nel suo fascino evocativo, un arricchimento ulteriore al prezioso patrimonio artistico che custodiamo in città e che fa parte del nostro Museo diffuso”.
Notizie storiche
La Deposizione di Sansepolcro è tra i capolavori di Giovan Battista di Jacopo, detto il Rosso Fiorentino (Firenze, 8 marzo 1494 – Fontainebleau, 14 novembre 1540). L’opera fu eseguita a Sansepolcro dove l’artista, fuggito nel 1527 dal Sacco di Roma, aveva trovato rifugio. Secondo il celebre biografo delle Vite, Giorgio Vasari, egli ricevette questa preziosa occasione di lavoro alla generosa rinuncia del pittore biturgense Raffaellino del Colle che, in un primo tempo, aveva ricevuto l’incarico per il dipinto dalla Compagnia di Santa Croce “acciò che in quella città rimanesse qualche reliquia di suo”; ma anche grazie alle raccomandazioni del vescovo Leonardo Tornabuoni, cui il pittore era legato da vincoli professionali e di amicizia. Il Rosso aveva già rappresentato il tema della Deposizione nella bella tavola di Volterra (1521), ma la critica riconosce nell’esemplare di Sansepolcro una più cupa drammaticità che lo spinge a ricorrere perfino al grottesco, come nella mostruosa figura a lato della scala. Siamo di fronte a un’opera di eccezionale forza espressiva, che rivela una religiosità personale intensa, segnata dalla nascente Controriforma e dalla gravità dei tempi, che vedono la stessa Roma in balìa delle milizie e delle bande dei regnanti; nonché a un esempio tra i più illustri del legame con Roma – e dunque degli esempi figurativi moderni quali le opere ultime di Raffaello e della sua scuola, o la potenza cromatica e le torniture poderose degli affreschi della Sistina realizzati da Michelangelo – dei territori della Valtiberina.
Moto “soccorso”. A Città di Castello, la prima officina “condivisa” in Italia, un progetto unico nato oltre dieci anni dalla passione per i motori e le due ruote di un gruppo di amici “centauri” che poi hanno fondato una associazione la Ferro-E Motus che oggi conta oltre sessanta iscritti. Un’ officina di idee, nei piccoli ma funzionali locali in Via Tina, dove c’è sempre una moto da restaurare, ringiovanire, trasformare – Il Presidente, Matteo Barbagli: “la nostra è una filosofia di vita e amicizia: tutti fanno tutto”.
Moto “soccorso”. A Città di Castello, la prima officina “condivisa” in Italia, un progetto unico nato dieci anni fa dalla passione per i motori e le due ruote di un gruppo di amici “centauri” che poi hanno fondato una associazione la Ferro-E Motus che oggi conta oltre sessanta iscritti. Un’officina di idee, nei piccoli ma funzionali locali in Via Tina, dove c’è sempre una moto da restaurare, ringiovanire, trasformare. A rotazione i soci possono usufruire dell’officina attrezzata di tutto punto per realizzare progetti prendendone parte in maniera attiva “sporcandosi le mani” o semplicemente per fare manutenzione ai propri “ferri” a due ruote guidati da uno staff di esperti e appassionati di meccanica. “Ad oggi – dichiara il presidente, Matteo Barbagli, dal 2014, anno di fondazione, alla guida dell’associazione – abbiamo restaurato e trasformato tantissime moto ed ognuna di loro ci ha regalato momenti da condividere di progettazione e realizzazione, creando quella che noi chiamiamo cultura. Siamo arrivati ad ottenere dei risultati degni delle officine piu’ blasonate: da molti anni sfoggiamo le nostre creazioni su calendari realizzati con foto artistiche delle moto condotte anche da bellissime ragazze provenienti dal nostro territorio.” Mentre parla e racconta il progetto unico e mutuato all’estero nella lontanissima Australia, il presidente, ci indica con soddisfazione l’ultimo intervento, che a turno, un nutrito e qualificato staff di meccanici-associati, sta mettendo a punto: l’ultima “creatura” pronta alla prova su strada dopo un meticoloso maquillage. “Stiamo realizzando una Honda cb650 di un socio, moto iconica degli anni ‘70. Era una vecchia signora che sta ritrovando, giorno dopo giorno, il suo smalto e fascino iniziale, grazie ad un lavoro collegiale a 100 mani: una volta definito il rendering finale con il proprietario si inizia il disassemblaggio, poi c’è chi si occupa del telaio, chi del motore, chi segue gli acquisti dei componenti, chi la verniciatura e poi la messa a punto, un lavoro sempre sotto gli occhi attenti e critici di tutti i frequentatori della nostra sede”, precisa Barbagli affiancato dagli amici che da sempre hanno condiviso la passione per le moto e dato vita a questo progetto di grande valore sociale, non solo sportivo e hobbystico. La Ferro-E Motus nasce nel 2014 ed oggi a distanza di dieci anni è un progetto unico in evoluzione dove personalità e competenze diverse contribuiscono a creare un luogo di incontro, uno spazio dove nascono amicizie e collaborazioni. “La Ferro non crea solo special ed eventi – sottolinea Francesco Nocchi, socio storico dell’associazione – crea nuove strade da percorrere. Tutti i giovedi presso la nostra sede, gli iscritti si ritrovano per organizzare eventi. Un luogo di estrema aggregazione che mette a disposizione l’esperienza e la passione di un gruppo di motociclisti.” Ad oggi la Ferro-E Motus conta più di 60 soci di varia provenienza sociale e professionale dai 16 ai 70 anni, fra loro alcune “lady biker”: tutti partecipano in maniera attiva alla vita della associazione. “Ferro-E Motus – continua il Presidente Barbagli – ha portato a Citta’ di Castello la manifestazione “The Distinguished Gentleman’s Ride!”, una manifestazione benefica che si svolge il 19 maggio in piu’ di 800 città in 101 paesi nel mondo, una parata benefica dove i manifestanti si mettono in sella alle proprie moto vestiti in maniera elegante per una buona causa : la salute dell’uomo, esorcizzando lo stereotipo del motociclista brutto e cattivo. “Con questa iniziativa raccogliamo molto denaro per la ricerca sul tumore alla prostata e in collaborazione con la A.A.C.C. (associazione altotevere contro il cancro) anche fondi con il nostro progetto “HOLD FAST” per dare un contributo per l’acquisto di presidi ed apparecchiature che verranno donate al centro oncologico di Citta’ di Castello.” “Un’altra iniziativa che ci contraddistingue e’ la “Apecchiese tranquilla”, per la quale abbiamo raccolto centinaia di firme in passato per richiedere il rifacimento del manto stradale della Sp257 Umbro-Marchigiana, una delle strade predilette dai motociclisti di tutta Italia: una richiesta che ha dato i suoi frutti. Stiamo ancora chiedendo la implementazione dei presidi di sicurezza per motociclisti ovvero le barriere sulle curve piu’ pericolose. La manifestazione raduna ogni anno centinaia di centauri che come noi credono che la moto non sia solo andare forte, che percorrono la nostra amata strada “apecchiese”, troppe volte teatro di brutti incidenti, a velocità di codice stradale in un lungo serpentone che vuole dimostrare la bellezza del viaggiare in libertà e in sicurezza godendosi il paesaggio e cercando di dare il buon esempio.” Ferro-E motus ha organizzato poi insieme alle scuole professionali di Città di Castello incontri per sensibilizzare i ragazzi alla sicurezza stradale, cercando di scostarli dallo stereotipo mediatico della motocicletta da corsa, introducendoli nel concetto della passione per le moto classiche e la meccanica. Mentre il progetto della officina condivisa e la programmazione annuale delle iniziative procede in maniera spedita il Presidente Barbagli e i soci dell’associazione ci tengono a rendere noto di aver partecipato ad un bando comunale per la rivalorizzazione di immobili di proprietà della Regione Umbria per poter avere spazi piu’ idonei per le attività associative: “lo abbiamo vinto presentando una attenta pianificazione di restauro e di investimento per il locale interessato, ma ancora ad oggi non abbiamo avuto la assegnazione, questo e’ il nostro sogno nel cassetto, riuscire ad ottenere uno spazio adeguato per continuare a fare quello che piu’ ci appassiona e utilizzarlo per stare insieme e per fare del bene”, conclude Barbagli trovando nell’assessore allo Sport e Lavori Pubblici del comune di Città di Castello, Riccardo Carletti un attento interlocutore: “l’attività che l’associazione porta avanti con passione e crescente seguito ed il progetto di officina condivisa che la rende unica in Italia rappresenta da tempo un punto di riferimento anche per l’amministrazione comunale su diversi versanti della comunità locale. Le istituzioni sono da sempre al loro fianco in questa attività divulgativa e di sensibilizzazione dei temi legati alla guida sicura, al rispetto delle regole, alla viabilità e alle iniziative di solidarietà e coesione sociale”. Info: www.ferroemotus.it, fb: FERRO E motus, @ferroemotus.
Presentata anche a Città di Castello la Mozione per l’istituzione di un Regolamento comunale che difenda i sentieri e le vie tra pascoli e boschi, messi in pericolo dalla selvaggia liberalizzazione voluta dalla Lega e dalla giunta Tesei.
Il Regolamento, allegato alla Mozione da me presentata, va a tutelare le zone di montagna e chi vuole viverla con rispetto e attenzione, bloccando questa selvaggia deregulation che riflette la politica nera della destra sulle questioni ambientali. L’emendamento ha di fatto deregolamentato ogni tipo di transito dei veicoli a motore sui sentieri e mulattiere dei Comuni umbri, creando un vuoto normativo che va a mettere in serio rischio chi ogni giorno vive la montagna. Inoltre mette in capo a Comuni, comunanze e realtà che vivono questi territori, in particolare aree marginali, l’onere di tabellare i sentieri. Obbligo che le finanze delle amministrazioni locali non sono assolutamente in grado di sostenere e che saranno causa nella migliore delle ipotesi di debiti fuori bilancio, nella peggiore di vere e proprie omissioni di legge. Che cosa potrebbe accadere se una persona dovesse essere investita su un sentiero in un’area protetta in cui il divieto obbligatorio doveva essere indicato da una tabella non presente? È evidente che la responsabilità penale ricadrebbe direttamente sui Comuni, nonostante quella morale sia certamente in capo alla Regione.
Lanciamo e sosteniamo dunque in Umbria anche un firma day, a partire dal 6-7 aprile 2024, contro il via libera ai veicoli a motore su pascoli e sentieri: la raccolta firme per l’adozione di un Regolamento per la fruizione e la sicurezza della rete dei sentieri, delle mulattiere e dei pascoli e contro l’indiscriminato all’accesso di veicoli a motore è la prima iniziativa congiunta che i gruppi territoriali del Movimento 5 Stelle porteranno avanti sul territorio umbro.
Il danno che la Regione sta creando non è solamente per gli umbri, ma anche e soprattutto per i turisti e ha incontrato l’aperta ostilità e protesta di tutte le associazioni ambientaliste e non solo, come CAI e Federazione Italiana Escursionismo (FIE). L’atto deregolamenta infatti ogni tipo di accesso dei veicoli a motore anche su aree di pregio e percorsi spirituali di enorme interesse turistico come ad esempio la Via di Francesco, il Cammino dei Protomartiri o il cammino dei Borghi Silenti solo per citarne alcuni.
Un danno di immagine e materiale incalcolabile per l’Umbria.
L’amministrazione comunale si congratula con la campionessa
Sara Polidori, barlady montonese già campionessa mondiale e vincitrice di numerosi premi, è stata premiata alla 27esima edizione del concorso “Lady Drink” per il suo drink Carussu. Un perfetto bilanciamento tra Emporia gin, Vecchio amaro del Capo red hot edition, liquore di mandarino, cranberry juice e acqua tonica mediterranean, con tanto di decorazioni, racchiusi in una ricetta capace di conquistare il pubblico. La competizione esclusivamente al femminile, dedicata alle professioniste della miscelazione, si è svolta pochi giorni fa nella località turistica di Bibione. Un’occasione unica per celebrare la professionalità e la creatività delle barlady che si contendono il prestigioso titolo di “Lady drink” sotto lo sguardo attento di una giuria di alto livello, ospiti illustri del settore, della stampa e dei numerosi sponsor che da anni seguono e sostengono la gara, partita dalla città di Perugia e diventata oggi un appuntamento fisso. In questa occasione Polidori ha ottenuto il riconoscimento dell’azienda Caffo che le ha consegnato una bottiglia da 3 litri di Amaro del Capo. Tornata a Montone, la campionessa ha voluto donare il suo premio all’associazione Giovani Montone (AGM). Un omaggio per ringraziarli per il lavoro di volontariato che fanno all’interno della comunità. Alla cerimonia di consegna hanno partecipato il presidente dell’associazione Lorenzo Mazzanti, affiancato da altri soci, e il sindaco del borgo Mirco Rinaldi, che si è complimentato con Sara Polidori per il nuovo successo, ringraziandola per portare il nome di Montone nel mondo.
Le storie di vita e di calcio di Fabrizio Castori, Francesco Magnanelli, Fabrizio Ravanelli, Davide Ciampelli, Alessandro Calori, Alberto Zaccheroni e Arrigo Sacchi sono state le assolute protagoniste della prima parte di eventi organizzati e promossi dall’Associazione One For Eleven, nata nel 2023, per volontà di Maurizio Falcinelli, con l’obiettivo di offrire corsi per allenatori dilettanti in aula e sul campo ma anche stage calcistici, convegni e incontri di carattere sportivo.
Dopo il grande successo di questi primi eventi, l’Associazione si è presa un po’ di tempo per pensare all’organizzazione dei prossimi. Questa mattina, presso il Nuovo Cinema Smeraldo di Pistrino, alla presenza del Sindaco di Citerna, Enea Paladino, l’ideatore del progetto, Maurizio Falcinelli, ha reso noti i prossimi tre appuntamenti in calendario:
Martedì 26 marzo alle ore 18, presso il Nuovo Cinema Smeraldo, Alessandro Calori presenterà il suo libro “L’arte del calcio, protagonisti, colori, emozioni”, un’opera arricchita dai disegni di Aldo Dolcetti. A moderare l’incontro sarà il direttore di Teletruria, Luigi Alberti;
Lunedì 15 aprile alle ore 18, presso il Nuovo Cinema Smeraldo, il tecnico Uefa A, Alessandro Zauli porterà la sua lunga esperienza nel settore giovanile, e presenterà due progetti: “Fair Play Toscana”, con Stefano Ravaglia e Andrea Vaglini; “Scuola per genitori”, con Alessandro Crisofulli;
Sabato 25 maggio alle ore 10, prima presso il Nuovo Cinema Smeraldo e poi presso il campo sportivo di Pistrino, il tecnico Uefa Pro, Pasquale Casà, specialista in tattiche e gestione del team e docente di metodologia calcistica, terrà una lezione in aula e campo sul tema della costruzione dal basso.
Un’altra novità annunciata in conferenza stampa è stata quella dell’istituzione del premio ‘Il Mulino d’oro”, un riconoscimento che verrà consegnato ad Alessandro Calori martedì 26 marzo e proprio in tale circostanza gli ideatori di One For Eleven sveleranno le motivazioni e cosa c’è dietro ad un premio che poi avrà seguito anche in futuro.
Il capogruppo di Forza Italia Tommaso Campagni chiede con una interrogazione “quali siano gli intendimenti dell’amministrazione comunale per procedere alla rivalorizzazione del centro storico”. Per il rappresentante della minoranza è necessario, infatti, porre in essere le azioni che permettano “alla cittadinanza di poter tornare a vivere quotidianamente” nel cuore della città e “ai commercianti privati a mantenere viva la propria attività”. Campagni propone a questo proposito interventi come l’introduzione di “agevolazioni concesse dal Comune ai commercianti privati per poter investire nelle proprie attività”; “l’intercettazione di bandi nazionali o regionali per acquisire contributi a fondo perduto”; “il coinvolgimento da parte delle associazioni di categoria per predisporre le coperture dei locali chiusi”; “il coinvolgimento degli istituti scolastici e della Fondazione Burri per progettare una copertura dei locali chiusi con immagini delle eccellenze tifernati, che non lasci intravvedere il loro interno e che al tempo stesso dia un senso estetico per i cittadini e turisti che camminano per il centro storico”. “Da molto tempo il centro storico di Città di Castello versa in una situazione di totale abbandono e trascuratezza”, segnala il consigliere di FI, che osserva: “questo è evincibile sia dalle chiusure dei negozi che hanno da sempre caratterizzato corso Vittorio Emanuele, piazza Gabriotti e piazza Matteotti, sia dalla loro mancata pulizia e manutenzione”. “La presenza di soli parcheggi a pagamento nel centro storico e zone adiacenti non permette ai cittadini un accesso rapido ed economico, anche per delle soste veloci che richiedono solo frazioni d’ora”, rileva Campagi, per il quale “la chiusura dei negozi ha avuto come conseguenza automatica un impoverimento umano, economico e turistico del centro storico, posto che, ad oggi, il cittadino tifernate è costretto a recarsi altrove per trascorrere le sue giornate”.
Un percorso alla scoperta del borgo di Lippiano, al confine tra Umbria e Toscana, nelle terre dell’antico Marchesato Bourbon del Monte: questa la visita organizzata sabato 23 e domenica 24 marzo dal Gruppo FAI di Città di Castello in occasione delle Giornate di Primavera, con la collaborazione della famiglia Mignini e il patrocinio del Comune di Monte Santa Maria Tiberina e della Diocesi di Città di Castello. L’iniziativa del Fondo Ambiente Italiano, giunta ormai alla XXXII edizione, è il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico d’Italia e alle storie inedite che custodisce e vedrà l’apertura a livello nazionale di oltre 750 luoghi in 400 città italiane.
Il borgo di Lippiano ha una storia ricca e inaspettata che ruota attorno a tre luoghi simbolici: il Castello Bourbon del Monte e la chiesa della Madonna delle Grazie, di proprietà privata e eccezionalmente aperti al pubblico durante le Giornate di Primavera, e la chiesa di San Michele Arcangelo, riedificata dopo il terremoto del 1917. Il Castello di Lippiano, costruito sui ruderi di un’antica fortezza, fu conquistato dai Bourbon del Monte e ampliato a più riprese tra il XIV e il XVIII secolo, divenendo la residenza di un ramo cadetto della famiglia poi noto con l’appellativo di ramo di Lippiano-Ancona. Al suo interno saranno visitabili il “Salone di Giustizia”, con pregevoli affreschi cinquecenteschi, e la “Sala del Camino”, recante un’iscrizione ebraica a testimonianza della comunità che a lungo visse in questo territorio grazie al diritto di asilo concesso dai marchesi Bourbon. La chiesa della Madonna delle Grazie, eretta nel Settecento per volere di Francesco Bourbon del Monte, è un piccolo gioiello del Barocco, ornata al suo interno da putti e statue in stucco e da un dipinto devozionale che ritrae la “Madonna del Latte”. La chiesa di San Michele Arcangelo rappresenta un interessante esempio di architettura sacra neogotica decorata con affreschi della metà del Novecento, al cui interno è ancora custodita l’immagine lignea policroma della Vergine (XVI sec. circa) proveniente dalla scomparsa chiesa di San Sebastiano.
Le visite guidate saranno condotte dagli “Apprendisti Ciceroni” del Liceo Statale Plinio il Giovane di Città di Castello e saranno organizzate a intervalli regolari per gruppi composti da circa 20 persone. La prenotazione non è necessaria ma in caso di particolare affluenza la partecipazione potrebbe non essere garantita. L’iniziativa prevede un contributo libero minimo di 3 euro. Orari: sabato 23 e domenica 24 marzo ore 15:00-18:00 (solo pomeriggio); ultimo accesso un’ora prima della chiusura.
Si ringrazia per la collaborazione: Famiglia Mignini, Comune di Monte Santa Maria Tiberina, Diocesi di Città di Castello, Liceo Statale Plinio il Giovane di Città di Castello, Associazione Radioamatori Italiani ARIRE di Città di Castello.
Per ulteriori informazioni: mail cittadicastello@gruppofai.fondoambiente.it, pagine Facebook e Instagram Gruppo FAI Città di Castello, sito www.giornatefai.it
I principali eventi del fine settimana: venerdì 22 marzo ore 17:00, nella sala Rossi Monti della Biblioteca, per la serie “Appuntamenti al Plinio”, conversazione con il dott. Jacopo Canonichesi a proposito di salute, malattia e scienza biomedica. Venerdì 22 ore 21:00 marzo al Teatro Degli Illuminati andrà in scena lo spettacolo “Il pozzo e il pendolo” di Edgar Allan Poe, una produzione ASTRA APS. Sabato 23 ore 10:00, presso la Biblioteca Carducci, ci sarà la seconda parte e nucleo principale del libro “La vóci dela Mìnima”. Sabato 23 marzo ore 11:00 sessione di Yoga per l’ansia al Museo Malakos. Sabato 23 marzo 2024 ore 21.00 al Teatro degli Illuminati di Città di Castello concerto “Invisible rainbows” del celebre pianista Roberto Cacciapaglia. Domenica 24 marzo ore 16:30, Giornata internazionale della poesia nella Biblioteca Carducci di Città di Castello, letture nell’ evento “Sono nata il 21 a primavera – Rime emozioni e altre magiche parolerie”, a cura di Andrea Cardellini. Domenica 24 marzo ore 17:30 presso Auditorium San Giovanni Decollato si svolgerà il 2° appuntamento con “gli arnesi della musica” rassegna musicale promossa dal Circolo culturale “Luigi Angelini”. Proseguono varie mostre.
Venerdì 22 marzo ore 17:00, nella sala Rossi Monti della Biblioteca, per la serie “Appuntamenti al Plinio”, conversazione con il dott. Jacopo Canonichesi a proposito di salute, malattia e scienza biomedica. Titolo dell’incontro “dal laboratorio al letto del malato: il dialogo tra ricerca di base e realtà clinica nello sviluppo della scienza biomedica”.
Venerdì 22 marzo al Teatro Degli Illuminati andrà in scena lo spettacolo “Il pozzo e il pendolo” di Edgar Allan Poe, una produzione ASTRA APS. Sul palco ci sarà Mauro Silvestrini accompagnato magistralmente da Angelo Benedetti e Luca Franceschini. Prenotazioni al 3493191176 (anche WhatsApp). Lo spettacolo è inserito nella rassegna “teatro a KM0 2024” del Comune di Città di Castello.
Sabato 23 marzo ore 10:00 presso la Biblioteca Carducci di Città di Castello, si terrà la seconda parte e nucleo principale del libro ‘La vóci dela Mìnima’ che si occupa delle storie della «veglia», ovvero di quei variegati racconti che ci si scambiava un tempo davanti al focolare, soprattutto d’inverno.
Sabato 23 marzo ore 11:00 sessione di Yoga per l’ansia al Museo Malakos per adulti e adolescenti. Lo yoga è una scienza millenaria che oggi, secondo la letteratura scientifica attuale, ci fornisce un valido strumento per gestire l’ansia e l’agitazione interna. Verrà praticata una sequenza che aiuta a ridurre l’ansia e promuove un senso di calma e benessere. È adatta per praticanti o anche per chi non ha mai fatto yoga. Verrete condotti gentilmente in base alle vostre esigenze e condizione fisica. Porterete a casa una bella esperienza e il materiale per praticare regolarmente in autonomia. Conduce Paola Gallini, psicologa clinica, psicoterapeuta, specializzata in tecniche di rilassamento e insegnante yoga per adulti e bambini. Consigliato portare il tappetino e la copertina per il rilassamento finale. Contributo 20 euro a persona Prenotazione obbligatoria al 349.5823613.
Sabato 23 marzo 2024 ore 21.00 al Teatro degli Illuminati di Città di Castello tornano gli eventi del Fuori Festival incentrati quest’anno sulla contaminazione della musica e del cinema con tutte le arti, dalla fotografia alla danza, alla pittura. Primo evento della stagione sarà il concerto “Invisible rainbows” del celebre pianista Roberto Cacciapaglia, noto compositore e pianista milanese. L’ingresso al concerto avrà un costo di 15 euro a persona ed è a prenotazione obbligatoria nel sito di Umbria Film Festival.
Per la Giornata internazionale della poesia alla Biblioteca Carducci di Città di Castello: domenica 24 marzo 2024 a partire dalla 16.30 letture poetiche e performance itineranti nell’evento “Sono nata il 21 a primavera”, a cura di Andrea Cardellini. A seguire, saranno Elio Mariucci, Jacopo Falchi, Gabriele Nardi, Andrea Cardellini, Samuele Martinelli, Simone Cumbo, Simona Possenti, Elena Corsini e Katarina Polchi a far entrare il pubblico nel proprio mondo poetico, attraverso performance e letture, circondati dalle sculture lignee di Carlo Paolo Granci, e dalle performance pittoriche in chiostro di Lucy Toop. Ci sarà inoltre uno spazio poetico allestito su misura per i più piccoli, curato da Celeste Cardellini.
Domenica 24 marzo ore 17:30 presso Auditorium San Giovanni Decollato si svolgerà il 2° appuntamento con “gli arnesi della musica” rassegna musicale promossa dal Circolo culturale “Luigi Angelini”. Concerto “Da Morricone al Jazz” che vede protagonisti artisti di spessore del nostro territorio con i Maestri Fulvio Falleri – Sassofono-, Fabio Battistelli – Clarinetto -, Nico Pruscini – Chitarra -, un programma di tutto rispetto regalerà suoni intriganti e avvincenti con le musiche di E. Morricone, A. Piazzolla, M. Ramo, H. Mancini, G. Gershwin, e molto altro. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Sabato 23 marzo ore 17:00 terminerà la mostra fotografica “Prima del colore” di Enzo Marcucci presso il Palazzo del Podestà in Corso Cavour. Mostra aperta LUN-VEN 17-20 e SAB 11-13 e 17-20.
Alla Pinacoteca comunale di Palazzo Vitelli nella Cannoniera sarà visitabile fino al 3 maggio 2024 la mostra dell’artista Helidon Xhixha, a cura di Michele Bonuomo, Fra-meWork aps. L’esposizione delle opere si snoda tra la rinascimentale Città di Castello e la medievale Montone. Protagoniste della mostra, dal titolo “Vis à Vis”, sono le straordi-narie opere dello scultore Helidon Xhixha, per la prima volta in Valtiberina, in dialogo con il contesto circostante. Ammira le sculture contemporanee di Helidon Xhixha che dialogano con capolavori di Raffaello e Signorelli nella Pinacoteca. La mostra è visitabi-le dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30, mentre le opere esposte nel centro storico della città sono fruibili liberamente. Alla Tipografia Grifani-Donati 1799 continuano ad essere esposte le litografie dell’artista Eduardo Relero.
Alla Galleria delle Arti di Luigi Amadei è visitabile la mostra Artisti e Picasso. Pittura scultura grafica organizzata in occasione del cinquantennale della morte del grande maestro (Malaga 1881 – Moungins 1973). In mostra una selezione di opere di artisti il cui linguaggio è stato fortemente influenzato dalla lezione picassiana, tra cui Burri, Afro, Capogrossi, Leoncillo, Sironi e molti altri ancora. Per informazioni: tel 0758558918 / 337639963 | mail: info@galleriadellearti.net.
I consiglieri di FDI Riccardo Leveque ed Elda Rossi interpellano il sindaco Luca Secondi e la giunta a proposito degli esiti del monitoraggio della gestione della Biblioteca comunale Carducci, dell’Archivio Storico Comunale e dei relativi servizi. I rappresentanti della minoranza intendono comprendere se ci sia la possibilità di “garantire l’apertura della Biblioteca nel pomeriggio del sabato, almeno per i mesi da settembre a maggio e il mantenimento dell’apertura attuale da giugno ad agosto” e quali siano gli intendimenti dell’amministrazione comunale a proposito del personale e dei servizi. Leveque e Rossi chiedono infatti di sapere se sia previsto “un aumento del personale per la gestione della Biblioteca comunale e dei servizi che offre, data la consultazione degli Archivi Storico, Comunale e Notarile”, se “in previsione della nuova convenzione per la gestione della Carducci, l’amministrazione intenda rivedere i termini economici dell’accordo, l’organizzazione del personale della cooperativa e prevedere il contributo delle associazioni di supporto, come LAV e Amici della Biblioteca Carducci, per garantire l’orario di apertura” e se l’esecutivo comunale sia intenzionato a “individuare e nominare un direttore della Biblioteca comunale”. I firmatari dell’interpellanza domandano, infine, “se l’Archivio Storico comunale sia stato tutto trasferito presso la Biblioteca Carducci o se una parte sia ancora allocata in via delle Giulianelle o sia stata trasferita presso l’ex archivio Fintab”, ricordando l’iter prospettato nell’ottobre scorso dall’assessore alla Cultura Michela Botteghi in risposta a una precedente interpellanza del gruppo consiliare. Nel richiamare le determinazioni dirigenziali riguardanti l’affidamento dei servizi di gestione della Biblioteca Carducci e dell’Archivio Storico comunale alla società il Poliedro, con la convenzione in scadenza il 31 dicembre 2024, e il monitoraggio e la verifica dei servizi di gestione della Biblioteca e dell’Archivio Storico, Leveque e Rossi segnalano come ci sia un “aumento delle richieste della sala Rossi Monti per eventi culturali, convegni, di incontri e seminari, gran parte dei quali si concentrano nel fine settimana per la più larga presenza di pubblico anche da fuori del comprensorio comunale e la partecipazione di relatori”, e come “i servizi prestati dalle altre sale della Biblioteca interessino tutti i giorni della settimana, compreso il sabato (giorno di chiusura pomeridiana) e ci sia un’ampia offerta di spazi concessi dalla struttura”. “Il soggetto affidatario del servizio di gestione – osservano i consiglieri di FDI – ha dimostrato flessibilità e disponibilità e nel periodo di riferimento ha attivato i servizi aggiuntivi proposti nell’offerta migliorativa che ha riguardato la gestione di un monte ore gratuito (30 ore annue) per la gestione dell’Archivio storico comunale e un monte ore gratuito (50 ore complessive) per l’apertura della sala Paolo Rossi Monti. Inoltre, il servizio Biblioteca ha attivato le attività proposte in sede di gara, coerentemente con quelle previste dai documenti di programmazione dell’ente: attività di front office, back office, attività di archivio e gestione della sala Paolo Rossi Monti.
Ultimo veglione della stagione quello in programma sabato sera dalle ore 22 al Formulauno di città di Castello. Sarà il rione Madonna del latte a “chiudere le danze” con una serata come sempre all’insegna del divertimento, accompagnata dai ritmi dell’orchestra l’alternativa e dai dj che hanno preparato un programma per tutti i gusti. Il consiglio direttivo della società rionale madonna del latte vi aspetta dunque sabato per chiudere in bellezza la serie dei veglioni rionali che rimangono sempre, nonostante i cambi generazionali, un appuntamento immancabile nel calendario del divertimento.
Laboratori Permanenti prosegue le proprie attività in Valtiberina Toscana.
Al Teatro Comunale Giovanni Papini di Pieve Santo Stefano prosegue larassegna Metamorfosi – La grande letteratura si fa teatro.
La rassegna teatrale, organizzata da Laboratori Permanenti in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Pieve Santo Stefano, èpensata in armonia con l’attitudine della città e dei suoi abitanti. Gli spettacoli offerti hanno come fulcro il libro, le grandi storie, la letteratura trasposta a teatro.
Giunti al quarto appuntamento della rassegna, domenica 24 marzo alle ore 17.30 va in scena lo spettacoloAPERITIVO VIRTUALE, una produzione Laboratori Permanenti, testo di Rosanna Besi, con Emma Barbagli, Vittorio Augusto Cesarini, Marcella Fiorucci, Tina Milanesi e lasupervisione di Caterina Casini
Interpretata da 4 attori provenienti dai corsi di recitazione di Laboratori Permanenti, nata dal corso di scrittura scenica e drammaturgia 2022, è una commedia all’insegna del divertimento e dell’ironia che con leggerezza ci parla degli ultimi nostri anni in pandemia, le abitudini prese, i comportamenti, le incognite, attraverso le storie di 4 amici e il loro ritrovarsi. Una produzione agile e divertente nella quale il pubblico si rispecchia, a cui ci piace dare spazio e cammino, assumendo quel rischio culturale necessario per far procedere nuove forze e nuove visioni del teatro.
Si prosegue subito dopo Pasqua, il 6-7 aprile dalle ore 15.30 alle 19.00 conIL CORPO LA VOCE IL RACCONTO un laboratorio teatrale condotto da Caterina Casini.
Le iscrizioni sono ancora aperte. Il laboratorio è aperto a chiunque voglia partecipare ed è nato dall’idea di avvicinare quel nuovo pubblico che ancora non ha deciso di fruire con costanza dell’attività teatrale messa in campo. Attraverso la pratica dell’arte e della creatività, che fa comprendere quale occasione di crescita sia la frequentazione del teatro, i due giorni di lavoro serviranno a imparare a mettersi in gioco, facendo esperienza diretta delle possibilità di apertura e conoscenza che offre il palcoscenico.
La raccolta firme per tutelare pascoli e sentieri di montagna dall’accesso indiscriminato dei veicoli a motore è la prima iniziativa che i gruppi territoriali del Movimento 5 Stelle porteranno avanti congiuntamente sul territorio umbro. Si comincia con il firma day in programma il 6-7 aprile in vari comuni dell’Umbria con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e proporre ai sindaci dei 92 comuni umbri l’adozione di un Regolamento comunale per la fruizione e la sicurezza della rete dei sentieri, delle mulattiere e dei pascoli sulla scia di quello presentato dall’assessore Luca Tramini a Narni.
Un regolamento che va a tutelare le zone di montagna e chi vuole viverla con rispetto e attenzione, bloccando questa selvaggia deregulation che riflette la politica nera della destra sulle questioni ambientali. L’emendamento ha di fatto deregolamentato ogni tipo di transito dei veicoli a motore sui sentieri e mulattiere dei nostri comuni, creando un vero e proprio vuoto normativo che va a mettere in serio rischio chi ogni giorno vive la montagna. Inoltre mette in capo a comuni, comunanze e realtà che vivono questi territori, in particolare aree marginali, l’onere di tabellare i sentieri. Obbligo che le finanze delle amministrazioni locali non sono assolutamente in grado di sostenere e che saranno causa nella migliore delle ipotesi di debiti fuori bilancio, nella peggiore di vere e proprie omissioni di legge. Che cosa potrebbe accadere se una persona dovesse essere investita su un sentiero in un’area protetta in cui il divieto obbligatorio doveva essere indicato da una tabella non presente? È evidente che la responsabilità penale ricadrebbe direttamente sui comuni, nonostante quella morale sia certamente in capo alla Regione.
Con la raccolta firme il Movimento 5 Stelle intende i sindaci dei 92 comuni ad adottare lo stesso regolamento a tutela anche di chi vuole vivere la montagna sui mezzi a motore, ma ovviamente nei modi e nei luoghi idonei, senza il rischio di far danno alle altre persone e distruggere il patrimonio ambientale, primo asset strategico dell’Umbria. Il danno che la Regione sta creando non è solamente per gli umbri, ma anche e soprattutto per i turisti. L’atto deregolamenta infatti ogni tipo di accesso dei veicoli a motore anche su aree di pregio e percorsi spirituali di enorme interesse turistico come ad esempio la Via di Francesco, il Cammino dei Protomartiri o il cammino dei Borghi Silenti solo per citarne alcuni. Un danno di immagine e materiale incalcolabile per l’Umbria.
PRESENTE ALLA CONFERENZA STAMPA L’AVVOCATO BRUNO BUITONI, DISCENDENTE DI FAMIGLIA
Buitoni, realtà imprenditoriale che ha fatto grande Sansepolcro e l’Italia nel mondo con le sue paste alimentari, ma allo stesso tempo azienda pioniera anche nel sociale. Una grande famiglia, insomma, nella quale il rispetto dei ruoli era caratterizzato da una condizione paritaria. La mostra storica focalizzata su “Buitoni e il sociale” è una raccolta di 160 fotografie, più 35 video inediti, provenienti sia dal patrimonio del Cral Buitoni – che l’ha organizzata – che dall’archivio Buitoni di Perugia; verrà inaugurata giovedì 28 marzo alle 17.30 e rimarrà allestita nelle sale di Palazzo Alberti, in via XX Settembre a Sansepolcro, fino a venerdì 31 maggio. E nel corso della conferenza stampa di presentazione, tenutasi nella mattinata di mercoledì 20 marzo nella sala consiliare di Palazzo delle Laudi, il sindaco Fabrizio Innocenti ha accompagnato il suo intervento di saluto con una notizia rassicurante, che riapre uno spiraglio di sereno per la realizzazione del museo dedicato alla grande fabbrica nata nel 1827, la quale ha regalato il benessere a una città e a una vallata. Fra gli intervenuti, l’avvocato Bruno Buitoni, discendente di famiglia poiché figlio di Giuseppe (presidente a suo tempo della azienda poligrafica) e nipote dell’omonimo zio, che è stato l’ultimo amministratore delegato prima del passaggio del marchio a Carlo De Benedetti. “Ciò che la Buitoni ha fatto ai primi del secolo passato è stato una novità in assoluto – ha dichiarato Roberto Belli, presidente del Cral Buitoni – e anche quanto altre prestigiose aziende hanno messo in piedi negli anni 2000, la vecchia Ibp (Industrie Buitoni Perugina) lo aveva già adottato negli anni ’60-’70. Oltre alle geniali intuizioni su determinati prodotti, che sono sempre stati i primi sul mercato e ad arrivare ai 7mila dipendenti in stabilimenti di tutto il mondo nel 1972, al suo interno la Buitoni era un esempio edificante di perfetta integrazione fra dirigenza e maestranze, che aveva prodotto servizi importanti quali l’asilo nido e lo spaccio aziendale, ma anche gite, eventi e momenti ricreativi. E così era dagli anni ‘30”. Ha preso poi la parola l’avvocato Buitoni, sottolineando come ben sei generazioni si siano susseguite nel migliorare l’azienda, resistendo a due guerre e proseguendo con il boom economico. “Siamo nati nel sociale, continuando in questa simbiosi fra dirigenza e maestranze – ha rimarcato – perché ogni singolo occupato era meritevole di attenzione e protagonista del processo di crescita, quindi come tale andava gratificato”. Le forti motivazioni e lo spirito di appartenenza erano il valore aggiunto dei circa 1700 dipendenti dello stabilimento di Sansepolcro, operante tuttora ma con un marchio diverso, che ha segnato la fine del rapporto fra città e Buitoni. “Anche per questo motivo – ha concluso Paolo Nocentini, vicepresidente del Cral – l’allestimento di un museo diverrebbe sia un segno di riconoscenza della città verso chi ad essa ha portato ricchezza, sia la testimonianza tangibile e permanente di una bella storia che però oramai appartiene al passato”. Due le iniziative collaterali legate alla mostra, entrambe nella sala consiliare del Comune con inizio alle 17: giovedì 4 aprile, la conferenza su glutine, pasta e rapporto con il diabete e giovedì 11 l’incontro con Andrea Belli, responsabile media e relazioni esterne in Italia del Gruppo Barilla.
Sotto: un momento della conferenza stampa in sala consiliare
Sotto da sinistra: Roberto Belli, presidente del Cral Buitoni; Bruno Buitoni, discendente di famiglia e Paolo Nocentini, vicepresidente del Cral Buitoni
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