“Confermo quanto affermato in precedenza riguardo l’unificazione in capo a un solo Pastore delle Diocesi di Città di Castello e Gubbio; in sintesi, vista l’ineludibilità dell’unificazione, l’opportunità migliore o, se si preferisce, il male minore. Se c’è un gap di comunicazione storico sotto ogni punto di vista tra l’Alto Tevere e l’Alto Chiascio questa è una nuova occasione per provare a colmarlo viste le sfide dei prossimi anni che non possono prescindere dai confini regionali.
Ma è indubbio che i tempi e i modi, senza avere la presunzione di confutare scelte legittime e compiute da chi ha Autorità e diritto all’obbedienza da parte di coloro che si riconoscono facenti parte della Chiesa cattolica, suscitano, esclusivamente dal punto di vista temporale, qualche interrogativo. Vista la giovane età del Vescovo Paolucci Bedini (chi scrive constata non senza allarme anagrafico personale che per la prima volta ha un Vescovo più giovane di lui) e le scadenze imminenti all’interno della CEI si poteva pensare ad auspicati più importanti incarichi per Lui e ad una soluzione terza che non desse a noi tifernati l’idea di una annessione o di luogo secondario rispetto a Gubbio, cosa che la nomina del Vescovo Cancian, cui va un sincero ringraziamento per il dono dei Suoi quindici anni con noi, ad Amministratore apostolico della sede tifernate evidentemente rafforza. E’ un’idea sbagliata? Mi auguro di si ma è una sensazione non solo mia che si respira sia a Città di Castello che a Gubbio, evidentemente con sentimenti opposti. E’ in sostanza un primo passo che non va nella direzione di una migliore positiva interazione tra i due comprensori.
Ma questo è quello che abbiamo e su questo dobbiamo operare. Sono certo che il mio, il nostro Vescovo Luciano saprà operare nella giusta direzione e abbiamo il dovere di metterci tutti a Sua disposizione.
Resta però l’ennesimo tassello di impoverimento di Città di Castello. Non serve individuare colpe e responsabilità, le abbiamo tutti, a seconda e nella misura dei nostri ruoli pro tempore”.
Per teatro a Km zero, il prossimo 13 e 14 maggio agli Illuminati, va in scena “Litanie, il nuovo lavoro di Unitre Città di Castello. Noi ne abbiamo parlato con il regista e sceneggiatore Alvaro Morini e con la presidente dell’Associazione tifernate, Nadia Marconi. Il servizio
Dopo due anni di celebrazioni in forma ridotta a causa della pandemia, come per il 25 Aprile, anche per l’anniversario della fucilazione di Venanzio Gabriotti si ritorna alla normalitàsecondo tradizione consolidata e sentita dalla cittadinanza. Anche i bambini del Primo e Secondo Circolo Didattico di Città di Castello, parteciperanno, eseguendo dei cori, al 78° anniversario di Venanzio Gabriotti, che sarà ricordato Lunedì 9 maggio a Città di Castello. Comune, Istituto di Storia politica e Sociale “Venanzio Gabriotti” ed A.N.P.I invitano la cittadinanza alle 8.30 al Cimitero monumentale dove, presso la Cappella del Famedio, don Andrea Czortek officerà una messa in ricordo.
Di seguito il corteo raggiungerà il monumento sul Greto della Scatorbia, punto in cui Venanzio Gabriotti fu giustiziato all’alba del 9 maggio 1944. Successivamente, nella casa in via San Florido, in Piazza Gabriotti sulla torre civica e lungo viale Vittorio Veneto, nell’aiuola con il busto a lui dedicato, è prevista la deposizione di una corona.
Martedì 10 Maggio alle ore 10 presso la Sala 43 della Biblioteca comunale Carducci si svolgerà la premiazione del concorso diretto alle scuole e indetto dall’Istituto di storia politica e sociale “Venanzio Gabriotti” che quest’anno verteva su “Vecchi mestieri vanno scomparendo e lasciano il posto ad attività sempre più innovative. Fai una indagine sul tuo territorio che confermi questa trasformazione ormai in atto da tempo”.
“Oggi si conclude felicemente quella che per tutti noi volontari era una difficile scommessa da vincere che era quella di creare una squadra di volontari cinofili e dar loro un’area in cui addestrarsi assieme ai loro meravigliosi compagni: i cani da ricerca. Non avremmo potuto raggiungere l’obiettivo senza la collaborazione del Comune di Città di Castello, che è stato veramente sensibile nel comprendere le nostre aspirazioni. Il ringraziamento va esteso a tutti i nostri volontari ed ai nostri amici che, a vario titolo, hanno contribuito a realizzare quest’opera che potrà essere utilizzata da tutti i gruppi di volontariato del comprensorio. L’esercitazione che abbiamo organizzato assieme agli altri Gruppi di Volontariato dell’Alta Valle del Tevere è lo spartiacque con il cupo periodo della pandemia in cui il lavoro dei nostri volontari è sempre stato condizionato dalle giuste restrizioni. Ieri e oggi finalmente ci siamo ritrovati assieme per condividere esperienze e formazione tecnica su vari scenari di emergenze che simuleremo in vari luoghi.
“La Cittadella dell’Emergenza” in Via Angelini è stata il fulcro di questa attività: nella giornata di sabato, coordinato dal COC del comune di Città di Castello tramite il responsabile, il funzionario, Francesco Nocchi è stato allestito un campo (una piccola tendopoli) capace di ospitare oltre cento persone per lo svolgimento di alcune interessanti esercitazioni”, è quanto dichiarato questa mattina subito dopo il taglio del nastro del “Campo d’Addestramento per unità cinofile per la ricerca in superficie”, il primo di questo genere che viene realizzato in altotevere, dal Presidente del Gruppo Comunale di Protezione Civile di Citta’ di Castello, Sandro Busatti, alla presenza delle autorità istituzionali, l’onorevole Catia Polidori, i consiglieri regionali, Michele Bettarelli e Valerio Mancini e militari e del responsabile ufficio Protezione e difesa civile della Prefettura di Perugia, Ivo Fucelli, a cui è stata consegnata una targa ed un volume sulla storia e arte della città quale gesto di riconoscenza per l’attività svolta sempre a stretto contatto con i comuni e le associazioni locali. Il campo sarà aperto a tutte le associazioni di volontariato di Protezione Civile che ne faranno richiesta. Presenti anche il responsabile del Servizio Veterinario della Usl Umbria1, Giovanni Giorgi ed il responsabile operativo del nucleo cinofilo umbria dei Vigili del Fuoco, Massimo Mancinelli.
“Una bella giornata all’insegna della solidarietà, dell’associazionismo e di progetti innovativi che vedono protagonista la protezione civile con i loro volontari, i cani straordinari lavorare in stretta sinergia con i livelli istituzionali, locali, regionali e nazionali e con le forze dell’ordine tutte e i vigili del fuoco sempre per il bene dei cittadini”, ha precisato, Benedetta Calagreti, assessore tifernate alla Protezione Civile. Prima del via libera alle spettacolari esercitazioni dei cani con i loro conduttori si è svolto un toccante momento con l’alzabandiera e l’inno di Mameli eseguito alla perfezione dal maestro Fabio Battistelli con il suo clarinetto. I veri protagonisti della giornata sono stati proprio loro i cani, vere e proprie star a quattrozampe del soccorso, ad esibirsi nel campo d’addestramento: la spettacolare dimostrazione è stata preceduta da due distinte esercitazioni di ricerca simulata di persone disperse in località Pozio a Fontecchio e lungo le sponde del fiume tevere. Nel recinto verde disseminato di ostacoli, “Wily”, pastore australiano, guidato dalla volontaria, Valeria Panunzi, 47 anni di Pietralunga che lavora nel servizio di sicurezza ( addestratrice cinofila coordinatrice del gruppo che vanta una significativa esperienza), “Nina”, pitbull con Elisa Monaco, 38 anni di Città di Castello coordinatrice in una Rsa e “Ghianda”, labrador, con Elena Tiezzi, 29 anni originaria di Siena ma residente a Città di Castello, aspirante fiorista “Nina”, tre amiche prima di tutto con il desiderio di aiutare il prossimo, hanno dato sfoggio del miglior repertorio sotto lo sguardo vigile ed esperto di Dario Pazzaglia, istruttore dell’unità cinofile da soccorso, componente del Club “Mattei” di Fano.
A loro si sono affiancate anche altre due unità cinofile da Umbertide e Deruta. “I cani sono addestrati a ricercare a “scovo”, qualsiasi persona si trovi in una zona indicata, presumibilmente in difficoltà ed una volta trovata il cane segnalerà il ritrovamento abbaiando, restando vicino al disperso in modo da poter indicare con precisione al conduttore dove si trova”, precisano con un pizzico d’orgoglio e soddisfazione Valeria Panunzi ed Elisa Monaco ricordando prima di tutto la bella storia di amicizia e passione per questa attività che si è instaurata fra loro. “Grazie al nostro istruttore Dario Pazzaglia, tanto lavoro, abbiamo ottenuto il brevetto con la qualifica di “Unità cinofila da soccorso operativa di superficie a livello nazionale e regionale” ed ora eccoci qui grazie alla disponibilità ed accoglienza del Presidente del Gruppo Comunale di Protezione Civile di Città di Castello, Sandro Busatti. Nella vita siamo donne come tutte le altre – proseguono Valeria ed Elisa – che vivono fra famiglia e lavoro con i loro cani sul divano. Ogni volta che ci addestriamo con i cani anche nei giorni festivi, con vento, pioggia, neve e caldo torrido, per noi è sempre fantastico, un sogno che si avvera e oggi lo è ancora di più.”.
Fra i progetti futuri il gruppo delle volontarie del soccorso punta ad allargare la squadra aumentando le potenzialità di unità cinofile grazie anche al nuovo campo che è stato inaugurato oggi per svolgere iniziative congiunte con altri gruppi di volontariato, manifestazioni, stage formative, sessione didattiche anche nelle scuole mirate a sensibilizzare più persone possibili ed avvicinarle a questo mondo. Ci sono razze maggiormente predisposte al lavoro collaborativo con l’uomo, tuttavia ogni cane può fare questa attività: cani di razza o meticci non vi è una preclusione, tranne per quelli con possibili difficoltà respiratorie causate dalla canna nasale troppo corta. “La cosa più difficile – dicono ancora – è stato dimostrare che i pitbull sono cani fantastici capaci di fare tanto e che non esistono cani cattivi come pensa qualcuno ma solo padroni sbagliati”.
Partecipo il profondo dolore dell’amministratore apostolico di Città di Castello mons. Domenico Cancian, di tutto il clero tifernate e dei dipendenti della diocesi per la morte di Gianfranco Scarabottini. Entrato nell’ufficio economato della diocesi nell’anno 2000 come collaboratore di mons. Benso Benni, Gianfranco ne ha preso il posto come economo nel 2009 mantenendolo fino ad oggi. Ha svolto il suo ruolo con passione e competenza, schiettezza ed attenzione verso tutte le realtà ecclesiali. Non ha mai fatto mancare il suo aiuto – ove richiesto – ed ha cercato di operare per migliorare le strutture al fine di favorire una maggiore azione pastorale. Sono stati tantissimi i lavori che ha seguito in prima persona, ultimo in ordine di tempo il restauro del ciclo pittorico della Cattedrale di Città di Castello. Ha sempre sostenuto con fedeltà e devozione l’azione pastorale del vescovo mons. Domenico Cancian L’intera comunità diocesana – vicina da giorni a tutti i familiari di Gianfranco – esprime le condoglianze alla famiglia nella certezza che il Signore accoglierà in Paradiso il suo servo fedele.
Il sindaco Luca Carizia e l’Amministrazione Comunale tutta porgono al Vescovo di Gubbio Sua Eccellenza Monsignor Luciano Paolucci Bedini, le più sentite felicitazioni e il più vivo augurio di buon lavoro a seguito della sua nomina a Vescovo della Diocesi di Città di Castello, unendo così in “persona episcopi” le due Diocesi.
Monsignor Paolucci Bedini in questi anni di Episcopato ha mostrato una grande forza, stando vicino ai territori e ascoltando le necessità dei fedeli, saldando ulteriormente il legame tra Umbertide e la Diocesi di Gubbio, guidata dal 1989 al 2004 da un illustre umbertidese come l’indimenticato Vescovo Monsignor Pietro Bottaccioli.
A Sua Eccellenza Monsignor Domenico Cancian, va la più alta gratitudine per questi 15 anni alla guida della Diocesi di Città di Castello durante i quali ha svolto una missione pastorale intensa e di grande valore dimostrata dall’affetto e dalla stima che ha saputo inculcare nel cuore del popolo che ha guidato.
Profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia sono stati espressi dal sindaco per la scomparsa di Gian Franco Scarabottini, figura di riferimento della realtà tifernate e non solo, nei diversi ambiti in cui ha operato con grande professionalità, dedizione e spirito di servizio verso la comunità stessa. “Gian Franco Scarabottini, tifernate, già stimato dirigente Enel delle sedi distaccate Umbria, ha rappresentato per tutti noi anche amministratori locali, un punto di riferimento, in particolare per l’attività di Economo Diocesano e direttore Beni Culturali ed Edilizia di Culto, che ha svolto da sempre a fianco del vescovo Monsignor Domenico Cancian, del clero e della diocesi tutta. Spesso, pur nella distinzione dei ruoli, abbiamo condiviso iniziative comuni, e Gian Franco Scarabottini era sempre al nostro fianco nel cercare di risolvere anche questioni e problematiche quotidiane a nome della Diocesi, unicamente per il bene delle persone. Un pezzo significativo della città che oggi viene a mancare in primo luogo per la sua famiglia, per la diocesi e per tutti coloro che ne hanno apprezzato le doti umane e professionali”.
“Alla famiglia ed in particolare alla figlia Sara, giornalista professionista e funzionaria del comune di Città di Castello, giungano le più sentite condoglianze dell’amministrazione comunale e dell’ente tutto nelle sue componenti istituzionali ed amministrative”, ha concluso il sindaco. Al messaggio di cordoglio del sindaco si uniscono i colleghi dell’Ufficio Stampa, Giorgio Galvani e Marco Baruffi, rinnovando alla cara collega Sara Scarabottini, affetto e vicinanza.
“Ringraziamo con profonda riconoscenza monsignor Domenico Cancian per i 15 anni di mandato pastorale nella Diocesi di Città di Castello e diamo il benvenuto nelle nostre comunità al nuovo vescovo monsignor Luciano Paolucci Bedini, con l’auspicio di una proficua collaborazione nel servizio alla collettività a cui lavoreremo presto insieme”.
E’ il messaggio dei sindaci di Città di Castello, Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino e Umbertide nel giorno dell’ufficializzazione della decisione di Papa Francesco di nominare vescovo di Città di Castello sua eccellenza monsignor Luciano Paolucci Bedini, unendo “in persona episcopi” le sedi diocesane di Città di Castello e di Gubbio. Primi cittadini e amministratori dei comuni della Diocesi hanno partecipato in mattinata all’incontro convocato da monsignor Domenico Cancian nella cripta della Cattedrale di Città di Castello per comunicare la notizia al clero e alla comunità dei fedeli. Nell’occasione monsignor Cancian, che nel rispetto del diritto canonico al compimento dei 75 anni ha presentato al Santo Padre le dimissioni per raggiunti limiti di età, ha reso noto di essere stato nominato amministratore apostolico della Diocesi di Città di Castello dal cardinal Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi.
Domani, Domenica 8 Maggio alle ore 11, a Città di Castello, presso l’area di protezione civile prospicente la Cittadella dell’Emergenza in via Luigi Angelini, si svolgerà la cerimonia di inaugurazione del “Campo d’Addestramento per unità cinofile per la ricerca in superficie”, il primo di questo genere che viene realizzato e sarà aperto a tutte le associazioni di volontariato di Protezione Civile che ne faranno richiesta. L’inaugurazione di questa nuova struttura avverrà contestualmente ad una esercitazione di protezione civile e poi alla presenza delle autorità seguirà una esibizione dei cani da ricerca. Gruppo Comunale di Protezione Civile di Citta’ di Castello
Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Alfredo Baldelli, in arte ARAF,noto per essere stato uno dei maggiori artisti che da Città di Castello hanno acquisito meritata fama ben oltre i confini regionali.Resta nella memoria della critica e del pubblico che lo hanno universalmente apprezzato la sua originalissima tecnica del colore ad olio filtrato dl retroverso della tela, un imprinting unico, riconoscibilissimo al punto che il grande pittore perugino Gerardo Dottori era solito dire che Araf non aveva bisogno di firmare i suoi quadri. Senza dubbio il nome di Araf avrebbe potuto ampliare la comunque vasta platea dei suoi estimatori se solo avesse abbandonato la sua proverbiale ‘stanzialità’ tifernate che il maestro Alberto Burri amabilmente gli rimproverava; nonostante ciò Baldelli ha esposto un po’ in tutta Italia da Roma a Milano, da Torino a Firenze, da Verona a Rimini.
Ma Araf non è solo stato Autore di opere di grande suggestione e di squisita tecnica; insieme a Novello Bruscoli e Armando Perugini ha fondato e animato la storica galleria “Il Pozzo” a Palazzo Lignani Marchesani nel cuore (allora) pulsante del capoluogo alto tiberino, una realtà che negli anni non solo ha ospitato artisti di chiara fama nazionale (Ottone Rosai tra tutti), ma ha anche costituito un autentico cenacolo culturale , il perfetto habitat dove ogni sera l’élite intellettuale locale (e non solo) poteva discettare certo di tendenze artistiche e di correnti autoriali ma pure di politica, di antropologia, di costume, un faro di socialità e relazionalità che ha cresciuto generazioni di tifernati e che ha contribuito in maniera determinante a definire il profilo culturale della città per oltre trent’anni.
La mostra antologica di Palazzo del Podestà, dove Araf aveva già esposto in vita, ripercorre le tappe fondamentali dell’evoluzione espressiva di Araf dagli esordi sino alle ultime opere in modo da ricordare ai più anziani e disvelare ai più giovani il suo talento assoluto in una rassegna ‘a tutto tondo’. La rassegna sarà inaugurata sabato 14 prossimo, data di nascita dell’Artista e resterà aperta sino al 30 maggio. L’evento è arricchito da una pubblicazione curata dall’azienda specializzata nella stampa d’arte ‘Petruzzi’, con tutte le opere esposte e una serie di contributi critici, destinata sia ad abbinarsi alla manifestazione portante, sia a segnare indelebilmente la profonda valenza culturale della celebrazione di un Centenario così importante. L’ occasione inaugurale viene inoltre sottolineata da un intervento dell’Associazione “Architetti nell’Altotevere” guidata dalla Presidente Lucia Fiorucci: una serie di scatti fotografici di scorci architettonici tifernati finalizzati a riproporre un percorso nella bellezza del tessuto storico cittadino compiuto a suo tempo dall’originale trasfigurazione operata dall’Autore in un accoppiamento di intrigante coinvolgimento emotivo e poetico.
“Sorelle e fratelli carissimi della Santa Chiesa di Dio che è in Città di Castello, Pace a voi!
Nel giorno in cui vi giunge la notizia che il Santo Padre ha voluto affidare alla mia persona la guida e la custodia della vostra antica e nobile Diocesi vi invio un saluto carico di affetto e tremore per la grande responsabilità che mi spetta. Al tempo stesso, il cuore è colmo di gioia e gratitudine per il dono e la grazia che mi permettono di servire ancora la Chiesa in umiltà e semplicità. Con voi saluto e ringrazio il Vescovo Domenico, che vi ha guidato in questi anni con la sua saggezza di Padre e l’esempio di una vita donata per amore a servizio della misericordia di Dio. La sua accoglienza fraterna per me e il suo esempio di pastore buono tra voi sono la migliore indicazione per il mio ministero. Penso a voi tutti come il popolo santo di Dio che vive della grazia della Pasqua e testimonia in queste terre benedette la gioia e i frutti della vita nuova di Gesù risorto. Vorrei poter visitare ogni casa ed incontrare ciascuno dentro la sua storia per cogliere i tratti della visita del Signore e poter condividere la consolazione della sua bontà. Il mio saluto più caro è, prima di tutto, per le famiglie. Tutte le famiglie, a partire da quelle che portano il peso di una sofferenza e di un dolore, o faticano nelle umiliazioni della povertà e della solitudine.
Aiutiamoci ad ascoltare il cuore di tutti e cerchiamo insieme di non lasciare solo nessuno. Il corpo della Chiesa è intessuto dei colori e delle storie delle nostre famiglie in cui tutti troviamo casa: i nonni e gli anziani, i padri e le madri, i piccoli e i giovani. Tra voi saluto i fratelli presbiteri e diaconi, guide e servi di questo santo popolo, che accompagnano le vostre comunità e il cammino di tanti. Sentitemi vostro fratello e padre, ma prima di tutto servo, per incoraggiarvi e sostenervi nel ministero che condividiamo a favore di questa bella Sposa. Alle sorelle e ai fratelli di vita consacrata invio la mia benedizione per la loro testimonianza di fedeltà e di amore a Dio. Coinvolgetemi nelle vostre storie di grazia e di santità a beneficio di tanti sorelle e fratelli. Saluto cordialmente le autorità civili e militari con cui avrò l’onore di collaborare per il bene comune, e l’onere di condividere con tutti e con ciascuno la responsabilità per le comunità che la storia ci affida”.
“Un piano straordinario di abbattimento del cinghiale non è più rinviabile”. I consiglieri regionali della Lega Umbria, Manuela Puletti e Valerio Mancini, hanno richiesto di audire in seduta di commissione regionale i presidenti umbri dei tre ATC e l’assessore Roberto Morroni al fine di individuare il quadro delle criticità esistenti e delineare una strategia condivisa di azione. “Fare una stima complessiva dei danni prodotti dalla fauna selvatica alle coltivazioni e ragionare sull’allarme lanciato da Coldiretti circa i rischi legati all’arrivo della peste suina in Umbria”, questo l’oggetto del documento. “La nostra richiesta di audizione – spiegano – si basa sul documento prodotto dagli ATC rispetto alle numerose richieste di risarcimento per danni da fauna selvatica presentate solo nel 2022. Da quanto si apprende, c’è il rischio concreto che con le risorse messe a disposizione dalla Regione Umbria non si riesca ad evadere tutte le istanze presentate, causando in questo modo un danno doppio agli agricoltori già gravati dall’aumento dei costi delle materie prime e del gasolio.
L’adozione di misure immediate per il contenimento dei cinghiali non è più rinviabile – proseguono i leghisti – anche alla luce dell’allarme lanciato proprio in questi giorni da Coldiretti circa il rischio legato all’arrivo della peste suina in Umbria. A Roma, quindi a pochi chilometri di distanza dai nostri confini regionali, è scattata l’allerta dei focolai dell’africana sui cinghiali. È nostro dovere mettere in campo tutte le azioni necessarie per arginare la proliferazione incontrollata degli ungulati e tutelare la nostra regione dall’emergenza sanitaria le cui conseguenze potrebbero rivelarsi disastrose per l’intero comparto suinicolo e per la norcineria umbra. Da tempo come Lega e a fianco delle associazioni, abbiamo lanciato l’allarme attraverso numerosi documenti ufficiali, interrogazioni e richieste di audizioni in Commissione, ma non siamo stati ascoltati. La soluzione che avevamo proposto per frenare l’avanzata del virus, la stessa che continuiamo a proporre ora, condivisa anche da Coldiretti Umbria, è quella di mettere in campo tutte le misure necessarie al fine di provvedere all’eradicazione del cinghiale, attraverso proroghe al periodo di caccia e la previsione di un piano di abbattimento. È tardi, ma non è ancora troppo tardi per impedire il peggio”.
A Città di Castello, venerdì 13 maggio alle ore 18,30, presso la Biblioteca Comunale, Cristina Crisci converserà con Domenico Wanderlingh, autore del libro giallo È colpa mia, pubblicato da Astoria del gruppo Gruppo Editoriale Mauri Spagnol.
Dopo il successo del primo romanzo Il passato non si cancella, ritorna l’ispettrice di Polizia Anita Landi – ex campionessa delle Fiamme Oro – che indaga su una serie di omicidi che hanno scosso l’Alta valle del Tevere. Una trama avvincente, un racconto poliziesco che parte da Milano per svilupparsi e concludersi nella città tifernate con un finale mozzafiato. Domenico Wanderlingh, classe 1965, vive tra Milano e Città di Castello.
A fronte della chiusura dallo scorso ottobre 2021 dello spazio Playground situato nei pressi dell’Istituto scolastico Cavallotti, ho presentato interrogazione per conoscerne il destino e per capire se e come l’amministrazione comunale si sia mossa o intenda muoversi per continuare ad assicurare la possibilità alla cittadinanza, specie giovanile, di allenarsi e di usufruirne in maniera libera e gratuita, come è stato da nove anni a questa parte.
Tale spazio, se lasciato in queste condizioni, rischia di degradarsi velocemente rendendo vano il lavoro di chi lo ha reso fruibile fino ad oggi attraverso un progetto di recupero dell’ex campo da tennis in disfacimento, realizzato nel 2012-2013 dall’ associazione Città di Castello Basket; un progetto di recupero che venne presentato e ottenne l’assenso di tre enti pubblici: la Scuola, il Comune e la Provincia di Perugia i cui rappresentanti pubblici trovarono un accordo, fino alla firma di una convenzione (22 ottobre 2012) con la quale la Provincia di Perugia sanciva la concessione in comodato gratuito per 9 anni dell’area alla Associazione Città di Castello Basket. Scaduta la convenzione ad ottobre 2021 e non essendo stata rinnovata, di fatto il campo è chiuso da sette mesi e i ragazzi, che in questi anni difficili vi hanno trovato sfogo e divertimento, restano impossibilitati ad utilizzarlo.
L’utilità di un tale spazio è evidente e restano di difficile comprensione i motivi dei ritardi degli enti pubblici coinvolti: ogni giorno che passa aumenta il rischio che si degradi e vada perduto sia l’investimento (pubblico e privato) fatto sia l’impegno dei tanti volontari che senza alcun compenso lo hanno recuperato, sistemato e mantenuto rendendolo fruibile a chiunque volesse. Quello che più interessa dunque è che si faccia presto e si dica cosa si intende fare, per garantire che i ragazzi possano tornare ad utilizzarlo per socializzare ed allenarsi in libertà.
Torna Tempi supplementari. Ospiti del programma condotto da Michele Tanzi, il direttore generale del settore giovanile del Sansepolcro Giulio Franceschini, l’allenatore del Montone Renato Borgo e l’opinionista Valerio Vergni
“Siamo finalmente pronti a scrivere una nuova importante pagina della storia della scuola a Città di Castello: il Ministero dell’Istruzione ci ha assegnato 9 milioni 585 mila euro, il finanziamento con i fondi del PNRR più alto in Umbria del programma Futura, per la demolizione e la ricostruzione nell’attuale sito della scuola Dante Alighieri”. Il sindaco, insieme agli assessorati ai Lavori Pubblici e ai Servizi Educativi, annuncia così che “in base agli attuali termini per la rendicontazione dei finanziamenti del PNRR, entro il 2026 l’amministrazione comunale potrà mettere a disposizione delle nuove generazioni di studenti e delle loro famiglie un complesso scolastico sicuro, moderno e sostenibile, funzionale alle future esigenze dei processi di insegnamento e apprendimento”. La proposta progettuale degli uffici tecnici del Comune è rientrata tra le cinque che nella regione beneficeranno dei fondi del PNRR finalizzati alla costruzione di nuovi edifici scolastici nell’ambito del programma “Futura – La scuola per l’Italia di domani”, che collega le diverse azioni attivate grazie a risorse nazionali ed europee per una scuola innovativa, sostenibile, sicura e inclusiva, capace di svolgere un ruolo educativo strategico per la crescita del Paese.
“La nuova Dante Alighieri sarà un complesso scolastico di circa 4 mila metri quadrati, che sorgerà nell’attuale sede del quartiere La Tina e ospiterà oltre 300 studenti in ambienti per la didattica pensati per offrire servizi a minori e adulti, con una palestra che garantirà la pratica di più discipline sportive anche in orari extrascolastici”, spiegano il sindaco e gli assessorati ai Lavori Pubblici e ai Servizi Educativi, sottolineando che “saranno impiegati i più moderni sistemi di dissipazione sismica per garantire la massima sicurezza anche in caso di eventi importanti e saranno adottate le soluzioni che permetteranno un elevato comfort climatico, con la minimizzazione dei consumi energetici”. Il finanziamento per la realizzazione dell’istituto secondario di primo grado fa seguito a quello da 5 milioni di euro per 9 interventi di rigenerazione urbana a valere sui fondi del PNRR ottenuto nei mesi scorsi.
“L’efficienza con cui gli uffici comunali stanno lavorando per concorrere agli importanti finanziamenti messi a disposizione per la ripresa post-Covid 19 merita un plauso – puntualizzano il sindaco e gli assessorati competenti – perché sta garantendo importanti opportunità di investimento in linea con gli obiettivi della nuova amministrazione finalizzati alla riqualificazione e il rilancio della città, che sul versante dell’edilizia scolastica puntano alla rigenerazione profonda di un patrimonio comunale composto da 30 edifici”.
“Con Lidia Perioli perdiamo un esempio di donna, di madre e di lavoratrice, una persona buona, forte, sempre gentile e sorridente, che mancherà a tutti coloro che l’hanno conosciuta e le hanno voluto bene”. Il sindaco esprime così ai figli, Marco e Paolo Cesaroni, e a tutti i familiari, il profondo cordoglio e la vicinanza dell’amministrazione comunale per la scomparsa della storica commerciante di Città di Castello, per decenni punto di riferimento di generazioni di tifernati nel negozio di elettrodomestici e materiale elettrico in via Sant’Antonio. “Insieme ai figli, che conducono un’attività molto conosciuta e apprezzata in città e sono impegnati nel mondo dello sport e della solidarietà – sottolinea il sindaco – ha attraversato i cambiamenti epocali della nostra comunità con una serietà, una grazia e una educazione fuori dal tempo, che ha conservato intatte fino all’ultimo giorno di lavoro al pubblico, un impegno onorato per decenni con passione e dedizione mentre cresceva una famiglia numerosa dopo la prematura scomparsa del marito Mario”. I funerali si terranno domani, sabato 7 maggio, alle ore 15.30 nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
“E’ arrivato il momento di tracciare un bilancio di questa stagione, che per il Sansepolcro è stata complessa e difficile. I tanti infortuni che abbiamo subito hanno condizionato i risultati, nessun alibi, ma solo una considerazione che credo sia giusto e doveroso fare. Ora arriva il momento di fare delle scelte, ci sono giocatori che faranno parte della rosa, altri che dovranno cercare una nuova sistemazione, quello che conta è l’obbiettivo, che deve essere quello di tornare a disputare il campionato di serie D. Su questo vedo una società motivata, che è riuscita, dopo un lavoro encomiabile, a dare una prospettiva economica solida, in grado di dare un futuro al Sansepolcro calcio”.
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