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Arianna Giannoni confermata alla Presidenza  Regionale di Confartigiaanto Ceramica

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Dopo l’elezione ai vertici regionali di Confartigianato ceramica, Arianna Giannoni viene confermata anche nel Consiglio direttivo nazionale di categoria.

Erede della prestigiosa tradizione familiare della bottega Giotto, giunta ormai alla terza generazione, Arianna porta avanti affiancata dal padre Araldo il laboratorio di Monte San Savino che è diventato in oltre 100 anni di storia un vero punto di riferimento per gli appassionati di arte e artigianato.

Quali sono le principali criticità riscontrate da Confartigianato per il settore della ceramica in questo periodo di emergenza sanitaria?

“Le botteghe d’arte presenti sul nostro territorio – dichiara Arianna Giannoni – sono per la grande maggioranza piccoli laboratori artigiani che vendono direttamente al pubblico soprattutto in un ambito locale e regionale.

Sicuramente il nuovo stile di vita legato al distanziamento sociale, la contrazione dei consumi delle famiglie e soprattutto il blocco dei flussi turistici dall’estero durante la bella stagione ha determinato una forte contrazione dei nostri fatturati. L’ingresso della Toscana in zona rossa a metà novembre ha poi rappresentato un ulteriore problema visto che secondo le interpretazioni più zelanti della recente normativa del governo la vendita al pubblico dei laboratori artigiani è stata – con un’evidente forzatura – equiparata alle vendite dei commercianti al dettaglio. Pertanto molti artigiani, per evitare il rischio di sanzioni ai loro clienti –  hanno scelto di rimanere chiusi al pubblico senza poter contare, d’altro canto, sui ristori previsti per le attività economiche del commercio al dettaglio”. “Al danno si unisce la beffa”, conclude Arianna Giannoni.

In questi giorni c’è stata anche la sua conferma nel Consiglio direttivo nazionale di Confartigianato Ceramica. Quali sono le principali iniziative cui state lavorando?

“Confartigianato si sta mobilitando in questi giorni contro la proposta presentata dall’Austria  all’Unione Europea di sospensione tariffaria per alcune categorie di prodotti in ceramica.

L’azzeramento del dazio doganale sulle importazioni di ceramica agevolerebbe l’ingresso sul mercato europeo di prodotti provenienti dalla Cina e da quei Paesi extra-europei che possono trarre vantaggio dai bassi costi di produzione.

Tale politica tariffaria avrebbe l’effetto di mettere in crisi le aziende manifatturiere europee – di cui la grande maggioranza si trova nel nostro Paese; potrebbe rappresentare inoltre una seria minaccia per i consumatori europei in considerazione del mancato rispetto da parte dei nostri concorrenti della rigida normativa comunitaria in materia di tutela della salute”.

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Consiglio comunale: tamponi, antifurto, sedute interrotte, parcheggi a pagamento nelle comunicazioni

Campagna Tamponi: dopo la commissione, anche il consiglio comunale di Città di Castello, nella seduta di lunedì 30 novembre 2020, si è occupato della proposta di Gaetano Zucchini di acquistare un quantitativo di 3000 tamponi rapidi da somministrare ad un cluster specifico che Emanuela Arcaleni Castello Cambia ha individuato nella popolazione scolastica. Il sindaco Luciano Bacchetta durante le comunicazioni ha aggiornato i dati del COVID: “Quattro positivi e 14 guariti. Nell’arco delle ultime due settimane, la tendenza è un numero molto alto di guariti, ma un numero consistente di positivi; il virus ancora circola e va tenuta la guardia alta. L’Umbria ha un numero alto di deceduti, 309, Castello nella seconda ondata è stato colpito molto meno della prima ma viviamo in questo contesto, Ci sono 11 ricoverati a Città di Castello e 10 sono nel reparto COVID normale e uno è in condizioni critiche. C’è stata una criticità della Muzi Betti, circoscritta. Gli operatori vengono dall’esterno e un operatore positivo ha determinato il contagio di 4 ospiti. Il paziente più a rischio, una centenaria è negativa oggi. Altri non destano preoccupazioni. La situazione sembra essere sotto controllo. Le case di riposo sono un anello debole, l’ASL fa incetta di infermieri perché ne ha bisogno e molti della Muzi Betti sono andati a lavorare in ASL. Probabilmente torneremo zona gialla, ci saranno sempre divieti e si chiuderà sempre alle 18.00. In Umbria comunque c’è un miglioramento ma al di là dei vaccini, questa situazione emergenziale perdurerà per diverso tempo ancora. Non c’è l’intenzione di diminuire le misure prudenziali. Un’ulteriore risalita sarebbe letale”. Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha rilanciato l’importante messaggio del sindaco in commissione per usare 100mila euro per uno screening di massa e mi sono detto favorevole a fare un’analisi su questo. Oggi fare un tampone è proibitivo, se non c’è una motivazione cogente costa 70 euro e ci sono tanti cittadini che si vogliono controllare e non lo possono fare. Approvare con un voto la richiesta alla ASL di utilizzare il Lascito Mariani, per accelerare i tempi”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, “sono contrario ai soldi per il tampone. Non usiamo i soldi per una cosa spot che va contro un pronunciamento già assunto del consiglio comunale che destinava ad altro il Lascito Mariani. La seconda ondata è alla fine, non credo che sia nello spirito delle volontà delle sorelle Mariani, anche perché le informazioni dei test rapidi non costruiscono una mappa attendibile. Sarebbe esclusivo, nel senso che escluderebbe alcuni. Al limite sarebbe più utile utilizzare il Lascito per i vaccini”. Mirco Pescari, capogruppo del PD, ha detto: “benissimo tutto quanto aiuta a fare un tracciamento e una mappa, non compete a noi. Mi convince il monitoraggio della popolazione studentesca che è una platea particola e ci dà uno spaccato su quel target. Non mi convince utilizzare né il Lascito Mariani né altre. Le finalità del Lascito devono avere un obiettivo durevole e deve andare al Centro Alzheimer e Casa della Salute”. Filippo Schiattelli, alla sua prima uscita come consigliere di Civici per Città di Castello, sulla questione tamponi: “La ASL deve dire come e dove. La propaganda non serve a nessuno specialmente in questi momenti dedicati o dopo quello che è successo oggi in consiglio”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Gruppo Misto, ha detto: “Sui tamponi, ripeto la proposta. Sono tamponi rapidi antigenici, regolato nello stato italiano dall’Istituto superiore di Sanità che ha dettato le linee guida. La proposta non è singolare ma segue le linee guida. La campagna serve ad individuare gli asintomatici o cluster particolari. Nessuno l’Amministrazione decida sulla politica sanitaria autonoma, che rimane alla ASL. Si proponeva l’acquisto di 3000 tamponi per 30mila euro da donare come gesto di appartenenza comunitaria alla ASL. Il sindaco ha individuato il Lascito Mariani, non mi sembra così illegittimo rispetto al dettato del testamento. L’Amministrazione farà la proposta alla ASL e ci dirà se è favorevole. Quindi tireremo le somme”.
Il sindaco Luciano Bacchetta ha concluso: “Sul Lascito Mariani rischiamo di avvilupparci in un dibattito che non esiste. Ho fatto una proposta a contrasto della diffusione del virus, sarà Asl a decidere. Il primo obiettivo del Lascito è Centro Alzheimer e Casa della Salute, sulla somma del reparto di oncologia non utilizzate c’erano risorse. Si deciderà nelle sedi preposte e il consiglio comunale sarà coinvolto”.

Cardella Antiusura. Il sindaco Luciano Bacchetta durante le comunicazioni al consiglio comunale di Città di Castello di lunedì 30 novembre 2020 ha proposto: “un incontro con il presidente della Commissione Antiusura Fausto Cardella, che vorrebbe aprire un confronto in relazione ai riverberi criminali che ci possono essere nella nostra regione sulle infiltrazioni della Ndrangheta e altri fenomeni legati alle conseguenze sull’economia del Covid. E’ un’opportunità da cogliere”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha accolto positivamente la proposta del sindaco sulla Commissione con il presidente Cardella.

Parcheggio ex Garibaldi. Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, ha portato in evidenza “il parcheggio dietro la scuola Garibaldi che è tornato a pagamento. Si sarebbe dovuto mettere almeno un cartello per avvisare i cittadini”.

Consiglio sospeso, polemica. Marco Gasperi, consigliere del Gruppo Misto, ha parlato del comunicato stampa “mio e di Letizia Guerri sulla sospensione del consiglio comunale. E’ stato recepito in modo sbagliato. Per quanto concerne il tono, posso comprendere che sia risultato pesante; ma io rispondo del virgolettato. Tuttavia se qualcuno si è sentito offeso, voglio scusarmi. Non era intenzione. Nel merito: è una prassi che dura da anni. Io ho sempre sostenuto che sia necessario completare l’ordine del giorno; non è un problema legato alla stanchezza dei consiglieri ma una gestione dell’ordine del giorno che va a discapito del confronto politico. Si parte con gli atti amministrativi, interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno. Gli ultimi non vengono mai discussi e il consigliere è disarmato. Le conseguenze sono chiare: se si fanno dei concorsi il consigliere non può discutere di come è nominata la commissione, bisogna andare dalla Corte dei Conti. Il sindaco è intervenuto per ribadire che “sulle commissioni di concorso il consiglio comunale non può decidere. Io non so chi è in commissione e non voglio saperlo”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, è intervenuto sul comunicato Guerri-Gasperi: “Sulle quattro ore di consiglio on line c’era un accordo”. Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha aggiunto: “Stigmatizzo il comunicato perchè sia Gasperi, ma soprattutto la Guerri essendo in maggioranza, avete votato la sospensione. Quindi il comunicato era privo di credibilità e ha gettato discredito sui lavori del Consiglio dal momento che nessuno partecipa per motivi economici. Detto poi da chi ha sempre votato la sospensione dei Consigli essendo in maggioranza, è ridicolo.”.

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Proseguono, senza sosta le iniziative di solidarietà in favore degli anziani della Muzi Betti

Proseguono senza sosta, in questo momento di difficoltà, le iniziative spontanee di solidarietà verso gli anziani della Muzi Betti a Città di Castello. Questa mattina una donazione di guanti, nei giorni scorsi materiale per i laboratori. “Ringrazio, veramente di cuore tutti quelli che in questi mesi hanno avuto pensieri gentili verso i nostri ospiti.”, ha dichiarato, Andreina Ciubini, presidente della struttura ricordando come “in questi giorni sia stato messo a disposizione dei familiari un citofono, per consentire ai parenti e familiari, dalle vetrate non solo di vedere ma, anche di poter parlare e dopo tanto tempo riascoltare le voci dei loro cari.

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Rimborso Tari: prorogato il termine, si alza a 16 mila euro la soglia Isee


Rimborso Tari a Città di Castello: prorogato il termine e Isee più alto. Due bandi per ristori e tecnologia. Sarà prorogato il termine – inizialmente previsto domani 2 dicembre 2020 – delle domande di rimborso sulla Tari del 2019 per i tifernati con l’Isee sotto una certa quota, che fino ad oggi era di 10mila euro ma che “in vista della proroga sarà ritoccato al rialzo fino a 16mila euro, così da consentire un’estensione notevole della platea degli aventi diritto. Ci sono ancora risorse e ne metteremo altre per 12mila euro, arrivando a 42mila euro, per sostenere il reddito delle famiglie” annuncia l’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini, aggiungendo che “sempre domani come zona sociale pubblicheremo due bandi, finanziati con fondi europei dalla Regione Umbria, si chiamano Noi Insieme e Family Tech e intervengono economicamente a favore di persone che al momento della presentazione della domanda non hanno reddito. Noi insieme prevede che il contributo sarà dato come voucher per beni alimentari o di prima necessità per 2400 euro più 300 euro per costi di utenze. Ci sarà un elenco di esercizi su scala di zona disponibili a prendere voucher. A questo si aggiunge un percorso per uscire dal bisogno. C’è poi il Family Tech, per ridurre il divario digitali nelle famiglie dove ci sono minori: un voucher da 600 euro, incompatibile con la misura governativa e anche in questo caso ci sarà un elenco”. Bandi e domande on line sul sito del comune di Città di Castello, www.cittadicastello.gov.it.

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Citerna: cimiteri comunali, lavori di manutenzione straordinaria per 118 mila euro. Decisione approvata all’unanimità in Consiglio

Sabato 28 novembre si è riunito il Consiglio comunale di Citerna, per la prima volta in modalità videoconferenza-streaming. L’Amministrazione comunale ha portato un’importante variazione di bilancio all’ordine del giorno, si tratta di un finanziamento di circa 118.000 euro per la manutenzione straordinaria dei tre cimiteri comunali. L’ordine del giorno della variazione proposta dalla maggioranza è stato approvato all’unanimità da tutto il consiglio comunale.
Il sindaco Enea Paladino interviene così sulla manutenzione straordinaria dei tre cimiteri comunali. “Una scelta – spiega il primo cittadino – che rivendichiamo con orgoglio quella di intervenire per risolvere annosi problemi d’infiltrazioni andando a sistemare le coperture dei nostri cimiteri, ampliare e costruire nuove tettoie, risolvere problemi dei fossi laterali ai cimiteri, imbiancature e sistemazione delle strutture. È importante tutelare i luoghi sacri che rappresentano le radici della comunità. Ringrazio tutte i gruppi consiliari sia di maggioranza che di opposizione per aver votato favorevolmente dando un bel segnale di coesione alla popolazione in questo difficile momento”.
Nel corso della seduta l’assessore al bilancio, Paola Giannelli, ha spiegato nel dettaglio l’intervento, precisando che “la manutenzione straordinaria dei tre cimiteri comunali, per un importo complessivo di 118.000 euro, sarà finanziata in parte mediante applicazione di una quota dell’avanzo di amministrazione destinato ad investimenti e, il resto, con fondi propri derivanti da economie sia di parte investimenti sia di parte corrente”.
“Votiamo convintamente questa variazione – ha detto il capogruppo di Civica Libera Tutti, Romano Ceppodomo – perché investire sui nostri cimiteri è segno di civiltà, oggi siamo quello che siamo grazie ai nostri cari defunti che oggi abitano lì ed è giusto dare a loro la dignità che gli spetta”.
Il vicesindaco ha inoltre illustrato tutte le opere pubbliche e gli interventi che l’amministrazione comunale ha concluso e che sta portando avanti nonostante il difficile momento economico.

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Sansepolcro in Azione: accedere subito al MES per migliorare i servizi delle strutture sanitarie periferiche, la medicina del territorio e il tracciamento dei contatti dei positivi al Covid-19

“Alla provincia di Arezzo spetterebbero 212,75 milioni di euro su 2,3 miliardi a disposizione della Toscana (dei 37 totali a livello nazionale) se il MES fosse disponibile. Azione sostiene da tempo la necessità di accedere subito alle risorse del MES, che potrebbero essere utilizzate in prevalenza per la medicina territoriale e per migliorare tutti i servizi a disposizione dei cittadini italiani, toscani ed aretini. A chi sostiene, che il MES non serve Azione risponde che accedere a questo fondo comporterebbe l’arrivo di risorse finanziarie di notevole entità, delle quali si gioverebbe l’intera Nazione. Di questi giorni sono le notizie locali che fanno capire come di questi denari ne abbia bisogno anche la Provincia aretina, permettendo la revisione delle strutture sanitarie delle “aree interne” e periferiche, potenziando le Case della Salute, che sono il luogo “vicino” ai cittadini, dove si possono trovare i servizi socio-sanitari di base offerti dal Sistema sanitario regionale, importantissime per evitare il sovraffollamento sulle strutture ospedaliere delle città principali e potendo subito razionalizzare il servizio erogato dai medici di medicina generale e incrementare e migliorare anche le attività di tracciamento dei contatti dei positivi Covid-19. A chi lamenta che si tratta di debito, Azione risponde che il tasso d’interesse per il “MES Sanitario”, sarebbe dello 0,08% nel caso di una scadenza a dieci anni (praticamente interessi zero). Con i rendimenti attuali dei titoli di Stato, farebbe risparmiare all’Italia circa 4,8 miliardi rispetto a un prestito che l’Italia dovesse cercare sul mercato collocando titoli di Stato. Quei 4,8 miliardi risparmiati, sarebbero un margine economico per investire nella scuola, nella sicurezza, nella spesa sociale, in grandi opere o nella riduzione dell’enorme debito pubblico. Al contempo i soldi che attualmente devono comunque essere usati sulla sanità (per buona parte sempre in deficit), potrebbero essere usati per ristorare le attività più colpite dalla pandemia e per il rilancio economico post pandemia. È un danno alla collettività nazionale respingere risorse finanziarie utili per potenziare il sistema sanitario in questo momento di crisi sanitaria mondiale, solo per l’assurda ideologia dei 5 Stelle e per l’incapacità del PD di prendere una posizione chiara e definita in merito e tutto a discapito dei cittadini.

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Cambia di nuovo la geografia del parlamento tifernate: l’assessore Bartolini si dimette. Schiattelli e Bartolini nel gruppo civici per Città di Castello, esordio del consigliere Baglioni in quota Lega

Si è dimessa, durante le comunicazioni del consiglio comunale di Città di Castello di lunedì 30 novembre 2020, l’assessore Monica Bartolini, assessore al Patrimonio e ai Servizi Demografici, Viabilità e Partecipazione. Durante le comunicazioni, l’assessore ha letto una dichiarazione in cui ha spiegato le ragioni: “Ho pensato molto prima di rassegnare le mie dimissioni dalla Giunta dopo aver saputo delle dichiarazioni lesive della dignità della mia persona, delle risultanze dell’incontro e dei giudizi espressi sul mio conto e sul mio operato che sono il segno della sfiducia del sindaco nei miei confronti. Ho sempre riconosciuto i miei limiti ma vorrei che tutti gli amministratori avessero la capacità e l’umiltà di conoscere i loro. Sono rimasta molto turbata dalle parole usate dal sindaco in un importante riunione di maggioranza. Da un sindaco tutti dovrebbero aspettarsi toni e giudizi che aiutino a superare i problemi non a esacerbarli. La sfiducia voglio rivolgerla a lui. Non è possibile lavorare per così tanti anni prendendo decisioni senza consultare non solo la giunta ma neanche la maggioranza, so che sono parole pesanti. Se la maggioranza ha perso così tanti elementi, possibile che siano tutti episodi di protagonismo? Le scelte sono state politiche. La crisi della città si è inasprita con la pandemia. La guida è incerta ed autoreferenziale. Mi assumo ogni responsabilità di questa dichiarazione. Ma non posso tacere. Ringrazio Giovanni Procelli che mi ha sempre sostenuto, i colleghi del consiglio e i funzionari comunali”. Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra, ha lasciato i lavori del consiglio, precisando che “non era forse il momento di anteporre queste motivazioni, alla crisi del Covid, ma dopo la scelta dell’assessore Bartolini, lascio i lavori del consiglio”. Nella stessa seduta i consiglieri Filippo Schiattelli e Luigi Bartolini, entrambi del Gruppo Misto, hanno costituito il gruppo Civici per Città di Castello”. Il consiglio ha anche surrogato la consigliera della Lega Rachele Polidori con Giorgio Baglioni, che insediandosi ha dichiarato: ““E’ un onore essere qui. Ringrazio chi quattro anni fa mi ha dato fiducia e cercherò di essere utile. Cercherò anche di rappresentare soprattutto i giovani e il punto di vista della Lega, facendo un’opposizione seria e responsabile”.
Sulle dimissioni dell’assessore Bartolini, Mirco Pescari, capogruppo del PD, ha detto: “rimango spiazzato dalle parole di Monica. Esprimo la mia solidarietà personale”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme: “Ormai sembra uno stillicidio, ogni consiglio comunale c’è una defezione, dalla maggioranza ora è passata alla Giunta. Sappiamo del nuovo Gruppo formato dai consiglieri Filippo Schiattelli e Luigi Bartolini. L’assessore ha usato le parole di chi l’ha preceduta nell’addio. Sia in maggioranza che in Giunta non potete fare finta di non vedere. Non fa bene a nessuno. La cartina di tornasole sta nella diatriba interna. Vi siete incartati anche nel Lascito Mariani, ora chi lo vuole per il Covid, chi per l’ospedale. Avete sbagliato un rigore a porta vuota e questo fa male alla città”. Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha dichiarato: “Sulle crisi di Giunta con le dimissioni della assessore Bartolini e sull’abbandono dei lavori del consigliere Procelli, è ormai evidente la profonda difficoltà di questo sindaco e della sua maggioranza: questa città non si merita questa estrema precarietà di governo”. Filippo Schiattelli, alla sua prima uscita come consigliere di Civici per Città di Castello “C’è un problema evidente. Il sindaco sorrideva quando parlava l’assessore Bartolini e questo mi lascia sgomento. E’ facile usare strumenti propagandistici per inseguire carriere politiche future? Quanto è avvenuta l’ultima riunione di maggioranza per discutere dei problemi della città? Anche nell’ultima non mi risulta che abbiate parlato di cose concrete. Lei sindaco si sta dimostrando un problema per questa città”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Gruppo Misto, ha detto: “Le dimissioni di Bartolini mi lasciano profondamente lacerato. Ma ribadisco che è il momento di serrare le file in questa fase difficile della vita cittadina e portare avanti i progetti in essere”.
Il sindaco Luciano Bacchetta ha concluso: “Per quanto riguarda le dimissioni dell’assessore Bartolini, non intendo replicare per educazione. L’assenza perdurante per anni dell’assessore con le dimissioni ha un momento di chiarezza. Capisco i problemi personali ma non poteva durare. Mi dispiace che sia stata ammantata di politica. Io non ho mai mandato via nessuno ma da moltissimo tempo non poteva dare il suo contributo. Che ci sia egocentrismo o meno l’assessore non lo poteva sapere, non c’era mai. Per l’aspetto politico: se la maggioranza c’è bene, altrimenti il consiglio viene sciolto. Arriva il commissario e ognuno si assume le sue responsabilità. C’è stato un mandato popolare che alcuni consiglieri hanno disatteso. Il tempo è galantuomo. Ci sarà un momento in cui si potrà uscire dalla diplomazia e dare le spiegazioni. Non tirerò a campare, non è mio costume”.

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Sistema moda, un comparto in difficoltà che chiede attenzione

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Tra i settori che stanno subendo maggiormente la crisi economica c’è senza dubbio quello della moda. Il 2020 è un anno estremamente complicato per tutto il comparto ma, viste le premesse, anche il 2021 – perlomeno nei primi sei mesi – rischia di essere un anno in rosso.

A parlarne è Paolo Pernici, portavoce CNA Federmoda Arezzo: “Buona parte della stagione primaverile è rimasta nei magazzini, ciò significa che i negozi che non hanno venduto, non hanno comprato. Per contenere i costi, alcuni marchi non stanno producendo neanche il campionario, o lo stanno facendo in minima parte. Lo stesso si sta verificando ora con la stagione invernale, i negozi non vendendo abiti invernali, dunque non li ricompreranno, e così è compromessa anche la prima metà del 2021. Tradotto, questo significa che per la produzione la crisi è ancora più grave rispetto ai marchi, se questi accusano un calo dal 30 al 50%, la produzione è calata dal 40 al 60%”.

Non si fanno previsioni nemmeno su quando ci sarà una possibile ripresa: “Secondo alcuni si ricomincerà a salire da marzo – continua Pernici – e sempre che i vaccini funzionino. Mi sembra più realistico pensare che la ripresa riparta da settembre, però”.

Un settore in estrema sofferenza dunque, e l’aiuto non può che essere quello istituzionale: “Abbiamo chiesto un incontro alla Regione, questa crisi coinvolge tutta la filiera: se il negozio non vende, il marchio non ordina e la produzione è ferma. Considerando che il comparto moda rappresenta il 30% del manifatturiero in Toscana e che il 23% degli occupati del settore si trovano proprio nella nostra Regione, voglio augurarmi che la nostra richiesta di convocare gli stati generali venga accolta. Per questo ci siamo mossi assieme alle altre associazioni, non è il momento per le iniziative dei singoli”.

Pernici pone infine l’accento sulle forti peculiarità del comparto moda: “I finanziamenti regionali sono tutti orientati a sostenere l’industria 4,0. Ma il settore moda è fatto di una componente artigianale dalla quale non si può prescindere. Le piccole e medie imprese racchiudono il 60% degli occupati. Non sono il retaggio di un passato che sta scomparendo, sono il frutto delle richieste di mercato: la piccola impresa sa reagire meglio agli sbalzi produttivi. Perciò subordinare gli aiuti al rispetto dei paradigmi del 4.0 vuol dire ribaltare il concetto, non si può giudicare un settore a forte vocazione artigianale sulla base dell’introduzione di tecnologia avanzata. Le esigenze delle nostre aziende sono perfino banali: cambiare i macchinari, rinnovare gli ambienti, fare formazione. Quello che chiediamo è che si guardi la realtà per quella che è: piccole e medie imprese sono fondamentali per il sistema moda e devono essere aiutate”.

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Lega Umbertide, il segretario Vittorio Galmacci: “Il Pd di Umbertide e i suoi soci sulla sanità si svegliano dopo 20 anni di letargo. Ribadiamo ancora una volta che passata l’emergenza tutti i servizi sanitari torneranno come prima”

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“Ancora una volta il Pd e i suoi soci hanno provato a strumentalizzare il tema della sanità locale. Ben svegliati! Dopo 20 anni di silenzi e di accondiscendenze, di diktat imposti dai loro compagni di partito quando governavano l’Umbria ed erano ai vertici della sanità regionale, si accorgono solo ora che l’ospedale di Umbertide è stato depotenziato”.

Ad affermarlo è il segretario della Lega Umbertide, Vittorio Galmacci, che aggiunge: “Ma come? Prima andava tutto bene e adesso fanno finta di non aver nulla a che fare con coloro che hanno ridotto la sanità locale così come si trova. Ci vuole una bella faccia tosta a dire queste cose. Avete sconfessato gli ultimi venti anni della vostra azione politica e non ve ne siete accorti. Chissà cosa penseranno, appena lette le vostre esternazioni, i vostri padri politici, coloro che mentre smantellavano la sanità locale voi accoglievate in città con tutti gli onori, come se fossero degli eroi e invece nell’ombra smontavano pezzo per pezzo i servizi”.

“Ma il fatto più divertente è un altro – prosegue Vittorio Galmacci – Il Pd si trova a fare fronte comune con chi lo ha sempre osteggiato, soprattutto in tema di sanità, come Umbertide Cambia e Movimento 5 Stelle. Per loro, quindi, non è mai esistito lo scandalo Sanitopoli e da un po’ di tempo a questa parte è come se volessero chiedere scusa in qualche modo ai loro  vecchi avversari. È stata una vera e propria fiera dell’ipocrisia, un tranello strumentale che abbiamo subito scoperto.

Noi siamo sereni e non smetteremo mai di affermarlo – continua Vittorio Galmacci – perché le attuali autorità sanitarie competenti ci hanno detto fin dall’inizio che una volta terminata l’emergenza la sanità locale tornerà a operare come prima e non verrà toccato alcun servizio. Basta fare solo alcuni semplici esempi. Vi ricordate la situazione del pronto soccorso? Il Pd e i suoi fiancheggiatori dicevano che non avrebbe più riaperto. E invece è tornato attivo 24 ore su 24. Bisogna quindi diffidare di chi fa solo propaganda politica pensando unicamente a una futura campagna elettorale e non attua il senso di responsabilità, che in certi momenti è fatto di silenzi e operosità, per stare vicino alla nostra comunità”.

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“L’interesse è tutelare l’ambiente e realizzare quest’opera strategica”. La nota dell’amministrazione sul blocco dei lavori relativi al secondo ponte

L’amministrazione comunale di Sansepolcro sta lavorando con i propri uffici per risolvere al più presto ogni eventuale problema e per consentire un’immediata ripresa dei lavori relativi alla costruzione del secondo ponte sul Tevere.

Al netto quindi di quanto contestato e del percorso delineato dalle forze dell’ordine, l’interesse dell’amministrazione è di garantire la massima tutela ambientale e di realizzare, nel più breve tempo possibile, quest’opera strategica per la città.

Confidiamo in una ripresa dei lavori molto celere e nel superamento delle criticità segnalate, che in una fase davvero iniziale dei lavori verranno prese nella massima considerazione e trattate con l’urgenza del caso. Su questo gli uffici comunali, la direzione dei lavori e la ditta sono già impegnate in tutte le attività necessarie.

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“Festa della Toscana”, si accendono le luci su Palazzo delle Laudi

Anche la Festa della Toscana è dovuta sottostare alle regole anti Covid e così il programma delle iniziative, solitamente organizzato dal Comune di Sansepolcro, ha subito alcune modifiche rispetto al calendario tradizionale.

Il Borgo ha iniziato ieri sera a celebrare la ricorrenza, con Palazzo delle Laudi illuminato di bianco e rosso, i colori della Toscana. L’accensione delle luci si ripeterà anche stasera.

Questa mattina, tramite piattaforma virtuale, l’amministrazione comunale si è confrontata con gli studenti delle quinte classi delle scuole superiori. “Ogni anno organizziamo un incontro con gli studenti che hanno compiuto 18 anni, durante il quale vengono loro consegnate la Costituzione Italiana e la tessera elettorale – ha spiegato il sindaco Cornioli alle decine e decine di ragazzi collegati – Dato che non è stato possibile prevedere un confronto di persona a causa dei protocolli anti Covid, la Costituzione vi è stata inviata per posta e questa mattina, con l’assessore Marconcini ci “incontriamo” virtualmente con voi per ribadire l’importanza della Festa, che ricorda come in Toscana nel 1786, per la prima volta al mondo, Pietro Leopoldo D’Asburgo abbia abolito la pena di morte e la tortura, promulgando un nuovo codice penale (Codice Leopoldino). Un segno di civiltà e di lungimiranza che fa onore alla nostra terra”.

L’assessore Marconcini ha poi fatto un quadro storico della ricorrenza, sottolineando l’importanza della Festa e dei diritti, “che servono a creare una società migliore, anche attraverso la cittadinanza attiva. Sono concetti che si legano in modo indissolubile a quello di libertà. La libertà è come la salute: finchè c’è va tutto bene e forse nemmeno ce ne rendiamo conto. Proprio come sta succedendo con la pandemia, che ci ha privati delle nostre libertà fondamentali. Di sicuro, adesso le apprezzeremo di più”.

Il sindaco ha quindi sottolineato che leggere la Costituzione è un passaggio fondamentale nella vita di ogni italiano ed ha invitato gli studenti a farla propria: “Contiene diritti e doveri: leggerla ci aiuta a creare il senso di civiltà e di cittadinanza. E voi, giovani, siate cittadini del mondo. Ci auguriamo che la pandemia finisca presto e vi consenta di volare dove e come volete”.  

I partecipanti alla videoconferenza hanno anche seguito il saluto che il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo ha voluto inviare a tutte le scuole.

In occasione della Festa della Toscana si ricorda che Sansepolcro, in collaborazione con l’associazione “Cultura della Pace”, fa parte della rete “Cities for life”, organizzata e voluta dalla Comunità di Sant’Egidio. Attraverso questo progetto, la città ha “adottato” due condannati a morte detenuti in Texas. L’obiettivo è di creare una rete per una nuova cultura della vita, affinchè nel mondo non ci sia più la pena di morte.

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Lignani (Fd’I) “contrario all’utilizzo del lascito Mariani per i tamponi: si rispetta lo spirito del lascito con opere durature . In alternativa meglio i vaccini”

“Lenire le sofferenze dei tifernati” questa la lettera del lascito delle benemerite sorelle Mariani. Senza polemica e tralasciando altri aspetti su cui occorrerà discutere mi permetto di dissentire dalla posizione del Sindaco Bacchetta riguardo l’utilizzo delle risorse del lascito. Fare tamponi di massa ai tifernati è un’azione lontana dalla lettera del lascito e anche poco utile. In primis perché il tampone non dà alcuna garanzia futura e non contribuisce alla salute dei nostri concittadini. Meglio allora acquistare nel prossimo futuro, se sarà possibile, dei vaccini che almeno dovrebbero garantire un periodo d’immunità. Poi la tempistica, evidentemente fuori tempo massimo. Siamo alla fine della seconda ondata e tutto lascia pensare che tra un anno il Covid sarà solo un brutto ricordo. Vale la pena spendere quasi un milione di euro per uno screening a tappeto? Tanto infatti costerebbe calcolando una cifra di venti euro a persona escludendo tra l’altro in maniera poco opportuna i residenti negli altri Comuni altotiberini. Con la stessa cifra si potrebbero acquistare oltre venti posti di terapia intensiva e allora si che si darebbe una prospettiva di sicurezza al territorio, senza egoismi campanilistici e rispettando in pieno la volontà delle sorelle Mariani.

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Tari in commissione: Tofanelli “l’aumento 2020 non peserà sui cittadini, il comune si fa carico di oltre 600 mila euro di agevolazioni”

Durante la Commissione Programmazione del comune di Città di Castello di giovedì 26 novembre 2020, l’assessore alle Finanze Vincenzo Tofanelli ha illustrato il piano finanziario 2020 della gestione dei rifiuti, che sarà posto all’approvazione del consiglio di oggi pomeriggio, lunedì 30 novembre 2020. “Nel bilancio preventivo 2020, l’autorità Arera non aveva approvato il nuovo piano e abbiamo applicato le tariffe del 2019 e abbiamo previsto ristori per le attività penalizzate dal lock down. Ora l’Autorità ha autorizzato un aumento massimo del 6% della tariffa e l’Auri ha approvato un aumento di 3,2% che implica costi maggiori per circa 246mila euro, che devono essere ripartiti nel 2021. Questi costi però li dobbiamo comunque pagare nel 2020 con il bilancio del 2020. Lo distribuiremo però nel 2021, potremmo decidere come redistribuirli…ma per ora saranno pagati con risorse di bilancio. Complessivamente la partita della Tari è di 8milioni circa. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Forza Italia, ha detto: “C’è un aggravio di 246mila euro di cui si dovrà rendere conto ai cittadini. Quest’anno è particolare ma il prossimo sarà un anno elettorale e non si sa neanche quando si vota. Se si votasse a termine con proroghe al bilancio preventive per via del COVID, questo costo se lo ritroverebbe la prossima amministrazione. Sogepu fa risultati economici eccezionali, dà sovvenzioni anche senza il parametro dell’attinenza, rivendicato dalla nuova amministratrice di Farmacie Tifernati, il comune potrebbe chiedere di rivedere le spese e farsi carico dell’aumento perché la crisi ci sarà anche nel 2021”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia: “Il problema è notevole, abbiamo dato appena 100mila euro a chi ha avuto danni, la Sogepu non è venuta in commissione ad illustrare la sua gestione della discarica, che è piena. Che hanno fatto con i soldi del conferimento? C’è un altro aumento del costo della gestione dei rifiuti ma si può non applicarlo, perché Arera non obbliga. Da quattro anni Comune e Sogepu non danni risposte ed ora emergono tutte nell’ultimo bilancio. Nella crisi generale, l’Amministrazione non mette in campo tutte le risors. Stiamo assistendo all’introduzione graduale della tariffa unica per i rifiuti ”. Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, si è detto d’accordo con Lignani e Bucci: “Le famiglie sono in difficoltà e chiediamo il 3% in più. Non facciamole pagare le tasse: Foligno paga un milione e mezzo e noi otto milioni. Come mai? Gli introiti vanno a Sogepu ed i cittadini devono solo pagare”. Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha detto: “Quali sono i motivi dell’aumento dei costi? Come verranno spalmati nei tre anni successivi? Da dove avete preso i soldi per coprire questa spesa? Anche se cambiasse l’Amministrazione i cittadini che pagano sono sempre gli stessi. Non possiamo mai discutere su come Sogepu utilizza gli introiti”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha detto: “Come si giustifica questo aumento sulla base di una relazione approvata dall’Auri? Finora abbiamo sprecato titoli sulla diminuzione continua della Tari, la Tari più bassa dell’Umbria. Si stanno cambiando le carte in tavola. Se i 250mila euro venissero tolti dal sociale, pagherebbe la parte più debole”. Marco Gasperi, consigliere del Gruppo Misto: “Sogepu è al 92% detenuta dal Comune di Città di Castello, è un continuo dare ed avere che produce inefficacia. Diciamo sempre di essere i più bravi a far risparmiare i cittadini ed ora rimettiamo un conto salato alla fine. Il meccanismo di scaricare i costi sulla prossima Amministrazione stanno già funzionando, come ha detto Lignani”.
Nella replica Tofanelli ha detto: “Nel 2019 abbiamo ridotto la Tari di 100mila euro. C’è una relazione dell’assemblea dei sindaci nella quale si sancisce il nuovo metodo di composizione della tariffa e si introduce l’aumento del 3,2. E’ una scelta condivisa ma non sapevamo dell’aumento. Siamo andati incontro ai cittadini posticipando la Tari alla fine dell’anno, perdendo tanti interesse. Questi 246mila euro andranno a SOGEPU per il servizio del 2020 e con risorse del bilancio 2020, attraverso meno spese e più entrate. Lungi da me lasciare i buchi di bilancio. I cittadini per ora non hanno pagato un euro in più, le tariffe sono del 2019. Come si redistribuiranno questi soldi si vedrà. Noi abbiamo dati molto soldi di un altro Lascito nel sociale e non le toglieremo da lì”. Gigliola Del Gaia, dirigente del Settore Finanziario, ha detto: “I piani finanziari sono inviati dal gestore al Comune, che ha validati i costi, confermati anche da Auri sulla base dei parametri Arera. L’aumento è meno di quello possibile del 6%. L’obiettivo è di contemperare l’equilibrio economico di Sogepu e gli interessi dei contribuenti. Sogepu ha maggiori costi anche dall’inflazione ad esempio. Il comune si carica dell’agevolazione per i residenti intorno alla discarica, per chi porta la residenza nel centro storico, quest’anno per gli esercizi commerciali chiusi dal lock down. Pesano per 400mila euro e le abbiamo potute coprire per il Fondo delle funzioni fondamentali. Socialmente sembra esagerato o non congruo al momento ma il comune non caricherà il costo nella rata finale a conguaglio, come hanno fatti altri. Andrà recuperato dai contribuenti ma negli anni prossimi. Non possiamo dire a SOGEPU di modificare il piano finanziario e accollarsi i costi maggiori perché è stato validato. I comuni hanno perso autonomia sull’articolazione tariffaria ma possono prevedere agevolazioni con risorse che quest’anno sulla Tari sono di 646mila euro, l’otto, nove per cento sul totale dell’entrata”. Mirco Pescari, capogruppo del PD, ha chiesto di “decodificare i termini di composizione della tariffa. Dovremmo arrestare chi ha scritto il documento perché i cittadini non possano capire e neanche noi. Comunque la cifra di 246mila euro è stata reperita nel Fondo delle funzioni necessarie per il 2020; dovremmo capire come gestire la cifra del 2021 perché la tariffa deve coprire il 100 per cento.”

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Città di Castello piange la scomparsa di Giulio Mariucci, grande artista e animatore della vita sociale della città


“Ci ha lasciato un grande e conosciutissimo artista, un animatore entusiasta della vita culturale e sociale della nostra città”. E’ così che il sindaco Luciano Bacchetta ha espresso profondo cordoglio a nome della giunta e dell’amministrazione comunale per la scomparsa di Giulio Mariucci. “Ci dispiace davvero tanto e siamo molto vicini alla famiglia, a cui ci stringiamo in un abbraccio”, ha sottolineato il sindaco, ricordando Giulio come “grande animatore degli Amici del Presepio di Città di Castello e instancabile organizzatore della bellissima mostra che si svolge ormai da vent’anni nella nostra città”. Al cordoglio del primo cittadino si sono uniti anche i componenti dell’Associazione Amici del Presepio “Gualtiero Angelini” di Città di Castello, con il presidente Lucio Ciarabelli e il vice presidente Claudio Conti. “Perdiamo un amico e una persona straordinaria, con cui abbiamo condiviso tanti bei momenti”, affermano Ciarabelli e Conti, ricordando “il grande amore che aveva per Città di Castello e la sua meravigliosa passione per l’arte, che lo avevano portato a essere tra i più convinti sostenitori e protagonisti della nostra associazione fin dalla sua costituzione”. “Aveva già preparato i presepi da portare come l’anno scorso nella sede della Provincia di Perugia e del Comune tifernate in occasione del Natale, l’ultimo gesto d’amore che cercheremo di onorare al meglio delle nostre possibilità quando ci ritroveremo con i nostri soci e con i rappresentanti di queste importanti istituzioni”, sottolineano Ciarabelli e Conti, riferendo che Giulio Mariucci era intento anche a preparare per la prossima primavera una mostra delle opere dedicate a Città di Castello realizzate nel periodo del lockdown per l’emergenza da Covid-19. I funerali si svolgeranno domani, martedì primo dicembre, nella chiesa di Santa Maria Maggiore, alle ore 15.00.

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Se ne è andato il partigiano Lido Lucchetti, uno degli ultimi testimoni della resistenza

“Con la scomparsa di Lido Luchetti perdiamo uno dei vecchi partigiani tifernati, uno degli ultimi testimoni di una stagione, come quella della Resistenza, che ha posto le basi della nostra società democratica”. Sono le parole scelte dal sindaco Luciano Bacchetta per esprimere a nome della giunta e dell’amministrazione comunale il cordoglio per la scomparsa a 95 anni di Lido Luchetti e rivolgere ai familiari “un grande abbraccio e le più sentite condoglianze”. Tra i partigiani che militarono nella Brigata San Faustino, Luchetti apparteneva all’Anpi e all’Istituto di Storia Politica e Culturale Venanzio Gabriotti. Nel 2015 partecipò alla cerimonia alla Camera dei Deputati per il 70° anniversario della Liberazione e nel 2016 a Perugia venne insignito della medaglia di Liberazione proprio per la sua esperienza di partigiano. Le esequie si svolgeranno domani, martedì primo dicembre, nella chiesa degli Zoccolanti, alle ore 10.30.

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La Pinacoteca intitolata a Raffaello: a chiederlo sono Tiferno Insieme, Castello Cambia, Forza Italia e Fratelli d’Italia, Marcello Rigucci del Misto

“Intitoliamo la Pinacoteca a Raffaello”: a chiederlo sono Tiferno Insieme, Castello Cambia, Forza Italia e Fratelli d’Italia, Marcello Rigucci del Gruppo Misto in consiglio comunale a Città di Castello con una mozione in cui si dichiara che “il celeberrimo pittore Raffaello Sanzio, urbinate, ebbe i suoi natali artistici a Città di Castello quando dal 1499, appena sedicenne, al 1504 vi dipinse ben quattro opere. Fra queste opere spicca lo “Sposalizio della Vergine”, attualmente conservata presso la Pinacoteca “Brera” di Milano, che di fatto rappresenta il suo manifesto artistico-pittorico; nel 2020 ricorrono 500 anni dalla morte del pittore Urbinate e la nostra città è stata a giusto titolo coinvolta nelle manifestazioni che si tengono a livello nazionale secondo il DDL “Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci (2019) e Raffaello Sanzio (2020) e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri (2021)”. “Considerato che la nostra città ha l’invidiabile primato di conservare e possedere quella una delle prime opere pittoriche della bottega raffaellita lo Stendardo della Santissima Trinità e di essere stata teatro della storia artistica del “giovane” Raffaello- Accanto alle opere di Raffaello la nostra Pinacoteca e il nostro territorio ospita anche molte altre importanti opere di autori che nell’ambito del grande periodo artistico rinascimentale hanno dialogato con il maestro urbinate (con particolare riferimento all’opera di Signorelli) e reso celebre la nostra città. Tale evidenza andrebbe meglio conosciuta e comunicata a favore della cittadinanza ma anche e soprattutto a favore dei turisti e del sistema turistico che fa riferimento alla nostra città e all’Umbria. Intitolare il complesso museale della Pinacoteca comunale a Raffaello Sanzio, in occasione delle celebrazioni raffaellite, potrebbe essere un modo, per Nicola Morini e Vittorio Vincenti di Tiferno Insieme, Emanuela Arcaleni e Vincenzo Bucci di Castello Cambia, Cesare Sassolini di Forza Italia, Andrea Lignani Marchesani di Fratelli d’Italia, Marcello Rigucci del Gruppo Misto
CDCNOT/20/11/30//COMINLINEA/487/SSC

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Covid-19 a Città di Castello: Bacchetta “ieri 14 guariti e 4 nuovi positivi. Bene il rientro a scuola, ma situazione da monitorare con attenzione”

“I dati della giornata di ieri che ci ha comunicato l’Usl Umbria 1 parlano di 14 persone guarite e di 4 nuovi positivi”. Lo ha dichiarato stamattina il sindaco Luciano Bacchetta, evidenziando “una decrescita costante da diverse settimane del numero complessivo di persone positive nel nostro territorio, un forte incremento dei guariti e un dato dei nuovi positivi che si attesta su numeri governabili, che non sono da allarme rosso”. “Questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia, ma dobbiamo continuare a stare molto attenti, perché il rispetto delle norme e delle prescrizioni è la vera necessità, considerando che questa seconda ondata in Umbria ha mietuto finora 300 vittime, un dato triste e preoccupante, e che permane l’esigenza di scongiurare la scomparsa di altre persone e il possibile intasamento degli ospedali”, ha ammonito il primo cittadino, nel formulare “l’auspicio che dal 3 dicembre l’Umbria possa tornare a essere zona gialla, con un allentamento delle restrizioni che sarebbe un segnale importante e uno spiraglio di speranza per il futuro immediato”. Nell’indirizzare loro un nuovo messaggio di incoraggiamento, il sindaco ha aggiornato anche il dato dei tifernati ricoverati nel reparto e nella terapia intensiva Covid dell’ospedale di Città di Castello, che sono sempre undici. “Stamattina 320 ragazzi delle prime medie del nostro territorio sono tornati sui banchi di scuola”, ha ricordato Bacchetta, giudicandolo “un fatto molto importante, da monitorare con grande attenzione, perché si parla insistentemente dell’ipotesi di riapertura della didattica in presenza dopo l’Epifania, quindi è chiaro che bisognerà comprendere le eventuali ricadute che potrà avere questo primo esperimento”. “Bisognerà anche capire come trascorreremo le festività natalizie, una fase dell’anno che è una delle più significative e importanti che ci possano essere”, ha osservato il sindaco, che ha accolto con piacere “la notizia che anche i commercianti si attiveranno per rendere il centro storico appetibile”. “E’ un gesto molto bello, del quale li ringraziamo”, ha puntualizzato Bacchetta, ribadendo che “il Comune farà la propria parte”. “Non abbiamo chiesto alcuno sforzo economico ai commercianti per le luminarie natalizie, perché ci è sembrato giusto sgravarli, vista la situazione particolarissima che stanno vivendo, ma il fatto che collaborino con iniziative autonome è un bel segnale che ci piace cogliere”, ha affermato Bacchetta. “Accenderemo le luci in concomitanza con la festività dell’8 dicembre, com’è tradizione a Città di Castello, per dare un messaggio di ottimismo, considerando anche che purtroppo tante belle iniziative, come la Mostra dei Presepi e, presumibilmente, anche la Befana dei Pompieri, non si potranno svolgere”, ha sottolineato il sindaco, rimarcando che “rinunciare a tanti momenti che hanno caratterizzato le nostre festività natalizie negli anni scorsi è necessario per adattarci a una situazione di emergenza che speriamo sia limitata solo a quest’anno”.

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Annullata l’edizione 2020 de l’albero del volontariato

“Anche l’Albero del Volontariato, un appuntamento ormai consolidato negli anni, punto di riferimento non solo a livello regionale delle manifestazioni natalizie – affermano il sindaco Luciano Bacchetta e l’assessore al commercio Riccardo Carletti – non si potrà svolgere a causa delle note normative anti COVID che impongono prescrizioni e protocolli ben definiti quando si fa riferimento ad eventi che richiamano un gran numero di persone. Ci sarà comunque occasione per ringraziare attraverso il Cesvol tutte le associazioni di volontariato che da sempre e soprattutto ora svolgono un ruolo importante di collegamento fra i cittadini e le istituzioni, anche quelle sanitarie. A tutti loro rivolgiamo un caloroso grazie, un augurio di Buon Natale ed un arrivederci alla prossima edizione del 2021”.
“È una decisione dolorosa – aggiunge Paolo Cocchieri, responsabile dello sportello tifernate del Cesvol Umbria, che insieme al Comune organizza la kermesse – ma inevitabile. Rattrista dover rinunciare ad una manifestazione che si tiene ininterrottamente da oltre 20 anni e che costituisce, per numero di partecipanti e per tradizione, uno dei più importanti eventi dedicati in Umbria al volontariato. Non è mai stato un mero mercatino natalizio, ma un’occasione di incontro tra le tante realtà di volontariato del territorio e tra queste e la cittadinanza in genere. Nel momento in cui questa dimensione di socialità è necessariamente preclusa dalle misure adottate per contrastare la pandemia, non c’erano evidentemente le condizioni per rendere possibile il consueto appuntamento della seconda domenica di dicembre con l’Albero del Volontariato”.

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